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Autore: AnGeL_DrEaMeR    23/11/2011    2 recensioni
Clary, stava seduta su uno dei letti dell'istituto, pensando a tutto quello che era successo in quelle settimane. La scoperta che Jace non era suo fratello, l'alleanza tra Nephilim e Nascosti grazie alla sua runa, la sconfitta di Valentine, la grande festa per la vittoria... Sentì bussare, ma non alla porta, alla finestra. Sapeva benissimo chi era. Tornando alla realtà andò ad aprire, ed una ventata d'aria fresca la investì.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! (^.^) rieccomi con un nuovo capitolo...
Lo so vi ho fatto aspettare, ma con la scuola il tempo per scrivere è poco. Inoltre scrivere "questo" capitolo è stato un parto.
Comunque godetevelo! Un bacio.
Ah giusto! Per farmi perdonare a breve pubblicherò una One-shot JacexClary spero vi piaccia.
E ora a leggere!



L'ISOLA


La mattina dopo Jace e gli altri erano già vicini all’ubicazione dell’Isola Perditionis. Mancava poco allo sbarco. Mentre gli altri si preparavano raccogliendo le proprie armi, o ripristinando le energie magiche, Jace andò sul ponte per scrutare l’orizzonte. L’Isola era appena una macchia verde scuro un po' sopra il livello del mare. Vista da lontano sembrava un posto come un altro, ma chissà quanta gente è morta sbarcandoci per caso. O meglio per fatalità.
Jace stava ancora osservando quando sentì qualcuno alle sue spalle. Non aveva bisogno di girarsi per capire chi era. Per l’angelo ma è mai possibile che nessuno vuole lasciarmi per i fatti miei! Pensò il ragazzo.
“Cosa vuoi vampiro?” chiese.
Sentì uno sbuffo “Mi chiamerai mai con il mio nome?” rispose Simon.
“Ripeto, cosa vuoi?”
“Solo parlare, prima di andare in quella che potrebbe essere la nostra tomba.” disse il vampiro.
“non ho la voglia ne la pazienza di mettermi a parlare con te.” replicò Jace brusco.
Un altro sospiro “A volte non riesco proprio a capire come Clary si sia innamorata di te.” Jace a quel punto si voltò, pronto per una battuta delle sue. Ma Simon lo precedette “Senti Jace in questa storia ci siamo dentro tutti. Non sei l’unico che la vuole aiutare. Qui tutti stiamo rischiando la vita, e NON SOLO TU.”
“Ascoltami bene vampiro” disse Jace scandendo bene l’ultima parola “se mi volevi parlare del dolore, della sofferenza e della rabbia per aver quasi perso Clary, sei arrivato tardi. Isabelle ti ha preceduto di un bel po’. Quello che tutti voi non capite è semplice. Si sono addolorato, si soffro e si sono arrabbiato. Ma il motivo per cui mi comporto così è un altro.”
Il motivo per cui mi comporto così. Pensò Jace.È che l’ho promesso a Clary, le ho promesso che l’avrei salvata. Le ho fatto una promessa che non sono sicuro di riuscire a  mantenere.
Per un secondo ci fu un silenzio carico di tensione. Che venne interrotto da una Isabelle eccitata “Siamo arrivati ragazzi!”
La ragazza guardò prima Jace e poi Simon “scusate l’interruzione” disse tranquillamente “noi siamo tutti pronti per andare, voi due avete altro da fare?”
“Mi ero già preparato prima Izzy.” rispose Jace. Mentre il vampiro le fece ricordare che non aveva bisogno d’armi. D'altronde aveva il marchio di Caino. Niente poteva ferirlo.
 
Finalmente, dopo circa un’ora, sbarcarono sull’Isola. Il gruppo si fermò sulla spiaggia, giusto il tempo di fare un riepilogo della situazione.
L’Isola era di per sé molto piccola. Per raggiungere le grotte, attraversando a piedi la foresta, ci sarebbero voluti due giorni di marcia, se non avessero incontrato grossi ostacoli (cosa naturalmente impossibile). Delle grotte non si sapeva molto. La maggior parte delle persone non sopravviveva abbastanza a lungo per vederle.
Cosa molto confortante.
“Bene tutto chiaro?” chiese Magnus, guardando i compagni.
Tutti annuirono.
“Bene.” concluse lo stregone.
“Andiamo.” disse Jace.
Il gruppo si inoltrò nel bosco a passo spedito. Già da subito Jace notò che c’era qualcosa che non andava.
“Che silenzio.” commentò il vampiro.
Ed era vero. Solitamente nei boschi si dovrebbero sentire i suoni della natura, i rumori degli animali o anche del vento tra i rami. Ma lì non si sentiva assolutamente niente. Gli unici suoni erano i passi dei ragazzi sul terreno.
“È inquietante.” disse Isabelle.
“Molto.” concordò Alec.
Quel silenzio dava a Jace l’impressione di essere un intruso. Era come se la foresta li riconoscesse come esterni, e si stesse preparando a scacciarli con qualsiasi mezzo.
Dopo un po’ si sentì un ruggito che fece tremare la terra. Era un rumore familiare a tutti i cacciatori con una certa esperienza. Il ruggito di un demone.
Un secondo dopo se ne sentì un altro, e un altro. Era un branco.
Jace avvertì un movimento tra le foglie alla destra del gruppo.
“Sono lì!” gridò il ragazzo.
E in quel momento, come se non aspettassero altro che quel avvertimento, dalla vegetazione uscirono una decina o più di demoni. Che si avventarono sui ragazzi.
Tutti i cacciatori uscirono le proprie armi, mettendosi in posizione d’attacco.
Quando la prima creatura si avvicinò abbastanza, Jace la colpi violentemente alla schiena, uccidendola su colpo. Originariamente quell’essere doveva essere un lupo, prima di essere infettato dall’energia demoniaca. Aveva, infatti, la forma di quell’animale, ma le dimensioni erano raddoppiate se non triplicate. Il pelo era ispido e  di uno strano nero-verdognolo, artigli e zanne erano grandi e affilati. Gli occhi erano completamente gialli, senza pupilla. Dalla bocca e dalla ferita usciva del sangue nero.
Jace si voltò dall’altra parte, sia per disgusto sia per affrontare il prossimo di quei mostri. Gli altri se la stavano cavando bene. Jace vide il suo Parabatai uccidere una di quelle belve e affrontare la prossima. Ma Alec non aveva visto il mostro che lo stava per attaccare da dietro. E gli altri erano troppo occupati per vederlo. Il battito di Jace accelerò, velocemente finì in un colpo quello che era stato un lupo, e si fiondò da Alec spingendolo proprio quando il mostro gli stava per staccare la testa.
Caddero entrambi a terra. Subito si rialzarono, e Alec dopo aver visto il lupo, che si era avventato dove un secondo fa c’era lui, sussurrò un ‘grazie’. E insieme ritornarono nella mischia. Intanto Isabelle aveva ucciso ben tre belve con la sua frusta, e se la stava vedendo con la quarta. Anche Magnus e Simon si davano un bel da fare. E i demoni/lupi  contro cui combattevano morivano, o colpiti da un fuoco magico, o con la gola recisa.
Dopo qualche minuto la battaglia si era conclusa, sul terreno i corpi ancora sanguinanti delle belve.
Il gruppo si riposò cinque minuti. Nessuno si era ferito durante lo scontro, solo qualche graffio. Ricominciarono il cammino. E per un po’ non incontrarono nessun ostacolo.
Man a mano che procedevano, il bosco si faceva più fitto, tanto che il sole non filtrava dalle fronde. Anche il colore delle piante cominciava a cambiare. Da verde brillante, le foglie erano diventate di un insano marrone marcio. I fiori avevano uno strano colore  grigio spento, come se qualcosa avesse risucchiato i colori originali.
La vegetazione sembrava malata, come malata di cancro, ma non era morta, ne aveva solamente l’aspetto. Anzi c’era un che di vivo nelle piante, come se rami e radici di colpo potessero prendere vita e cominciassero a stritolare gli intrusi.
Anche la terra aveva uno strano colorito, il terreno era biancastro e in alcuni punto nero-viola, come dei lividi.
Il luogo era ripiombato nel silenzio, un silenzio minaccioso e carico di ostilità.
Ad un certo punto Jace sentì l’urlo di Isabelle. Tutti si girarono.
La ragazza era su una delle macchie di terra livida, i piedi della cacciatrice erano affondati nel terreno.
Isabelle stava affondando.
“Aiuto! Qualcosa mi sta tirando!” gridò.
Il gruppo la accerchiò, mentre Jace e Alec la tiravano per le braccia e il vampiro per le gambe, Magnus lanciò un incantesimo al terreno.
La cosa che tirava giù Isabelle mollò la presa, e la ragazza venne sbalzata fuori di botto.
“Grazie.” sussurrò dopo essersi ricomposta.
Simon si avvicino al pezzo di terra che stava quasi per inghiottire Izzy.
“Ma che diamine era?” chiese.
Jace con aria pensosa prese un sasso e lo lanciò in uno di quei punti nero-viola. Per un secondo non successe niente.
Poi degli orribili viticci rosso sangue spuntarono dal terreno, afferrarono il sasso e in un secondo lo trascinarono sotto terra, dopo un secondo si sentì un lamento che sembrava venire dalle piante. Un momento dopo il sasso schizzò fuori, in piccoli frammenti di pietra sbriciolata.
I ragazzi restarono in silenzio per un secondo.
“Bene i punti lividi nel terreno solo da evitare. A meno che qualcuno non abbia voglia di diventare spezzatino per piante.” disse Jace.
Ripartirono stando molto attenti a dove mettevano i piedi.
La mattinata passò molto lentamente.
A mezzo giorno si fermarono a riposarsi e mangiare. Non era passato neanche un giorno ed erano già esausti coi nervi a fior di pelle. Ma almeno il pranzo lo passarono senza brutte sorprese. Si avviarono dopo aver riposato un po’.
Ad un certo punto del cammino, cominciarono a sentire i rumori degli animali.
E li videro.
Cosa strana visto che da quando erano arrivati avevano incrociato solo i demoni/lupi. Non avevano visto neanche insetti.
Mentre camminavano gli tagliò la strada un cinghiale, o almeno doveva esserlo stato. Aveva il manto, normalmente marroncino, verde acido. Dalla bocca spuntavano delle zanne che potevano benissimo fare a gara con quelle delle tigri dai denti a sciabola.
I cacciatori si prepararono a combattere, estrassero le armi e attesero.
Ma l’animale non li attaccò. Li guardò incuriosito, e continuò a camminare per la sua strada.
Izzy corrugò la fronte “Perché non ci ha attaccati?” chiese confusa.
“Bé so che i cinghiali sono solitamente mansueti. Ma questi demoni/cinghiali?” parlò Magnus “Può darsi che certi comportamenti, l’aura demoniaca non sia riuscita a cambiarli.” disse pensieroso.
“Speriamo. Mi sono stufato di stare sempre con la guardia alzata, aspettando di essere attaccato anche dalle piante.” borbottò Alec.
Continuando a camminare, cominciarono a vedere nella penombra altri animali che semplicemente li ignorarono. Videro delle falene, che sembravano una combinazione di una farfalla e una vespa, con ali dai contorni frastagliati e un pungiglione all’estremità del corpo. Passò accanto a loro una vipera dalle squame viola, con una coda che sembrava una mazza chiodata.
Intanto la marcia continuava, e pian piano la poca luce che filtrava dalle cime degli alberi cominciò a diminuire. Stava calando la sera.
Jace guardò in alto “Penso sia meglio accamparci, continueremo domani il cammino.” disse agli altri. Tutti concordarono.
“Meglio trovare un posto coperto.” consigliò Alec guardandosi intorno “Lì.” disse.
Dove indicava Alec c’era una piccola grotta, che affondava in un cumulo di gocce. Sulla cima della caverna si trovava un grosso albero, le cui radici affondavano nel terreno e facevano da pareti alla grotta.
“Mi sembra di essere tornata all’età della pietra. Dormire in una caverna.” disse Isabelle polemica.
Jace sbuffò guadagnandosi un’occhiataccia dalla sorella adottiva.
“Non mi guardare così. Dove pensi che dovremmo accamparci? Nell’albergo che non c’è?” ironizzò Jace.
Izzy borbottò qualcosa avviandosi nella grotta.
In quindici minuti erano tutti all’interno, intorno ad un falò che decidevano i turni di guardia.
Il primo toccò a Simon.
E mentre gli altri riposavano, non si accorse delle radici dell’albero che si protendevano lentamente verso i suoi compagni.   



*Parte la musica da soap opera* 
Cosa succederà ai ragazzi? Lo scoprirete nella prossima puntata con Angel_Dreamer_95. xD
Allora? Spero vi sia piaciuto! Come al solito le recensioni sono sempre ben accolte. Se notate errori avvertitemi per favore (^.^) Grazie! 


    


 
 
  
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