Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: ilpunto    24/11/2011    1 recensioni
credo che un'auto prefazione sia una violenza al testo, alla speranza dell'autore. tuttavia quanto ho scritto è frutto di deduzione e dedizione: ho immaginato L molto prima del caso kira, L nella vita privata, i suoi legami, la sua emotività, l'ho fatto muovere a New York alle prese con l'attraente sensibilità di una ragazza.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

l'occhio di Alice si fece più attento per i colori indosso; in ascensore, le dita giocherellavano coi capelli, mentre la mente rimaneva incredula su tali effimeri dettagli, come se questi avessero potuto  in qualche modo influenzare l'opinione del ragazzo o del destino. Sempre che un’opinione l'avessero avuta. 

 

naso all'insù mentre labbra e pensieri allestivano scenette d'entrata, l'angolo della strada, le gradinate della metro, le fermate d'autobus, ogni posto sembrava perfetto; La sua fantasia era andata ben oltre il confine prestabilito, vi erano momenti ove tutto sembrava avviato, inarrestabile, incontrollabile, altri di malinconica quiete e poi di nuovo caos. "i momenti migliori dell'amore",  Alice ripeteva, ritrovato il gusto puerile di domandarsi se vi fosse la remota possibilità che Ryuzaki stesse, nel suo bizzarro modo, pensando a lei.

Passò l'indomani, tranquillo e silenzioso; Il giorno seguente pieno di domande; il terzo gonfio di tumultuosi umori; Alice voleva delle risposte, fremeva nel gioco in cui era lei stessa vittima e carnefice, ripercorreva i ricordi, come gradini, in cerca d’indizi per togliere a Ryuzaki il velo che era riuscito a mantenere; quell’elemento che dapprima l'aveva attratta e ora le sembrava pesante più di una catena.

Ma le donne, perché sono donne, amano crogiolarsi lente sopra sogni e speranze, fanno intere costruzioni di illusioni, solo per il piacere di distruggerle poi, si cuociono sopra il dubbio in cerca di un semplice e franco monosillabo che possa far cessare l' inevitabile ed inebriante tortura.

Ora quasi si malediceva per non avergli chiesto "quando? quand'è che ci incontreremo?" e bruscamente imprecava contro se stessa e la sua riservatezza, contro le buone maniere, ma sopratutto contro il senso di mistero che aveva supposto di poter gestire.

La notte del terzo giorno trascorse lenta, afosa; sotto lo stesso tetto c'era un’altra donna che imprecava, ma non contro se stessa, bensì sul maestoso portiere, tramutato in tutto fare, che non riuscendo a far ripartire la stampante le preannunciava una brutta giornata di lavoro. 

Ore 8.17 la sveglia cominciò a strillare dal comodino, Justine ed Alice avevano condiviso chiacchiere e lenzuola, sigarette e telecomando. 

Justine prese la sveglia di forza e ad occhi chiusi la scagliò contro il pavimento, i suoi piedi sul fresco delle mattonelle; Alice aprì gli occhi spaventata dal gran tonfo.

"requiem alla sveglia, che ci vuoi fare, tu comunque continua a dormire." 

ma Alice non volle  più saperne del cuscino, con il sapore del dentifricio decise di uscire, passeggiare, rilassarsi. 

diede il buongiorno a Bruce che, visto il controbattere audace di Justine, da mastino aveva preso le vesti di Cleo. 

Scese in strada con l'ipod, tutto volume: quel volpone norvegese era stato davvero bravo a sintetizzare l'equilibrio armonioso del mattino in una stringa di note combinate, il senso di pace, di lieve speranza che per antonomasia è, e ancora la strada, l'odore di caffè vicino i bar, la fretta di chi non lo vive come dovrebbe esser vissuto, l'azzurro pallidissimo cielo. con in mano il quodidiano voltandosi trovò una presenza in attesa. Grieg e lo splendore del suo mattino si sfacevano sempre più lontani. 

 "Non ti credevo ragazza da quotidiano, Alice." la voce si fece più bassa e lenta nel pronunciare il nome.

 " non ti credevo un tipo mattiniero..” Alice strinse coi denti il labbro inferiore poi sorrise, tentando di nascondere tutto il piacere della casualità. 

" Ti sbagli “ ribatté lui con fare misterioso e ironico "Non sono ancora andato a letto.."

I pensieri femminilii verterono  verso immediate e maliziose direzioni; 

" sono uscito per prendere una boccata d'aria, magari un caffè, vieni con me?"

Ma Alice non disse nulla, solo fece per incamminarsi e lui capì. 

"ma cosa hai fatto sveglio fino a quest'ora?" esordì lei curiosa e timida. 

"qualcosa di molto simile al mio lavoro che però non è il mio lavoro."

" dev'essere un lavoro interessante..." disse lei con il sarcastica e incredula.

 molto sfuggente lui obbiettò "in realtà no, si tratta di passare ore ed ore ed ore ad osservare una forma specifica della realtà, scorrere avanti ed indietro nella deduzione logica, finchè tutte le ipotesi non rientrano dall'indeterminato possibile al determinato accaduto. talvolta è semplice, talvolta no."

il ragazzo dei biscotti, la sua vetrina.

"sei un astrofisico?"

"intendi un ricercatore?"

"si"

"più o meno."

Alice vide le profonde occhiaie, la bocca sottile, denti dritti e bianchi, il colore pallido che andava a sbattere con il nero dei capelli folti e spettinati; l'insieme di quei dettagli discordanti avevano, in quella tautologia, il paradosso della bellezza; Scrutò con attenzione le movenze: le spalle erano ricurve il torace incassato, le mani in tasca. Chi era l'uomo che le stava proponendo una colazione? E che ne era di Parigi? 

Ryuzaki sapeva cosa si stesse domandando ma seppe subito che finchè non fossero stati seduti lei non avrebbe chiesto nulla. 

Pochi istanti, separati da un piccolo tavolo rotondo, Lei ruppe silenzio "posso solo chiederti una cosa?"

mentre lui l'aspettava :"certamente.." 

"come mai ti siedi in quel modo?"

"ti da fastidio?" si preoccupò lui "evidentemente non ti importa di quello che faccio, ma di quello che sono" ma evitò di affermare ciò.

 "curiosità.." declinò Alice cortesemente.

Ryuzaki non soddisfatto annotò :"se non mi sedessi così perderei il 40percento delle mie facoltà intellettive.."

confusa dalla risposta lei l'imitò, ad essere incerto adesso era lui, stupito chiese

" cosa stai facendo?"

"ti imito."

Il ragazzo dei biscotti sorrise ad Alice passò una una fetta di ciambellone e due caffè sul bancone, mettendo lo zucchero dentro la tazzina Ryuzaki si rivolse ad Alice: "se è vero che mi imiti devi mangiare molti zuccheri, aiutano a pensare."

"a cosa ti piace pensare?" chiese lei. 

"per lo più faccio deduzioni."

"si ma su che argomento?"

"qualsiasi."

"lo stai facendo anche ora?"

"certo."

"cioè, tu stai deducendo cosa?"

"dammi qualcosa da dedurre e ti faccio vedere"

Gli occhi di Alice girovagavano per il locale, in cerca di qualcosa di cui avrebbe ascoltato la sua opinione. 

"la signora con il cappotto rosso che sta arrivando attirerà la tua attenzione, e io ti chiederò cosa c'è che ti distrae, e da quella distrazione potrebbe nascere qualsiasi discorso, ovvero dipendente dalla risposta che tu mi darai." profetizzò Ryuzaki.

La signora col cappotto rosso arrivò nel campo visivo di Alice. 

"ma vedi, in questa maniera ti ho distolto dalla tua attezione e proiettato nella mia, mi dispiace." fece lui atono.

Alice ascoltò la stranezza di quel discorso, per quale ragione, uno sconosciuto doveva presumere di sapere cosa l'avrebbe attratta.

"ha una copia di cherì in mano, credo che questo potrebbe interessarti, non trovi?"

Alice ebbe paura, la paura che si ha davanti all'intelligenza di qualcun'altro, lui l'aveva inquadrata perfettamente, il dettaglio del libro era la cosa più sconcertante; perchè l'aveva terminato circa due settimane prima. 

"quello che ti dirò adesso, è che nel cimitero di père lachaise è sepolta la sua autrice. ricomincerò il discorso di parigi, ma prima quello che mi preme dare è la risposta alla domanda che tu hai in testa da quando siamo quì."

Alice si trovò in una parigi alienata, un luogo in cui era tutto fatalmente predestinato dalla logica, tutto era ordinato, quasi terrificante.

"quello che sto cercando di mostrarti è la mia essenza sotto la molteplice apparenza."

Alice capì, capì quello che lui stava facendo, si stupì e sentì nuda, quando vide la risposta alla domanda che non aveva ancora posto, spiaccicata davanti a lei. 

"perchè lo fai?" chiese. 

"perchè il mio modo di pensare è il mio modo d'essere, ti ho mostrato il mio modo di pensare."

"perchè fissarsi sui dettagli?"

"i dettagli dicono sempre la verità. hai presente quella storia delle scarpe in forrest gump?"

"le scarpe dicono dove si è stati e dove si va."

"esattamente. dettagli. osservare i dettagli è una cosa che mi piace."

 il cellulare squillò con pollice ed indice Ryazaki lo accostò all'orecchio; 

la telefonata iniziò e si concluse con l' avverbio “presto”, infine chiese scusa per l’interruzione.

 " Non avevo mai visto delle sigarette nere..." 

"sono un dettaglio." lei seguì il discorso di prima. 

"un bel dettaglio." terminò lui atono. 

"sanno di vaniglia."

"posso?" allungò la mano sul pacchetto ricevuto il permesso, ne estrasse una, fra pollice ed indice la portò,vicino al naso; la scrutò, e infine la rimise apposto. Fu per un attimo sconcertata, da tanta disordinata armonia. "scusami ancora, torno subito" disse lui alzandosi e dirigendosi al bancone. tornò con lo sguardo di nuovo perso. Alice capì che il conto era stato pagato, e s'avvio per strada.

" ti va di farti accompagnare?" la ragazza si stupì nuovamente, aveva previsto che Ryuzaki fosse di nuovo sparito, per poi riapparire quando meno se lo fosse aspettato, come aveva fatto.

La strada fatta di domande e di loquaci risposte, fu breve; parlarono del mare, dell'estate, e di nuovo le descrizioni di Ryuzaki la ipnotizzarono, Alice fu sbalordita di come il nulla sapesse essere un piacevole argomento.

in Ryuzaki si formava intanto un minuscolo punto di calore, pronto ad ingigantirsi, poiché supponeva, anzi quasi convalidava a se stesso di come fosse facile scoprire un espressione divertita fra le ciglia.

" mi è piaciuto fare colazione.." disse lui davanti il portone.

"ti è piaciuto il ciambellone" replicò serafica.

"Credo che ripasserò da queste parti..." Alice annuì. Spinse il portone canticchiando "it's wonderful"*. Non c'era che da aspettare.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: ilpunto