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Autore: shiinait    18/07/2006    0 recensioni
La mia primissima fanfic.
E' stata ispirata da una fanart sulla "coppia" Ginny/Colin.Tutto si svolge durante il sesto anno.
***
Ma è possibile innamorarsi e far innamorare di sé una dea?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1^ settembre

1^ settembre.


DAL DIARIO DI GINNY.


Eccomi di nuovo ad Hogwarts, al sesto anno. Mi sembra ieri la prima volta che sono entrata, e il Cappello Parlante, con la cerimonia dello Smistamento, mi ha assegnato a Grifondoro. Ricordo la gioia di tutti i miei fratelli: i gemelli non la smettevano di congratularsi, mentre Percy già mi enumerava i miei doveri di studentessa di quella Casa… Solo Ron era mogio per la faccenda della macchina volante! Sono già passati sei anni! Sembra un sogno! Eppure adesso sono ancora qui… Ma è meglio che io smetta di scrivere, è quasi l’una di notte, e domani ho lezione.


DAL DIARIO DI COLIN.


Ho iniziato il mio sesto anno ad Hogwarts, e ancora rimango stupito a tutto quello che accade qui. Ricordo perfettamente l’arrivo del primo anno, il mio timore verso gli insegnanti… e l’ammirazione per Harry, e niente è cambiato pur essendo sempre nuovo. Anche quest’anno ho con me la mia macchina fotografica, per immortalare i gesti di Harry. Solo di una cosa mi pentirò sempre: di non aver scattato una foto quando arrivò a bordo della macchina volante. Immagino come sarà stato bello, al volante dell’auto, mentre atterrava lievemente sul Platano Picchiatore… Novità dell’anno: abbiamo un nuovo insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure. Nuovo… E’ stato il primo per me! Insomma, è Gilderoy Allock.


2 settembre.


DAL DIARIO DI GINNY.


Oggi stavo conversando con Harry durante una pausa concessami dalle lezioni quando una voce poco gentile mi ha chiesto se potevo spostarmi perché occupavo tutto l’obiettivo. Inutile chiedersi chi era: Colin Canon! Non solo perché è l’unico, qui, che gira con una macchina fotografica al collo, ma perché è fin dal primo anno che prova odio puro nei miei confronti. Non sopporta che io abbia la fortuna di essere la sorella di Ron, e che quindi abbia la possibilità di parlare con Harry più frequentemente di quanto possa lui… Ma almeno poteva essere più garbato nel dirmi di spostarmi!


DAL DIARIO DI COLIN.


Ma chi si crede di essere Ginny Weasley, solo perché è la sorella di Ron? Era da un’ora che cercavo di scattare una foto decente ad Harry, e quando finalmente avevo trovato la giusta posizione… arriva lei e si mette a parlare con lui, occupando tutta la visuale che l’obiettivo mi offriva! E solo perché le ho detto di spostarsi mi ha guardato con odio… Oh, ma lei mi odia solo perché io posso fare quante foto voglio ad Harry, mentre lei non ne può avere neppure una! Così impara a portarsi la macchina fotografica da casa! Fallita!


28 dicembre.


DAL DIARIO DI GINNY.


Devo fare il compito di Pozioni: Piton, quest’anno, ci ha dato una lunghezza e un tema impossibili! Però è meglio se mi trasferisco in Biblioteca: nella Sala Comune non si può studiare con il clima natalizio che c’è. Mi dispiace “abbandonare” Harry alle partite a scacchi con Ron, ma si divertono entrambi, dunque non c’è problema.


DAL DIARIO DI COLIN.


Non è possibile: Piton ci ha dato un tema così semplice per Natale… Forse il clima festivo sta agendo bene anche sul suo organismo? Dobbiamo solo elencare difetti e virtù dell’ultima pozione che ci ha insegnato a fare. E’ meglio se mi sbrigo subito a svolgerlo, così è già una cosa in meno… Però è meglio andare nella Biblioteca, qui nella Sala Comune c’è un chiasso indescrivibile! Solo Harry e Ron sono silenziosi impegnati in una partita a scacchi. Forza Harry, tifo per te! Gli faccio una foto veloce e corro in biblioteca!


DAL DIARIO DI GINNY.


Questo pomeriggio ero in Biblioteca, seduta ad un tavolo, da sola, intenta a consultare un volume appena preso in prestito, quando ho sentito la sedia davanti alla mia che veniva trascinata. Ho alzato gli occhi, pensando che fosse una mia amica, invece era Colin, che, avendo davanti al naso una foto che stava a rimirare compiaciuto, non si era accorto della mia presenza. Ho fatto finta di nulla e ho continuato a leggere, quando lui, tirato fuori dalla borsa il libro di Pozioni, ha borbottato qualcosa sul fatto che non riusciva a trovare la pagina dove era scritta la preparazione dell’ultimo intruglio che Piton ci aveva insegnato. Istintivamente sono scoppiata a ridere un po’ rumorosamente, e mi sono meritata un’occhiata torva non solo da parte della bibliotecaria e delle poche persone che si trovavano lì, ma anche di Colin che, accorgendosi solo allora della mia presenza, senza dire parola, si è alzato e se ne stava per andare via… se non fosse stato trattenuto dal mio “Aspetta!”. Non so perché, ma mi è venuto spontaneo richiamarlo… Ho pensato che entrambi dovevamo fare lo stesso compito, che in sei anni non c’eravamo mai parlati, se non attraverso battutine piene d’astio, e che era ora che iniziassimo a farlo… Insomma, mi è venuto naturale. Lui, da parte sua, è ritornato subito a sedersi, dopo avermi lanciato un’altra occhiata, questa volta sospettosa e leggermente meravigliata. Così, abbiamo iniziato a parlare.


DAL DIARIO DI COLIN.


Stupido, stupido, stupido! Ma perché sono ritornato indietro, questo pomeriggio, quando la Weasley mi ha richiamato? E poi, perché lei mi ha richiamato? Certo, non è stato un male rimettersi a sedere, dato che mi ha spiegato che il tema che voleva Piton non era quello che avevo capito io, ma non poteva essere qualcun altro a dirmelo? Doveva essere proprio LEI? LEI che mi occupa gli obiettivi? LEI che non mi ha parlato in sei anni? LEI che mi ha guardato sempre con odio? LEI… che è diventata maledettamente carina durante questo tempo! Inutile negare: di solito l’ho sempre vista come la ragazzina scialba che era il primo anno, innamorata persa di Harry (come sa tutta la scuola dopo quel “biglietto-canoro” del San Valentino di sei anni fa), ma ieri l’ho osservata bene. I capelli rossi e lunghi fino a metà schiena, che sotto il sole pallido di dicembre mandavano bagliori dorati, non più liscissimi ma leggermente ondulati… Gli occhi celeste chiaro sconfinante nel grigiastro… Non ho capito un cavolo di quello che mi spiegava di Pozioni perché ero intento ad osservarla. Quella che mi si è presentata questo pomeriggio non era una ragazza, ma neppure una donna. Mi sembrava una figura fuori dal tempo, una dea… Smettila Colin! Stai diventando terribilmente sdolcinato! Ma è possibile innamorarsi e far innamorare di sé una dea?


29 dicembre.


DAL DIARIO DI GINNY.


Forse avrei fatto meglio a non richiamare Colin, ieri… Questa mattina mi ha messo in grandissimo imbarazzo: stavo parlando con le mie amiche, tranquillamente, quando si è messo ad osservarmi a pochi metri, insistentemente. Le altre me l’hanno fatto notare, ridacchiando, e ho ridacchiato anch’io, cercando di non far vedere il mio imbarazzo. E’ stato ad osservarmi fino a quando le mie amiche non se ne sono andate: solo allora si è avvicinato e mi ha detto che voleva chiacchierare un po’… Ho accettato, e guardandolo meglio ho notato una cosa straordinaria: non aveva la macchina fotografica al collo! E siamo passati circa due volte accanto ad Harry, ma Colin non l’ha degnato di uno sguardo! Questo pomeriggio ho cercato di capire il motivo del suo comportamento, ma l’unica spiegazione che mi è venuta in mente è che si sia innamorato di me… Ma va, figuriamoci! Canon innamorato di me? Canon, che mi odiava fino a pochi giorni fa? Eppure è l’unica soluzione logica… Spero che non sia così. Lui non m’interessa, o almeno sì, ma solo come amico, e non voglio che soffra. L’ho conosciuto come il ragazzino che si cela dietro l’obiettivo, e per sei anni è rimasto tale per me, ma ora ho notato che è cambiato: un bel ragazzo, dai capelli biondicci lunghi fino alle spalle, alto e slanciato, che sa essere divertente e può fare battute argute… ma che, per quanto mi riguarda, può essere solo un amico. Ieri non me ne ero accorta, perché abbiamo parlato solo di scuola e di Pozioni, ma oggi mi sono resa conto della sua “trasformazione”, e ne sono rimasta impressionata…


DAL DIARIO DI COLIN.


Ieri ero stupido tre volte? Oggi mi direi stupido all’ennesima potenza! Mi chiedo se tutti sbaglino come me, quando c’è di mezzo l’amore. Cos’ho fatto? Direi piuttosto cosa NON ho fatto! Volevo parlarle privatamente e quando l’ho vista con le amiche non ho trovato nulla di meglio che starla a guardare fino alla fine della conversazione con le altre… Volevo confessarle quello che all’improvviso ho iniziato a provare per lei, invece mi sono lanciato in una serie di battutine stupide che l’hanno fatta ridere, sì, ma che mi hanno fatto tanto sentire un giullare o un buffone di corte. Volevo… quante cose volevo, e non ne ho portato a termine neppure una! Così mi ritrovo peggio di prima, e non posso chiedere aiuto a nessuno qui, perché tra i Grifondoro basta confessare qualcosa a qualcuno che entro un’ora lo sa tutta la Casa… Quindi non posso ricevere consigli dei maschi (alcuni dei quali sono stati con Ginny) né dalle femmine (tutte amiche di Ginny…). Che pasticcio, che pasticcio, che brutta pasticcio! Anche perché oggi ho scoperto che non solo è bella, ma anche intelligente… e non solo in Pozioni. Riesce a farmi sentire inferiore a lei… E l’ho odiata per sei anni!


14 febbraio


DAL DIARIO DI GINNY.


Oggi scendo in Sala Grande per la colazione… e la trovo agghindata di fiori rosa! Ahi, ahi… qui c’è lo zampino del professor Allock… E infatti è vestito di un pomposo abito dello stesso colore dei fiori: avrà perso la memoria, ma le abitudini che aveva prima le ricorda bene! Come era prevedibile, mentre lui faceva entrare i soliti nani arcigni mascherati da Cupidi, l’intero tavolo dei professori stava per mettersi a piangere… L’unico divertito sembrava Silente, ma dopo sei anni che sto qui ho capito che il Preside ha un cuore d’oro e riesce ad accettare tutte le stranezze degli insegnanti. Il giorno sarebbe passato allegramente, se non fosse successo un “disguido” nel pomeriggio… Anche se non so se chiamare così quello che è successo… E’ stato consegnato un messaggio ad Harry. E non un messaggio qualunque, ma il mio… Il mio di sei anni fa! Non so come sia venuto in mente ai nani, forse avevano poche richieste e quindi hanno ripescato dalla loro memoria le vecchie Valentine musicali? Non so. Ma Harry ha ricevuto il mio vecchio messaggio, per la seconda volta, nessuno ha capito che era riciclato, e ho sentito tutti gli occhi puntati su di me. Non ho potuto resistere: sono scappata… e mentre correvo, poco distante dal gruppetto di persone che aveva sentito il messaggio mi sono scontrata con qualcuno… Ho alzato lo sguardo: Colin. Con il volto pallido e gli occhi che fra poco si sarebbero riempiti di lacrime. Lo sapevo, diamine, si è innamorato di me e io lo sto facendo soffrire. E’ stata una carognata, ma ho biascicato solo “Scusa” e me ne sono andata via, continuando la mia fuga. Quando abbiamo cenato ho notato che aveva gli occhi rossi… Un quarto a mezzanotte del 15 febbraio, ma ancora non ho sonno. Vado nella Sala Comune, magari lì riuscirò a distrarmi un po’.


DAL DIARIO DI COLIN.


Lo sapevo. Lo sa tutta la scuola, fin dal mio primo anno. Tutti sanno che Ginny è perdutamente innamorata di Harry, e io non me ne sono mai preoccupato. In fondo, fino al 27 dicembre, anch’io ero, in un certo qual modo, “innamorato” di Harry, no? Ed Harry è un tipo che si fa amare, no? Però quando le cose cambiano, ti crolla il mondo addosso. Come adesso, quando sono sicuro che Ginny mi piace ma che lei è ancora cotta di Harry… come dimostra la Valentina che ha ricevuto oggi. Sono rimasto fermo appena l’ho sentita, pallido in volto, con gli occhi che mi prudevano perché le lacrime erano impazienti di uscire… e come se non bastasse, come colpo di grazia, Ginny correndo via mi è venuta a sbattere contro e mi ha chiesto scusa. Scusa per cosa? Per essermi venuta contro o per la Valentina? Perché so bene che lei ha capito che mi piace… Già il primo giorno che ci siamo parlati ho fatto così tanti sbagli che era chiaro come il sole. Mi sono inventato una scusa banale e sono salito nella torre dei Grifondoro, in camera mia, per sfogarmi, imbrattando d’inchiostro e di lacrime questo diario… Più lo sfoglio più vorrei strappargli le pagine. Ci sono annotati solo brutti ricordi, o piccoli momenti di felicità che, alla luce dei fatti appena accaduti, si sciolgono come neve al sole. Preferisco andare nella Sala Comune… Almeno lì non vedrò nessuno.


Il buio è fitto nella Sala Comune dei Grifondoro. Tuttavia Colin distingue la figura di una ragazza rannicchiata su una poltrona. I lineamenti del viso non lasciano spazio a dubbi. – Ginny? – chiede, come per avere conferma. – Colin? – risponde lei, con un tremito nella voce. – Non hai sonno? - . – No… - mente lui, cercando di mantenere il tono della voce fermo e neutro. – Ho… mangiato troppo. Ma neppure tu riesci a dormire, vedo. - . – No, infatti… Siamo a febbraio, ma sento caldo… - . – Stai mentendo. - . – Anche tu, Colin. - . L’imbarazzo è sceso fra i due. Si guardano per pochi secondi, e la prima a cedere è Ginny. – Scusa! – esclama, con la voce piena di tristezza. – Per cosa? Per lo scontro di oggi? Non ti preoccupare, non mi sono fatto poi così male… - risponde Colin, facendo finta di non capire. – Colin, lo sai benissimo che non è per quello… Ti chiedo scusa per la Valentina mandata ad Harry. In realtà… - . – Perché devi chiedermi scusa? Non m’interessa. Non sono mica il tuo ragazzo, puoi mandare tutte le Valentine che vuoi, Ginny. - . – Vorrei finire di parlare… In realtà io NON ho mandato alcuna Valentina. Quella l’avevo scritta sei anni fa, e i nani l’hanno riciclata… Nessuno di voi se n’è accorto, ma io ho riconosciuto le parole. - . Colin rimane in silenzio, come se stesse pensando: non sa cosa dire, si sente a disagio. Potrebbe ripiegare su un semplice “E’ tutto ok”, un banale “Ah!”, ma in fondo serve una risposta a quello che ha detto Ginny? – Tenevo a precisarlo… Perché ho notato che ci sei rimasto male, e… - continua lei, come a trovare una scusa alle sue parole. – Ti ringrazio per avermelo detto. – taglia brusco Colin. Non vuole stare ancora a sentire… Serve solo a farsi male. – Mi sta venendo un po’ di sonno… Vado a dormire. – continua il ragazzo, con l’intenzione di restare sveglio tutta la notte e inondare di lacrime il cuscino. – Buonanotte Ginny… - , ma non finisce di dire la frase che Ginevra si interpone fra lui e le scale che portano al dormitorio maschile. – Allora, Colin! Possibile che è tutto questo quello che hai da dirmi? E’ da più di un mese che trovi tutti i pretesti più assurdi per starmi vicino, io penso di aver capito il perché ma vorrei almeno avere una tua conferma! - . Il tono è molto alto, quasi irato. Colin trova la forza proprio dalla rabbia di Ginny: non risponde, si limita ad attirarla a sé e a baciarla… Un bacio all’inizio timido, impacciato, poi sempre più violento, furioso, quasi per non farla andare via, costringerla a rimanere lì, come se avesse tra le mani un sogno che potrebbe svanire presto… Un sogno da cui vuole prendere tutto prima che arrivi il risveglio. Ginny da parte sua non ha mai sentito un bacio così… Ha avuto baci timidi e altri impetuosi, ma non come questo che sembra quasi una richiesta d’aiuto, una domanda che vuole in risposta solo affetto… amore. – Scu… - . Colin non riesce a capire cosa gli sia preso. Non riesce neppure a chiedere scusa per l’imbarazzo… Se avesse in quel momento la bacchetta la userebbe volentieri per far apparire una crepa sotto i piedi e sprofondare. – E di che? – sorride Ginny… La richiesta d’aiuto è stata accolta. E’ come se quel bacio avesse avuto il potere di convincerla ad accettare la verità… Colin non sarebbe mai stato solo un amico, per lei. – Grazie del regalo di San Valentino… - sussurra ancora la ragazza. Colin rotea gli occhi, spaesato, cercando di non incontrare lo sguardo di Ginevra… Gli occhi gli cadono sull’orologio… - Veramente è mezzanotte e cinque, dunque siamo già al 15 febbraio… - cerca di replicare. – Beh, allora… abbiamo perso San Valentino… Non importa… Passeremo un meraviglioso 15 febbraio! – esclama Ginny, convinta. Forse Allock, quella mattina, aveva detto una cosa giusta… - Siamo ad Hogwarts, Scuola di Magia e Stregoneria, ma credete a me, non c’è nessuna magia più grande dell’amore… - .

  
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