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Autore: Steangine    24/11/2011    3 recensioni
L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.
[ARK - Kanda x Lavi x Allen]
Abbastanza nonsense, scritta per il puro piacere di slashare qualcosa a tre.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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ATTENZIONE!!!

Manterrò questo avviso ad inizio capitolo fino a che non posterò il capitolo 5. Il paragrafo che avrebbe dovuto aprire questo capitolo l'ho spostato alla fine del capitolo 3 poichè si integrava meglio con quello e gli dava una fine più decente. So di essere una tonta per essermene accorta dopo (anche perchè avevo già in mente l'inizio del capitolo 4 e avrei potuto pensarci un po' di più) e vi chiedo sinceramente scusa.

 

 

 

 

 

Titolo: The Doppler Effect

04 # Scottish Bubbling Rain

Autrice: Armònia

Manga: D.Gray-Man

Disclaimer: I personaggi appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x Allen

Genere: Comico

Rating: Arancione

Avvertenze: Slash, What if?, Lime

Note: Volevo scrivere qualcosa di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.

Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.

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Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per capirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Doppler Effect

04 # Scottish Bubbling Rain

 

 

 

 

 

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- Tch. -

- Cosa c'è che non va, Yu? -

La pioggia aveva incominciato a cadere quando il treno, dopo essere uscito dalla nebbia che li aveva accolti al confine, si era addentrato nella desolata brughiera scozzese. La loro mancanza di esperienza nel leggere i segni meteorologici osservando quel tipo di paesaggio li aveva fatti trovare impreparati alle forti folate di vento che fecero volare via la bandana di Lavi non appena questi ebbe compiuto un balzo sulla banchina della stazione; lui le era corso disperatamente dietro fino a che il pezzo di stoffa verde non si dileguò in lontananza, sparendo nel cielo gonfio di nubi.

Dunque Kanda, a seguito di ciò, scoprì che c'era un'ulteriore cosa che non andava in Lavi, ovvero il fatto che continuasse a portare una mano tra i capelli nella vana speranza che la lunga frangia restasse indietro. Più che altro era il modo in cui lo faceva a renderlo insopportabile: infilava lentamente le dita tra le ciocche rosse, piegava la testa indietro in modo da facilitare l'azione e, quando finalmente sembrava che i capelli riuscissero a non ricadere davanti al suo viso, scuoteva la testa, vanificando così quel gesto. Insomma, il cerchio si chiudeva solo ritornando al fatto che Kanda detesta Lavi in quanto idiota fatto e finito qualunque cosa lui facesse.

Tuttavia non era quello il motivo per cui Kanda aveva sbuffato durante l'inutile l'ennesima accozzaglia di movimenti di Lavi, ai quali aveva reagito con un semplice sguardo di noncurante indifferenza.

- Se non ci sbrighiamo ad arrivare gli Akuma arriveranno all'Innocence prima di noi. - sbottò osservando in lontananza la mammoletta ed il Finder impegnati in una conversazione con un ometto scozzese.

Il maltempo aveva avuto la naturale conseguenza di rendere inagibile la via marina e colui che avrebbe dovuto portarli fino all'Isola di Skye (suddetto uomo tarchiato con rada peluria rossa sul capo) si era categoricamente rifiutato anche soltanto di prestare loro il traghetto, suo unico bene: continuava a ripetere che sarebbe stato inghiottito dalla furia delle onde.

- Secondo me non riusciremo a convincerlo in alcun modo. - sentenziò Lavi poco prima che una raffica di vento improvvisa spostasse bruscamente i capelli di Kanda facendoli sbattere contro al suo naso.

- ... -

- Yu, le tue risposte riescono sempre a rasserenarmi. -

Il Finder li raggiunse sotto la pensilina in legno dove avevano trovato un parziale riparo dalla pioggia prima che Kanda esplodesse contro Lavi, Allen era pochi passi dietro di lui e non fu necessario esaminare la sua espressione per comprendere che le trattative si erano concluse con un nulla di fatt: l'uomo stava già risalendo la stradina che conduceva al paese, dunque nessuno di loro pose l'ovvia domanda - Com'è andata? - ma Kanda sbuffò, guardando Allen come se fosse colpa sua che gli agenti atmosferici avessero deciso di mandare sulla terra quel diluvio; Lavi invece nuovamente cercò di dare un senso ai suoi capelli che continuavano a ricadergli sul viso per colpa del vento. Il Finder, con fare abbastanza reverenziale, prese un fazzoletto scuro dallo zaino e glielo porse; Allen non ascoltò quel breve scambio di parole, ma si ricordò che all'Ordine lui possedeva una benda verde che spesso aveva usato in passato per nascondere i suoi capelli. Dunque si ricordò che tutto ciò che si trovava nella sua stanza era andato in fumo, il che significava che anche i suoi risparmi per pagare i debiti del maestro erano stati devastati; ci aveva già pensato sul treno, mentre faceva finta di rimuginare sul rapporto dei Finder nel tentativo di non guardare troppo Lavi e Kanda, tuttavia, pur essendo la seconda volta che quella visione gli balenava in testa, la nausea fu forte come la prima ondata. Si appoggiò sulla pensilina con una mano, provocando un moto di apprensione da parte del Finder.

- Signor Walker, tutto bene? -

- Sì. -

No, non andava per niente tutto bene. Ma sorrise lo stesso e guardò distrattamente prima Lavi, il cui viso era illuminato da un gongolante ghigno fuori luogo, poi Kanda, che sembrava non gradire il fatto che il vento si insinuasse sotto la sua divisa facendola gonfiare all'altezza delle gambe. Non andava bene perchè aveva perso tutti i risparmi per pagare i debiti del maestro e avrebbe dovuto ricominciare da capo. Non andava bene perchè aveva imparato a memoria il briefing sulla missione dato loro da Komui a furia di rileggerlo per evitare di guardare Lavi e Kanda, vedendo nei loro gesti cose che forse non c'erano. E non andava bene perchè il fatto che Lavi avesse fatto del tormentare Kanda il suo passatempo preferito non aiutava: le loro mani si sfioravano spesso, si scambiavano sguardi reciprocamente, Lavi rideva, Kanda no perchè detestava sentire troppe volte proprio il nome.

Allen non sapeva il perchè, ma gli si contorceva lo stomaco come se avesse avuto fame, gli si infiammavano le orecchie, le guance, il petto e stringeva le cosce mentre ricordava qualcosa di tanto intimo che non avrebbe dovuto vedere. E ciò che più lo scombussolava era il non capire cosa stava provando.

Rabbia? No di certo, comprendeva il fatto che avrebbero voluto tenere nascosto qualcosa di simile.

Disgusto? Impossibile, era certo del fatto che il ricordo di quella notte non gli provocava la stessa nausea che lo coglieva quando era più piccolo e sentiva i gemiti del maestro.

Gelosia? I suoi rapporti con Lavi e Kanda erano sempre gli stessi, considerata anche la probabilissima ipotesi che quella relazione tra i due fosse iniziata ancora prima del suo arrivo all'Ordine. Dunque lui, Allen, non poteva nemmeno anelare ad avere il diritto di dire alcunchè al riguardo senza nemmeno aver confessato la malizia che quella notte lo aveva spinto ad andarsene soltanto quando si fu accertato che sia Kanda sia Lavi stessero dormendo profondamente.

- Uff... accidenti... - si massaggiò la fronte e sentì un dolce solletichio lungo il braccio sinistro: dalla manica uscì Timcampi che si aggrappò alla sua spalla come per consolarlo. Con l'indice gli carezzò la croce - Grazie. -

- Signor Walker! - il Finder richiamò la sua attenzione - Il signor Lavi ha trovato il modo per arrivare all'isola. -

- Oi mammoletta. -

- Mi chiamo Allen. - sbottò con poca convinzione, riprendendosi però in parte da quel deprimente vortice di pensieri.

Lavi sembrava estremamente soddisfatto nel non sentire più il fastidioso solletichio dei capelli davanti al viso.

- Sei preoccupato? -

- Mh, un po'. In fondo si tratta di Innocence e non vorrei che gli Akuma arrivino prima di noi. -

- Dai, non preoccuparti mammoletta. -

Con un gesto brusco Lavi scompigliò i capelli di Allen e si divertì nel ricevere uno sguardo arrabbiato. -

- E' Allen! -

- Devi sapere... - Lavi si battè un pugno sul petto atteggiandosi con aria di importanza - ...che conosco un modo per raggiungere l'isola. -

 

 

 

Quella fu probabilmente la prima occasione in cui Allen e Kanda, se avessero avuto modo di superare i pregiudizi che si erano creati da soli tra di loro, si sarebbero ritrovati a parlare senza litigare, poichè senza saperlo erano riusciti ad avere un pensiero in comune: quel piano non andava. Benchè fosse l'erede di Bookman, Lavi non sembrava mostrare nemmeno la metà del buon senso del suo maestro e continuava a sorridere come uno scemo.

- Dai, cosa sono quelle facce? - esclamò prendendo in mano la forma base di Ozuchi-Kozuchi. Evocò l'Innocence divertito non tanto dalle espressioni scettiche dei due, quanto dal fatto che in quel momento entrambi gli stavano rivolgendo il medesimo sguardo.

- Lavi, piove e tira un vento fortissimo. Il manico rischia di andare da tutt'altra parte. -

Allen, non essendo mai andato a scuola, non conosceva nulla delle leggi della fisica riguardanti l'equilibrio o le correnti d'aria, tuttavia l'esperienza, unita al buon senso che mancava a Lavi, gli stava suggerendo tramite un bruciorino al petto che quel piano geniale, com'era stato definito dal suo ideatore, aveva delle falle.

- Dai mammoletta, non avrai solo paura? -

- Mi chiamo Allen! -

Lavi sghignazzò, contento di aver provocato la reazione indignata del più giovane con una semplice insinuazione: era stato quasi più semplice che far infuriare Yu.

- Fidati di me. In questo modo ci metteremo anche meno tempo di quanto ce ne avremmo messo con il traghetto. -

- Non è il tempo il problema. - Allen si grattò una tempia - Per lo meno non quel tipo di tempo. -

Kanda si avvicinò al martello e, dopo aver assicurato Mugen alla cintura della divisa, vi si aggrappò con una sola mano.

- Se per qualche motivo non giungiamo a destinazione e cadiamo in mare. - assottigliò lo sguardo, Lavi deglutì nervosamente ed il suo sguardo per un istante saettò verso la spada mentre con gli occhi della mente la vedeva sguainata da una mano invisibile - Ti uccido prima che tu riesca ad affogare. -

- Sta tranquillo Yu. - lo sforzo di sorridere e di nascondere la sua paura gli riuscì molto bene, dopotutto fingere per mantenere una certa personalità era alla base del suo essere Bookman.

L'ultimo a stringere il manico di Ozuchi-Kozuchi fu Allen, il quale rinsaldò d'istinto la presa ricordandosi dello shock subito la prima ed unica volta che si era fatto trasportare in quel modo, quando incautamente aveva utilizzato una sola mano, per giunta quella destra, il che aveva significato meno forza e più dolore. Sentì sotto la divisa la coda di Timcampi avvolgersi attorno al suo braccio ed Allen, che stava scrutando per un ultima volta il Finder rimasto sotto la pensilina per avvertire i suoi compagni, venne colto da un orrendo dubbio.

- Lavi. -

Ma Lavi aveva già incominciato a parlare - Martellone, martellino... -

- Hai imparato ad atterrare come si deve, ver... -

- ...allungati! -

La partenza fu brusca, il manico incominciò ad allungarsi con un'accelerazione improvvisa che riuscì a contrastare le correnti d'aria, impedendo così eventuali oscillazioni che avrebbero potuto portarli fuori rotta. Se soltanto Kanda non avesse avuto la necessità di mantenersi aggrappato con tutte e due le mani, ne avrebbe volentieri usata una per tappare la bocca della mammoletta, la cui frase si perse in un breve grido di sorpresa mista ad agitazione. Lavi rise di gusto, ma il fischio del vento tagliato dal loro passaggiò coprì la sua voce.

 

 

 

" Mana, sono vivo... "

Allen era sul punto di piangere per la felicità, distesto sulla spiaggia, incurante della pioggia che violentemente gli stava sferzando la parte del volto non affondata nella sabbia bagnata. Toccare a pieno corpo quel qualcosa chiamato terreno fu un'esperienza inebriante per lui che era sopravvissuto a quella violenta quanto breve traversata. Poco importava che la sabbia, per via dell'acqua, avesse assunto una consistenza simile a fanghiglia e si stesse quindi attaccando ai suoi abiti. Aveva sentito parlare una volta di un tale, un certo Cristoforo Colombo e sembrava che non appena giunto in America avesse baciato la terra; pocò mancò che lo facesse anche lui, ma il suo aplomb inglese gli aveva consentito solo per pura disperazione di lasciarsi cadere sulla spiaggia.

Era quasi caduto da quel dannatissimo martello: se Kanda e Lavi si erano aggrappati ad esso a mani nude, il suo bel paio di guanti progettato da Komui aveva reso la propria presa più debole di quel che fosse in realtà a causa del manico bagnato che gli era quasi costato un tuffo tra i cupi cavalloni.

Nell'istante in cui Allen aveva realizzato che arrancare con le dita dolorosamente serrate su quell'unico appiglio era totalmente inutile, Kanda e Lavi lo avevano afferrato per le spalle della divisa con il risultato doppio di impedirgli un'eventuale caduta e di ridurre drasticamente la quantità d'aria che entrava nei suoi polmoni, facendogli sfiorare il rischio di asfissia. Dunque la prima cosa che Allen fece non appena si riprese dallo schianto del martello con il suolo (no, Lavi decisamente non si era esercitato sugli atterraggi) fu sbottonarsi freneticamente il colletto della divisa e sciogliere il fiocco per poter aprire anche la camicia: aveva bisogno di aria.

- Ehi, Allen! -

Lavi gli si avvicinò e gli tese una mano per aiutarlo a rialzarsi. Allen notò un livido sulla guancia e non fu tanto sicuro che il ragazzo se lo fosse provocato nell'atterraggio; lanciò uno sguardo a Kanda, impegnato a risalire una stradina naturale che portava via dalla spiaggia.

- Stavi per fare un bel volo, eh? -

Chissà perchè Lavi trovava divertente qualsiasi cosa che includesse una disgrazia altrui; sorrideva perchè non era lui che stava per fare un tuffo fuori programma in un mare agitato.

- Sì... -

Seguendo il percorso di Kanda, Allen si massaggiò la gola: sembrava che nè lui nè Lavi si fossero accorti del fatto che stavano per spedirlo all'altro mondo tramite soffocamento. Ripensò a ciò che era accaduto soltanto poco più di un giorno prima e si chiese se fosse più pericoloso fronteggiare il Conte o far parte dell'Ordine; per qualche folle istante Allen capì perchè il maestro odiasse tanto quel posto da non volerci più far ritorno e provò pena per lui. Poi ritornò in sè e vide Lavi che scrutava il cielo gonfio di nubi.

- Speriamo che questa sia la strada giusta. - commentò osservando la schiena di Kanda allontanarsi ad una velocità considerevole. Riuscì a rilassarsi quando riconobbe in lontananza una divisa bianca apparire oltre la collina.

- Mmmh... -

- Cosa c'è Lavi? - ancora aveva il naso per aria.

- Ah! - Lavi battè improvvisamente il pugno destro sul palmo sinistro della mano e spalancò l'occhio in segno di sorpresa - Il timbro di legno! -

- Timbro di legno? -

 

 

 

Allen scoprì che il timbro di legno altri non era che uno dei sigilli evocati da Lavi per effettuare i suoi attacchi tramite l'Innocence. Grazie ad esso Lavi poteva letteralmente controllare le condizioni atmosferiche, dunque avrebbe anche potuto far spostare altrove le nuvole in modo da poter quietare i flutti marini il necessario per poter attraversare il breve tratto verso l'isola Skye.

Solo che Lavi era un idiota e in quanto tale se l'era ricordato quando oramai era troppo tardi, il che gli costò un bernoccolo sulla testa e la paura che l'Innocence di Allen avesse potuto tranciargli il collo di netto. Allen aveva sorriso affabile mentre lo minacciava silenziosamente di una morta lenta e dolorosa e a salvargli la testa fu il richiamo inflessibile di Kanda; Lavi fu grato all'indole dei due ragazzi che li condusse all'ennesimo litigio della giornata nel quale lui non era contemplato.

Smisero di litigare quando improvvisamente la pioggia non cadde più. Era stata una cosa improvvisa, come se qualcuno avesse improvvisamente impedito all'acqua di scendere dalle nubi gonfie, che tuttavia ancora oscuravano la luce con la loro presenza. Allen si voltò verso Lavi, pur sapendo che era impossibile che avesse usato il timbro di legno senza farsi notare ed il Finder un istante dopo spiegò loro che quella situazione si era venuta a creare dopo l'improvviso attacco da parte degli Akuma.

Giunti davanti al castello il motivo di quello strano fenomeno divenne chiaro: bolle. Il castello Dungevan era circondato da miriadi di bolle che galleggiavano pigramente nell'aria restando quasi immobili nello spazio rotondeggiante che occupavano.

- Ci sei soltanto tu? -

Allen si era aspettato che almeno qualche altro Finder fosse lì ad attenderli e trovò strano che lì non ci fosse nessuno.

- I miei compagni sono rimasti nel castello. Io sono riuscito a scappare. - aveva abbassato lo sguardo, come se si vergognasse di essere l'unico ad essere riuscito nella fuga - Poi ho provato a rientrare, ma improvvisamente sono comparse tutte quelle bolle che mi hanno seguito fino all'esterno. - l'ultima frase l'aveva aggiunta frettolosamente, quasi avesse voluto avanzare una scusa per giustificarsi. Kanda sbuffò.

- Quelle bolle sono Dark Matter, vero? -

L'uomo si asciugò la fronte con un gesto della mano e scostò involontariamente il cappuccio mentre annuiva, mostrando così un taglio sulla guancia tamponato alla buona.

- Nel castello siamo stati colti di sorpresa mentre cercavamo l'Innocence. Un Akuma è arrivato all'improvviso ed ha sputato quelle bolle. Una è esplosa contro un'armatura e ha rilasciato un liquido che a contatto con le altre... - sospirò - ...ha provocato una reazione a catena. Io sono riuscito a nascondermi in tempo ma il caposquadra è stato preso in pieno volto. La Dark Matter lo ha polverizzato. - non stava singhiozzando, nè dava segno di volerlo fare, era semplicemente stanco e avrebbe voluto ritornare all'Ordine il prima possibile.

Era difficile che qualcuno tra i Finder rimasti indietro fosse ancora vivo, dunque nè Lavi nè Kanda sprecarono parole su quell'argomento: loro erano abituati ad annoverare uno o più morti nei rapporti da consegnare, ma Allen no. Fu dunque Allen a posare una mano sulla spalla del Finder e a sorridergli - Se c'è ancora qualcuno, lo salveremo. - tuttavia non seppe se fosse riuscito nell'intento di consolarlo, l'uomo lo guardò con rassegnazione.

Kanda stava osservando la situazione, contemplava le bolle sistemate in modo da non lasciare alcuno spazio per poter passare senza essere toccate; ed ovviamente quella vicinanza, all'esplosione di una sola delle sfere, avrebbe scatenato un effetto domino per cui l'area circostante sarebbe stata contaminata dalla Dark Matter.

- Mammoletta, non giocare a fare l'eroe. Noi siamo qui per trovare l'Innocence, non per recuperare dei falliti che si possono sostituire. -

- Lo so benissimo. -

I toni forzatamente pacati e le parole pronunciate senza alcuna intonazione particolare di voce od una precisa espressione facciale, fecero rabbrividire Lavi più di quanto i due non avessero potuto in condizioni normali di rabbia. In particolare venne intimorito dallo sguardo duro e quieto di Allen, dal quale avrebbe preferito rivedere il candido sorriso con il quale lo aveva minacciato poco prima. Era totalmente d'accordo con Yu, Lavi, tranne sul modo in cui aveva espresso le sue idee, tuttavia evitò di farlo presente al più giovane.

- Come facciamo ad entrare senza far esplodere le bolle? -

Allen osservò il tetto, ma penetrare dall'alto sarebbe comunque risultato vano, dato che anche sulle tegole le bolle volteggiavano minacciose.

- Tch. - Kanda posò la mano su Mugen e la gestualità delle sue braccia fece capire che era in procinto di sfoderarla - Basta che vi allontaniate ed in un attimo avremo finito. -

- Non provarci nemmeno. - Allen si erse minaccioso (per quanto potesse risultarlo, data la visibile differenza di altezza) di fronte a lui - Non sappiamo che effetti avrebbe farle esplodere tutte, forse colpirebbe qualcuno ancora vivo nel castel... -

- Nessuno è vivo lì dentro. - Kanda estrasse Mugen e la puntò contro di lui - Ora levati da davanti. - lo sguardo risoluto e calmo di Allen gli diede sui nervi.

- No. -

- Sigillo di fuoco! -

I due si guardarono perplessi, per un istante cercarono di capire chi tra loro avesse pronunciato quelle parole. Poi una forte luce li investì assieme ad una vampata di calore che riuscì a cancellare ogni traccia dell'umidità che la pioggia aveva lasciato nei loro vestiti e sulla loro pelle.

Dal martello di Lavi si sprigionò un sinuoso serpente di fuoco che avanzava a zanne spalancate, inghiottendo nella sua morsa le bolle senza che queste tuttavia esplodessero. Quando la radura fu sgombra dalla minacciosa presenza della Dark Matter le fiamme esplosero per un'ultima volta in tutta la loro maestosità prima di cancellarsi in una spirale.

Lavi appoggiò l'Ozuchi-Kozuchi sopra la spalla destra e con un gesto teatrale, sminuto da un ghigno, compì un movimento circolare col braccio sinistro per poi indicare il portone - Yu, mammoletta... La strada è libera! -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About The Doppler Effect

Questo capitolo è stato un parto, specialmente la prima parte (che non mi piace per niente, dunque potrebbero esserci alcune inesattezze, imperfezioni ed altro perchè l'ho ricontrollato, rivisto e riscritto circa dieci volte in due giorni e dopo la terza il mio cervello chiedeva pietà). La seconda parte, dopo l'arrivo sull'isola è comunque uscita abbastanza decentemente perchè mi è arrivato un lampo di genio. Comunque spero che la lettura non risulti troppo pesante, perchè ho scritto il capitolo 4 con l'idea che qualunque long fiction io scriva questa finisca sempre per andare verso il baratro della schifezza perchè non ci metto mai abbastanza di niente: introspezione, romanticismo, approfondimenti psicologici. Sono convinta di scrivere con leggerezza (vabbè). Anzi, lo ero fino a che non ho ricontrollato per un'ultima volta il capitolo, poi mi sono tranquillizzata (per qualche strano motivo *coffcoff*ovvero mi hanno minacciata*coffcoff*)

Avrei dovuto finirlo aggiungendo per lo meno un altro paragrafo, ma se lo allungavo ancora non lo concludevo più e preferisco avere uno o due capitoli in più rispetto al previsto piuttosto che sforzarmi di restare nel numero. All'inizio avrei voluto inserire anche un Finder che si chiama Donald in onore di Paolino Paperino dato che suo Zio Paperone è scozzese... non riesco mai a stare nei piani.

A parte questo, non so quanto possa essere stata fino ad ora, o quanto sarà in futuro, verosimile la mia fan fiction, ma mi consolo pensando che l'ho scritta per puro piacere di slasher e di vedere quei tre felici assieme nello stesso letto (ovviamente nudi).

   
 
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