24/11/2011
1 recensioniOdore
Si limitò ad inspirare.
Aveva temuto quell'attimo per giorni. Aveva pregato sé stessa ché dio lascia tutti nella merda e allora chi meglio di lei poteva essere il dio della propria vita? Nella merda si era catapultata da sola. Aveva mangiato a sbafo e poi era andata nel bagno, si era inginocchiata davanti al cesso, e aveva vomitato tutto.
L'anima no, era sempre lì, pulsante di dolore, che pregava.
Eppure, proprio in quel secondo di intima distruzione, non aveva avuto paura.
Aveva inspirato forte, più che poteva, e il momento dopo era passata ogni cosa e sarebbe ricominciata ogni cosa.
Poi aveva inspirato di nuovo l'aria gelida, tanto per farsi male al naso e dimenticare.
Gli odori le erano sempre piaciuti ed era sempre stata indispettita dal non poter sentire quello della propria pelle. Era terrorizzata all'idea di non rimembrare quello di qualcuno.
Il suo per molto tempo, con crescente disperazione, non era stata più capace di rammentarlo, di ricrearlo, nelle sue narici, ma per un certo periodo l'aveva sentito in giro. Stava camminando ed era svoltata a sinistra perché lì le sue narici la portavano.
Si fidava, delle sue narici. E del suo naso. Il suo naso non era bello, era diritto e bianco, con due fessure strette e precisamente due lentiggini sulla punta.
Però aveva un non so che di aggraziato.
E quando lei lo abbracciò era schiacciato proprio sul punto del suo collo dove l'odore era più vivo, fragrante, inebriante che mai.
Si limitò ad inspirare.