Save My Lost Soul
Capitolo 3 – Be
Careful
Un tiepido raggio di sole filtra timidamente fra le fessure delle
persiane. Arriva diritto ai miei occhi, interrompendo bruscamente il mio
sonno.
Mi volto lentamente verso la sveglia. Leggo l’ora attraverso i miei
occhi semichiusi: manca qualche minuto alle quattro…
È presto, ancora molto
presto…
Accidenti a quel sole, avrei potuto dormire ancora per qualche
oretta…
Ormai, tanto vale alzarsi, non riuscirei comunque ad
addormentarmi…
Mi alzo lentamente, mi guardo nel grande specchio di fianco al
letto…
Nonostante sia così importante per me, nulla è cambiato.
E non mi
riferisco al mio aspetto esteriore…
Io…
Io voglio vivere il presente…
così com’è, non voglio avere rimpianti…
Però…
Non ce la
faccio…
Ho paura…!
Non voglio perdere di nuovo tutto, non voglio
ricominciare da capo, non voglio crearmi un’altra vita d’ipocrisie…
Mi
basta questa…
Accendo il televisore. Un telegiornale mattutino parla
di un grosso incidente accaduto poche ore fa.
Il Destino… la
Morte…
Succede tutto a causa loro…
Sono queste due presenze incorporee che
fanno girare il mondo…
Ma… perché?
È questa la punizione
dell’umanità?
Essere destinati a provare dolore?
Mi fanno…
sorridere… quelle persone che trovano alla Morte un motivo per esistere…
Un
aldilà, un mondo migliore…
No, non è possibile tutto ciò. Come farebbe questo
grande Dio, se esistesse, ad essere… così?
Come farebbe a dividere le
famiglie, a privare i bambini dell’amore materno o paterno, a spezzare i fragili
cuori degli innamorati…?
No, non è proprio possibile.
Altro che Dio… in
questo fottuto mondo, la sofferenza è inevitabile, irrimediabilmente legata
all’esistenza stessa…
Tento in tutti i modi di vivere il presente, ma… è
così difficile…
Spero di riuscirci, prima o poi.
*°*°*°*°*°*°*°*
Mi
preparo, fra poche ore inizierà il mio part-time…
Si tratta di un lavoro in
un bar-ristorante, anche se mia madre provvede a sostenere le mie spese, non
voglio essere troppo di peso per lei…
Lo sono già stato abbastanza
nascendo.
Già, la mia nascita è stato un errore…
Quando… quando mia
madre, in un momento di debolezza, frequentò un altro uomo… io nacqui lì, in
quelle circostanze…
Ho sempre voluto bene a suo marito, anche se non era il
mio vero padre, ma lui non mi ha mai accettato.
La famiglia Kira è andata
allo sfascio a causa mia. Non sono neanche degno di portare il suo nome…
Il
mio vero padre non ha voluto riconoscermi. Il mio patrigno si è allontanato
sempre di più da mia madre a causa mia, per la mia stessa esistenza… mio
fratello è stato l’unico che mi abbia voluto bene e mi abbia difeso, in quella
mia infanzia, ma a che cosa è servito?
A discriminare anche lui per
questo?
E ora… a cosa è servito andarmene? Quelli che ho sempre chiamato
“miei genitori”, entrambi, ormai hanno distrutto la loro relazione, nulla
tornerà più come prima…
Forse, la cosa giusta per uno come me, sarebbe
morire…
Tanto, chi ne soffrirebbe?
Se davvero esiste un Paradiso,
potrei ricongiungermi con Hikari…
Torno alla realtà,
improvvisamente.
Mi capita… così spesso, di avere questi pensieri…
Non so,
forse morire è davvero l’unica soluzione.
Ma, per ora, sarà meglio
prepararmi ed uscire.
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Cammino piano, ma a
passi lunghi e agili.
Sebbene la mia città sia così inquinata, l’aria, a
quest’ora del mattino, è così dolce… fresca e pungente, colpisce il mio volto e
mi scompiglia i capelli…
Una sensazione, per me, molto piacevole. Sarebbe
bello se anche la vita fosse così…
Fresca come la brezza
mattutina…
Guardo l’orologio. È quasi ora di apertura… rendo i miei passi
più veloci, e arrivo al locale.
Mi preparo, e comincio a servire.
È un
locale raffinato, questo bar, è così… rigoroso, non si trova mai niente fuori
posto.
Osservo le persone. Quasi tutti sono frequentatori abituali del
locale, uomini e di affari e impiegati che bevono il loro caffè… stamattina, ci
sono anche molti ragazzi. Ma questo solo perché è domenica.
Sto prendendo
delle ordinazioni, ma l’apertura della porta mi fa voltare… ho sentito
chiaramente la presenza della Morte invadere la stanza.
-Ciao,
Takuto-san! Lavori qui?-
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
-Oh, Mitsuki-chan…
ciao…-
Osservo la ragazza. È molto carina, nel suo vestito rosa, e chiunque
adorerebbe quei suoi grandi occhi castani leggermente truccati…
-Ehi,
Mitsuki, conosci quel ragazzo?-
La mora è in compagnia di altre ragazzine,
più o meno della sua età
-Che figo! Ce lo presenti?-
-Scema, abbassa la
voce! Ti avrà sentito!- risponde Mitsuki arrossendo
Sorrido guardandole.
Anche Hikari si comportava così, con le amiche…
-Mitsuki, Meroko- parla
un’altra delle ragazze –credo che sarebbe meglio sederci…-
-Già…- Mitsuki mi
guarda con la coda dell’occhio, e si allontana un po’ per prendere
posto.
-Eccomi, ragazze…-
-Ah, bene!- urla la ragazza di
prima
-Meroko, abbassa quella voce, mi metti in imbarazzo!-
-Dai,
Mitsuki-chan, non essere sempre così controllata!- dico scherzosamente
-Vedi
Mitsuki, te lo dice anche il tuo amico! A proposito, io sono Meroko Yui- dice la
ragazzina sorridendo
-Io mi chiamo Takuto Kira… piacere…-
-Meroko,
finiscila! Dovresti ordinare, invece di pomiciare con Takuto!-
-Sì sì… non è
che invece sei gelosa?-
-Ma che dici!- esclama arrossendo vistosamente
–comunque, ordiniamo!-
Le ragazze mi dicono ciò che hanno scelto; dopo un
po’, porto loro tutto.
-Ecco a voi…- poi osservo l’orologio e penso ad alta
voce –finalmente ho la pausa pranzo…-
Ancora una volta, la ragazza di nome
Meroko mi rivolge la parola:
-Beh, Kira-san, allora che ne dici di unirti a
noi?-
-Non credo che a lui interessi!- ribatte Mitsuki, arrossendo nuovamente
–e poi il compleanno è mio, le richieste le faccio io!-
-Ah, Mitsuki, è il
tuo compleanno? Non sapevo che fosse oggi… se me lo avessi detto, ti avrei preso
un regalo…!- le dico
-No, non ce n’era bisogno, non ti
preoccupare!-
-Comunque, resto volentieri…-
In fondo, la sua compagnia mi
faceva sempre molto piacere.
*°*°*°*°*°*°*
-Beh, ora noi dovremmo
andare…-
Ho trascorso un po’ di tempo a scherzare con quelle ragazze… era
tanto tempo che non me lo permettevo. È così bello riuscire a dimenticarsi dei
dispiaceri, almeno per un po’…
-Noi andiamo...-
-Volete che vi
accompagni?- dico io
-Va benissimo, Kira-s…- Meroko viene azzittita da
Mitsuki, che subito la corregge –Non ce n’è bisogno, Takuto-san, davvero,
abitiamo qui vicino…-
-Va bene…-
Il gruppetto di ragazze si
alza.
Nonostante io non abbia contatti con nessuna… sento… quella
vibrazione…
Il tempo di un battito di palpebre, che le immagini
scorrono…
Un marciapiede.
Una strada.
Un semaforo.
Un’auto… che
va veloce, troppo veloce…
Una ragazza viene investita, la gente attorniata,
l’ambulanza, il sangue…
E un nome, che urlo così forte che giunge
all’orecchio… stridulo, spezzato…
-MITSUKI!-
Mi sento strano, mi sento
venir meno… non ci posso credere, non può finire così, non
può…!
Però…
Takuto, aspetta un attimo, tu non hai avuto alcun
contatto con lei, e senza toccarla non puoi avere previsioni, non ti è mai
capitato, è praticamente impossibile…!
Non posso preoccuparmi troppo, ma
neanche lasciare tutto in balia di quello che potrebbe succedere… cosa posso
fare, che faccio?!
-Mitsuki!- esclamo il suo nome quando le sue amiche sono
più avanti…
Che le dico, ora? Che le dico?
Alla fine, l’unica cosa
che riesco a fare è mormorarle un –Stai attenta…-
-Stai
attenta…-
Sentendomi, la ragazza mora mi guarda intensamente, negli
occhi… cerca una risposta a queste mie parole, ma io…
Distolgo lo sguardo,
non riuscirei a reggere il suo…
La guardo appena, e lei si volta verso
l’uscita e raggiunge le sue compagne, che ormai sono più
avanti.
*°*°*°*°*°*°*°*°*°
Staranno camminando ormai da qualche
minuto, non riesco a non pensarci…
Ora sto lavorando, la mia pausa è
finita…
Con la coda dell’occhio, guardo fuori in cerca di una
risposta…
L’unica cosa che riesce a distogliermi dai miei pensieri è un
rumore…
Il suono di una brusca frenata…
-MITSUKI!-
Non
m’interessa quello che avrebbe pensato il mio datore di lavoro, al diavolo il
lavoro, esco correndo come un forsennato…
Non capisco più niente. Gente,
tanta gente circonda quell’auto, e quell’atmosfera…
È tutto come quella
previsione…
Sono arrivato all’auto.
Voglio fare qualcosa, ma non ho
quasi il coraggio per avvicinarmi e… sapere cosa sarebbe successo…
No,
Takuto, non puoi fare così. Muoviti!
Ho raggiunto la parte anteriore di
quell’auto… nonostante tutte le persone, la vedo subito.
Mitsuki… è lì a
terra…
Appena mi vede, si alza e viene verso di me, gettandosi fra le mie
braccia…
-MITSUKI! STAI BENE?-
-Sì… io sì, ma…-
Abbassa il capo,
singhiozzando.
Volgo nuovamente lo sguardo a quell’automobile…
Quell’uomo
non aveva investito Mitsuki, ma…
-Perché? Perché lei è stata investita…? È… è
tutta colpa mia, Takuto-san!-
Meroko giaceva priva di sensi ai piedi di
quell’auto…
-Mitsuki-chan, non è colpa tua, non avresti potuto
saperlo…!-
Ripensai alla predizione.
E ora, che cosa avrebbe
pensato Mitsuki di me?
-Takuto-san…-
Sento appena la sua voce,
coperta dal suono dell’ambulanza.
-…Perché… perché prima mi hai detto di
stare attenta…? Tu… come facevi a…-
La strinsi forte, prima di sciogliere
quell’abbraccio…
Lei era lì, di fronte a me…
E ora?
E ora, che
cosa le avrei detto?
-Io…-
-Meroko!-
Meroko
viene messa su una barella per essere portata all’ospedale. Mitsuki la vede, ed
evidentemente non regge tutto ciò, e le sue gambe iniziano a
tremare…
-Mitsuki!-
Riesco appena ad afferrarla, che perde i
sensi.
-Mitsuki-chan!!! Mi senti?!-
Per fortuna, recupera conoscenza in
pochi secondi…
-M-Meroko…lei… Takuto-san, io…-
-Mitsuki, ti accompagno a
casa.-
-No, io devo… devo stare vicino a Meroko… non posso non…-
-No,
Mitsuki-chan…! Tu… ci stai troppo male… andare con lei non servirebbe a niente,
e se ti dovesse vedere così lei ci starebbe ancora peggio…-
-…hai… hai
ragione…-
*°*°*°*°*°*°*
-Ce la fai a camminare?-
-S-Sì… non ti
preoccupare, Takuto-san…-
La lascio, ma le sue gambe riprendono a
vacillare
-No che non ce la fai, invece…-
Le cingo le spalle per aiutarla…
lei appoggia dolcemente la testa al mio petto…
Sento la presenza della Morte,
ma non mi importa. Per questa volta, voglio solo sentire il calore della sua
pelle…
To Be Continued…
Per la prima volta… sento di essere
la persona adatta a salvare l’anima di qualcun’altro…
-Non so più cosa
fare... non so più come comportarmi, e tutto questo perché... perché...-