25/11/2011
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Tutte le mattine era uguali, grigie. Chelsea odiava questo posto, anche se la visuale era favolosa, c’erano metri e metri di verde, alberi all’infinito, un laghetto o due, ma lei era solita rinchiudersi nella sua stanza e non partecipare alle attività, per tutto il tempo che era qua l’avevano sempre assecondata. Si trovata al “Timberline Knolls” Lemont, Illinois. Le mancava la sua città natale, Chicago.
Quando aveva tempo era abituata a scrivere qualche pagina del suo diario.
“22.09.2011
Caro diario, è una giornata come le altre. Il grigio di queste stanze mi distrugge emotivamente. Mi sono cacciata in questa spirale senza fondo e devo riuscire a superarla. Ma vedi l’anoressia non è una malattia fisica è mentale. Potrò ingrassare di nuovo però resterò anoressica nella mia mente. Non ho ancora toccato il fondo come le mie compagne le altre ragazze.
Baci, amico mio
-Chels”.
Scrivere era l’unico bel sentimento che provava da molto tempo, ormai aveva spento le emozioni e aveva dato tutto all’anoressia, non voleva guarire, non voleva vivere.
Chelsea Smith era una ragazza meravigliosa, con il sorriso sul volto fino a un tragico giorno: tornava da scuola come tutti i giorni e non sapeva bene neanche lei da dove venisse quella voglia di non mangiare, lei amava le schifezze. Qualcosa era successo. Rifiutava il cibo, il suo primo amore e presto destinato a diventare il suo peggior nemico anche se non le aveva mai fatto niente di male. Quanto poteva essere contorta la vita!
Chels così la chiamavano i suoi amici finché li aveva avuti, l’avevano abbandonata nel momento in cui ne aveva più bisogno, le sua cosiddetta migliore amica Rachel l’aveva aiutata quando aveva bisogno di consigli su vestiti, trucchi, cose superficiali insomma!
Si era resa conto di vivere in una brutta realtà, aveva mille sogni tutti dorati come i suoi bellissimi capelli biondi, ma li aveva visti infrangersi uno ad uno, quello più importante era raggiungere la felicità e poterla toccare con un dito, poterla almeno sfiorare.
Erano un anno che era intrappolata nel suo peggior incubo. Un incubo che aveva scelto da sola, solo che non riusciva o forse non voleva uscirne.
Usciva dalla sua stanza per fare colazione, tanto l’avrebbe rigettata, era sbagliato lo sapeva, sapeva molte cose, diceva frasi incoraggianti ma non le applicava.
I suoi grandi occhi color mandorla erano spenti, ogni giorno fingeva di star bene. Fingeva di aumentare di peso.
Fingere era diventata la sua realtà.
Tutti hanno bisogno di essere salvati, chi da una mano tesa da un nemico, chi da un amore che non finirà mai. Anche i più forti hanno bisogno di aiuto.
Chelsea aspettava che qualcuno le tendesse una mano, un’ancora di salvezza.