Kankuro mosse le braccia su e giù, piuttosto goffamente. -Ehi, secondo te se non avessimo tutta questa carne, e le ossa cave, potremmo volare?

-Dannazione, Kuro - lo chiamava così, “Kuro” , in quel modo un po' stupido e un po' familiare che suonava solo di “Kuro” - ti ho pescato fuori dalla Bibbia? Volare... carne...

-Ma no, intendevo lardo, ciccia. Grassi superflui.- battute scontate pizzicavano gli angoli delle bocca del compagno moro davanti a lui, quindi Kankuro si limitò a ridacchiare. -Non fa nulla. - decise, fermando le braccia a mezz'aria.

 Supplique pour être enterré à la plage de Sète

Era piuttosto brutto. Grottesco, anzi.

Un gabbiano, arrivato lì seguendo chissà quali insensati stimoli animali, un gabbiano chiaramente morto abbandonatosi scompostamente contro il muro giallo della scuola.

Bisognava nasconderlo. Gaara avrebbe potuto vederlo, e arrabbiarsi - Gaara si arrabbiava per un sacco di cose e Kankuro non riusciva mai a prevederle. A Kankuro Gaara faceva paura, e non era disposto a provocare litigi inutili solo per colpa di quella... cosa.

Non sarebbe piaciuto nemmeno a Temari, tra l'altro, a lei le cose piccole e sporche e immobili non piacevano. La facevano gridare, e questo invece non piaceva a Kankuro- affatto.

Bisognava nasconderlo, quindi. Il ragazzo si avvicinò senza timore alla carcassa- era il più piccolo cadavere che avesse mai visto. Piegandosi sulle ginocchia, si trovava all'altezza della cassa toracica ferma. Lo toccò con precauzione, smuovendolo un po' dalla sua posa rigida. Chissà come sarebbe stato mangiarlo. Probabilmente viscido, e grumoso e spiacevole. Temari non avrebbe approvato.

Non era più caldo, e iniziava ad avere un odore sgradevole, incastrato nel becco ostinatamente serrato e le piume appiccicate al corpo da sporcizia e grigiume.

Kankuro poggiò la sua mano, ben aperta, sull'ala destra, costringendosi poi a scavare tra le piume mentre tutto lo sporco si infilava sotto le sue unghie, lo permeava di quel tremendo puzzo di discarica.

Che schifo.- pensò piuttosto distintamente il giovane, provando di nuovo quel bisogno impellente di eliminare quello.

Lo raccolse con malgrazia, nascondendolo tra i lembi della maglietta nera. Lo sentiva rimbalzare contro il suo stomaco mentre correva verso il bidone della spazzatura. Lo sentiva rimbalzare dentro quel ventre di plastica anche dopo averlo abbandonato con un tonfo sordo insieme alla maglietta. Gli stava venendo da vomitare. Continuava a sentirlo rimbalzare.

Cacca nello spazio: Un'intera fic su una carcassa di gabbiano. Inserire faccina estatico-ritardata a piacimento. Sono ammirato, oh wow Jude, come sei profondo ed emo e stupido, tutto insieme. *O*

Deal with me, per favore. E' solo che è la prima cosa che riesco a scrivere da settimane, e stavo per aggiungere nuovi livelli di isterismo a quelli già raggiunti. Più che altro, comunicatemi se vi viene in mente chi potrebbe essere l'interlocutore di Kankuro nella prima parte. Le mie ipotesi fanno acqua da tutte le parti.

E per favore amate tanto Brassens che ci ha dato il cielo e le sore stelle il titolo per la fic.

[Tesi, no. Qualunque sia la domanda, la risposta è no. Comunquesìfrapocomimettoastudiaregiuro.]