Allora... Una cosa veloce veloce! Le prime due sequenza sono ricordi, l'ultima è, diciamo, quello che succede nel presente u.u

 Praying does not help

La ragazza tossì nuovamente alzandosi a sedere sul letto e mettendo una mano sulla bocca. Due occhi color ametista la fissavano, occhi giovani. Lei si sistemò luna ciocca di capelli bianchi dietro l'orecchio e spostò gli occhi grigiastri sull'amico, sorridendogli debolmente: - Va tutto bene Hidan, sul serio! - ma il ragazzo non sembrava convinto.
- Naimi, novità sulla cura per la tua malattia? -
La ragazza sorrise e scrollò la testa: - No, non ancora... Pazienza, aspetterò ancora no? Tanto non vado da nessuna parte! - esclamò ridendo alla fine, ma venne colpita da un'altro colpo di tosse. Hidan le si affiancò, porgendole un bicchiere di acqua.
- Grazie... - disse lei flebilmente mentre beveva un breve sorso. Naimi era di salute cagionevole, le gambe non la reggevano in piedi e come se non bastasse era albina. Il contatto dei raggi di sole sulla sua pelle nuocerle anche gravemente. Così Naimi era sempre stata chiusa in casa, nel buio della sua stanza, fino al giorno che non incontrò Hidan e lui, senza nemmeno accorgersene, era diventato il suo migliore amico.
- Hidan? - chiamò lei debolmente. Il ragazzo scrollò la testa e si voltò verso di lei - Mi racconti un'altra volta com'è fuori? - Hidan non sopportava il doverlo ammettere, ma voleva bene a quella ragazza ed era l'unica che trattava bene. Non per pietà solo per... sentimenti.
Tristemente scrollò la testa: - Naimi, devi riposare... - spiegò facendola sdraiare e sistemandole le coperte con cura. Si sentiva stupido a fare simili gesti, ma sapeva che lei non ne avrebbe avuto la forza.
- Riposa - e si diresse verso la porta.
La ragazza sospirò: - Hidan? Me la fai una promessa? -
Il ragazzo si bloccò sulla soglia: - Quale? - chiese senza voltarsi.
- Prometti che tu starai all'aperto, per tutti e due! Prometti di goderti l'aria fresca sulla pelle, il calore del sole... Promettilo! -
Hidan strinse i pugni: - Va bene, te lo prometto... -

 

Il tossire della ragazza si era fatto più frequente. Molto frequente. Hidan osservava la porta della camera, con sguardo assente. Non sentiva niente, né le lacrime della madre di Naimi, né le preghiere della sorella, né le imprecazioni del padre. Sentiva solo il tossire della ragazza. La porta si aprì e il medico uscì dalla stanza.
- Allora? - chiese il padre scattando in piedi.
L'uomo sospirò: - Io non posso fare niente... -
- NIENTE?! - ripeté Hidan scattando in piedi e prendendo il medico per il colletto del camice - DANNAZIONE E' IL TUO LAVORO, DEVI POTER FARE QUALCOSA PER LEI! -
- Posso solo pregare... -

 

Pregare. Hidan storse la bocca. Pregare non era servito a far restare Naimi con lui, lei se ne era andata. Da quel giorno Hidan era cambiato.
Non si era più legato a nessuno, malato o in salute.
Aveva cambiato fede.
Ora era fedele solo a Jashin, il dio che gli aveva donato l'immortalità.
Quella stessa immortalità che gli sarebbe dovuta servire per mantenere la promessa fatta a Naimi, e invece eccolo lì, sotto tonnellate di rocce, sconfitto da uno stupido ragazzino.
Sospirò, costretto a passare un'eternità senza poter mantenere la promessa fatta anni prima: - Naimi, scusami... -

 

Spazio depressione dell'autrice

Fa. Veramente. Schifo.
536 parole che facevo meglio a non scrivre T^T
Non so nemmeno che dire talmente non mi convince!
Uff... nn so nemmeno xk l'ho postata...
Ah si, per colpa di IamCrazy! <--- se volete ammazzare qualcuno uccidete lei u.u
Me ne vado a deprimermi per lo schifio -.-

Cocol Sasso 97