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Autore: absolution    25/11/2011    1 recensioni
Eravamo i ticchettii dell’orologio e i sorrisi della felicità, il solo di una chitarra elettrica e la dolce melodia di un piano.
Eravamo tutto? Non eravamo niente? No, troppo banale.
Noi eravamo i riflessi l’un dell’altro, i nostri respiri, le nostre bugie, i nostri pensieri. Noi eravamo l’origine della simmetria.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e James eravamo unici, in tutti i sensi.
Eravamo i ticchettii dell’orologio e i sorrisi della felicità, il solo di una chitarra elettrica e la dolce melodia di un piano.
Eravamo tutto? Non eravamo niente? No, troppo banale.
Noi eravamo i riflessi l’un dell’altro, i nostri respiri, le nostre bugie, i nostri pensieri. Noi eravamo l’origine della simmetria.
 
James mi prese i fianchi e cominciò a baciarmi sul collo.
Gli affanni in quei momenti erano una delle cose più belle.
Passò alla bocca e ancora poi sul gola.
Non volevamo fare sesso. Noi volevamo fare l’amore.
Ma l’amore assume molte forme, e noi come l’acqua assumemmo la forma delle nuvole; eravamo alti nel cielo.
Passammo tutta la notte a coccolarci, a parlare, a guardarci negli occhi.
Lui era bello, bello come sole. Bello come quando si fa pace, quando si ama e si ha quella sensazione di nirvana in corpo.
I suoi occhi verdi si raffiguravano nei miei blu,la sua bocca toccava la mia, e le sue mani s’intrecciavano senza lasciarmi più andare, come catene.
Ci baciammo ancora una volta, e poi ci addormentammo.
E il mattino arrivò presto, lui dovette scappare a lavorare, io dovetti scappare a lavorare. Un –Ti amo- sussurrato nella stanza e poi d’improvviso le parolacce nelle auto in coda per l’università.
Le lezioni di astronomia erano quelle che aspettavo ogni giorno; una volta pensai che io e James eravamo come l’universo: infiniti? No, stravaganti. Non ordinari ( o forse sì?), leggeri, brillanti, colorati, bellissimi e soli. Sì,perché anche l’universo è solo. Può essere infinito, ma è unico. Anche io e James a volte lo eravamo, quando riconoscevamo che non saremmo durati per sempre. E così, qualche volta, le stelle dell’interminabile nulla (o interminabile tutto) si spegnevano come le luci di un sipario dove un vecchio attore ha fatto la sua ultima sceneggiata.
Ma gli applausi non cessavano, e le luci si riaccendevano presto le un’ultima ondata d’amore.
Poi un giorno tutto svanì. Non so come, perché; non so quando e dove, ma tutto finì.
Non era più al mi fianco, ma sottoterra.
E mi sentii male.
E come quando una goccia quasi si sfascia cadendo a terra, anche il mio cuore si ruppe in miliardi di frammenti. La mia pioggia non si era mai fermata e l’arcobaleno giocava a nascondino.
E così, come tutti morii; non so se d’amore o di dolore, ma morii, anche io.
 
Sul foglio bagnato dalle gocce del mio temporale, c’era scritto:
 
Noi siamo l’origine della simmetria.
   
 
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