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Autore: Tem_93    25/11/2011    5 recensioni
Noah sentì dei capelli solleticargli il volto. Arricciò il naso infastidito e spinse leggermente la proprietaria, facendosi spazio ne letto. Si girò dall’altra parte, cercando di tirare un po’ di coperta dalla sua parte, ma nulla, come al solito lei vi si era tutta arrotolata dentro.
Rachel scese dall’aereo, andando poi a recuperare le valigie. Era tornata a casa. O almeno, era in America e a breve sarebbe tornata a casa.
David chiuse la chiamata arrabbiato come sempre. Non sarebbe tornato da lui, no, aveva chiuso.
Santana si svegliò ancora molto assonnata. Tastò l’altra parte del letto, trovandola vuota. Lei era già andata via, come pensava.
Brittany arrivò al lavoro leggermente in anticipo. Lei le mancava già, come sempre non poteva starle troppo lontano, ma per il lavoro doveva.
Mike si lasciò sistemare la cravatta dalla fidanzata, sorridendo mentre lei era tutta concentrata.
Kurt si sistemò il ciuffo per l’ennesima volta, sembrava che quella mattina non volesse stare come voleva. Si passò poi un filo di crema sul volto e allentò il foulard.
[Future-fic]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19}Mistakes
 
 

-Buongiorno raggio di sole!-

-Buongiorno Mr. Chang- rise Quinn dall’altro capo, attorcigliandosi una ciocca di corti capelli sull’indice.
-Come stai? Capisco che l’astinenza da me deve essere molto dura, ma per il resto?- domandò il ragazzo ridacchiando.
-Oh, non sai che divertimento tra il lavoro e le tue bestie- bonfichiò lei, roteando gli occhi.
-Sono pesciolini, non “bestie”, e come sta la mia piccolina?- chiese il ragazzo preoccupato.
-Sguazza qua e là, puzza, in questo momento mi guarda male- riportò lei, osservando la tartaruga muoversi nell’acquario –Oh, ha appena mangiato Rosso- aggiunse, senza enfasi.
-Come l’ha mangiato? Stai scherzando spero? E’ innocua, non dovrebbe essere carnivora..- si agitò Mike.
-Oh,  e ne ha mangiato anche un altro…dovrebbe essere…- continuò la ragazza, lasciandosi però scappare un risolino.
-Fabray! Mi stai prendendo in giro- sbottò, sentendola poi scoppiare a ridere –non è affatto carino. Che ragazza perfida che mi ritrovo- borbottò, tirando allo stesso tempo un sospiro di sollievo.
-Dai, qui è una noia mortale senza di voi. Piuttosto come sta quella carciofa della Berry??- chiese Quinn.
-Fin troppo bene, sta tubando con Puck come suo solito…- le rispose, guardando l’amica.
-Davvero!??!- strillò Quinn saltando in piedi eccitata.
Rachel intanto si era avvicinata a Mike, gli aveva dato due scappellotti e gli aveva sottratto il telefono.
-Q, Mike è il solito bugiardo, comunque, come stai? Qui si sente la tua mancanza- trillò, tornando a sorridere.
-Oh, ne ero certa. Tutto bene, voi, B? Vals…e..- mormorò incerta.
-Stanno benone,io, Mike e Valerie stavamo sotterrando Noah nella sabbia. Ha fatto l’errore di addormentarsi, mentre B è al lavoro- ridacchiò, guardando le bionde impegnate –E, Santana, diciamo che ci siamo scontrati…- disse.
-Come ha reagito?- s’informò ansiosa.
-Per ora male, non si fa vedere da giorni. La incrociamo ogni tanto in albergo. Dave ha detto che non sa quali sono le sue intenzioni, dice che da quando ha scoperto di Valerie, si è chiusa in se- sbuffò, rattristita.
-Era da immaginare. Non l‘ha ancora superato, e Brittany, come sta? E non come fa finta di stare…- chiese, mordendosi il labbro preoccupata.
-Come pensi che stia? Credo che si senta rifiutata per l’ennesima volta, ma con Valerie sempre intorno, non lo mostra- sospirò.
-Certo. Dopo cercherò di tirarla su. Ora ti lascio tornare a seppellire Noah, sai io ho un lavoro- rise, afferrando la giacca e le chiavi.
-Buon lavoro Q, ci si vede presto!- squillò.
-Sì, salutami tutti- disse la ragazza, per poi attaccare. Rachel buttò il cellulare nella borsa e tornò ad aiutare gli amici nel loro intento. Quando lo ricoprirono per bene, Valerie si mise anche a decorarlo con alghe e rametti, aiutata da Mike che non riusciva a non ridere. Dopo una ventina di minuti però la piccola inciampò, cadendo sul cumulo di sabbia e svegliò Noah, che si lamentò come un bambino, imprecando contro la sabbia che si era infilata ovunque. Per levarsela di dosso, optarono per un lungo bagno in mare.
-Tranquillo Chang che me la paghi. Io però ti sotterrò nel cemento. A presa rapida- borbottò ancora irritato.
-Pff ma che cattiveria, era un’idea di Valerie- si difese lui, scrollando le spalle.
La bambina annuì orgogliosa, sorridendogli.
-Era divertente- spiegò, allungando le mani verso di lui, come per volersi avvicinare. Noah sbuffò, per poi accoglierla tra le braccia, alle quali lei si arpionò, sentendosi insicura senza il suo adorato salvagente. La bambina però ad un tratto sembrò vedere qualcosa di interessantissimo a riva e insistette per uscire. Come furono fuori dall’acqua, quella si dimenò per poter camminare per conto proprio. Noah confuso, la lasciò scendere, ma non fece in tempo a prenderle la mano che quella si mise a correre. Non che fosse una gran velocità, anzi, era paragonabile ad una paperotto, ma non ci fu bisogno di rincorrerla anche perché si fermò in fretta, trovando quello che tanto l’attirava.
Rachel, Mike e Noah si guardarono leggermente spaventati. Avrebbero dovuto fermarla probabilmente, ma ormai Valerie non si poteva più trattenere.
 
La bimbetta sorrise timidamente, ciondolandosi sui piedi e piegando di lato il capo, mentre con le mani alle quali erano appiccicati centinaia di granelli di sabbia si attorcigliava i capelli bagni. La ragazza di fronte a lei era rimasta impalata, con ancora il prendisole indosso, un cappello di paglia con una larga fascia dalla fantasia a fiori in mano e due grandi occhiali da sole che le nascondevano gli occhi neri e spauriti.
-Ciao- trillò Valerie, continuando a sorridere, mentre strizzava i suoi occhioni azzurri a causa del sole.
-C-ciao- mormorò Santana –aspetta..- sussurrò,notando che la piccola faceva fatica a tenere aperti gli occhi si abbassò e adagiò il suo cappello sulla nuca di Valerie. Quella sbattè le palpebre più volte, rilassando le pupille, per poi regalare alla mora un sorriso raggiante e gioioso.
-Grazie- bisbigliò, leggermente imbarazzata. Ovviamente tra le due lo era molto di più Santana, che sentiva il cuore martellarle nel petto, come se fosse pronto ad uscire da un momento all’altro.
-Io sono Valerie- si presentò la biondina, continuando a passarsi le ditina tra i capelli.
-Io sono Santana- rispose la donna, deglutendo a fatica. Quella bambina era così piccola, bella e dolce che le veniva solo da piangere. Piangere e disperarsi perché non sapeva ancora cosa fare, perché aveva perso quattro anni di quella piccola creatura, perché aveva gli stessi occhi limpidi di Brittany, perché Brittany l’aveva voluta per il loro amore,e lei, lei aveva lasciato tutto.
-Io lo so- disse però Valerie- Mamma mi ha raccontato che sei la sua innamorata- se ne venne fuori la piccola, decidendo di avvicinarsi ancora un po’ e appoggiare le manine sporche sulle ginocchia della latina, che al tocco tremò quasi –Però dopo hai rotto qualcosa e mamma è triste perché tu non tornavi mai, ma però non è tanto arrabbiata. – cercò di chiarire subito -Mami non si arrabbia quasi mai, a volte fa delle facce strane quando io e zio Mike saltiamo sul suo letto, o quando zio Noah mi fa fare il bagnetto con Max, o quando zia Q mi regala vestiti da pincipessa e io non li voglio mai togliere, ma dopo torna a fare così – spiegò, mostrando a Santana un sorriso smagliante – e quando uno sorride non è mai triste. Quando uno è triste è così – disse, mostrandole un broncio desolato, con tanto di labbro inferiore tremolante, per poi riprende il suo discorso –E allora mami non sarà arrabbiata molto con te. Basta che le dici che fai la brava. E che non mangi più le margherite…- farfugliò, guardando in basso colpevole – Sai, non si mangiano le margherite- sospirò. Santana sorrise dolcemente, per poi scoppiare in una breve risata. Più passavano i secondi con quella biondina, più l’ispanica pensava di innamorarsene. Quel parlarle un po’ di tutto, in modo confusionario e intricato era così tenero, come il fatto che ogni tanto non riusciva a pronunciare correttamente la “r”, o che inserisse “ma però” ogni tanto, mentre senza nemmeno accorgersene aveva impiastricciato con la sabbia il vestito leggero della latina.
-Sembri tanto Pochaontas- bisbigliò ad un tratto Valerie, allungando la manina verso la guancia calda di Santana –anche lei parla poco ed è bellissimissima- connotò cercando quasi di issarsi sulle ginocchia per potersi avvicinare al suo volto. Santana, quasi impaurita di fare cadere la piccola, si sottrasse,rialzandosi.
-Hey Vals- la chiamò Noah avvicinandosi. La bambina gli lanciò una veloce occhiata, tornando poi a rivolgere la sua completa attenzione alla mora.
-Ciao Santana- sorrise Rachel, arrivando dietro alla bambina.
-Santana- sorrise Mike con un cenno del capo.
-Hey- sussurrò solo lei, annuendo senza enfasi, cercando di evitare accuratamente gli sguardi di cui sentiva la pesante pressione. Valerie guardò i tre con un misto di gelosia e fastidio, dopodiché afferrò la mano della latina e tentò di portarla via con se, lontano dai ragazzi. Santana si lasciò trascinare, non sapendo che altro fare. Valerie si girò, incrociando uno sguardo corrugato di Noah, mentre Mike e Rachel discutevano sulla situazione.
-La mamma ora è a lavorare, ma questa sera torna, così puoi scusarti- disse Valerie, continuando a camminare lungo la spiaggia. –E se ti scusi lei, poi lei ti abbraccia forte forte forte, ti fa il solletico e ti fa scegliere il cartone da guaddare – annuì la biondina, ma non vide la reazione che aspettava nella donna, per cui si preoccupò un poco.
-Ti vuoi scusare vero con mamma? Perchè dopo torni a casa con noi, vero?- chiese sgranando i grandi occhi. Santana si alzò gli occhiali sui capelli e si sedette per terra, per arrivare al livello della piccola, la quale la imitò immediatamente.
-Non lo so Valerie- confessò sincera, con un’espressione mortificata.
-Perché?- chiese lei, non capendo.
-Perché è passato tanto tempo, non è così facile- sospirò Santana, disegnando cerchietti sulla sabbia.
-Perché?- continuò lei, non soddisfatta.
-Perché… è difficile- ammise –Sia per me, che per la tua mamma-rispose, tirando le gambe contro il petto.
-E perché?- insistette la bimba.
-Perché…perché sono successe tante cose brutte- ribattè la latina.
-Ma è passato ormai- disse la piccola, scrollando le spalle.
-Ma il passato non si può cancellare- bisbigliò Santana in un sussurro che Valerie non sentì, anche perché ormai era in procinto di piangere, e sicuramente quelle parole non le sarebbero bastate. La bambina si alzò, guardandola prima che le lacrime scendessero sul suo visino tondo, per poi correre verso Noah. Santana la guardò dispiaciuta, per poi osservare come quei tra fossero già all’opera per consolarla.
Ottimo, era già riuscita a deluderla.
 
 
 
-Allora, come è andata?- domandò David alzando lo sguardo dal computer, quando sentì aprirsi la porta.
Vide Santana entrare come a fatica, trascinarsi dentro e lasciarsi cadere sul letto.
-Dave non posso farlo- sibilò, affondando il volto nel cuscino, bagnandolo. Lui roteò gli occhi, stufo del suo tipico pessimismo. Chiuse il portatile e si sedette sul bordo del letto della ragazza.
-Ti ho già detto vero che odio quando ti arrendi prima di provarci?- domandò retoricamente.
-Ma io ci ho provato!- si difese la ragazza –e sai che ho fatto? L’ho fatta piangere!- farfugliò, tirando su con il naso per poi tornare a seppellire il volto nel cuscino.
-Ma provarci quando non c’è Brittany, non è provarci- precisò lui.
-Tu la fai facile- mugugnò lei, mettendosi a sedere di fronte a lui.
-Non sarà facile, ma se non tenti, te ne pentirai sempre- affermò il ragazzo. Lei assentì, non del tutto certa, per poi rifugiarsi contro il petto largo e caldo dell’amico.
 
---
 
-Cioè, stai dicendo che vuoi lasciarmi?- chiese Blaine aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi. Kurt sfarfallò le ciglia, guardandolo timidamente.
-Vedi io..- farfugliò titubante, ma l’altro non gli lasciò il tempo per parlare.
-Perché pensi di provare ancora qualcosa per Karofsky? Ma non lo vedi da anni, magari è solo una tua impressione, non lo puoi sapere. E’ una cosa astratta Kurt, io sono qui, io sono reale- disse frettolosamente il più basso, afferrando l’altro per le braccia –Noi, noi stiamo bene insieme, ho..ho fatto qualcosa di sbagliato?- continuò agitato il ragazzo. Kurt scosse la testa.
-No, no di certo. Non c’è nulla di sbagliato in te, sono io quello sbagliato. Io non sono sicuro dei miei sentimenti, e ritengo sia da ipocriti tenerti legato a me, quando sogno un altro ragazzo- ammise, arrossendo vistosamente per poi abbassare gli occhi chiari sul pavimento.
-Oh, è di questo che si tratta,  un sogno? Non significa nulla Kurt, non vuole dire che lo ami solo perché lo sogni- cercò di convincerlo il moro.
-Blaine, smettila,  già è difficile così, non rendere tutto ancora più tragico. Io lo sto facendo per te, perché non voglio mentirti, perché a te ci tengo e ritengo che meriti di più di uno che pensa ancora al suo ex immaginando a come sarebbe la vita con lui. Mi dispiace, mi dispiace tanto, ma sarà meglio per entrambi…- mormorò, rotto dalle lacrime che rotolavano veloci giù dai suoi occhi arrossati. Blaine lo lasciò andare, con uno sguardo perso e arrabbiato.
-E’ di nuovo un addio… Ancora una volta per colpa di Karofsky- constatò il ragazzo, allontanandosi da Kurt – Forse non è destino Kurt, o forse dovresti solo capire chi vuoi tra noi due e smetterla di giocare con entrambi- sbottò schiettamente prima di uscire dall’appartamento. Kurt vide sbattere la porta, rimanendo basito.
Blaine non aveva tutti i torti.
 
---
 
 
-Hey, pulcina- squillò Brittany entrando nella camera poco prima che fosse pronta la cena.
-Mamma!- strillò quella, fuggendo dagli intenti di Rachel di asciugarle i capelli. La madre come suo solito la sollevò, girandosi su se stessa per far ridere la figlia, riuscendoci perfettamente.
-Che hai fatto oggi di bello?- domandò la donna, salutando poi Rachel con un sorriso amichevole.
-Oggi abbiamo coperto zio Noah con la sabbia. Ma tanta tanta. Lui si è un po’ arrabbiato, ma dopo abbiamo fatto il bagno. Poi è arrivata …oh il cappello!- s’interruppe la bambina, correndo ad afferrare il cappello di paglia che si era dimenticata di restituire a Santana. Brittany ancora non capiva, ma la piccola glielo porse.
-E’ di Santana- le spiegò Rachel.
-Secondo me le manca, dovresti riportarglielo – squittì velocemente Valerie, accennando un sorrisino. Brittany corrugò le sopracciglia, mentre la piccolina sembrava quasi spingerla ad uscire dalla stanza in quel momento.
-Io non penso sia una gran bella i…- tentò Rachel, ma Valerie continuava a ripetere che Santana sicuramente si sarebbe arrabbiata se non glielo avesse reso, per cui alla fine Brittany si ritrovò chiusa fuori dalla stanza, con solo quel cappello tra le mani.
La bionda sbuffò, per poi percorrere il corridoio, salire le scale e cercare la stanza. Puck aveva detto 740, o almeno, quello era ciò che si ricordava. Arrivò di fronte alla porta, le sue idee vacillavano ancora sul da farsi, ma le sue nocche si scontrarono con essa tre volte. Capì che era la camera giusta appena sentì i grugniti di Dave, che poi si ritrovò davanti.
-B-brittany- balbettò, sorpreso di vederla lì. Lei tese le labbra in una specie di sorriso, dopodiché il ragazzo le lasciò libero il passaggio, permettendole di visualizzare una Santana desolata, rannicchiata sul letto.
-Brittany!- gridò vedendola, per poi sistemarsi il volto ancora rigato da qualche goccia salata.
-Ti ho riportato il cappello. Valerie ci teneva- mormorò la bionda, che in quel momento si sentiva tanto Riccioli D’Oro nella casetta degli orsi, orsi che in quel momento la guardavano in un modo strano. Respirò profondamente, non notando nessuna reazione, poi posò il copricapo su un comodino.
-Ci vediamo- mormorò, facendo per uscire dalla stanza, ma Dave la bloccò.
-No, vado io a fare un giro. Penso che voi due abbiate qualcosa da dirvi- la trattenne. Brittany corrugò le sopracciglia, poi lo vide uscire, chiudendosi la porta alle spalle. Dopo qualche momento si voltò nuovamente verso la mora, come fosse in attesa.
-E’…- cominciò Santana, alquanto impacciata –E’ una bambina bellissima…e adorabile.. -
Brittany si limitò ad annuire, con un’espressione un po’ assente e distaccata.
-E’ anche molto curiosa, sai è segno di intelligenza…- continuò, sistemandosi i capelli. Ancora Brittany però non sembrava interessata alla conversazione. Se ne stava in piedi, contro il muro, ad osservare la stanza, mentre ogni tanto il suo sguardo cadeva sulla mora. Santana a quel punto scosse la testa, rinunciandoci.
-Senti, scusa…penso sia stato un errore..- bisbigliò, grattandosi il capo nervosamente.
-Un errore..- ripetè la bionda –Tu non sai per quanto io abbia pensato che Valerie fosse un errore- ringhiò quasi, lasciando allibita l’altra. – Doveva essere una sorpresa per te, ma tu non c’eri più; io non sono mai stata molto intelligente, per cui ero sicura di aver fatto una sciocchezza, perché si trattava di una vita, di mettere al mondo una bambina da sola. Come se non bastasse è nata il 29 di febbraio, capisci? Se avevo dei dubbi, con ciò era tutto più chiaro- pigolò mordendosi il labbro. Santana aveva sgranato gli occhi, trovandosi davanti una Brittany diversa, più matura, più segnata dal dolore. Dolore che lei aveva causato.
-Ma quando è nata, quando l’ho stretta tra le mie braccia, ho capito che non era affatto un errore. Era la cosa più bella che mi potesse capitare.- sussurrò, legando le sue iridi chiare a quelle profonde dell’ispanica –Quindi sì, hai ragione. L’errore è stato tuo- concluse. Detto ciò la guardò ancora una volta, aprì la porta e uscì, lasciando una Santana intenta a metabolizzare quelle parole dure e affilate.
 
 
***
 
Scusate ç__ç Non sapete quando mi dispiaccia, ma ho praticamente abbandonato EFP. E sono dispiaciutissima sia di non aver aggiornato che recensito, prima o poi recupererò. Ma giuro che è un periodaccio, tra scuola, patente e menate varie non ho un momento per me; non lo avrei nemmeno ora, ma rimando a domani lo studio intensivo di italiano.
Inoltre, più continua la season 3, più questa ff non ha senso, ma facciamo finta di nulla u_u
 
Note:
-Valerie e San sono coccolosissime, penso che potrei scrivere monologhi e monologhi di Vals che parla in modo strambo, perché anche io parlo in modo strambo u_u
 
Ora mi scusa ancora tanto e non so quando potrò aggiornare di nuovo.
Besos,Miky
  
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