Serie TV > Law & Order
Segui la storia  |       
Autore: barbabella    25/11/2011    3 recensioni
-No, ti merita un uomo che non riesce a immaginare la sua vita senza di te ,l'uomo che ti sogna e che quando si sveglia prega di non aver detto il tuo nome ad alta voce.-
Questa è la mia seconda fanfiction. Riprende i personaggi di "Consapevolezza di un amore impossibile".
Law & order svu (Elliot&Olivia)
Ps titolo provvisorio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nell’ultima settimana non faceva altro che pensare alla situazione assurda che si era creata con Peter che evitava di incontrarla e con Kathy che ogni giorno le ricordava del compleanno di Eli. La cosa le sembrava alquanto strana, visto che negli altri anni sopportava appena la sua presenza. Anzi se avesse potuto fare almeno d’invitarla, sarebbe stata più che felice. Non glielo aveva mai detto ma Olivia aveva capito che la sua presenza era dovuta al fatto di avere salvato la vita al suo bambino.

Nell’ultima settimana il suo rapporto con Elliot era stato quasi inesistente: impegnati in casi diversi, non avevano avuto l’opportunità di vedersi. Era assurdo ma iniziava a sentire la sua mancanza. Afferrò il telefono con il solo scopo di chiamarlo poi però vedendo l’ora, decise di non farlo.

Di sicuro è a casa con la sua famiglia!

Decise di prepararsi un bagno per rilassarsi per la settimana impegnativa, appena finita e per rimettersi in occasione del giorno dopo. Inconsciamente portò il cellulare con sé, con la speranza che almeno l’avrebbe chiamata.

Immersa nella vasca lasciò vagare la sua mente: immagini dell’ultima notte trascorsa con Elliot iniziarono ad apparire. Cullata dal calore dell’acqua, cercò di pensare a tutte le sensazioni che quell’uomo era in grado di regalarle.

Fu risvegliata dai suoi pensieri dalla squillo del cellulare.

-Benson!-

-Stabler!-

Il cuore di Olivia iniziò a battere forte, forse a causa dei pensieri che fino a pochi secondi prima aleggiavano nella sua mente, pensieri non proprio limpidi.

-Ci sei?-

-Si dimmi!- si alzò per cercare di ritrovare lucidità.

-Sei in acqua?- chiese con tono malizioso.

-Dove sei?- nel silenzio che seguì, capì perfettamente, dove fosse.

-Richiamami tra cinque minuti!- aveva leggermente abbassato il tono della voce, come se stesse sussurrando.

-Ma cosa significa?- ma dall’altro lato ebbe come risposta il segnale d’interruzione della chiamata. Uscì dalla vasca, si coprì con l’accappatoio e si diresse in salotto, con il cellulare tra le mani, aspettando che passassero quei cinque minuti.

 

 

Seduto sul divano con sua moglie al suo fianco, guardava la tv mentre con la mente contava i secondi che mancavano. Era quasi una settimana che non si vedevano e ora, dopo averla sentita e dopo averla immaginata completamente nuda, immersa nella vasca da bagno, non riusciva a resistere, doveva vederla. Anche solo per stringerla forte a sé. Aveva aspettato di essere da solo per chiamarla, per sentire almeno la sua voce. Il destino a volte giocava brutti scherzi, avevano trascorso così tanto tempo insieme e proprio ora che ne avevano bisogno, erano costretti a lavorare a due casi differenti che li costringeva a non vedersi per giorni interi. Era anche arrivato al punto di andare prima al lavoro, giusto per poterle dare il “buongiorno”.

Kathy si strinse ancora di più a lui cercando un contatto che da tanto non avevano più. Quando il silenzio che li avvolgeva fu rotto dallo squillo del suo telefono, Elliot balzò in piedi.

-Stabler!-

-Perché mi hai fatto richiamare?-

-Si ho capito capitano, arrivo subito!- chiuse di nuovo la chiamata, mentre fissava sua moglie.

-Devi ritornare a lavoro?-

-Si, nessuno era disponibile e si tratta di un caso urgente!- mentì spudoratamente. La cosa buffa era che invece di sentirsi in colpa nei confronti di quella donna, si sentiva elettrizzato all’idea di poterla di nuovo stringere a sé.

-Quando tornerai?-

-Non lo so, ma se faccio tardi, ti chiamo-

Prese la giacca, la pistola, il distintivo e le chiavi e stava per andare quando Kathy lo chiamò –Cerca di fare in modo di non impegnarti per domani! Ricordati che è il compleanno di tuo figlio!-

Come potrei dimenticarlo! Dovrò mangiare insieme a quell’idiota!

 

                                                                                               *****

 

-A che ora devi tornare a casa?- erano a letto completamente nudi, l’uno tra le braccia dell’altro. Le accarezzò i capelli non ancora abituato a quella nuova intimità.

-Ho detto che dovevo lavorare quindi posso restare ancora un po’!-

Rimasero abbracciati senza parlare di nulla, godendosi entrambi della vicinanza dell’altro. Proprio come avevano sempre fatto, accontentarsi di starsi accanto senza pretendere nulla in cambio. Solo che ora la situazione era completamente diversa: ora si erano amati e anche quel silenzio sembrava più importante e significativo. Olivia poggiò la testa sul suo cuore e si lasciò cullare dal battito del suo cuore.

Era strano ma quando dormiva tra le sue braccia, cosa che accadeva troppo raramente, non aveva incubi, riusciva a dormire serena e tranquilla. Questo fatto la spaventava perché sapeva benissimo che quella situazione non sarebbe durata per sempre.

Quando si svegliò, si ritrovò appoggiata al cuscino mentre Elliot era già vestito, pronto per tornare a casa.

-Vai via?- si tirò su coprendosi con le lenzuola. Lui annuì semplicemente per poi darle un bacio sulla bocca.

-Ci vediamo tra qualche ora!- le sussurrò a fior di labbra.

È vero la festa di Eli!

-Elliot posso chiederti un favore?- la guardò confuso, poi le sorrise e annuì.

-Sai vero che Kathy ha invitato anche Peter?-

L’espressione del viso di Elliot mutò al solo sentirlo nominare.

-Quando siamo in camera, non devi nominarlo!- era agitato, non riusciva proprio a tollerare la presenza di quell’individuo nella sua vita.

-Ecco, è proprio di questo che voglio parlarti! Ti chiedo di controllarti. Facciamo in modo che sia indolore per tutti!-

Lo guardava per cercare di capire a cosa stesse pensando e, dalla sua espressione, percepì che non aveva gradito quella sua richiesta. A volte non riusciva a capirlo, quando avevano iniziato questa relazione, se di relazione si poteva parlare, sapeva benissimo della sua esistenza, ora non poteva comportarsi come un fidanzato geloso. Forse era il contrario: doveva essere Peter a essere geloso.

Lui la guardò poi rispose:-Tu però non fare la fidanzatina innamorata!-

Fidanzatina innamorata?

Ma con chi credi di star parlando?

-Oh ha parlato il maritino premuroso- scattò, alzandosi e avvolgendosi nelle lenzuola.

-Proprio tu vieni a dirmi come devo comportarmi? Tu che non hai il minimo riguardo nei miei confronti!-

Ecco il guaio era fatto! Tutta la serenità che avevano condiviso si era fatta benedire a causa della gelosia.

-Cosa stai insinuando?- Elliot la fronteggiava sfidandola.

Credi di farmi paura?

Beh ti sbagli mio caro!

-Hai forse il coraggio di negare che quando c’è lei io per te non esisto!-

Si pentì immediatamente di quelle parole. Il viso di Elliot cambiò subito espressione dopo aver registrato quelle parole.

Sei gelosa!

Con un sorriso che illuminò il suo sguardo, si avvicinò e le accarezzò la guancia

-Non era mia intenzione farti soffrire. Scusa- le sussurrò appoggiando la fronte sulla sua.

Quelle scuse la sorpresero, mai si sarebbe aspettata una reazione del genere.

Non devi scusarti!

Non farlo!

-So cosa stai provando, anche a me dà fastidio vederti con qualcuno- la baciò con passione, invadendole la bocca con la sua lingua. Avvertiva un colore percorrerle tutto il corpo, riscaldandole il cuore.

Quando si staccarono, lui le afferrò il viso con entrambe le mai e fissandola negli occhi disse:

-Presto finirà tutto. Te lo prometto!-

L’effetto che quelle parole ebbero su Olivia non furono quelle che si aspettava, lo capì dalla sua reazione: si scostò da lui e con il terrore nella voce gli chiese:- Vuoi lasciarla?-

-Credevo non volessi essere la mia amante!- esclamò sarcastico, cercando di controllare la sua rabbia.

-Non essere stupido!- cercò di difendersi Olivia, capendo solo ora di aver reagito nel modo sbagliato.

-Allora perché la cosa ti sconvolge tanto? Forse non vuoi rinunciare al tuo bel ragazzo?-

-Non pensi ai tuoi figli?-

Quella domanda fu la goccia che fece traboccare il vaso, lo vide arrossire violentemente mentre cercava inutilmente di contenersi.

-Non cercare di usare i miei figli per giustificare la tua reazione!-

Cosa ho combinato?

-Elliot io…- allungò una mano per sfiorarlo, nel vano tentativo di calmarlo.

-Non toccarmi!-

Uscì da quella stanza senza nemmeno salutarla, accecato ormai dall’ira.

 

 

                                                                                         ******

 

 

Seduta in auto accanto a Peter, non faceva altro che pensare alla sua discussione con Elliot. Aveva una paura tremenda che fosse ancora arrabbiato e conoscendolo bene, si prospettava una serata tutt’altro che facile. Aveva tentato in ogni modo di evitare di andarci, ma Peter sembrava così ansioso di partecipare a una festa in casa Stabler, che alla fine fu costretta ad arrendersi. Stringeva nelle mani il regalo che aveva comprato Peter perché lei si era rifiutata di accompagnarlo, con la scusa del lavoro. Sempre con la preoccupazione di non far ingelosire Elliot.

Furono accolti da una Kathy particolarmente felice e complice con Peter.

Ma cosa stai architettando?

Il piccolo Eli si precipitò tra le sue braccia stringendola forte.

È uguale a me!

Le parole orgogliose di Elliot le tornarono in mente facendola sorridere. Era proprio vero, quel bambino sembrava adorarla proprio come il suo papà, almeno fino la notte prima.

-Olivia!-

-Ciao piccolo! Se diventato davvero grande! Tantissimi auguri!- gli diede un bacio sulla guancia, mentre il bambino sembrava un po’ imbarazzato. Lo sguardo del bambino si spostò in direzione di Peter.

-Chi sei?- gli chiese senza mezzi termini.

Olivia si alzò –Lui è Peter un mio amico. Peter lui è Eli!-

Il ragazzino non sembrava molto entusiasta di fare la sua conoscenza infatti lo degnò solo di uno sguardo torvo, per poi dedicarsi di nuovo a Olivia.

A differenza degli altri anni, Kathy aveva organizzato una festa solo per la famiglia, visto che con i suoi amici avrebbe festeggiato l’indomani a scuola. La casa era decorata con qualche palloncino e con uno striscione di ”Buon Compleanno”, attaccato dove presumibilmente dovevano scattare le foto. Si guardava intorno per cerca qualsiasi cosa che manifestasse la sua presenza, ma non riuscì a trovare niente.

Kathy era in cucina impegnata con la cena mentre Peter e Olivia erano in soggiorno con il piccolo Eli.

-Dove sono gli altri?- chiese Olivia al piccolo.

-Maureen sta per arrivare, Katleen è in camera sua a studiare e i gemelli non lo so!- rispose il bambino, impegnato a capire il suo nuovo gioco.

Ed Elliot? Avrebbe tanto voluto chiedergli ma non ebbe il coraggio.

Era quasi ora di cena e di lui nemmeno l’ombra, era stata sul punto di chiedere a Kathy dove fosse finito, quando il rumore della porta che si aprì la colse di sorpresa.

Lui era lì, con il suo splendido sorriso e con un regalo enorme per il suo bambino che, come lo vide arrivare, si allontanò da Olivia per andarlo a salutare. Posò il regalo a terra per prendere il bambino in braccio e dargli un bacio enorme sulla guancia.

-Hai fatto il bravo?- chiese, mentre gli spettinava i capelli.

Il ragazzino annuì allontanando la mano del padre dai suoi capelli, che la madre accuratamente gli aveva sistemato.

-Cosa c’è in quel pacco?- chiese curioso, capendo che era il suo regalo. Elliot lo rimise a terra e glielo diede.

-Vai in camera tua e aprilo!-

Così il bambino tutto contento non se lo fece ripetere una seconda volta.

Si ritrovarono loro tre da soli, Olivia in piedi accanto al divano, dove era seduto Peter, ed Elliot poco distante da loro. Sentiva il cuore iniziare ad agitarsi non sapeva se fosse ancora arrabbiato. Senza degnarla di un solo sguardo, si diresse in cucina dalla moglie, lasciandola da sola con i suoi pensieri.

Cosa ti aspettavi? Che ti stringesse forte a sé!

 

 

Erano trascorsi trenta minuti dall’arrivo di Elliot ma a lei sembravano un’eternità: l’aveva visto uscire dalla cucina per dirigersi in camera sua. Avrebbe tanto voluto seguirlo ma con Peter sempre attaccato a lei, non poté farlo. Decise di raggiungere Kathy per chiederle se avesse bisogno di qualcosa, aveva bisogno di distrarsi altrimenti quel giorno sarebbe stato lunghissimo.

-Olivia sei ospite non devi preoccuparti!-

Da quando sei così gentile?

-Forse potresti aiutarmi a scegliere il vino da mettere in tavola- disse, dopo aver riflettuto un attimo.

-Non m’intendo di vini, puoi chiederlo a Peter!-

Kathy colse l’occasione per restare sola con Peter, lasciandola in cucina. Non sopportava quell’atmosfera pesante che aleggiava in quella casa. Era sempre così ma oggi sembrava diverso, come se qualcosa stesse per accadere. Prese un bicchiere e si versò dell’acqua, fermandosi vicino al lavandino.

All’improvviso sentì il suo profumo e capì che era dietro di lei, quello che non si aspettava era di sentire il calore del suo corpo, praticamente attaccato al suo. Avvertì le sue braccia stringerla per la vita, attirandola ancora di più vicino al suo corpo. La sua testa nascondersi nell’incavo del collo e l’alito solleticarla mentre sussurrava –Sei bellissima!-

Le sembrava di essere invasa da una scarica elettrica lungo tutta la schiena. Chiuse gli occhi per godersi quel momento, senza però dire nulla. Dopo averla completamente ignorata, sperava di cavarsela così?

Iniziò a baciarla sul collo, mentre la stringava ancora più forte. La sentì leggermente trasalire quando fece salire la mano verso l’alto.

-Elliot smettila!-

-Non hai detto questo stanotte!- sussurrò malizioso.

La fece voltare per ritrovarsi a faccia a faccia: era davvero bellissima, con quel piccolo broncio che mal celava il suo desiderio.

-Perché ti sei comportato in quel modo? Quando m’ignori non ti sopporto!-

-Stavo solo cercando di fare quello che mi hai chiesto. Non puoi pretendere che resti a guardare mentre sei con lui!-

Ed io che credevo fossi ancora arrabbiato!

Sentì le sue dita sfiorarle la guancia per poi arrivare a sfiorarle le labbra. Lottò con il desiderio di cingergli le braccia al collo e baciarlo.

-Credevo fossi ancora arrabbiato- ansimò, incapace di controllare l’effetto che quelle carezze le stavano facendo.

-Shh! È tutto passato!- sussurrò prima di baciarla.

Una volta non avrebbe mai fatto una cosa del genere in casa sua, con i suoi figli dall’altro lato della porta e con la moglie a pochi passi ma, ora che l’aveva avuta, non era più in grado di staccarsi da lei.

Dopo un attimo di esitazione, si lasciò andare schiudendo appena le labbra per dargli ampio accesso. Preso dal momento la spinse all’indietro bloccandola tra il suo corpo e il lavandino. Le labbra lasciarono le sue per dedicarsi al collo, mentre Olivia allungava le mani tra i capelli

-Elliot! Oh mio dio! Elliot. Potrebbero veder…-

Fu di nuovo assalita dalle sue labbra che le impedirono di continuare la frase. Avvertì la sua gamba spingere in mezzo alle sue, costringendola a divaricarle appena. Iniziò a muoverla sfiorandole il suo punto d’eccitazione. Non riuscì a trattenere un gemito che fu inghiottito dalle labbra smaniose di lui.

Sembrava tutto amplificato, forse dalla consapevolezza del pericolo di essere scoperti. Non riusciva a spiegarsi il perché, sapeva solo che non riusciva a staccarsi da quel corpo. Elliot continuava a spingerle la gamba strusciandola, dandole piacere tanto da indurla a seguire le sue spinte con il bacino. Non sapeva neanche lei come, ma si ritrovò con una mano sul suo petto e con l’altra sulla cintura dei suoi pantaloni, che piano scese per incontrare la sua eccitazione. Lo sentì gemere sotto il suo tocco e si accese ancora di più.

-Ti voglio!- le sussurrò, afferrandola e facendola sedere sul mobile. Con trepidazione infilò la mano tra le sue gambe per accarezzarla intimamente.

-Oh Elliot, ma Kathy…-

-Shh! Basta che non urli!-

Erano ormai fuori controllo, non riuscivano più a ragionare con lucidità: mai avrebbero pensato di essere capaci di fare una cosa del genere. Eppure erano proprio loro che stavano facendo l’amore, in casa di Elliot a pochi passi dalla sua famiglia.

 

 

Stranamente la cena trascorse nel migliore dei modi, con i figli di Elliot che la rendevano partecipe delle novità, con Kathy che sembrava stranamente felice e con Peter che sembrava eccitato. L’unica cosa che guastava il tutto era quel senso di colpa che le affiorava ogni volta che ripensava a quello che era successo in cucina. Erano arrivati al piacere poco prima dell’arrivo di Maureen, e il solo pensiero di essere scoperti dalla maggiore delle Stabler, le aveva fatto chiudere lo stomaco. Lui invece sembrava tranquillo, fatta eccezione per le occhiatacce che, di tanto in tanto, lanciava a Peter. Tutto sembrava tranquillo fino all’arrivo del dolce. Dopo aver spento le candeline e aver fatto le foto tutti erano intenti a gustare la torta, quando un Peter super eccitato, richiamò l’attenzione di tutti, affermando di aver qualcosa da comunicare. Il cuore di Olivia iniziò a battere forte intuendo cosa volesse dire.

Ma cosa ti salta in mente?

Non ora! Non qui!

Lo vide mettersi le mani in tasca per poi mettere in bella vista una scatoletta contenente un anello. La reazione di Elliot fu immediata: sembrava un lupo in allerta per azzannare la sua preda.

-Colgo quest’occasione per donare quest’anello alla mia futura moglie!-

Si voltò verso di lei e prendendole la mano disse –Sono felice che tu abbia accettato di essere mia moglie! Ti amo!-

Tutti erano presi dall’eccitazione del momento e uno strano vocio invase la stanza, con le figlie di Elliot che si complimentavano con Olivia. Il rumore di una sedia caduta fece piombare di colpo il silenzio: Elliot si era alzato di scatto e ora la fissava dritto negli occhi

-Cosa diavolo significa questa scenetta?- il tono della sua voce metteva paura, non lo aveva mai visto così.

-Dai Elliot calmati e congratulati con Olivia - cercò d’intromettersi Kathy.

-Tu stanne fuori! Olivia guardami e dimmi la verità, hai davvero accettato di essere sua moglie?-

Non riusciva a controllarsi, si sentiva come un vulcano sull’orlo di esplodere. Non poteva essere la verità. Non dopo tutto quello che era successo tra loro.

Olivia non riusciva a reggere il suo sguardo, abbassò il viso aumentando così la furia di Elliot, che con pochi passi l’aveva raggiunta, costringendola a guardarlo.

-Metti giù le mani!- esclamò Peter, quando notò la mano di Elliot stringere forte sul braccio di Olivia.

Elliot avvertì la mano dell’altro circondargli il polso e, senza riflettere, scagliò un pugno che lo colpì in pieno viso.

-Ma che fai? Sei impazzito?- la voce di Kathy divenne stridula dalla paura. Elliot però non vedeva e non ascoltava nessuno, continuava a prenderlo a pugni, fino a quando non sentì qualcosa di caldo toccargli la schiena. In quell’istante si fermò e si voltò: gli occhi di Olivia colmi di lacrime fecero sciogliere in un attimo tutta la sua furia. Si avvicinò a lei e appoggiò la fronte sulla sua, sotto gli sguardi allibiti dei suoi familiari.

-Dimmi che è tutta una menzogna. Ti prego Olivia, non farmi questo!- il suo silenzio però contribuì a peggiorare la situazione. Era davvero furioso: ora era tutto chiaro.

La vuoi lasciare?

Hai sempre mentito!

Ed io che ho tradito mia moglie proprio in casa mia!

-Elliot mi vuoi spiegare cosa diavolo sta succedendo?- Kathy era sull’orlo di una crisi, non riusciva a credere ai suoi occhi.

-Tu lo sapevi? È per questo che li hai invitati, vero?-

Percependo la tensione nell’aria e prevedendo guai, anche molto grossi, Maureen prese i suoi fratelli e lasciò quella stanza. Era sicura che da lì a poco i loro genitori avrebbero finalmente messo fine a quella farsa, che scambiavano per famiglia. Era ormai da anni che aveva capito che il suo papà provava qualcosa di veramente speciale per Olivia e, se in un primo momento non lo aveva accettato, ora si ritrovava a chiedersi perché non si decidesse a dar voce al suo cuore.

-Hai ragione l’ho fatto per farti capire una volta per tutte che non potrai mai averla. Lei non è tua!-

Le rivolse un ultimo sguardo, poi senza dire una parole, afferrò le chiavi dell’auto e uscì sbattendo violentemente la porta.

 

Era ferma, immobile, non sapeva cosa fare con Peter e Kathy che la fissavano, mentre il cuore e il cervello le urlavano di andare da lui, di spiegargli come erano andate realmente le cose. Sbatté le palpebre come se si fosse appena svegliata da un incubo, si voltò afferrò la sua borsa e si diresse verso l’uscita.

-Dove vai?- la voce di Peter era alquanto alterata.

Aveva capito cosa fosse successo ma non poteva lasciarla andare così, dopo essere stato umiliato in quel modo. L’aveva tradito e non si era minimamente preoccupata di dargli una qualsiasi spiegazione.

-Peter devo andare da lui! Mi dispiace credimi, ma non posso lasciarlo da solo!-

-Lui non è solo! Lui ha me e i suoi bambini. Lascialo in pace!-

Olivia fissò Kathy con tutto il disprezzo che provava per quella donna. Arrivare a progettare una cosa del genere per allontanarla dal marito , era davvero patetico.

-Sei un’illusa se credi che questo ci possa separare!- le sussurrò Olivia prima di uscire.

 

Appena arrivata subito notò la sua auto nel parcheggio, spense il motore e si diresse dove era sicura che l’avrebbe trovato. Aprì la porta e lui era seduto sulla panchina, con i gomiti appoggiati alle gambe, mentre nascondeva il viso nelle mani. Quella scena le fece ricordare qualche anno prima, quando lei si era trasferita alla sezione crimini informatici.

Tu che fai qui?

Perché non me lo hai detto?

Scusa avrei dovuto dirtelo è che…

È troppo complicato!

Anche quella volta lo aveva ferito, anche quella volta lui era andato via senza aggiungere nulla, solo un semplicissimo “Grazie per essere venuta”.

Forse tutto era iniziato proprio in quel preciso istante, tutta la sua lotta per cercare di stargli lontano, senza successo.

Ora però non sarebbe scappata, non gli avrebbe permesso di mandare tutto all’aria. Ora era pronta per affrontare tutti e tutto.

-Elliot!- sussurrò piano, mentre varcava l’ingresso.

-Che ci fai qui?- chiese alzandosi e voltandole le spalle.

Sentì il corpo di Olivia stringersi forte al suo, sentì il suo profumo invadere il suo spazio, le braccia di lei abbracciarlo forte e poi sentì la sua voce incrinata dalle lacrime che lo implorava.

-Lascia che ti spieghi cosa è successo!-

 

 

 

 

 

 

 

Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto alcuni problemi nello scrivere questo capitolo.

Spero vi piaccia! Ringrazio Celesten e Neamh che continuano a recensirmi: grazie di cuore.

Un bacio e a presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Law & Order / Vai alla pagina dell'autore: barbabella