Probabilmente non dovrei essere seduta su questa sedia a raccontare al mondo intero tutte le strane/improbabili ‘avventure’ che mi sono capitate tempo fa. Il dubbio che insorge è il fatto che  potrei far star male qualcuno (è questo quel che più mi inquieta), oppure qualcuno potrebbe anche rimanere impassibile (segno che non saprei interpretare). Nel migliore dei casi potrei riuscire a tirare su il morale di certe persone; ma sono rischi che devo correre, perché il fatto di non aver raccontato niente di tutto questo ad alcun foglio, mi ha fatto pensare. Avrei dovuto farlo quando ne avevo l’occasione, quando rammentavo con chiarezza; ma certi ricordi non vanno via dalle teste di certe persone come il vento che evade velocemente dalle le foglie degli alberi. No. Talvolta certe parole, certe voci, certi occhi, certi sorrisi, non scappano via facilmente. Talvolta ci sono cose che ti rimangono in testa, rinchiuse come un pappagallo nella sua gabbia, un pesce nella suo boccia di vetro. Come al solito non faccio altro che dilagarmi, ma spero che siate comodi, perché questa noiosa storia di una stupida adolescente sta iniziando.
 
Correvo. Scappavo da qualcosa. Non riuscivo a capire da cosa. Sapevo solo di dover correre. Qualcosa mi rincorreva: il mio passato. Dovevo scappare, più veloce che potevo. E poi caddi. E mentre cadevo, sentivo le prime note di una canzone.
‘Skies are crying, I am watching, catching teardrops in my hands.’
Suonavano le prime note della mia sveglia. ‘Skyscraper’ riesce sempre a farmi sentire meglio, come fossi forte, nuova, rinata, come un fiore che sboccia ogni mattina. E’ questo quel che sarebbe accaduto quel giorno. Sarei rinata in una nuova vita, avrei frequentato una nuova scuola, mi sarei lasciata alle spalle tutto quello che i ricordi della mia vecchia vita avessero potuto far riaffiorare nella mia mente, come se non lo ricordassi realmente, come se non fosse mai accaduto.
La musica nel mio ipod mi accompagna da sempre nelle varie fasi della mia vita, è come se fossi nata da lei. Sa farmi stare meglio, oppure riesce semplicemente a farmi sfogare.
Scesi stanca dal letto, pensando che forse sarei dovuta andare a coricarmi prima. Ma non avrebbe avuto importanza, la sera dopo avrei fatto comunque la stessa cosa.
Mi infilai un paio di jeans e una t-shirt semplice, blu. Poi mi guardai allo specchio: cosa vedevo? Una spaventata ragazza al suo primo giorno nella nuova scuola. Una ragazzina castana, con degli occhi verde scuro\marroncino. Ma non vedevo solo questo, no. Guardavo nei miei occhi, e riuscivo a trovarci solo dei brutti ricordi, dei flashback di immagini che ricordavo del passato, perciò distolsi velocemente gli occhi, e scesi in cucina a preparare la colazione.
Dopo circa mezz’ora ero pronta per uscire di casa, mi appoggiai lo zaino in spalla e guardai il cellulare: mi stava chiamando, ancora. Non sapevo realmente cosa sentivo , ma credo che fosse indignazione, rabbia. Ero stufa. Chiusi la chiamata prima che i miei occhi potessero oscurarsi di nuvole, e uscii di casa.

Perdonate il capitolo corto, perdonate lo schifo che mi è uscito, perdonate tutto. cwc
Praticamente è una storia tutta ri-fatta di quella che scrissi tempo fa, spero che vi piaccia. (E' su Logan Lerman, quindi DEVE piacervi. ùù)
Grazie a tutti quelli che hanno recensito la mia one-shot, a quanto pare è piaciuta, più o meno. :)
Lasciate una recensione, se vi va. Grazie. :)