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Autore: shesaskyscraper    19/12/2011    6 recensioni
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Certi ricordi non vanno via dalle teste di certe persone come il vento che evade velocemente dalle le foglie degli alberi. No. Talvolta certe parole, certe voci, certi occhi, certi sorrisi, non scappano via facilmente.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prima di entrare in classe, rimasi appoggiata al mio armadietto con gli auricolari nelle orecchie a guardarmi intorno. Tante coppiette felici che non si aspettavano la rottura, tante di quelle ragazze che non sapevano che il loro cuore si sarebbe spezzato, un giorno. Tante persone ignare di dover soffrire. E altre persone che già lo facevano. Non poche, si leggeva nei loro occhi. Loro sorridono, ma io so che c’è altro nella loro testa. So che pensano ‘che schifo, spero finisca presto tutto questo, voglio stare meglio.’ Diciamo che ho questo piccolo dono: saper leggere le emozioni della gente attraverso i loro occhi. Non che tutto questo sia una sorta di potere magico. E’ solo che, come si dice? ‘Gli occhi sono lo specchio dell’anima’. Non so spiegarlo, so farlo e basta. Talvolta la gente mente anche di essere triste. E quelle sono le persone che mi fanno più schifo: mentono solo per essere ‘accettati’.
Una ragazza mi colpì, quel giorno. Era davvero molto sorridente, sembrava spensierata e ci avrei anche creduto se, entrando in classe non si fosse avvicinata.
- Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova, sono davvero molto grata di stringerti la mano, il mio nome è Ashley.
Lo disse tutto d’un fiato, sfoggiando un sorriso a trentadue denti, come se si fosse già preparata tutto quello che doveva dire. E poi non disse ‘ragazza nuova’ come una specie di discriminazione, ma come se fosse sollevata nel dirlo, come una ragazza sincera, o meglio, una ragazza VERA. Non riuscivo a leggere cosa c’era scritto nei suoi occhi, e questo voleva dire solo una cosa: diceva la verità. Niente menzogne. Diceva tutto sul serio. Però sembrava.. triste, aveva uno strano luccichio negli occhi.
- Piacere, io sono Violet. Credo che dovrei essere più felice io, di te, sei la prima ragazza che mi ha parlato stamattina.
Le strinsi la mano sorridendo, e pensando che fossi davvero fortunata ad aver incontrato una persona dolce come lei. Aveva gli occhi marroni e i capelli mossi e scuri, come se si fosse appena sciolta una treccia: erano magnifici. Vestiva comoda: niente tacchi, gioielli o altro, solo un paio di converse, una normale maglietta a maniche corte e un paio di jeans a sigaretta, che le stavano a meraviglia, dato che sottolineavano le sue gambe snelle.
Ci sedemmo accanto, quel giorno, e credo che ci fu una piccola scintilla, perché nei mesi seguenti non facemmo altro che stare insieme, a parlare anche di cose improbabili come gli alieni, o più semplicemente dei compiti. Camminavamo insieme per i corridoi, non ci lasciavamo neanche per andare in bagno. E’ strano come una persona che fino a poco tempo prima non conoscevi neanche, possa diventare così importante. E’ come quando comprasti il tuo primo cagnolino: non sapevi chi era, ma lo amavi con tutto il cuore. Era una ragazza davvero solare, ma sapevo fin troppo bene che dietro al suo sorriso si nascondeva qualcosa, anche se faceva di tutto per nasconderlo. Ma non osavo chiedere, mi si sarebbe spezzato il cuore, se avesse pianto, sembrava così fragile.
 
Eravamo così affiatate insieme, che non ci accorgemmo neanche che stava per arrivare il Natale. Le strade iniziavano ad illuminarsi, sembrava il primo giorno di primavera in cui tutti i fiori più brillanti sbocciano per dare colore alla vita. Peccato che stesse per piovere.
Mi stavo incamminando a casa di Ashley per la prima volta, mi aveva dato una piccola mappa per orientarmi, quella città era magnificamente enorme. Aveva un sorpresa per me, o così mi aveva detto. ‘Aspetta solamente di sapere cosa sarà.’ Mi aveva detto; era stata molto, troppo vaga, direi. Intanto che camminavo e seguivo la mappa, chiedevo a me stessa cosa avesse in testa quella ragazza.
Arrivata sul portico, mi fermai e suonai lentamente.
- Violet! Sei qui! Entra pure! Vuoi dei biscotti? Siediti pure sul divano.
Faceva tutto velocemente, come se dovesse sbrigarsi.
- Che ti prende? Perché mi hai fatta venire a casa tua? Che devo sapere? Cosa diamine succede, Ashley?
Mentre parlavo era indaffarata a fare della cioccolata calda, preparare un tavolino, accendere le candele.
-Tu stai tranquilla, siediti e basta. Sei vestita perfettamente. Devo solo farti conoscere una persona.
In realtà non è che avessi indossato vestiti molto ricercati. Effettivamente avevo preso la prima cosa che avevo trovato nell’armadio. Intanto che Ashley si riempiva di cose da fare, diedi un occhiata alla casa. Era pronta per il Natale: sul camino posto ad un lato della stanza c’era una corona di fiori rossi, un albero color rosso e oro, con le luci dello stesso colore, sul tavolo in cucina vi era appoggiata una tovaglia rossa con dei piccoli ricami oro. Ma la cosa che più mi prese, fu il vischio sul soffitto al centro della stanza, affascinante e strano allo stesso tempo. Pensare che io non avevo neanche aperto la scatola delle decorazioni.
Il campanello suonò. Passò forse.. un attimo? Sentì Ashley urlare:
-Apri, ti prego! Sono indaffarata.
Senza esitare mi alzai dal divano (rosso) e mi avviai all’ingresso per aprire una porta marrone, circondata da altre decorazioni (rosse come avrete intuito). Ebbi appena il tempo di abbassare la maniglia, che Ashley mi sfrecciò accanto. ‘Chi può essere di tanto importante che rende quella povera ragazza così elettrica?’ pensai.
Quando guardai fuori, capii.


Saaalve! Scusate per il ritardo con cui ho postato, ma non avevo neanche un minimo di ispirazione!
Spero che mi facciate sapere di questo obbrobbrio.
Penso di riuscire a postare prima, stavolta. Ho già in mente il prossimo capitolo. :)
Sarah. xx
  
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