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Autore: SellyLuna    26/11/2011    5 recensioni
Salve a tutti!!! é la prima volta che pubblico qualcosa di mio, perciò non so se i dati siano corretti...
Il mio testo tratta di un possibile evento in un prossimo futuro e si concentra maggiormente su un particolare momento e sulle emozioni/pensieri dei personaggi, per questo non ci sono descrizioni... Spero possiate perdonarmi e magari fare un salto e dare un'occhiattina;) Mi scuso per la pessima presentazione, ma sono solo alle prime armi :D
"Spalancò gli occhi dal terrore. Il terrore della morte. Era consapevole che un attacco nemico l’aveva colpita, sebbene non l’avesse visto arrivare. Era accaduto tutto così in fretta che dalla sua bocca non era uscito nessun suono.
Le figure intorno a lei divennero sempre più confuse, sfocate, finché il buio non l’avvolse."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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 Spalancò gli occhi dal terrore. Il terrore della morte. Era consapevole che un attacco nemico l’aveva colpita, sebbene non l’avesse visto arrivare. Era accaduto tutto così in fretta che dalla sua bocca non era uscito nessun suono.
Le figure intorno a lei divennero sempre più confuse, sfocate, finché il buio non l’avvolse.

Era accecato dall’odio, la colpa era di tutti e tutti dovevano capire come si sentiva; solo allora la sua vendetta sarebbe stata compiuta. Attaccava chiunque si trovasse davanti, senza distinzione, non si prendeva neppure la briga di osservare il suo nemico. L’unica cosa che gli importava era di colpire, ferire, uccidere. Iniziava a sentirsi appagato, percepiva un senso di soddisfazione, minimo, ma sapeva che quello era solo l’inizio. Da lì in poi sarebbe stato tutto in discesa, così semplice fino alla massima realizzazione del suo obiettivo. Non distingueva i rumori attorno a sé, non tanto perché non ne avesse le facoltà, ma perché non ne sentiva il reale bisogno. Perché per lui ciò che accadeva, che fosse a causa sua o meno, era estraneo. Riuscì a sentire una voce forte e nitida che urlava un nome. Lui conosceva sia la persona a cui apparteneva quella voce sia l’altra che portava quel nome: Naruto e Sakura. Si volse in direzione del grido. Mise a fuoco un Naruto sconvolto, ma i suoi occhi non si soffermarono su di lui, ma vagarono un po’ più in avanti finché non li videro. Due occhi verdi sbarrati dal terrore. Una scena famigliare. Ma questa volta era diverso, lo sapeva.
Qualcosa di non ancora definito dentro si sé si spezzò. Non avrebbe più visto quegli occhi, così verdi, così profondi, così speranzosi, così pieni di vita. Quegli occhi che avevano lasciato sgorgare tante lacrime per lui, di preoccupazione, di paura ma anche di dolore. Soprattutto di dolore quando le aveva detto che se ne sarebbe andato, nonostante lei, da ragazzina innamorata, avesse tentato di fermarlo, di convincerlo a rimanere. Ma lui, ovviamente, fece di testa sua e se ne andò, non prima di averle sussurrato un debole grazie. Quanto dolore aveva provato in tutti questi anni?
Senza rendersene conto si avvicinò e la vide.
Era sdraiata a terra, sembrava che dormisse. Era davvero bella. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Le si inginocchiò vicino.

Naruto lo guardò perplesso, non sapeva se intimargli di allontanarsi da lei o di gridargli contro tutta la sua rabbia. In fondo era in parte colpa sua se si era arrivati a intraprendere quella dannatissima guerra. Ma il suo proposito di dire alcunché fu smorzato quando vide Sasuke scostare con delicatezza una ciocca di capelli rosati dal viso di lei e con una tenerezza non sua accarezzarle una guancia. Ebbe la strana sensazione di essere di troppo, di non appartenere a quel mondo, al loro mondo. Tuttavia rimase immobile a osservare cosa sarebbe successo. In quel momento si sentiva svuotato da qualsiasi emozione, anche dalla rabbia provata poco tempo prima.

Sasuke si piegò su di lei e rimase così per diversi minuti ad osservarla meglio e notò piccoli particolari sui quali non si era mai soffermato. Anche le imperfezioni, come la sua fronte leggermente spaziosa, la rendevano unica. Aveva dei lineamenti delicati e dolci, ma allo stesso tempo decisi; rispecchiavano il carattere della ragazza. I suoi occhi erano chiusi, si rammaricò di non poter specchiarsi in quell’immenso verde e di non potersi perdere. Il suo piccolo naso lo invitava a sfiorarlo con il proprio per sentire il profumo della sua pelle. Le sue labbra erano leggermente schiuse come se aspettassero un bacio e lui desiderò che le loro labbra si incontrassero… Si meravigliò di tale pensiero, ma come poteva lui, che era un vendicatore e che non aveva pensato ad altro che al conseguimento della sua vendetta, pensare ad una cosa simile? E le sue labbra erano ancora lì. Ebbe un tuffo al cuore. Si mosse senza accorgersene, le si avvicinò ancora finché non posò le sue labbra sulle sue. Chissà da quanto tempo aspettava quel bacio, ed ora che finalmente lo aveva ottenuto, lei non ne poteva gioire perché era… no, non riusciva nemmeno a pensarlo. Sentì uno strano punzecchio agli occhi e un enorme bisogno di piangere. Ma il suo orgoglio gli impediva di lasciare che le lacrime fuoriuscissero copiose, quindi dopo una lenta e dolorosa battaglia interiore le ricacciò indietro. Ma una riuscì a evadere contro la stessa volontà del ragazzo e gli rigò il volto, lasciando una scia proprio dove era passata e cadde. Finì sulla guancia di Sakura.
Il tempo si fermò, o così parve a Sasuke. Distolse lo sguardo dalla ragazza e incrociò quello di Naruto, sofferente quanto lui. Nei suoi occhi pieni di lacrime riusciva a scorgere anche il suo dolore. Non erano mai stati così vicini e lontani come in quell’istante.

Buio. Era tutto così scuro. Rabbrividì. Allora era quello il luogo dove si va quando si muore? Non era proprio come se lo era immaginato. Doveva esserci uno sbaglio. Credeva che dovesse essere un luogo così luminoso da non poter tenere gli occhi aperti da quanta luce emanava. Per non parlare dei canti, delle risate, delle chiacchiere. Tutto così gioioso. In quell’oscurità c’era qualcosa di sbagliato. Non poteva negare il suo disappunto e la sua delusione. Sentimenti che vennero scacciati subito dopo dal disagio, da un senso di solitudine e dall’inquietudine. Era buio, regnava il silenzio ed era sola. Come era possibile? Ad un certo punto vide davanti a sé una piccola fonte di luce. Lontana e flebile, ma era la sua unica salvezza. Iniziò a correre con tutte le forze che aveva, voleva raggiungerla, doveva raggiungerla.
La luce era sempre più vicina, ma il suo corpo dava segni di non farcela. Era esausta, ma qualcosa la spinse a non demordere, a tenere duro. Si sarebbe riposata una volta raggiunta la meta. Così, seppur sfinita, corse gli ultimi metri che la separavano dalla luce. All’interno del suo alone si sentì rinascere, sentì tornare le forze ed ebbe l’impressione di riavere una consistenza, come se fino a quel momento non avesse avuto un corpo e ora ritornava ad animarlo.
La prima cosa che percepì fu una leggera pressione sulle labbra, seguita da un piacevole calore che rimase circoscritto in quella zona. Una bella sensazione, che l’avrebbe potuta cullare dolcemente. Ma all’improvviso una goccia fredda la destò dalla volontà di farsi trascinare via. Aspettava l’arrivo di altre gocce, ma quelle non vennero.
Pian piano prese più coscienza del suo corpo: si trovava a contatto con la dura terra. Tossì e con un grande sforzò alzò le palpebre. Dapprima le figure nere che si stagliavano davanti a lei furono confuse, poi divennero sempre più chiare nelle forme di un Sasuke inginocchiato vicino a lei e di un Naruto poco distante da quest’ultimo. Gli occhi di Naruto brillarono alla vista del suo risveglio e il suo voltò si rilassò.
Poi incontrò gli occhi neri come la notte di Sasuke. Quegli occhi che lei tanto amava e che avrebbe amato per sempre. Si lasciò risucchiare nella loro profondità. Non erano così freddi come si era abituata a vedere negli ultimi tempi, ma poté intravedere un piccolo spiraglio, dove erano racchiusi tutti i suoi sentimenti. Fu grazie alla vista di questo spiraglio che trovò il coraggio di abbracciarlo.

Quando la sentì tossire subito indirizzò il suo sguardo su di lei nel momento in cui apriva gli occhi. Si sentì sollevato e felice come non lo era stato da anni. Si meravigliò nel vedere che lo abbracciava con slancio. Come se, per qualche motivo, si fosse scordata che lui era suo nemico. Come se fossero tornati ai tempi dell’Accademia e trovava scuse valide per abbracciarlo. Tipico di Sakura. Ma questa volta dovette ammettere che non gli diede fastidio, anzi lo trovò piacevole. Per questo motivo non fece nulla per scostarsela di dosso, come invece avrebbe fatto anni addietro. Sentì il bisogno di essere più partecipe. Le sue mani non rimasero penzoloni lungo il suo corpo, ma la strinsero ricambiando quell’abbraccio. Inspirò il suo profumo, non era forte, era delicato. Gli ricordava la primavera, gli alberi in fiore, il risveglio di molti animali dal letargo… in poche parole vita. E lei poteva essere la sua speranza, la sua vita. Questa rivelazione lo colpì così all’improvviso, come un colpo inatteso, con tutta la sua forza. Ora gli era tutto più chiaro. La sua vita aveva un senso. Comprendeva anche il suo dolore, che era sempre lì, ma meno pressante. Ora sapeva cosa doveva fare.
Mentre era tra le caldi e rassicuranti braccia di Sakura, alzò lo sguardo. Negli occhi di Naruto c’era meraviglia, stesso sentimento che provava anche Sasuke verso se stesso. Subito lo stupore dell’amico mutò in felicità per le persone a lui più care. Finalmente le cose prendevano la giusta piega e sapeva che sarebbero andate meglio nel prossimo futuro. Non poteva far altro che sorriderne di cuore.
Ma c’erano cose che non cambiavano mai. Sasuke con uno sguardo penetrante aveva intimato all’amico di non proferire parola con nessuno su questa, come la definiva lui, debolezza. Meno che mai accennare a ciò che era successo prima del risveglio di Sakura. Soprattutto a lei. Era imbarazzante, ne andava della sua dignità. Sasuke era sicuro che l’amico avesse compreso cosa celasse quello sguardo e non appena fu libero dall’abbraccio di Sakura, si alzò. Guardò un ultima volta Sakura e Naruto, poi si voltò e s’incamminò.
Sakura lo guardò allontanarsi, stupita, domandandosi ancora una volta se la lasciava nuovamente. Poi si voltò verso Naruto, che sorrideva ancora, allora si tranquillizzò. Non sapeva per quale motivo il suo migliore amico fosse così felice, ma il sorriso che gli illuminava il volto le era sembrato così sincero e le era bastato. Dopotutto lei non aveva visto, a differenza di Naruto, gli occhi di Sasuke prima che si voltasse. Emanavano una nuova luce.
 
Salve a tutti!!!
Vi ringrazio di aver letto, ma in modo particolare vorrei ringraziare Hikari che mi ha incoraggiato a pubblicare questa cosa qui e per avergli dato un’occhiata alla ricerca di possibili ed eventuali errori!!! ^^ grazie davvero!!!
Probabilmente non è un granché, ma così mi è venuta, e che ci si può fare?!? :D
Comunque sarei felice se mi dite cosa ne pensate, d’altronde sono qui per imparare…
Con questo chiudo, alla prossima forse… ;)
Selly
   
 
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