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Autore: Emily Kingston    26/11/2011    5 recensioni
Già dal giorno della loro nascita, mamma Molly aveva saputo che sarebbero stati una risata.
Una risata di quelle potenti come un temporale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Molly, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Eravamo le risate del mondo

 
Già dal giorno della loro nascita, mamma Molly aveva saputo che sarebbero stati una risata.
Una risata di quelle potenti come un temporale.
 
L’intera famiglia Weasley ricordava, a distanza di anni, che i gemelli erano nati in una mattina d’inizio primavera, frizzante quanto un pomeriggio d’estate e croccante quanto un giorno d’autunno. Ricordavano che George, maggiore di pochi secondi, aveva iniziato a piangere solo quando anche Fred aveva fatto la sua comparsa, e che entrambi avevano messo fine ai loro lamenti scambiandosi un sorriso sdentato.
 
Tutti ricordavano che il pianto dei gemelli si era levato proprio nel momento in cui Bill e Charlie stavano per attaccare dietro alla schiena del piccolo, ma già noioso, Percy un pezzetto di carta1.Erano a tanto così dall’appiccicarlo quando un gemito si era levato nel silenzio, sorprendendoli nell’atto di schernire il fratello con un mezzo ghigno sulla faccia.
 
Per i giorni seguenti la Tana non aveva avuto pace.
 
Fred e George Weasley, già dalla tenera età di due giorni, godevano nell’esasperare il resto della famiglia, iniziando a piangere senza ragione e smettendo non appena chiunque appariva sulla soglia della loro cameretta. Sembravano provare una sorta di perverso piacere nel tirare i capelli dei fratelli o nello sbavare sulle loro spalle quando la mamma chiedeva loro di prenderli in braccio – ingrato compito che, il più delle volte, spettava al povero Bill.
I nuovi arrivati erano talmente insopportabili che, una volta, Arthur aveva sorpreso Charlie e Bill nell’atto di giocarsi, con una partita di scacchi, il compito di badare ai fratellini.
 
Con il passare del tempo le cose erano solo peggiorate.
A due anni i gemelli si dilettavano nel tendere trappole ai fratelli per la casa.
A sette avevano tramutato, rubando una vecchia bacchetta di Bill, l’orsacchiotto di pezza di Ron in un ragno, terrorizzandolo a morte. A nove avevano cercato di fargli fare un voto infrangibile. Ad undici erano andati ad Hogwarts e la signora Weasley aveva deciso di lavarsene le mani, arrendendosi al fatto che erano così dalla nascita e non c’era nulla da fare.
 
Ma in fondo, nonostante zia Muriel avesse minacciato di eliminarli dal testamento, nonostante il signor Weasley avesse una collezione privata di lettere di lamentele provenienti dalla professoressa McGranitt, nonostante tutti i fratelli Weasley si guardassero attentamente le spalle ogni qual volta i gemelli si trovavano in casa, Molly continuava ad essere convinta che loro due fossero solo una risata.
 
Anche ad Hogwarts i gemelli Weasley avevano dato agli insegnanti del filo da torcere, divertendosi nell’esasperare Gazza, il custode, e dando manforte a Pix, il poltergeist combina guai. Al loro primo anno avevano rubato una mappa magica dall’ufficio di Gazza ed al loro sesto anno avevano aperto un giro di scommesse sul possibile vincitore del Torneo Tremaghi.
Al loro settimo anno, dopo aver iniziato a vendere clandestinamente degli oggetti di loro invenzione, avevano lasciato la scuola ed avevano aperto un negozio di scherzi.
 
Tutte cose degne di nota, non c’è che dire, senza contare che i gemelli stessi avevano detto, mentre Molly urlava contro di loro sventolando un mestolo da cucina, che Silente avrebbe dovuto dedicare loro un premio per essere stati i Peggiori Studenti dell’Anno.
Una Banshee avrebbe preso quell’affermazione con più filosofia.
 
Fred e George Weasley, quindi, erano stati un disastro ambulante fin dal giorno della loro nascita e nessuno era mai riuscito a fare qualcosa a riguardo. Neanche durante la guerra erano riusciti ad essere seri, neanche vivendo con il rischio di morire da un momento all’altro erano riusciti a smettere di essere una risata. E, forse, quello era stato un bene.
 
Era stato un bene perché i gemelli avevano portato uno spiraglio di allegria in una coltre di tristezza; avevano portato una ventata di speranza nell’asciutto della disperazione; avevano portato una risata nel silenzio dei brutti pensieri.
 
Adesso la guerra era finita, il peggio era passato, Voldemort era stato sconfitto senza il rischio di un inaspettato ritorno e il mondo aveva ripreso a girare per il verso giusto, ridendo un po’ di meno, ma per il verso giusto. Adesso George Weasley si trovava davanti ad una lapide bianca, le ginocchia contro il terriccio umido del prato, lo sguardo incantato ad osservare come la foto di suo fratello ammiccava verso di lui, derisoria.
 
Molly riusciva a vederlo dalla finestra della cucina con uno strano qualcosa che le strizzava il cuore, facendolo sanguinare appena. Erano passati mesi dalla morte di Fred ma nessuno di loro, nessuno degli amici o dei fratelli, l’aveva vissuta – e la stava vivendo – come George. Per lui era una cosa diversa, Molly lo sapeva bene.
 
Se ne stava lì, con quel suo orecchio mancante, ed era un po’ come se quell’orecchio che non c’era più fosse suo fratello: un pezzo di lui che se n’era andato.
Ma Molly sapeva che lui sarebbe continuato ad essere una risata, nonostante il dolore, nonostante il senso di vuoto alla bocca dello stomaco, nonostante la voglia di mollare tutto e scappare via, lui avrebbe continuato ad essere una risata.
 
Una risata di quelle simili alle piogge torrenziali, un po’ più debole di un temporale; ma sempre una risata. George Weasley, nonostante tutto, sarebbe stato per tutta la vita la sua risata.

 
 

Secondo quanto detto dalla Rowling, George e Fred sono nati il 1 di Aprile.

Note: Non è niente di speciale, solo la sclerata del fine settimana.
A voi il giudizio ;)
Emily.


 
   
 
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