My father.

Da piccola non ho mai saputo molto di mio padre, sapevo solo come si chiamasse e che aspetto avesse grazie ad una foto mostratami da mia madre che raffigurava me tra le sue braccia mentre mi guardava sorridente.
Fino agli 8 anni di età mia madre, quando gli chiedevo di lui e del perché non fosse li con noi, rispondeva che era andato via per lavoro ma che presto sarebbe tornato.
Dopo un paio di anni lei mi spiegò che non era andato via per lavoro e che non sarebbe nemmeno tornato; “Perché aveva fatto cose brutte” mi disse. Da quel momento in poi promise che ogni sera mi avrebbe raccontato tutta la verità con calma e tatto. Una qualsiasi bambina di 10 anni si sarebbe arrabbiata con la madre per tutte le bugie che le avevano rifilato durante la sua infanzia, ma io reagii diversamente, non me la presi minimamente né con mia madre e né con mio padre e non mi sentivo nemmeno particolarmente scossa dalla verità, forse perché quando successe tutto io ero solo una pargoletta di 12 mesi in braccio a mia madre in quel fottutissimo ascensore. Già quell’ascensore, in cui tuttora salgo quotidianamente dopo essere tornata da scuola. Quell’ascensore che per anni mi ha suscitato paura, ira, impotenza.
Dopo anni che avevo sigillato questo fatto in una remota parte della mia memoria, qualcosa la fece risvegliare bruscamente.
Come tutte le sere ero su Facebook a chattare con i miei amici e compagni di scuola, quando mi arrivò una richiesta d’amicizia. Io accettai incurante di quello a cui stavo andando incontro. Dopo 10 minuti che accettai la richiesta quella persona mi scrisse in chat.
<< Ciao. :D >> scrisse lei.
<< Ciao. >> risposi io semplicemente. Subito mi chiesi cosa voleva questa ragazza da me. Dopo due secondi mi arrivò la risposta.
<< Sono tua cugina. Sono la figlia della sorella di tuo padre. >> A quell’affermazione io mi pietrificai spalancando gli occhi incredula. Ero abituata ad avere solo 2 cugini invece ora mi ritrovavo in una situazione sconosciuta in cui non sapevo più se continuare a parlare con lei o meno.
<< Cosa? ò.ò >> Mi limitai a scrivere citando un’emoticon che rispecchiava completamente la mia espressione e il mio stato d’animo. Mentre attendevo una sua risposta chiamai abbastanza allarmata mia madre. Anche lei rimase scioccata e mi chiese subito di chiudere la conversazione. Io la feci ragionare e le spiegai che forse era solo uno scherzo di qualche Fake, allora lei mi diede l'approvazione di parlarle e magari scoprire un po' di cose in più.
Nel frattempo la ragazza dall’altra parte del pc rispose: mi spiegò che l’aveva scoperto quella sera elencandomi tutti i parenti di cui la mia mente era ignara, che non mi costringeva a parlare con lei visto quello che aveva fatto mio padre e che le aveva fatto piacere conoscermi.
Io un po’ titubante continuai a parlare con lei per tutta la sera. Per ora mi fiderò anche se so che non potrò mai essere sicura sulla sua identità, potrebbe essere anche mio padre che cerca di contattarmi attraverso un contatto falso. Tutto ciò mi sembra un po’ difficile ma non bisogna mai fidarsi troppo delle persone.
Per ora cerco di non pensarci e di non dargli troppa corda quando mi scrive, ma questa cosa sinceramente mi terrorizza non poco sapendo che mio padre era un drogato che voleva fare “un lungo viaggio con me”, ovvero voleva uccidermi insieme a lui.
Maledirò per sempre quel fottuto ascensore che ha visto mia madre e me coinvolte in una scena degna di un film horror.