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Autore: Mike72    26/11/2011    3 recensioni
Billie Joe Armstrong è un cantante e chitarrista di fama mondiale, membro della punk band Green Day insieme ai suoi amici di sempre Mike Dirnt e Tré Cool e idolo di milioni di fan. La sua vita, a quanto sembra dalle numerosissime interviste che rilascia, è incentrata esclusivamente sulla famiglia, sulla band e sul comporre canzoni per nuovi album.
Ma sarà vero?
All'alba della mia prima FF suggerisco: dateci una lettura, al massimo avrete perso mezzo minuto.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Billie Joe Armstrong aprì gli occhi con un orribile presentimento nel cervello. Si girò verso la sveglia, pensando che Adie fosse di nuovo in ritardo con la colazione, ma scoprì che erano le 9:53 e quindi sarebbe arrivata solo tra qualche minuto.

Cos'era che lo preoccupava in quel modo?

Era forse il PD, il Parents' Day alla scuola di Joey e Jakob, per cui avrebbe dovuto andare dai professori facendosi dire quanto erano bravi i suoi figli con il rischio di essere assalito per strada?

O era il giorno del Ringraziamento o di Natale, e quindi avrebbe dovuto avere tutti i parenti in casa? No, perché era Settembre...

Settembre.

Nello stesso istante in cui pensò quella parola bussarono alla porta e Adie entrò, immancabilmente con il vassoio della colazione in mano e il giornale sottobraccio.

« Buongiorno, amore » disse sorridente.

« Buongiorno » bofonchiò Billie pensieroso mentre si metteva seduto e lanciava uno sguardo all'ora proiettata sull'armadio: le 10 precise. Almeno questa volta Adie era stata puntuale.

Srotolò il giornale mentre la moglie apriva leggermente la finestra, e quando gli occhi gli caddero sulla data il suo cuore ebbe un sussulto.

September 10.

Restò immobile a guardare quel 10 per secondi interminabili, per poi passarli sulla scritta ripetutamente come avesse avuto un tic.

10 Settembre.

La mente volò per un attimo indietro nel tempo, esattamente a trent'anni prima, mostrando l'immagine di un bambino sui dieci anni con corti capelli castano–ramati e occhi castani, in piedi di fronte ad una bara con sopra un bellissimo mazzo di fiori bianchi. Due uomini calavano la bara in un buco rettangolare scavato nell'erba, nel bel mezzo di una serie interminabile di lapidi tutte ordinate in file l'una accanto all'altra. Intorno al buco, un gruppetto di gente si stringeva gli uni agli altri, e in particolare una donna sulla cinquantina era circondata da cinque ragazzini di varie età che dovevano essere suoi figli, tanto le somigliavano. Il bambino era distante dai fratelli e non si stringeva a nessuno, né tanto meno si faceva contagiare dai visi lacrimosi dei presenti. La bara veniva collocata sul fondo della buca e i due uomini inforcavano due pale e cominciavano a tirarci della terra sopra, mentre il prete borbottava una litania di cui non si capiva neanche mezza parola.

« Hai dormito bene, tesoro? »

La voce di Adie spazzò via il flash che per un attimo aveva offuscato la mente di Billie Joe Armstrong, riportandolo alla realtà.

« Sì, bene... » borbottò, l'immagine del cimitero ancora davanti agli occhi.

« Tesoro... » esordì ancora la moglie, « Sai che giorno è oggi? »

Billie alzò lo sguardo su di lei, inspirando profondamente mentre lo faceva, e urlandole addosso tutta la rabbia che provava in quell'istante.

« SE SO CHE GIORNO È OGGI? MI STAI CHIEDENDO SE SO CHE GIORNO È OGGI?! CERTO CHE SO CHE GIORNO È OGGI! PENSI CHE IO NON LO SAPPIA? CREDI CHE UNA CELEBRITÀ COME ME NON SAPPIA OGNI VOLTA CHE SI SVEGLIA CHE GIORNO È? »

Si bloccò, respirando velocemente e senza smettere di fissare la moglie.

«Diamine, Adrienne, mi stupisco che ti abbiano dato quella maledetta laurea con l'intelligenza che ti ritrovi! » esclamò alla fine.

Adie non replicò, limitandosi ad abbassare lo sguardo, lasciando che gli insulti del marito volassero alla sua anima e la tagliassero a metà come mille coltelli.

« Lo smoking è già in bagno » disse con una voce che si sentiva a stento.

Billie non disse una parola mentre la moglie usciva dalla camera e richiudeva silenziosamente la porta. Stizzito, richiuse il giornale di scatto senza neanche aver letto il titolo dell'articolo di apertura, mangiò in tre secondi, si precipitò in bagno e cominciò a lavarsi. Appeso alla gruccia sul termosifone, lo smoking nero da cerimonia con appena sotto le scarpe eleganti, la camicia bianca e la cravatta nera sembravano fissarlo mentre si faceva la barba con apparente calma.

 

Vi chiederete il motivo di tutta questa preoccupazione, be', diciamo che il mio Billie Joe Armstrong, o se preferite il suo lato oscuro, ha sempre detestato la famiglia, e in particolare il padre... Tra poco scoprirete il perché ;)

 

* * *

 

Il SUV si fermò appena dopo l'entrata del cimitero, stridendo sulla ghiaia, appena prima di un'altra macchina color verde petrolio. Le portiere si aprirono e quattro persone in completo nero ne uscirono, formando una comitiva silenziosa che varcò il cancello spalancato in mezzo alle due siepi. La famiglia Armstrong camminò lungo il vialetto segnato dalla ghiaia, superando la chiesetta, la casa del becchino, e finendo in un vastissimo prato popolato solo da file interminabili e ordinate di lapidi di pietra. A dire la verità, in quel momento le lapidi non erano le uniche protagoniste della scena. Esattamente al centro del prato, un capannello di circa quindici persone chiacchierava a bassa voce; chi più distante, chi in coppia, chi a gruppi di tre o quattro, tutti quanti stavano nei pressi di una lapide particolare che Billie conosceva molto bene. Non appena lui, la moglie e i figli si avvicinarono al resto della compagnia, tutti gli sguardi piombarono su di loro, facendo salire l'irritazione di Billie ad un livello ancora più alto che affondò le mani nelle tasche dei pantaloni. Nel contempo un uomo sulla sessantina, con una folta barba bianca grigia, si staccò dalla folla per avvicinarsi a loro.

Era Alan, il maggiore dei fratelli Armstrong, e tra tutti quello che Billie odiava maggiormente.

Per tutta la vita, Alan aveva sempre creduto di fare da padre al fratello minore, cosa che in effetti avrebbe potuto essere senza problemi, dato che aveva 22 anni in più. Be', di conseguenza a questo fatto di parecchia importanza, Alan non aveva mai resistito all'impulso di rimproverare Billie per qualunque cosa facesse, spesso assecondato dall'ennesimo uomo che la madre si portava a casa e quasi sempre quando questa era incapace di aprire bocca. Dopo che Andy era morto (non che prima la situazione fosse migliore) Alan si era auto–eletto patriarca della famiglia, privilegiando tutti quanti all'infuori del fratello minore e costringendolo a stare nei limiti imposti dal padre che, come ripeteva in continuazione, “Era un grande uomo che sebbene non fosse più con loro era come se non se ne fosse mai andato”.

Solo cretinate.

Per come la pensava Billie, al contrario di tutti i suoi fratelli e sorelle, suo padre era sempre stato uno sfigato. Musicista occasionale e camionista per il resto del tempo, Adrew Armstrong non aveva mai contemplato la possibilità di fare dei soldi. Il suo motto era “L'uomo conta l'amore, non i soldi”. Un motto stupido, che andava perfettamente d'accordo con l'idea familiare di armoniosità e felicità e che li aveva quasi lasciati sulla strada quando era morto. Un peso sulla schiena in meno, che qualche anno dopo aveva consentito a Billie di andarsene da quella casa di idealisti sfigati per sfondare nel mondo della musica insieme a Mike.

Di tutta quella famiglia riunita intorno alla lapide che ora guardava lui e Alan lui era stato l'unico a diventare veramente qualcuno, a concludere qualcosa nella vita.

Alan gli arrivò di fronte con pochi passi, e quando furono l'uno davanti all'altro si fermarono per fronteggiarsi con sguardi ostili.

« Ciao, Billie » gli disse con la sua tipica voce profonda.

« Ciao, Alan » rispose l'altro.

Era da quasi un anno che non lo vedeva, che non vedeva nessun membro della sua famiglia dalla quale cercava di staccarsi il più possibile.

« Addirittura in compagnia, vedo » aggiunse il fratello maggiore.

Billie pensò in un attimo all'ultima volta che era andato in quel cimitero: esattamente 10 anni prima.

« Se è un problema me ne vado, non è certo la mia massima aspirazione stare qui » replicò freddo, sperando che l'altro si zittisse e lo lasciasse in pace.

Riuscì nel suo intento. Superò il fratello maggiore, senza degnarlo di ulteriori sguardi, e si avvicinò alla lapide insieme al resto della gente, seguito a ruota dalla moglie e i figli. In cuor suo sperò che tutta quella farsa finisse il più presto possibile.



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Mike72's Corner

Eccoci qua! I'm back!
Solo per informazione, non sono morta ;)
Questo capitolo devo dire che non mi soddisfa molto, ma tant'è...

A presto!
Mike72

  
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