Mamma mia /asciuga il sudore/ questo capitolo è stato un parto.
Non sono abituata a scrivere su loro due e ho fatto non poca fatica, per cui non è venuta divertente come volevo … sigh.
Nonostante tutto è stato bello provarci.
Mi scuso dell’immenso ritardo nelle risposte alle recensioni, nel postare e nel recensire T_T ma l’uni mi sta uccidendo … passo i miei fine settimana a Torino a cercare un appartamento per dicembre e gennaio e non ho più tempo per nulla, cercherò di rimediare oggi che sono a casa.
Detto questo
un infinite grazie a chi ha atteso fino ad
ora questo capitolo, a chi mi ha suggerito coppie su cui scrivere, a elyxyz,
Lily Castiel Winchester, miharu87,
Harmony89 e sushiprecotto_chan
per aver commentato, a cassy_star,
niko_andglam
e lirin chan
per averla messa tra le seguite^_^.
P.S. le querce sono piante enormi e crescono molto lentamente quindi di solito non vendono usate per la costruzione di mobili a meno che non siamo molto pregiati e molto vecchi.
P.P.S : Ygraine ci tiene a farsa pere che appena s’è ripresa dallo shock ha spedito i due fedifraghi in ospedale.. e appena escono ce li rimanda ^_^
Q - Quercia - Lunga Vita/Durata nel tempo/Maestosità/Forza
Gwaine si svegliò di mal umore sentendo il braccio formicolare dolorosamente a causa della posizione inusuale. S’appuntò mentalmente di non dormire mai più con il braccio fuori dal letto e s’impose di girarsi.
Qualcosa lo fermò a metà strada. Qualcosa di solido e caldo e rosa, notò aprendo un occhio appannato.
Doveva essersi portato a casa qualcuno la sera prima. Sperò di ricordarsi almeno il suo nome per poterlo mandare a casa senza troppa scortesia.
Provò a fare mente locale, ma il sono era troppo forte, le uniche cose che riusciva a pensare erano il fatto che fosse domenica e che non sentiva il consueto ronzare e il senso di nausea tipico del dopo sbronza.
Bastò quello a metterlo in allarme si tirò a sedere sul letto. Non poteva essere domenica se non aveva un post sbronza. No. Doveva per forza essere un giorno lavorativo e la sveglia non doveva aver suonato, Arthur l’avrebbe ucciso per il ritardo.
Un braccio si alzò dal groviglio di coperte e lo riportò sdraiato.
«Dove credi di andare alle sette della domenica mattina? » chiese la voce pacata e impastata dal sonno di Percval.
Nell’arco di un paio di secondi la mente di Gwaine fu più che sveglia. Doveva essere addormentato di brutto per essersi dimenticato che erano come minimo un paio d’anni che on si prendeva una sbronza decente, che erano 5 anni che non si portava a casa nessuno che non fosse Percy e soprattutto che vivevano assieme da tre anni.
La relazione con Percy era la più lunga che avesse mai avuto e quella che sperava non sarebbe finita mai, durando nel tempo.
A farlo uscire dai suoi pensieri fu proprio il compagno che se lo tirò addosso facendogli notare la maestosa erezione.
Gwaine ghignò.
Si preannunciava un ottima mattina, e pregò che le doghe di quercia del letto reggessero anche quella “sessione” perché il suo adorato Percy non ci andava certo piano.