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Autore: Dark Moon    27/11/2011    14 recensioni
"-Mi odi?- che domande.
-Ti odio con la stessa intensità con cui ti ho amato.- senza nemmeno dargli tempo di parlare ancora, mi voltai e con Nikolai ritornai nel locale."
Damon è ritornato a Mystic Falls, è ritornato nella vita di Angel, ma niente di quello che trova è come l'aveva lasciato: Angel è cambiata e sembra odiare tutto ciò che in passato aveva amato. In un mondo dove i vampiri non sono gli unici essere sovrannaturali, saprà Damon riconquistare Angel? Se aggiungiamo, poi, un bellissimo demone dagli occhi rossi...la storia si complica...
Sequel di Mi appartieni. E' necessario leggere la storia precedente per capire questa!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Primi chiarimenti...

 

 

 

 

 

 

Erano le dieci di mattina di un assolato martedì, quando sentii bussare flebilmente alla porta della mia camera.

Pensai istintivamente che fosse Tyler, così, senza nemmeno voltarmi, dissi -Avanti.-

Stavo ripiegando le maglie e le felpe da mettere nei cassetti, mentre la mia porta venne aperta e la persona dietro di me si chiudeva nel mutismo più assoluto.

Avvertii un odore strano e non molto familiare: non era stato Tyler ad entrare.

Mi voltai di scatto, trovandomi davanti la presenza di una ragazza dai lunghi capelli castani.

Elena.

Mi irrigidii. Cosa poteva volere da me?

Mi misi sulla difensiva, non fisicamente, ma mentalmente. Elena era stata una delle persone più importanti della mia vita e non era un mistero che, nonostante la sua scomparsa cinque anni prima, mi destabilizzava.

Io avevo dato la vita per lei, per tutti loro e questo non si poteva cancellare.

Il passato si può superare, ma non cancellare o dimenticare. Io ero quella che ero proprio per il mio passato.

La guardavo, con le braccia incrociate, mentre lei restava completamente in silenzio. Si mordicchiava il labbro inferiore e io sapevo che stava cercando le parole più adatte per cominciare a parlarmi.

-Potresti iniziare con "ciao".- dissi io ironica, facendo un mezzo sorriso.

Elena si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, facendo un grosso respiro, comincio a parlare. -Forse sarà inutile, ma...mi dispiace.-

Inarcai le sopracciglia. Era davvero venuta solo per quello? Non aveva capito che ormai era tardi?

-Elena...-

-No, aspetta!- mi bloccò. -Se non lo dico adesso non lo farò più. Sono cinque anni che mi preparo questo discorso.-

Roteai gli occhi, per poi fissarli di nuovo su di lei.

Non volevo ascoltarla.

Era così difficile da capire?!

-Dovevo imparare ad essere una persona buona e dopo quello che avevo fatto a te, la mia migliore amica, mi faceva schifo anche guardarmi allo specchio.-

-Come fa schifo adesso a me guardarti.- feci fredda, sedendomi sulla poltrona della stanza e indicando a lei il letto.

Elena si irrigidì subito per quella mia frase e per un momento sembrò aver dimenticato tutto quello che doveva dirmi, ma incassò lo stesso quel colpo con un profondo respiro.

Possibile che ancora non si era resa conto che le cose erano cambiate? Che io ero cambiata?

Ero diventata cattiva e ormai non mi importava più ferire le persone. Se a loro non importava ferire me, perchè dovevo preoccuparmene io?

-Non era in programma partire, mi...- continuò a fatica, sedendosi sul letto. -Mi obbligarono a partire, perché in quei giorni io...- sembrava stesse facendo davvero molta fatica a raccontare certe cose.

-Tu?-chiesi, con poco interesse.

-Perché io in quei giorni avevo cercato di togliermi la vita.-

Sgranai gli occhi, restando di sasso. Stava dicendo la verità?

Mi sembrava una cosa così assurda, perché avrebbe dovuto farlo? Un'eternità con l'amore della sua vita, cosa c'era di più bello?

-Ti starai chiedendo il perché.- disse, come se mi avesse letto nel pensiero. -Io ero stata la causa di tutto e diventare vampiro non era mai stato il mio sogno, contando anche tutto quello che avevo fatto a te. E si sa, i vampiri hanno i sensi e i sentimenti amplificati. Volevo punirmi per averti ferito e per averti fatto morire, ma Stefan tornò in tempo dalla lotta contro Klaus e mi strappò il paletto dalle mani.-

Io ascoltavo in silenzio, ancora incredula.

Quelle erano motivazioni stupide. Avevano fatto cose stupide e quei cinque anni erano stati stupidi.

-Mi rinchiuse una settimana in cantina, ma quando vide che quello era proprio ciò che volevo, decise che dovevo imparare ad essere come lui, era troppo innamorato di me per lasciarmi così. Stefan credeva che dovevo imparare ad esserlo qui, vicino ai miei affetti, per capire che avrei fatto del male a loro, ma Damon si era opposto categoricamente: dovevo imparare ad essere un vampiro lontano da questa città.-

-Quindi è stato lui a decidere di partire.- sibilai rabbiosa, stringendo i pugni.

Assurdo. Un attimo prima era tutto amore e coccole, che mi ripeteva quel falso ti amo e l'attimo dopo prendeva armi e bagagli e se ne andava.

Era stata una sua decisione andare via e questa era l'ennesima prova che di me non glie ne era mai fregato niente.

Sentivo la rabbia crescermi dentro. Se doveva farmi ancora più male, non volevo ascoltare il racconto di Elena, non mi interessavano le loro ragioni.

-Sì, anche se non ho mai saputo il perché. Gli dicemmo di te, che non ce ne potevamo andare, ma lui fu irremovibile. Era come se in poche ore avesse avuto una sorta di illuminazione. Così facemmo i bagagli in fretta e furia e partimmo. Questi cinque anni sono stati durissimi...-

-Per te!- strillai stizzita. -Per me sono stati un incubo e di questa tua voglia di spiegarti adesso sinceramente me ne sbatto. Ve ne siete andati per cinque anni. Dovevi imparare ad essere un vampiro, ok, ma mi avete lasciato sola come un cane!- urlai. -Se non fosse stato per Tyler e Nikolai a quest'ora sarei morta!-

-Ange mi dispiace così tanto...-

-Ti dispiace?! Appena ve ne siete andati sono stata braccata manco fossi stato un animale! Tutti i vampiri dell'universo hanno cercato di farmi la pelle e sono stata talmente tante volte sul punto di morire, che ho perso il conto. Sono dovuta diventare un vampiro e ho fatto delle scelte di vita che fanno schifo anche a me. Guarda cosa sono diventata! Guardami! Sono un mostro, lo sono diventata per colpa vostra! Voi non avete nemmeno idea di cosa ho dovuto sopportare in questi anni!-

Elena si alzò dal letto e venne verso di me. -Anche per noi sono stati anni difficili, lontano da te, dalla mia famiglia. Ma mi facevo forza ripetendomi che se fossi diventata capace di controllarmi, sarei potuta ritornare. Ogni giorno che passava stavo sempre più male e persino Damon non era più lo stesso.-

-Secondo te mi interessa sapere come stava Damon?!- sbottai ironica, alzandomi anche io.

-In cinque anni non ha toccato una goccia di sangue umano.- disse.

Quella dichiarazione mi destabilizzò non poco.

In cinque anni non aveva dissanguato nessuno?

Impossibile, lui era Damon Salvatore, era nella sua natura farlo.

-Era strano. Sempre arrabbiato con il mondo e perso nei suoi pensieri. Ricordo che un giorno ritornò a casa dopo che era stato via cinque ore ed era in uno stato pietoso. Non riusciva nemmeno a stare in piedi, anche se non aveva nessun segno di lotta o altro.- fece, perdendosi in quei ricordi lontani.

Scossi la testa. No, non volevo sentire. -Non mi interessa, Elena...-

-Lo so, ma voglio solo spiegarti il perché del nostro gesto. E' stato doloroso per te quanto per noi.-

-Oh tu non puoi nemmeno immaginare quanto lo sia stato per me. Tu almeno eri con la persona che amavi, tu mi hai portato via anche quello.-

-Sei cattiva...- fece Elena, con gli occhi lucidi.

Io scoppiai a ridere. -Non sai quanto. Damon ti ha detto che quella notte avevo recuperato la memoria e avevamo fatto l'amore?-

Elena sgranò gli occhi. No, non lo sapeva.

-Sapevamo che avevi riacquistato la memoria, non...non che...-

-Beh, adesso lo sai. Abbiamo fatto l'amore e poi lui non si è fatto trovare, mi ha lasciato solo una misera lettera. Questo avevo di lui, dopo tutto quello che avevamo vissuto avevo solo una misera lettera, perciò perdonami se non me ne frega un'emerita mazza delle tue scuse o motivazioni.- feci con amarezza.

Ero stanca. Proprio quando credevo di aver chiuso quel capitolo della mia vita, tutti ritornavano prepotentemente in essa, sconvolgendola ancora una volta.

Scossi la testa, risvegliandomi dai miei pensieri. -Avete deciso di uscire dalla mia vita, adesso abbiate la dignità di continuare nella vostra scelta.- mi avvicinai alla porta della mia camera e l'aprii.

Chiaro segno che per me la discussione era finita.

Elena abbassò la testa e fece per uscire, ma sulla soglia si fermò. -Farò di tutto per farmi perdonare.-

-La vedo difficile. È troppo tardi...-

-O è solo troppo presto.- mi rispose.

Elena uscì definitivamente e io chiusi la porta.

Mi andai a sdraiare sul letto. Erano ritornati da appena due giorni e già mi stavano facendo impazzire, rompendo quei minimi equilibri che avevo.

Loro assolutamente non potevano ritornare nella mia vita.

Dovevo impedirlo.

 

 

 

 

 

 

 

Holaaaaa bella gente! ^^

Questo capitolo, come avete visto non è lunghissimo, ma importante: veniamo a conoscenza di un pezzo della vita dei protagonisti in questi cinque anni, anche se non è tutta la storia...

Non sono molto convinta di questo capitolo, ma spero che comunque vi piaccia e che mi lasciate lo stesso tante bellissime recensioni!

Ringrazio di cuore, oltre a chi ovviamente recensisce, anche chi legge soltanto e chi ha messo la storia tra le seguite/preferiti/da ricordare, grazie!! ^^

Nei capitoli precedenti c'è il link del gruppo su fb, spero veniate numerosi, la nostra porta è sempre aperta!!

Baci e ancora grazie mille!

 

   
 
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