Capitolo 4: Primi chiarimenti...
Erano
le dieci di mattina di un assolato martedì, quando sentii bussare flebilmente
alla porta della mia camera.
Pensai
istintivamente che fosse Tyler, così, senza nemmeno voltarmi, dissi -Avanti.-
Stavo
ripiegando le maglie e le felpe da mettere nei cassetti, mentre la mia porta
venne aperta e la persona dietro di me si chiudeva nel mutismo più assoluto.
Avvertii
un odore strano e non molto familiare: non era stato Tyler ad entrare.
Mi
voltai di scatto, trovandomi davanti la presenza di una ragazza dai lunghi
capelli castani.
Elena.
Mi irrigidii.
Cosa poteva volere da me?
Mi
misi sulla difensiva, non fisicamente, ma mentalmente. Elena era stata una
delle persone più importanti della mia vita e non era un mistero che,
nonostante la sua scomparsa cinque anni prima, mi destabilizzava.
Io
avevo dato la vita per lei, per tutti loro e questo non si poteva cancellare.
Il
passato si può superare, ma non cancellare o dimenticare. Io ero quella che ero
proprio per il mio passato.
La
guardavo, con le braccia incrociate, mentre lei restava completamente in
silenzio. Si mordicchiava il labbro inferiore e io sapevo che stava cercando le
parole più adatte per cominciare a parlarmi.
-Potresti
iniziare con "ciao".- dissi io ironica, facendo un mezzo sorriso.
Elena
si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, facendo un grosso respiro,
comincio a parlare. -Forse sarà inutile, ma...mi dispiace.-
Inarcai
le sopracciglia. Era davvero venuta solo per quello? Non aveva capito che ormai
era tardi?
-Elena...-
-No,
aspetta!- mi bloccò. -Se non lo dico adesso non lo farò più. Sono cinque anni
che mi preparo questo discorso.-
Roteai
gli occhi, per poi fissarli di nuovo su di lei.
Non
volevo ascoltarla.
Era
così difficile da capire?!
-Dovevo
imparare ad essere una persona buona e dopo quello che avevo fatto a te, la
mia migliore amica, mi faceva schifo anche guardarmi allo specchio.-
-Come
fa schifo adesso a me guardarti.- feci fredda, sedendomi sulla poltrona della
stanza e indicando a lei il letto.
Elena
si irrigidì subito per quella mia frase e per un momento sembrò aver
dimenticato tutto quello che doveva dirmi, ma incassò lo stesso quel colpo con
un profondo respiro.
Possibile
che ancora non si era resa conto che le cose erano cambiate? Che io ero
cambiata?
Ero
diventata cattiva e ormai non mi importava più ferire le persone. Se a loro non
importava ferire me, perchè dovevo preoccuparmene io?
-Non
era in programma partire, mi...- continuò a fatica, sedendosi sul letto. -Mi
obbligarono a partire, perché in quei giorni io...- sembrava stesse facendo
davvero molta fatica a raccontare certe cose.
-Tu?-chiesi,
con poco interesse.
-Perché
io in quei giorni avevo cercato di togliermi la vita.-
Sgranai
gli occhi, restando di sasso. Stava dicendo la verità?
Mi
sembrava una cosa così assurda, perché avrebbe dovuto farlo? Un'eternità con
l'amore della sua vita, cosa c'era di più bello?
-Ti
starai chiedendo il perché.- disse, come se mi avesse letto nel pensiero. -Io
ero stata la causa di tutto e diventare vampiro non era mai stato il mio sogno,
contando anche tutto quello che avevo fatto a te. E si sa, i vampiri hanno i
sensi e i sentimenti amplificati. Volevo punirmi per averti ferito e per averti
fatto morire, ma Stefan tornò in tempo dalla lotta contro Klaus e mi strappò il
paletto dalle mani.-
Io
ascoltavo in silenzio, ancora incredula.
Quelle
erano motivazioni stupide. Avevano fatto cose stupide e quei cinque anni erano
stati stupidi.
-Mi
rinchiuse una settimana in cantina, ma quando vide che quello era proprio ciò
che volevo, decise che dovevo imparare ad essere come lui, era troppo
innamorato di me per lasciarmi così. Stefan credeva che dovevo imparare ad
esserlo qui, vicino ai miei affetti, per capire che avrei fatto del male a
loro, ma Damon si era opposto categoricamente: dovevo imparare ad essere un
vampiro lontano da questa città.-
-Quindi
è stato lui a decidere di partire.- sibilai rabbiosa, stringendo i pugni.
Assurdo.
Un attimo prima era tutto amore e coccole, che mi ripeteva quel falso ti amo e
l'attimo dopo prendeva armi e bagagli e se ne andava.
Era
stata una sua decisione andare via e questa era l'ennesima prova che di me non
glie ne era mai fregato niente.
Sentivo
la rabbia crescermi dentro. Se doveva farmi ancora più male, non volevo
ascoltare il racconto di Elena, non mi interessavano le loro ragioni.
-Sì,
anche se non ho mai saputo il perché. Gli dicemmo di te, che non ce ne potevamo
andare, ma lui fu irremovibile. Era come se in poche ore avesse avuto una sorta
di illuminazione. Così facemmo i bagagli in fretta e furia e partimmo. Questi
cinque anni sono stati durissimi...-
-Per
te!- strillai stizzita. -Per me sono stati un incubo e di questa tua voglia di
spiegarti adesso sinceramente me ne sbatto. Ve ne siete andati
per cinque anni. Dovevi imparare ad essere un vampiro, ok, ma mi avete lasciato
sola come un cane!- urlai. -Se non fosse stato per Tyler e Nikolai a quest'ora
sarei morta!-
-Ange
mi dispiace così tanto...-
-Ti
dispiace?! Appena ve ne siete andati sono stata braccata manco fossi stato un
animale! Tutti i vampiri dell'universo hanno cercato di farmi la pelle e sono
stata talmente tante volte sul punto di morire, che ho perso il conto. Sono
dovuta diventare un vampiro e ho fatto delle scelte di vita che fanno schifo
anche a me. Guarda cosa sono diventata! Guardami! Sono un mostro,
lo sono diventata per colpa vostra! Voi non avete nemmeno idea di cosa ho
dovuto sopportare in questi anni!-
Elena
si alzò dal letto e venne verso di me. -Anche per noi sono stati anni
difficili, lontano da te, dalla mia famiglia. Ma mi facevo forza ripetendomi
che se fossi diventata capace di controllarmi, sarei potuta ritornare. Ogni
giorno che passava stavo sempre più male e persino Damon non era più lo
stesso.-
-Secondo
te mi interessa sapere come stava Damon?!- sbottai ironica, alzandomi anche io.
-In
cinque anni non ha toccato una goccia di sangue umano.- disse.
Quella
dichiarazione mi destabilizzò non poco.
In
cinque anni non aveva dissanguato nessuno?
Impossibile,
lui era Damon Salvatore, era nella sua natura farlo.
-Era
strano. Sempre arrabbiato con il mondo e perso nei suoi pensieri. Ricordo che
un giorno ritornò a casa dopo che era stato via cinque ore ed era in uno stato
pietoso. Non riusciva nemmeno a stare in piedi, anche se non aveva nessun segno
di lotta o altro.- fece, perdendosi in quei ricordi lontani.
Scossi
la testa. No, non volevo sentire. -Non mi interessa, Elena...-
-Lo
so, ma voglio solo spiegarti il perché del nostro gesto. E' stato doloroso per
te quanto per noi.-
-Oh
tu non puoi nemmeno immaginare quanto lo sia stato per me. Tu almeno eri con la
persona che amavi, tu mi hai portato via anche quello.-
-Sei
cattiva...- fece Elena, con gli occhi lucidi.
Io
scoppiai a ridere. -Non sai quanto. Damon ti ha detto che quella notte avevo
recuperato la memoria e avevamo fatto l'amore?-
Elena
sgranò gli occhi. No, non lo sapeva.
-Sapevamo
che avevi riacquistato la memoria, non...non che...-
-Beh,
adesso lo sai. Abbiamo fatto l'amore e poi lui non si è fatto trovare, mi ha
lasciato solo una misera lettera. Questo avevo di lui, dopo tutto quello che
avevamo vissuto avevo solo una misera lettera, perciò perdonami se non me ne
frega un'emerita mazza delle tue scuse o motivazioni.- feci con amarezza.
Ero
stanca. Proprio quando credevo di aver chiuso quel capitolo della mia vita,
tutti ritornavano prepotentemente in essa, sconvolgendola ancora una volta.
Scossi
la testa, risvegliandomi dai miei pensieri. -Avete deciso di uscire dalla mia
vita, adesso abbiate la dignità di continuare nella vostra scelta.- mi
avvicinai alla porta della mia camera e l'aprii.
Chiaro
segno che per me la discussione era finita.
Elena
abbassò la testa e fece per uscire, ma sulla soglia si fermò. -Farò di tutto
per farmi perdonare.-
-La
vedo difficile. È troppo tardi...-
-O è
solo troppo presto.- mi rispose.
Elena
uscì definitivamente e io chiusi la porta.
Mi
andai a sdraiare sul letto. Erano ritornati da appena due giorni e già mi
stavano facendo impazzire, rompendo quei minimi equilibri che avevo.
Loro
assolutamente non potevano ritornare nella mia vita.
Dovevo
impedirlo.
Holaaaaa bella
gente! ^^
Questo
capitolo, come avete visto non è lunghissimo, ma importante: veniamo a
conoscenza di un pezzo della vita dei protagonisti in questi cinque anni, anche
se non è tutta la storia...
Non
sono molto convinta di questo capitolo, ma spero che comunque vi piaccia e che
mi lasciate lo stesso tante bellissime recensioni!
Ringrazio
di cuore, oltre a chi ovviamente recensisce, anche chi legge soltanto e chi ha
messo la storia tra le seguite/preferiti/da ricordare, grazie!! ^^
Nei
capitoli precedenti c'è il link del gruppo su fb,
spero veniate numerosi, la nostra porta è sempre aperta!!
Baci
e ancora grazie mille!