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Autore: _Hale_    27/11/2011    2 recensioni
Ed eccomi con la mia penultima One-shot. Sinceramente non so cosa pensare di questa mia ultima trovata; ammetto che l'idea non è stata del tutto mia, ma ho preso ispirazione da un'altra ff che avevo letto mesi e mesi fa, senz'altro molto più bella di questa. Che dire... ci ho provato... ho provato a rappresentare per iscritto tutte le emozioni e le sensazioni che mi hanno invaso quando ho finito di leggere l'ultimo libro di questa meravigliosa saga. E' sicuramente molto irreale e a molti di voi, sono certa, non piacerà, ad altri farà addirittura ridere, sembrando forse ridicolo... ma spero che ci sia, anche se in misura minima, una minuscola parte di voi a cui piaccia... e per voi che la scrivo, per voi e per tutti quelli che come me, non possono ancora accettare la fine di Harry Potter. =)
Ps: un paio di citazioni sono riprese dal libro, e altre due dal discorso della Rowling alla premiere... buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Era notte fonda, saranno state le quattro circa e io, pur sapendo di agire da masochista, non riuscivo a smettere di leggere. Il giorno precedente, infischiandomene dei compiti, dei doveri e degli inviti dei miei amici, non avevo fatto altro che divorare, pagina dopo pagina quel libro che, purtroppo, sapevo sarebbe stato l'ultimo.
Verso l'una di notte avevo deciso che, forse, sarebbe stato meglio mettere da parte quell'opera e andare a dormire... certo, era domenica ormai, e non avrei dovuto neppure andare a scuola, ma non volevo finisse così presto.
La sola idea di versare ancora lacrime, per l'ennesima volta non appena fossi giunta alla pagina numero 697, semplicemente mi spezzava il cuore.
Decisi così di riporre sul comodino il libro, e dargli poi le spalle per provare a dormire.
Cinque minuti... dieci minuti... mezz'ora.... tre quarti d'ora.
Alla bellezza dell' 1:56, precisamente, decisi che non avrei potuto aspettare il giorno dopo. Avevo aspettato otto anni, certo, cosa sarebbe stato un giorno in più o in meno? Ma in quegli otto anni non mi ero mai trovata ad essere a un passo dal gran finale, a un passo dal libro che avrebbe fatto concludere la loro grande avventura e, con essa, la mia.
Mi rimisi a sedere nel letto, con la schiena contro la parete e il cuscino, con le coperte fino alla vita, ripresi il libro tra le mani e continuai dove avevo lasciato neppure un'ora prima.
Lessi. Rilessi. Piansi.
<< Albus Severus >> mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. << Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosiuto. >>
Lacrime, ancora e ancora, tristezza, rammarico, già nostalgia di tutti quegli anni trascorsi insieme a lui.
<< Cos'hanno tutti da guardare? >> chiese Albus, mentre lui e Rose allungavano il collo per osservare gli altri studenti.
<< Non farci caso >> rispose Ron. << E' per me. Sono estremamente famoso. >>

Ridemmo, per l'ultima volta insieme.
Tra lacrime e sorrisi, tra tristezza e sollievo, finalmente eccomi giunta a pagine 697, alla pagina che mi avrebbe condotto alla fine del mio viaggio.
<< Non avrà problemi >> mormorò Ginny.
Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
<< Lo so >>.
La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.

La mia mano, prima che il mio cervello glielo ordinasse, aveva già spinto la copertina del retro a ricadere sulle pagine di quel libro.
Rimasi un attimo interdetta, ad osservare con la vista appannata dalle lacrime che non accennavano a smettere di cadere, quel volume neanche eccessivamente grande che mi aveva portato alla fine di un viaggio, il viaggio migliore di tutta la mia vita.
Rimisi il libro al suo posto, su quella mensola dove vi erano solo altri sei libri, rigorosamente disposti in ordine, dal primo al sesto e, infine, il settimo.
Li guardai un'ultima volta. Poi mi diressi a letto e tentai di addormentarmi, cullata dalle parole che avevo appena smesso di leggere.
Non ricordo se e dopo quanto mi addormentai, ma c'è qualcosa che, a distanza di tre anni, ricordo perfettamente di quella notte.
Dormivo profondamente, credo, nel buio e nel silenzio della mia camera, quando un rumore mi fece svegliare.
Ero assonnata e decisamente intontita dal risveglio un tantino brusco, ma mi sporsi per accendere la luce.
<< Non ce n'è alcun bisogno. >>
Rimasi immobile. Quella voce, mi sembrava di conoscerla da una vita ma, obiettivamente, non apparteneva a nessuno che avesse mai parlato con me e, soprattutto, che ci faceva nella mia camera?
In qualunque altro momento probabilmente avrei avuto paura, una paura folle; ma in quel momento, forse per il sonno, forse per la strana sensazione che mi avvolse non appena sentii quella voce, semplicemente attesi.
<< Lumos! >>
Immediatamente la stanza fu rischiarata da una piccola fonte di luce, posta in cima ad un bastoncino di legno, e dall'altra parte...
Qualcosa dentro di me voleva urlare, voleva scappare e cercava di convincermi che si dovesse trattare di un sogno perchè, parliamone, Harry Potter non poteva certo essere nella mia stanza in piena notte.
Il ragazzo, leggermente diverso da come lo avevo sempre visto nei film, ma molto più simile al ragazzino di undici anni che avevo immaginato quando lessi il primo libro, anni e anni addietro, prese posto accanto a me sul letto, e mi guardò divertito.
<< Sembri sorpresa. Non ti aspettavi di vedermi? >>
Non risposi. Non riuscivo a muovermi, a proferire parola. Ma lui, d'altra parte, non parve esserne troppo sorpreso.
<< Non hai paura. >>
Non era una domanda. A quel punto, qualcosa dentro di me si sbloccò, e decisi di parlare.
<< No. Perchè? >>
Gli domandai, come se lui potesse sapere meglio di me cosa stava accadendo dentro la mia testa, dentro il mio cuore.
<< Te lo domandi? Come può, una persona, avere paura di una parte di sè? >>
Continuai a guardarlo, cercando di capire come fosse possibile avere un ragazzino di appena undici anni, con capelli neri e ribelli, occhi verde smeraldo e una piccola cicatrice a forma di saetta in fronte, seduto sul mio letto.
<< Una parte di me... è questo che sei? >>
Harry mi guardò e sorrise, per poi annuire.
<< Sono otto anni che faccio parte di te, sono otto lunghi anni che non mi hai mai abbandonato, così come io non ho mai abbandonato te, ma...>>
E si bloccò. Improvvisamente i suoi occhi, uguali a come li avevo immaginati anni addietro, si fecero tristi, nonostante lui si sforzasse di mantenere un'espressione allegra.
<< Ma devi andare via... sarai tu ad abbandonare me... >>
E, senza volerlo, ritornai ad avere la vista appannata dalle lacrime, come poche ore prima.
<< Ne abbiamo passate così tante insieme... io, Ron, Hermione, tutti gli altri... e in ogni nostra avventura c'eri tu, tu e tutti i ragazzi che ci hanno seguiti, anno dopo anno, in quella meravigliosa avventura chiamata magia. Ma adesso... è finita. >>
Mi guardò intensamente e, notando la mia prima lacrima attraversarmi il viso, abbandonò anche lui l'espressione allegra che aveva messo su poco prima.
<< Ti mancheremo molto? >>
<< Ogni giorno della mia vita...>>
Dissi con voce roca e flebile.
<< Siete una parte di me, lo hai detto tu... Siete stati tutti una parte fondamentale della mia vita... con voi sono cresciuta, è anche merito vostro se diverrò la donna che sono destinata a diventare... sapevo che prima o poi sarebbe finita, che avrei dovuto dirvi addio ma... non sapevo che sarebbe stato così difficile e doloroso...>>
E mi lasciai andare completamente al pianto.
Alla luce della bacchetta, potei notare chiaramente gli occhi di Harry inumidirsi, e chiudersi, abbandonandomi per un attimo.
<< Lo sai... in fondo, questo non è un addio, dopotutto...>>
<< Certo che lo è, non te ne stai forse andando per sempre? Ormai è finita Harry, non ci saranno più i tuoi libri, le tue avventure e...>>
<< Hai mai perso qualcuno a te caro? >>
Mi fermai, e per brevi attimi tra noi regnò il silenzio.
<< Sì >>
<< Lo hai mai dimenticato? >>
Sapevo dove voleva arrivare; ma di certo non mi avrebbe aiutato a dirgli addio.
<< No >>
<< E così sarà anche con me... finchè vivrai, io sarò sempre al tuo fianco, sempre nel tuo cuore... finchè non mi dimenticherai, io ci sarò, sempre. >>
Così dicendo tentò di abbracciarmi. Fu come se un'ondata di felicità e calore mi avvolgessero, ma non c'era stato alcun contatto tra noi.
<< Non dimenticarmi mai...>>
Dissi poi, chiudendo gli occhi, beandomi di quella sensazione.
<< Non potrei neanche se volessi. Sei stata tu a crearmi... insomma, Joanne mi avrà dato vita, è vero, ma ognuno di voi, leggendo i libri, si è fatto un'idea di come dovesse essere Harry Potter, ognuno di voi ha il suo personale Harry nel cuore, con le sembianze che egli stesso gli ha dato. Questo...>>
E indicò velocemente se stesso.
<< Sono io, sono Harry Potter, così come tu mi immagini, e così come mi serberai nel tuo cuore per sempre. Ricorda: nessuna storia vive, se non c'è qualcuno disposto ad ascoltarla.>>
Mi sorrise un'ultima volta e si alzò, allontanandosi da me.
<< Stai andando via? >>
Si fermò, sempre dandomi le spalle. Annuì.
<< Non ti vedrò mai più? >>
Chiesi, pur conoscendo già la risposta.
<< Forse un giorno... ci rivedremo...>>
Si voltò e, asciugandosi una lacrima con la manica di una camicia a quadri, un pò troppo grande per lui, mi fece un ultimo sorriso, pieno di tristezza e quella che mi parve riconoscenza.
<< Grazie, per essere stata sempre con me, in tutti questi anni e... non dimenticarmi...>>
<< Mi mancherai Harry... mi mancherete tutti...>>
E con un ultimo cenno di saluto, il maghetto avvicinò alle sue labbra la bacchetta, e sparì, dopo aver pronunciato un'unica parola, portando via con sè la luce e una parte di me.
<< Nox! >>

<< Avanti, è quasi ora di mangiare dormigliona >>
Sentii appena la voce di mia madre che mi chiamava quella domenica mattina.
Scomparve immediatamente, chiudendo la porta dietro di sè e dicendomi per l'ennesima volta di alzarmi.
Così feci. Mi guardai attorno... cos'era successo quella notte?
Ricordai attimo dopo attimo ciò che credevo fosse avvenuto in quella stanza, quella stessa notte, e poi realizzai.
<< Era solo un sogno...>>
E con un misto di tristezza e delusione, mi diressi verso la mensola su cui tenevo tutti e sette i libri.
Li guardai attentamente, c'era qualcosa che non andava... presi l'ultimo libro, posizionato in maniera trasversale rispetto agli altri... ecco, mia madre aveva sicuramente sistemato la camera mentre dormivo.
Ripresi in mano quel libro e sfogliai nuovamente le pagine che avevo abbandonato qualche ora prima.
Tornai a pagina 697, incapace di rileggere quelle ultime parole... sfogliai ancora, andai oltre, pur sapendo che non ci sarebbe stato più niente da leggere.
C'era l'indice, l'editore, la lista con i titoli degli altri libri della saga e un'altra pagina bianca.
Voltai quell'ultima pagina e... il mio cuore ebbe un sussulto, i brividi mi percossero e i miei occhi si riempirono di lacrime. Notai qualcosa che quella notte non c'era.
In una calligrafia ordinata e chiara, sulla parte interna della copertina, quella ricoperta da un foglio azzurro ma solida, c'era scritto:
"Le storie che amiamo vivono in noi per sempre...quindi sia che decidi di tornare attraverso le pagine, che attraverso il grande schermo, Hogwarts sarà sempre lì a darti il bentornato a casa. Così come ci sarò io..."
Sorrisi, per la prima volta felice, e rimisi il libro al suo posto, insieme agli altri sei.
<< No, non è stato solo un sogno... >>
 

   
 
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