Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Alessia_Way    27/11/2011    4 recensioni
Piccola one-shot nata, anche stavolta per puro caso. Non so neanche come mi sia uscita xD E' una Pov Renesmee, abientata in casa Cullen il 25 Dicembre del 2010.
Adesso mamma mi sorride e mi manda un bacio. Sorrido anch’io e non faccio altro che pensare a poche parole, poche parole importanti:
Ti voglio bene, mamma! (Piccolo estratto)
Buona lettura :D
PS: Lasciate un commentino ;) Fatemi sapere se è di vostro gradimento.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tadà! Eccomi ancora qui :D Sono tornata a rompervi ancora una volta con un altra one-shot :D E' nata pensando al Natale xD Guardate che non credo ancora come mi sia uscita una cosa del genere xD
Vi dico da adesso che parla Renesmee, e siamo abientati nel freddo Dicembre del 2010, il giorno di Natale.
Spero vi piaccia :D Giuro che (mi meraviglio di me stessa) ho pianto scrivendola. Vi do un consiglio: Ascoltate Bella's Lullaby quando vedete un asterisco, anzi due xD (**) Fate come vi dico io ;D Poi voglio vedere che cosa ne pensate :D
Adesso scappo che è tardissimo xD Domani c'è scuola -.-"
Vi prego, lasciate un commentino ok? Voglio sapere che cosa ne pensate :D (Penso che non chieda poi così tanto spero u.u)
Scappo
Bacioni e buona lettura




  
Ti voglio bene, mamma!


 
 25 Dicembre 2010



Allaccio le scarpe con cura, facendo attenzione a come facessi il nodo. Chissà da dove mi era venuta questa mania!
Mi sto preparando per andare dai nonni e dagli zii, per festeggiare il Natale. Un altro Natale senza lei.
Papà si sta cambiando, o forse era già pronto, perché sento la porta della sua stanza chiudersi.
Poco dopo, mentre mi chiudevo la camicetta di mia… madre, mio padre bussa.
“Nessie! Sei pronta?”, chiede cauto, senza entrare.
“Si, un attimo!”, esclamo, chiudendo l’ultimo bottone.
Mi do una veloce controllata allo specchio e esco dalla mia stanza.
Papà, appena mi vede fuori, mi sorride, sorriso che dura ben poco: lo vedo scrutarmi dalla testa ai piedi. Penso andassi bene, con una camicetta e un jeans comodo, ma quel pensiero scompare all’improvviso dalla mia mente. So bene cosa sta pensando.
“Tutto bene?”, domando un po’ timida. Non volevo peggiorare le cose più del dovuto.
“Si, certamente. Possiamo andare”, decreta voltandomi le spalle.
Da quattro anni il comportamento di mio padre era diverso. Avevo chiesto a Jake, alle zie e ai nonni. Tutti mi avevano risposto esattamente uguale: mamma.
Era da quando ero nata che mio padre era depresso. Si odiava, facile notarlo, perché non era riuscito a salvare mamma.
Una sera, esattamente tre anni fa, sedendoci nel salotto, gli avevo chiesto perché si sentiva così.
Accarezzandomi i capelli, mi aveva risposto, con l’esatte parole, “Vedi Nessie, è una ragione piuttosto ovvia. Se non fossi stato così sicuro di me, tutto questo non sarebbe successo. Però se tua madre mi avesse dato ascolto, tu non saresti qui”, e nel dirlo mi aveva rivolto un sorriso adorante, “Ovviamente sento ovunque la sua mancanza ma… a un solo tuo sguardo, sento che lei è qui insieme a noi”, e mi strinse a se come per sentire più forte la mia presenza.
Zia Aly mi ha sempre detto che assomiglio a mamma, dagli occhi e dal carattere timido e dolce. Per questo, quando mio padre mi fissa, è come se si perdesse per un attimo, come se stesse ricordando fatti accaduti tempo prima.
La mia mente conservava, e lo fa ancora oggi, un ricordo vivido di mia madre, ma era diversa da quella che papà mi mostrava nelle foto: la mia ritrae una scena di morte, un ultimo sorriso, un ultimo sguardo incantato.
“Nessie, tutto ok?”, domanda papà, riscuotendomi dai miei pensieri.
“Oh? Si, scusa”, rispondo fissandolo.
Cavoli! A volte dimentico del tutto il suo potere di telepatia. Sono un idiota!
“Piccola mia, non rimproverarti in questo modo”, mi sussurra abbracciandomi stretta, “So che pensi che mi faccia male ma… non devi minimamente preoccuparti. Leggo nella mente di tutti il suo nome, così come il suo viso, e oramai ci ho fatto l’abitudine. Penso che ricordarla mi faccia bene, o forse. Non intendo, comunque, dimenticarla assolutamente”.
So che sta soffrendo, nel profondo del cuore, lo si capiva ascoltandolo.
“Hai ragione ma d’altra parte sono contento che lei rimanga vivida nella mia mente”.
“Mi manca!”, ammetto con le lacrime agli occhi. Nascondo il mio viso nel suo petto, e non mi rendo conto che le lacrime sono sfuggite al mio autocontrollo.
“Non piangere, tesoro. In questo momento, se lei fosse qui, non vorrebbe vederti in questo modo”, spiega stringendomi.
Mi stacco annuendo. Ha ragione. Mamma non vorrebbe questo, mai.
Mi riprendo velocemente e, prendendo per mano mio padre, corro verso la porta, desiderosa di incontrare il resto della mia famiglia.
Anche nonno Charlie ci sta aspettando, insieme a Sue. Mi sono sempre chiesta come mai il nonno non si sia arrabbiato con papà.
“Semplice!”, risponde lui, chiudendo la porta di casa, e si volta verso di me, “Sa che non è colpa mia. Beh, in un certo senso. Sa che è… morta per la malattia che aveva preso quando eravamo in luna di miele. Ovviamente lui non è al corrente della verità. Pensavo mi avrebbe ucciso”, e nel dirlo ride amaro, “Quando sono andato da lui per dargli la notizia, non riusciva a crederci. Poi la sua mente elaborò un modo per uccidermi, a modo suo, ma si arrese. Sapeva che non è stata colpa mia, sapeva che avevo fatto il possibile. Ma a parte questo, ha fatto bene a reprimere quel pensiero: non posso abbandonarti. Mamma mi disse, quando scoprì che il suo cuore avrebbe ceduto prima che tu fossi nata, che se lei fosse morta, tu avevi bisogno di me, che non potevo per nulla al mondo abbandonarti”, e il suo sguardo si perde chissà dove.
Non mi ero resa conto che eravamo già arrivati al fiume. Forse quelle parole mi aveva catturata così tanto, da farmi perdere la cognizione del tempo.
Senza dire nulla, papà si accovaccia, invitandomi a salire su di lui. Salgo senza problemi e, aggrappandomi maggiormente alle sue spalle, mi lascio trasportare. Con facilità, papà supera il fiume e si mette a correre, con ancora me sulle spalle, verso la villa dei nonni.
Arrivati nei paraggi, scendo di corsa da papà e corro verso zia Alice, che mi sta aspettando a braccia aperte.
“Buon Natale, tesoro mio”, mi saluta stringendomi.
“Buon Natale, zia Aly”, ricambio l’augurio.
Sento dei passi dietro di me, segno che papà ci ha raggiunto.
Mi stacco dalla zia, permettendole così di raggiungere mio padre. Lui si butta tra le sue braccia, approfittando del calore familiare.
“Fai come se lei fosse qui”, sussurra la zia. Vuole consolarlo, senza che gli creasse problemi. Solo lei sapeva come aiutarlo.
“Lo farò”, risponde mio padre sorridendo.
Entriamo tutti dentro, per salutare il resto della famiglia. Come tutti gli anni, resto senza parole per la bellezza di quella casa. Solo Alice sa come arredarla nel migliore dei modi. Ma esagera come tutte le volte.
Saluto nonno Carlisle, nonna Esme, zia Rose, zio Jasper, zio Emmett e il mio Jake. Ma non trovo nonno Charlie.
“Zia Rose, dov’è nonno Charlie?”, domando avvicinandomi a lei, che si trova sul divano con zio Emmett.
“Sta per arrivare”, decreta zia Alice.
Come aveva previsto, nonno Charlie e Sue arrivano in tempo. Saluta tutti, finendo col salutare me e papà.
“Buon Natale, Edward”, augura il nonno, abbracciandolo. Chissà se sta facendo caso al freddo della pelle di mio padre.
“Buon Natale a te, Charlie”, risponde lui. Si sente dalla sua voce che in quel momento vorrebbe solo scoppiare. Odio vederlo soffrire così tanto.
Poche ore dopo, apriamo i regali, in silenzio. Soffoca tutti, compresa me. Viene solo spezzato da dei sussulti di nonno Charlie che, preso dall’emozione, non riesce a trattenersi.
Capiamo tutti perché sta così e ci limitiamo a consolarlo con carezze sulle braccia.
Con Jake si sistemo con cura i miei regali, tra i quali scorro l’mp3 di papà ancora dentro la scatola, la busta con un vestito elegante delle zie e un cellulare dagli zii. I nonni, Carlisle e Esme, mi hanno regalato un diario segreto. Finalmente potrò nascondere i miei segreti. Jake mi ha regalato un bracciale fatto da lui e nonno Charlie e Sue un paio di scarpette. Tutti i regali mi fanno sorridere, ma il sorriso dura poco.
Mi metto in piedi e raggiungo papà sul divano e mi stringo a lui.

“Papà?”, lo chiamo.
“Dimmi, piccola”, risponde accarezzandomi i capelli.
“Perché non suoni la… ninna nanna della mamma! Ho tanta voglia di sentirla”, propongo cauta e lui sorride debolmente.
Senza dire nulla si alza e si dirige verso il pianoforte che c’è nel salotto. Jake si accomoda a sul posto e mi stringe sorridendo. Ricambio il sorriso e mi accoccolo su di lui.
Papà si accomoda allo sgabello e, dopo avermi lanciato un’occhiatina felice, poggia le sue mani sui tasti, diffondendo una melodia incantevole nell’aria. (**)
Tutti si voltano verso di lui, meravigliati. Erano passati esattamente quattro anni da quando aveva toccato i tasti di quel piano.
La mia mente si riempie di immagini, immagini che ricordo perfettamente: sono tutte le foto che papà mi ha mostrato della mamma. Un video continuo, senza fine.
Papà esegue le ultime note, poi finisce con quelle decisive. Noto che sta lottando contro se stesso. Noto che in questo momento sta soffrendo come me.
Il video si blocca e io, con le lacrime che scorrono sul mio viso, corro ad abbracciare papà, lasciando Jake sul divano, che mi accoglie amorevolmente. Piango, piango ininterrottamente.
Papà non mi blocca, anzi mi accarezza la schiena, segno che vuole che io mi sfoghi.
Il video di poco fa ricomincia, soffermandosi su una foto di mamma, dove sorride verso di me.
Sembra voglia accarezzarmi ma non ci riesce. Si rabbuia, facendomi segnale di smettere di piangere. Mi fa capire che non vuole vedermi il quel modo.
Faccio come vuole lei. Alzo lo sguardo, tengo ancora gli occhi chiusi.
Adesso mamma mi sorride e mi manda un bacio. Sorrido anch’io e non faccio altro che pensare a poche parole, poche parole importanti:
Ti voglio bene, mamma!
  



 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Alessia_Way