Capitolo 11:
Voglio che tu sia mia...
N.B. Salve a
tutti! Ho modificato il titolo e la fine del
capitolo che non mi soddisfacevano prima. Buona lettura!:)
Anf,
anf!
Non aveva
più fiato, Usagi. Aveva corso talmente velocemente
che il respiro le era diventato più concitato del solito. E
non solo a causa
dello sforzo fatto.
Era talmente
sfinita, che una volta arrivata davanti casa,
prima di entrarvi, dovette aggrapparsi al cancello per non cadere.
La pioggia
continuava a scendere copiosa, bagnando la ragazza
ancor più vistosamente di quello che già era.
“Seiya...
ho bisogno di te...”, riusciva a sussurrare tra gli
affanni, con gli occhi lucidi.
“Ho
bisogno di te...”, continuava a ripetere nel buio della
sera.
Poteva varcare
il cancello, tornare a casa e dimenticare
tutto con un bel bagno caldo.
Poteva entrare,
salutare i suoi parenti e mangiare gelato
fino a scoppiare.
Ma a cosa
sarebbe servito? Mamoru sarebbe ricomparso
prepotentemente nei suoi pensieri. Era riuscito a mandarla in
confusione per
l’ennesima volta in quei pochi giorni.
L’aveva
baciata di nuovo. Pochi minuti prima di tornare nella
sua villetta. Pochi minuti dopo che aveva salutato il suo ragazzo.
Lei non aveva
fatto niente per evitarlo. Anzi in qualche modo
l’aveva permesso quando si era buttata involontariamente tra
le sue braccia.
Era sicura di
provare qualcosa per lui. Qualcosa che era più
forte di lei, a cui non riusciva a sottrarsi. E questo la faceva stare
male
perché non voleva ammetterlo al suo cuore. Si sentiva
terribilmente in colpa
nei confronti di Seiya. Avrebbe voluto che lui fosse lì con
lei in quell’ istante.
Avrebbe potuto aiutarla a dimenticare il comportamento di Mamoru.
In quel momento,
per quanto si sforzasse, le tornavano in
mente gli attimi con lui. Quando le loro labbra si erano incontrate
avrebbe
voluto che il tempo si fermasse per sempre. Quando la teneva stretta a
sé sperava
che durasse per l’eternità.
Era paurosamente
felice di sapere che lui l’amasse. Le
sembrava di toccare il cielo con un dito.
“Ma
cosa dici Usa? Non puoi.. non puoi innamorarti di lui!”,
bisbigliò, in un mix di disperazione e turbamento.
Non poteva
permetterselo!
Prese
istintivamente il cellulare dalla borsa e compose il
numero di Seiya.
Garage
di casa Kou.
“Uffa
Mamo è in ritardo!”, sbuffò il ragazzo
col codino,
stanco di aspettare l’amico.
Era arrivato in
garage prima del solito proprio per non far
aspettare l’amico.
“Strano..
lui è sempre così puntuale...”, si
chiedeva
cercando di attirare l’attenzione dei due fratelli, intenti a
scrivere una
canzone sul vecchio tavolo di legno in mezzo alla stanza. Se ne stavano
in
piedi perché le sedie non c’erano e il
confortevole divano color avorio era
troppo in là rispetto alla loro posizione.
“A me
non interessa nulla.”, esordì Yaten, con la solita
aria
di sufficienza e di freddezza che caratterizzava il suo sguardo di
ghiaccio.
Anche lui portava i capelli color argento raccolti in un codino.
“Concentriamoci
sulle cose serie come questa canzone!”,
continuò Taiki con calma e dedizione, che diversamente da
Yaten, aveva i
capelli castani anziché argentei, sempre raccolti in un
codino. Era un tipo
sofisticato, lui.
“Grazie
per le vostre uscite! Siete sempre così d’aiuto
voi due!”,
esclamò il cantante, scocciato, avvicinandosi alla sua
chitarra nera.
Erano le 20.35 e
del dottore nemmeno l’ombra.
“Forse
avrà avuto un urgenza in ospedale!”,
pensò cominciando
a suonare qualche accordo.
Ci teneva che
venisse a sentire le prove delle sue canzoni.
Tra queste, ce ne era una dedicata in particolar modo alla sua ragazza
e gli
sarebbe piaciuto sentire il suo parere. Conosceva Mamoru, non
l’avrebbe mai
illuso: se la composizione non l’avesse soddisfatto glielo
avrebbe detto
chiaramente.
Oltre
ciò, era anche contento di passare qualche ora con il
suo vecchio amico come ai vecchi tempi, bevendo qualche birra e
parlando di
ragazze.
“Chissà
se frequenta qualcuno...”, si domandava curioso. Di
solito Mamoru era molto restio a parlare della sua vita privata, ma
magari gli
avrebbe confessato qualcosa riguardo qualche bella giovane.
Drin,
drin!
Drinnnnnnnnn!
“Ecco
forse è Mamoru che mi dirà che non
potrà più venire!”,
disse Seiya prendendo il suo telefono cellulare dalla tasca dei
pantaloni che
stava indossando.
Una volta
estratto, lesse il display. Non era Mamoru.
“Usagi?”,
si chiese sorpreso di ricevere una sua chiamata
così presto. Si erano lasciati pochi minuti prima.
“Pronto
amore! Cosa c’è? Va tutto bene?”, le
domandò
preoccupato.
A quelle parole,
seguirono attimi di silenzio.
“Usagi
ci sei? Pronto?”, continuò il ragazzo.
La biondina non
sapeva che cosa dire. Poi cominciò:
“Sì,
ciao Seiya. Sei in garage vero? Io invece sono davanti
casa completamente zuppa... e non voglio entrare conciata in questo
modo. In
realtà, vorrei stare ancora un po’ sola con te, se
non ti dispiace vorrei
conoscere il posto in cui componi le tue fantastiche
canzoni.”, gli disse molto
timidamente. Voleva la sua compagnia per non pensare a Mamoru.
Il ragazzo
sorrise. Erano rari i momenti in cui veniva fuori
una Usagi così coccolona.
“Amore
vorrei tanto, ma aspetto Mamo. Ricordi che sarebbe
passato da me stasera?”, le ricordò lui.
“Dai
amore, disdici tutto! Voglio stare in intimità con te...
ho voglia di te!”, si azzardò a pronunciare la
ragazza.
A quelle parole,
dette così sensualmente, il cantante col
codino non riuscì a resistere. Sentiva un forte calore
riscaldargli il corpo:
la voleva con tutto sé stesso.
“D’accordo
amore. Aspettami sotto casa tua. Verrò a prenderti
in un baleno!”, le disse con un filo di voce.
“Ti
aspetto. Fai presto!”, concluse lei, tirando un sospiro
di sollievo. Era necessario chiamarlo. Voleva sentire un po’
il suo amore per
lei. L’avrebbe aiutata a non concentrarsi sulla dichiarazione
d’amore del
dottore.
“Ragazzi,
sparite!”, urlò Seiya ai fratelli.
“Che
ti prende adesso?”, gli dissero in coro.
“Mi
prende che adesso la mia ragazza ha bisogno di me e io ho
avuto la brillante idea di portarla qui e stare con lei da soli. Quindi
voi due
levatevi di torno!”, spiegò il ragazzo.
“Uuh,
uuh... da soooli! Seiya, mi raccomando non farci
diventare zii! Siamo ancora giovani!”, lo prese in giro Yaten.
“Ma
cosa dici, maniaco?”, lo rimproverò Seiya,
avvampando.
“Ma
guardalo... è diventato tutto rosso! Dai, Yaten stava
scherzando! Lo sappiamo che tu sei una persona seria. Sbaglio o questa
è la
prima volta che fai venire Usagi al garage?”, gli
domandò un pacato Taiki.
“Già...
diciamo che è la prima volta che ci vediamo in una
stanza chiusa, da soli. Non so cosa potrebbe accadere...”, si
limitò a
pronunciare il ragazzo di Usagi, visibilmente imbarazzato.
“Non
farle male, mi raccomando!”, continuò a scherzare
il
ragazzo dai capelli color dell’argento.
“Naaa...
smettila Yaten! La tua è tutta invidia. Seiya, non
temere, andrà tutto bene. In fondo, vi amate ed è
giusto che iniziate a stare
un pò in intimità. Questo non vuol dire che
dobbiate far l’amore stasera! Anche
se secondo me, dopo 6 mesi che state insieme, qualcosa
accadrà...”, lo confortò
il saggio Taiki.
“Oh,
Taiki! Tu sì che mi sai capire!”, gli
confessò il
fratello con lacrime di gioia agli occhi. “Adesso
però andatevene! Devo
sbrigarmi a sistemare che tra qualche minuto devo andare a prendere la
mia
fantastica ragazza!”
Sorridenti, i
fratelli presero le sue parole alla lettera e
uscirono dal box, lasciando Seiya intento a mettere in ordine.
Mentre erano per
strada Yaten disse:
“Secondo
te lo faranno?”
“Non
lo so! Ma non sono affari nostri. Sei sempre il
solito!”, lo ammonì Taiki.
“Eddai,
voglio solo divertirmi un po’... sai quanto amo
prendere in giro tuo fratello!”, ammise il ragazzo col codino
argento,
facendogli l’occhiolino.
“Ehi,
guarda. C’è Mamoru!”,
continuò.
“Ciao
ragazzi! Da quanto tempo!”, li salutò il bel
medico.
“Sono
contento di rivedervi dopo tutto questo tempo!”
“Anche
noi lo siamo! Bentornato!”, esclamò Taiki,
abbracciandolo, seguito a ruota dal fratello.
“Cosa
ci fate qua? Non dovreste essere in garage a provare? E
Seiya non è con voi? Mi ha detto lui di passare stasera. Ho
fatto un po’ di
ritardo però.”, confessò Mamoru.
“Beh,
il nostro romantico fratellino ha ricevuto una chiamata
dalla sua adorabile fidanzatina che gli chiedeva di stare un
po’ da soli...
capisci cosa intendo, no?”, gli disse Yaten, malizioso.
“Veramente
no.”, rispose uno spiazzato Mamoru.
“Vedi,
loro sono 6 mesi che stanno insieme e non sono mai
stati da soli né in una casa né in luogo dove
potessero essere intimi. Oggi è
la prima volta per loro.”, continuò Taiki.
“Ok, e
allora? Non è una cosa eclatante, no?”,
cercò di auto
convincersi il dottore.
“Mamo
sei un po’ tonto! Non l’hanno mai fatto... sesso,
dico.
Stasera potrebbe essere la loro prima volta in tutti i
sensi!”, concluse il
ragazzo col codino marrone.
Dopo quelle
confessioni, a Mamoru si gelò il sangue. Sapeva
che Seiya non aveva ancora toccato Usagi, ma non avrebbe mai pensato
che
potesse accadere così presto. Certo, alla fine, era
legittimo che lui volesse
far l’amore con lei. In fondo, erano fidanzati.
“Perché
Usa vuoi stare in intimità con Seiya proprio
adesso?”, si stava chiedendo, con il cuore a pezzi.
Non
possiamo fare
questo a Seiya!: le
parole della ragazza gli piombarono in testa violentemente. Adesso era
tutto
chiaro.
Lei voleva stare
con Seiya per non pensare a lui.
Evidentemente dopo il bacio e la dichiarazione d’amore che le
aveva fatto, era
andata ancor di più in confusione.
“Allora
è vero che è innamorata di me...”,
pensò amaramente
il bel dottore.
Era disposta a
stare con un ragazzo che non amava piuttosto
che spezzargli il cuore e fargli perdere l’amicizia con il
suo migliore amico.
Questi pensieri
gli martellavano la testa ormai da qualche
minuto. Non si era nemmeno accorto che i due amici con cui si era
fermato lo
stessero chiamando.
“Mamo
tutto ok? Sei un po’ pallido!”, gli disse Yaten.
“Ehm..sì,
scusatemi. Ora devo andare. A presto!”
Detto questo si
allontanò velocemente. Cominciò a correre
più
rapidamente possibile. Voleva tornare a casa e mettersi a dormire
profondamente.
Quella sera la
ragazza che amava forse si sarebbe concessa al
suo amico. E questo lo faceva impazzire di dolore e gelosia.
Ad ogni passo
pensava alla sua testolina buffa. Pensava a
quanto fosse una persona nobile e soprattutto corretta. Lui, invece, si
era
comportato in modo irrispettoso con il suo migliore amico. Si odiava
per
questo.
Ma non poteva
sopportare il pensiero di Usagi tra le braccia
di Seiya, mentre facevano l’amore. Non poteva accettarlo.
Eppure non poteva
fare nulla per impedirlo.
Casa
di Usagi.
“Uffa
Seiya quanto tempo ci stai mettendo!”, esclamò
Usagi
scocciata.
Erano
già 15 minuti che lo stava aspettando. Non vedeva
l’ora
che arrivasse da lei. Avrebbe conosciuto il suo amato garage e,
chissà, forse
sarebbe accaduto qualcosa tra loro. D’altronde non erano mai
stati soli in quel
modo. Arrossì e pensò a Mamoru, sospirando.
“Mi
dispiace, ma tra noi non potrà mai esserci
nulla!”, si
disse tra sé e sé, malinconica, mentre Seiya la
salutava da lontano con la
mano.
Alla sua vista,
la ragazza decise di buttarsi tra le sue
braccia, lasciando il cantante basito e felice allo stesso tempo.
“Finalmente
sei arrivato, amore mio!”, gli disse.
“Oggi
sei diversa dal solito, piccola... ma mi piaci tanto
quando fai così!”, le confessò il
ragazzo, dandole un dolce bacio sulle labbra.
“Adesso
sbrighiamoci ad andare che sei bagnatissima!”,
continuò, prendendola per mano.
Arrivarono al
garage in pochi minuti. Mentre erano in
viaggio, ad Usagi batteva forte il cuore e guardava sempre con la coda
dell’occhio il suo ragazzo. Stranamente gli sembrava
più uomo del solito. Forse
perché dopo quella sera forse sarebbe cambiato per sempre il
loro rapporto.
“Prego
entra pure!”, la invitò Seiya ad accomodarsi, dopo
aver aperto la porta del box.
Era piccolino,
ma accogliente. C’era un vecchio tavolo al
centro, circondato dai loro strumenti musicali, con un divano vicino al
muro. A
destra dell’ambiente c’era una porta: sicuramente
portava al bagno.
“Allora
ti piace?”, chiese curioso il ragazzo, che osservava
le forme della giovane, che erano ancor più evidenti a causa
dei vestiti
bagnati.
“Sì,
mi piace molto!”, gli rispose Usagi, ridestandolo dai
suoi pensieri poco puri.
“Mi fa
piacere. Adesso asciugati, altrimenti ti prenderai un
malanno.”, le disse, porgendole un asciugamano preso prima di
uscire.
In
quell’attimo i loro occhi si incrociarono. Usagi
avvampò:
non aveva mai visto il suo ragazzo così serio.
Dal canto suo
Seiya la desiderava più di ogni altra cosa al
mondo. Istintivamente la prese tra le braccia e cominciò a
baciarla.
La ragazza era
travolta dalla sua passione così forte, che
quasi la intontiva.
“E’
davvero questa la cosa giusta da fare?” pensò.
Quando il
ragazzo si staccò dalle sue labbra, le sussurrò,
ansimando:
“Usa..
ti voglio... non riesco a resisterti...”
Non
aspettò nessuna risposta da lei. Cominciò a
baciarle il
collo e a toccarle il seno. La prese in braccio e la adagiò
sul divano.
Si
sfilò la maglietta che indossava e si coricò
sopra di lei.
Le abbassò il vestito e le baciò il petto.
“Mi
fai impazzire...”, continuò a dire Seiya, non
più lucido
e visibilmente eccitato.
“Voglio
che tu sia mia...”, le ripeteva senza sosta.
Usagi non
riusciva a credere di fargli quell’effetto così
inebriante. Non lo immaginava così deciso.
Seiya che le
baciava il viso, le labbra, il seno così
voracemente la stava quasi disgustando. Perché? Lui era pur
sempre il suo
ragazzo... era normale fare “quelle cose”. Non
capiva. Era in preda a un mix di
emozioni che contrastanti la stavano divorando.
La
verità è che non si sentiva a pronta a compiere
quell’importante passo. Non almeno per un motivo
così banale, come quello di
non pensare a Mamoru.
Forse era troppo
tardi per rivelarlo a Seiya?
“S-Seiya...”,
cominciò a dire, senza ottenere successo. Il
ragazzo era troppo concentrato a leccargli la base del mento.
“Seiya
ti prego...”, continuava imperterrita con un filo di
voce, ma il giovane non le rispondeva.
“Seiya!”,
prese ad urlare agitata la biondina.
“Fermati!
Non voglio!”, concluse facendo rimanere di sasso il
ragazzo che ora la guardava con fare stupito ed interrogativo.