28/11/2011
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Capitolo 1 – Vas Happenin’ ?
Capelli biondi e lunghi, occhi verdi tendenti al grigio, labbra carnose, zigomi alti, ben pronunciati, non troppo alta e magrolina. Dal carattere ambizioso, testarda, ma sotto al suo visetto antipatico si nasconde una ragazza buona, infondo un po’ timida e insicura, dal cuore tenero che nasconde un passato di sofferenza. Questa sono io: Dianne
Era Venerdì mattina e la mia sveglia suonava da circa 10 minuti. Aprii gli occhi ed iniziai a borbottare tra me e me.
“Ora mi domando, perché cacchio ho impostato la sveglia se oggi non devo fare nie-“ Feci una profonda pausa di riflessione e..
“L’APPUNTAMENTO, L’APPUTAMENTO!Ecco cos’era!”
Senza manco spegnere la sveglia balzai dal letto, mi sistemai di fretta e furia, e dopo circa 10 minuti uscii fuori di casa.
“Ci fosse una volta, una santissima volta, che mi ricordassi ciò che devo fare..Beh,se mi sbrigo non dovrei fare così ritardo.” Dissi correndo verso la fermata dell’autobus.
“Dopo tanto tempo ci rincontriamo ed io faccio ritardo. Ma che deficiente. Meglio se gli mando un messaggio...”
Mentre premevo furiosamente i tasti del cellulare, salii sul bus, cercai un posto a sedere,presi fiato e per ammazzare il tempo decisi di ascoltare un po’di musica. Guardai fuori dal finestrino: il tempo quel giorno era come se favorisse l’occasione. Il cielo era limpido, poche nuvole, un sole che spaccava le pietre; eppure era percettibile un’arietta fredda, abbastanza fredda da arrossarti le guance e screpolarti le labbra, ma piacevole.E poi Londra quel giorno era così piena di vita..
Insomma, dopo circa 10 minuti se non 15, finalmente il bus arrivò alla mia fermata. Balzai fuori con scatto felino (quasi non inciampai nel marciapiede), diedi un’occhiata in giro ed iniziai a correre scuotendo la mano in aria (come se mi trovassi in una discoteca), nel tentativo di farmi notare da lui.
Lui è da sempre stato il mio migliore amico.Un tipo gentile, simpatico, un po’ vanitoso e protettivo, insomma un ragazzo simile ad altri, ma da qualche tempo non più. Da poco era entrato a far parte di una band assieme ad altri 4 ragazzi, quindi come potete ben immaginare un tipo molto impegnato, ma quel giorno era riuscito a trovare un attimo di tempo da dedicarmi, amorevole eh?Lui si chiama: Zayn Malik.
Capelli ed occhi castani, ha due tatuaggi, alto, palestrato, sembra quasi un modello di Abercrombie!Ed ora giustamente vi chiederete: perché ‘sta deficiente qui non ci prova con lui?Semplice! E’ fidanzato e poi lo conosco da troppo, fin troppo tempo. E’ come un fratello per me.
“Dianne, finalmente!” Urlò abbracciandomi, quasi non mi stritolava.
“Io prendo un giorno libero e ti fai aspettare per circa mezz’ora, ma che combini?Anzi no, non lo voglio sapere, sicuramente qualche michiata. Come stai?” Mi disse con un sorriso di 360° stampato in faccia.
Mentre camminammo iniziammo a parlare del più e del meno, del fatto che ora è un cantante di fama internazionale, di come si trovasse con i suoi nuovi compagni, se gli mancasse casa, e tante altre cose. Ad un certo punto decidiamo di sederci su una panchina.
“Incredibile quanta strada tu abbia fatto. Ti sei iscritto ad un provino, ti hanno preso e “BOOM”, eccoti famoso. A volte mi mancano le nostre passeggiate, i compiti fatti assieme, le nostre minchiate, ma sono davvero contenta per te!” Gli dissi sorridendogli.
“A chi lo dici, ma sai, anche se non c’è più la vecchia quotidianità non vuol dire che anche i nostri sentimenti siano cambiati, ed una dimostrazione lo è oggi. Vedi, ora siamo qui, assieme, e ci stiamo divertendo, come ai vecchi tempi!Troverò sempre un secondo, un minuto, un ora da passare assieme a te, e a tutti coloro che mi vogliono bene.” Ricambiò il mio sorriso abbracciandomi.
Quella frase sapeva di nostalgico, mi veniva quasi da piangere, ma trattenni le lacrime e mi limitai a dire:
“Eeeh, che parolone!Ti ha fatto bene diventare famoso, sai?”Ci guardiamo negli occhi e scoppiammo in una grossa risata.
Il tempo passò così velocemente che non ci rendemmo conto dell’ora che si era fatta. Già l’una di pomeriggio. Decidemmo così di andare a pranzare velocemente in un bar vicino. Ci sedemmo in uno dei tavolini e ordinammo. Tutto andava bene, era come tornare ai vecchi tempi, ma ad un tratto degli schiamazzi da “scimmioni” catturarono la nostra attenzione.
“Certo che la maleducaz-“ Non ebbi il tempo di finire la mia frase, dato che questa venne stroncata da Zayn che si alzò ed urlò contro a quei ragazzi un fragoroso :“Ciao!”