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Autore: MaryLouise    28/11/2011    4 recensioni
L'elegante pergamena cadde a terra dalle sue mani sconvolte.
Gli occhi grigi fissavano il vuoto e riflettevano i ricordi di quel tempo lontano, 2 maggio 1998.
«Hai ricevuto posta?», gli domandò la donna.
«No, nulla d'importante», mormorò.
Nel caminetto, avvolta tra le fiamme, la carta sottile bruciava lentamente.
Il tenue bagliore dorato illuminava le parole vergate con inchiostro scuro.
Conosco il tuo segreto.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix, Lestrange, Draco, Malfoy, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Lucius, Malfoy, Narcissa, Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Everyone has secrets. Also Deatheaters.'
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I know your secret


Era una soleggiata mattina di primavera, le finestre del salotto di Malfoy Manor erano aperte. Il profumo della rugiada e dei fiori che si schiudevano alle prime luci del pallido sole mattutino inondava la sala.
Un puntino nero si stagliava nel cielo azzurro chiaro. Si avvicinava sempre più, agitando le ali con grazia.
Il gufo atterrò su uno dei davanzali del maniero, porgendogli la zampa a cui era legata una lettera.
Lucius Malfoy la sfilò con abile maestria e s'immerse nella lettura. Non durò a lungo; l'elegante pergamena cadde a terra dalle sue mani sconvolte.
Gli occhi grigi fissavano il vuoto e riflettevano i ricordi di quel tempo lontano, 2 maggio 1998.

Il castello di Hogwarts era semidistrutto dall'esercito dell'Oscuro Signore, nella sua furiosa crociata contro Potter.
Malfoy si aggirava tra le macerie del luogo a lui tanto familiare alla ricerca del figlio Draco, sperando che Narcissa l'avesse già trovato. Sperando che fosse ancora vivo.
Avanzava tra cataste di cadaveri e detriti di pietra, avvolti dall'abbraccio consistente della polvere.
Improvvisamente un bagliore verde quasi accecante colpì la sua vista, un fosca screziatura rossa stramazzò al suolo.
Si avvicinò cauto, facendo scorrere la schiena contro il muro di pietra.
Sul suolo freddo, inerte come una bambola, giaceva il corpo di un Weasley, gli occhi ancora aperti, l'espressione ridente stampata sul volto.
Il gemello lo stringeva a sé, soffocando i gemiti. Lacrime salate gli rigavano il viso, distorto in un'espressione di dolore.
«Fred... Fred...», mormorava in un sussurro straziante.
Lucius avanzò un poco, la bacchetta pronta a colpire, ma un rumore lo tradì.
L'altro alzò la testa di scatto e scrutò il buio con occhi gonfi di pianto.
Si appiattì istintivamente contro il muro, cercando di zittire il proprio respiro.
«Chi è là?», il rosso ingrossò la voce lacerata dal dolore. «Fatti vedere!», urlò.
Malfoy rimase immobile nel buio, fino a quando il bagliore proveniente dalla bacchetta dell'avversario gli illuminò il volto.
La bacchetta di Lucius scattò in aria, «Avada Keda...».
«Sì, mi uccida», la voce di Weasley era bassa e sofferente, il viso illuminato da occhi brillanti, quasi avidi di morte.
«Mi uccida, perché la mia vita senza Fred non ha più senso».
Quella frase lo colpì come uno schiaffo e scatenò in lui pensieri confusi.
Mi uccida.
Se avesse perso Draco e Narcissa, le ragioni della sua vita, questa avrebbe avuto ancora un senso?
Avrebbe avuto il coraggio di continuare a vivere, oppure si sarebbe lasciato morire?
Mi uccida.
Avrebbe avuto la fredda determinazione di uccidere quel ragazzo dagli occhi tristi e il cuore gonfio di dolore che gli stava davanti e si immolava come un capretto durante un sacrificio?
Mi uccida.
Lo avrebbe privato di quello che poteva ancora riservargli la vita? Lo avrebbe privato della possibilità di avere un lavoro, una famiglia e vivere felice?
Mi uccida.
Avrebbe voluto che privassero se stesso delle piccole gioie di un'esistenza che ammetteva essere ignobile?
La risposta giunse immediata nella sua mente. No.
Non avrebbe voluto perdere Draco e Narcissa, non avrebbe voluto essere privato della propria vita ma soprattutto, se ne rese conto quasi con orrore, non lo avrebbe augurato a nessuno.
Abbassò la bacchetta, con sguardo quasi compassionevole. Si girò lentamente, tenendolo d'occhio, poi si allontanò a grandi passi. Lasciò il giovane basito alle sue spalle, certo che non l'avrebbe colpito a tradimento.
Camminava in fretta, nervoso ed irritato dal proprio comportamento.
«Perché diavolo non l'hai ucciso?». La voce rabbiosa di Bellatrix diede voce ai suoi pensieri.
Di corporatura esile ma di robuste convinzioni, la bacchetta sguainata ed i capelli scarmigliati. La cognata gli stava di fronte, i vestiti scuri sporchi di polvere e terra, le mani macchiate del sangue invisibile di tanti innocenti.
Colto alla sprovvista dalla sua improvvisa comparsa dietro l'angolo, cercò di accampare una scusa.
«Stava per attaccarmi alle spalle, sono riuscito a distrarlo e a fuggire». Si accorse subito di quanto la sua giustificazione potesse sembrare stupida e irrazionale, ma ormai il danno era fatto.
«Non è quello che ho visto io», ringhiò secca, gli occhi fiammeggianti e spiritati. «L'Oscuro Signore ne sarà informato Lucius, stanne certo», sibilò sprezzante.
Abbassò un poco la testa; Voldemort non gliel'avrebbe lasciata passare liscia, aveva commesso troppi errori in quegli anni.
Lo aveva abbandonato durante la sua sconfitta ad opera di Potter ancora in fasce, rintanadosi nell'ombra. Successivamente era tornato, quasi costretto, come un figliol prodigo torna dal padre, implorando perdono.
Ma nel tentativo di riconquistarsi la sua fiducia aveva fallito, di nuovo. Il suo Padrone non sarebbe stato magnanimo stavolta, lo sapeva bene.
Perché diavolo non lo aveva ucciso?
Quella domanda gli risuonava in testa, scuotendogli le membra con violenza.
Avrebbe voluto gettarsi in ginocchio e implorarla, ma sapeva che nulla poteva commuovere il freddo cuore di Bellatrix.
«Denunciarmi così...», mormorò, scuotendo la testa con espressione afflitta. «Come puoi tradire tua sorella e tuo nipote? Sai meglio di me che il Signore Oscuro non mi perdonerà stavolta». Il suo tono era calmo e mellifluo, tentava di persuaderla.
«Non è un mio problema», scattò l'altra. «Io sono fedele al mio Signore e Padrone, non al mio stupido e ambiguo cognato».
«Fai bene», di colpo sibilò altero. «Ma sai che senza di me Draco e Narcissa non ce la farebbero ad andare avanti».
«Tuo figlio è abbastanza grande da essere uomo e non credo che qualcuno sentirà la tua mancanza. Io no di certo», rise sardonica.
Ignorò le sue ultime parole, «Draco è solo un ragazzo», mormorò a bassa voce.
«E' un giovane uomo chiamato a servire Lord Voldemort, porterà solo gloria ed onore alla nostra famiglia!».
Gloria ed onore.
Il premio per aver servito adeguatamente un mago potente ed averlo aiutato nei suoi scopi.
Ma qual era il prezzo da pagare?
Servigio e sottomissione, pensò inizialmente.
Il ricordo del volto di Weasley sussultò nei suoi pensieri.
Macchiarsi le mani di sangue innocente, aggiunse con un brivido.
Perché quella distruzione intorno a sé? Perché quell'odio contro un semplice ragazzo diciassettenne?
Improvvisamente il suo cuore fu squarciato da una consapevolezza che lo lasciò senza fiato.
Non voleva più uccidere.
Non voleva privare qualcuno della vita. Cos'era, un giustiziere al servizio di un mago dall'animo ambizioso, pronto a sacrificare vite umane per raggiungere gli obiettivi del suo mandante?
No, era solo un semplice uomo che non aveva diritto di far del male a un suo fratello.
Non voleva più uccidere.
Guardò la cognata dritto negli occhi. «Fai come ti pare», sbottò secco. «Io vado a cercare mio figlio e mia moglie».
«Ci stai abbandonando, Lucius?», gli gridò Bellatrix alle spalle.
«Questa non è la mia crociata, donna».
«Sei un codardo!».
Codardo. Nessuno glielo aveva mai detto apertamente, ma riconosceva la verità nella parole che erano state appena pronunciate.
Era un codardo perché si era sottomesso ad un potente, certo di assicurarsi una buona protezione e d'essere intoccabile.
Aveva ucciso persone semplicemente per obbedire ad un ordine, senza pensare alle conseguenze.
Del resto non era un suo problema se uomini, donne e bambini venivano uccisi o usati per scopi malvagi.
La magia è potere, ripeteva il Signore Oscuro.
La magia é anche dolore e distruzione? si domandò.
Scosse la testa come per allontanare i pensieri che la assillavano.
«Conosco il tuo segreto, Malfoy! E' la fine per te!» strillava la strega dietro di lui.
Accelerò il passo e scese le scale velocemente. Bellatrix conosceva il suo segreto. Se l'avesse saputo, Voldemort l'avrebbe ucciso alla prima occasione.
Doveva fuggire. Era un codardo ed avrebbe continuato ad esserlo.
Doveva fuggire e portare via con sé la sua famiglia.
Fuori la battaglia imperversava nel cortile, cadaveri impilati ai lati del chiostro, anatemi scagliati da una parte e dall'altra.
Tra la moltitudine di maghi che combattevano per la vita distinse due chiome bionde inconfondibili.
Draco e Narcissa, schiena contro schiena, combattevano circondati da nemici.
Scagliò gli ostacoli lontano da loro con un urlo selvaggio, preso da un impeto violento.
La moglie lo guardò smarrita, cercando nel suo sguardo corrucciato risposte a domande silenziose che le scorrevano senza sosta nella mente.
Le afferrò un braccio. «Dobbiamo andarcene da qui».
Lei si girò verso il figlio. «Draco verrà con noi, vero?».
Il biondino si guardò intorno quasi impaurito. Solo morte e distruzione.
Strattonò un poco Narcissa. «Andiamo», li incitò.
La donna annuì, tendendo la mano verso il ragazzo, che la strinse.
Si allontanarono di soppiatto lungo l'uscita principale, mentre le due fazioni combattevano strenuamente tra loro per la sopravvivenza.
Strinse più forte la mano dei suoi cari e pensò intensamente a Malfoy Manor, trascinandoli con sé nel risucchio della Smaterializzazione.
Solo quando tutti e tre toccarono il suolo Lucius sentì che erano davvero al sicuro. Nessun posto era meglio di casa propria.

La dannata lettera che giaceva al suolo, spedita diciassette anni dopo l'accaduto, suscitava in lui il ricordo ancora vivido di quella notte.
La notte in cui si era reso conto della missione suicida e omicida in cui si era cacciato.
La notte in cui aveva compreso davvero quanto la follia di Voldemort fosse pronta a spingersi oltre il consentito.
La notte in cui aveva provato, per la prima volta in vita sua, un po' di rimorso per le azioni compiute nella sua esistenza da Mangiamorte.
Il ticchettio degli stivali di Narcissa sul pavimento di marmo annunciò il suo arrivo in salotto.
«Tutto bene?», domandò notando la sua espressione persa nel vuoto.
«Mai stato meglio», mentì, mentre le cingeva i fianchi con le mani.
Il viso della moglie era ancora quello di cui si era innamorato anni prima, solo poche e vaghe rughe lo solcavano all'altezza degli occhi, eppure la trovava incredibilmente bella lo stesso.
«Draco e Astoria verranno a pranzo verso mezzogiorno», gli annunciò. «Scorpius ha ricevuto la sua lettera da Hogwarts questa mattina».
«Un altro fiero Serpeverde», ghignò orgoglioso.
«Hai ricevuto posta?», gli domandò la donna.
Rendendosi conto che la pergamena era ancora a terra, Lucius la raccolse di scatto.
«Qualcosa d'importante?».
Per tutta risposta lui la gettò nel fuoco che ardeva nel caminetto.
Baciò Narcissa sulla guancia, spingendola dolcemente verso l'atrio. «No, nulla d'importante», mormorò.
Nel caminetto, avvolta tra le fiamme, la carta sottile bruciava lentamente.
Il tenue bagliore dorato illuminava le parole vergate con inchiostro scuro.
Conosco il tuo segreto.



Sera guys!
Ho scritto questa "breve" OneShot per il contest "Il mio migliore amico" di Ivana Efp (di seguito il giudizio)

Ho scelto il pacchetto Primavera, il cui tema era: a volte si crede di aver chiuso i ponti con il passato; che con lo sbocciare dei fiori, con il caldo e con le rondini, del gelido freddo invernale non se ne veda più l’ombra.
Ma non è sempre così.
A volte il passato torna e non è sempre facile chiudere i conti in sospeso…
I personaggi erano Lucius Malfoy/ Bellatrix Lestrange/ George Weasley.
Il prompt scelto Vecchi Ricordi (sottolineato nel testo).
Spero vi sia piaciuta, attendo commenti cari!
Notte a tutti.


Terza classificata Jo 96 con I know your secret.

Grammatica e sintassi: 9/10
Stile e Lessico: 9/10
Originalità: 9,9/10
Utilizzo Personaggio/ Tema: 9/10
Gradimento Personale: 9,7/10
Punto Bonus: 5/5
Punteggio finale: 51,6/ 55


Una storia piacevolissima, provvista di un inizio che ti lascia entrare e spolverarti le scarpe. Qualcuno ti offre perfino dei biscotti, ti mette a tuo agio. Poi, a tratti, ti senti un vero estraneo. Ho trovato di carino l’idea di questo inizio in cui troviamo George a piangere sulla salma di suo fratello, e Lucius che, notando la morte negli occhi e nel cuore del Weasley, fa determinate riflessioni. L’arrivo di Bellatrix è una piacevole sorpresa e così anche il resto dello svolgersi della vicenda, fino a giungere ad un finale lieto, dove troviamo Lucius e Narcissa ad accennare al nuovo piccolo Serpeverde della famiglia e, al contempo, una lettera che sa tanto di un episodio terminato a metà, mentre tu sei lì a cercare di capire cosa succeda e quel maledetto regista decide di terminare la prima parte così. Analogamente quel luminoso “Conosco il tuo segreto.” mi terrorizza e spizza; al contempo dona un pizzico di sana suspance al racconto. Un elaborato predominato da momenti alti e bassi, da luce e oscurità e un’abbondante dose di riflessioni. In quanto a originalità ti meriti i miei complimenti. Fin’ora nessuna è crollata come una torre di carta davanti un cliché e, davvero, avete tutta la mia stima. Quanto riguarda la grammatica, troviamo deboli errori di punteggiatura nel continuo mettere il punto all’interno delle virgolette, e non fuori. O ancora mettere il punto dopo un punto interrogativo: esempio - «Draco verrà con noi, vero?». Un altro piccolo errore riscontrato nella seguente frase: …diritto di( a)far del male a un suo fratello. Molto spesso, a seconda del paese di provenienza, si usano articoli o preposizioni in modo sbagliato. Sono la prima a dire, per esempio: Ci vediamo a pomeriggio; quando si dovrebbe vederci DI pomeriggio. D’altronde quegli insignificanti errori vengono celati da uno stile scorrevole e curato, ricco di descrizioni e amorevoli incrinature di circostanza. Le ripetizioni, nella prima parte, di “ Mi uccida” rendono chiaro il concetto di morte che spaventa l’intera Hogwarts, e Lucius.
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L’intero brano naviga in una trama piuttosto presente, con personaggi non proprio IC ma giustificati e dalla personalità quanto meno similare a quella dei veri protagonisti. Per l’impegno e la tenacia dimostrata a raccontarmi questa piacevole storia - che emoziona, che è accogliente - quasi il massimo del mio gradimento personale. Come piccolo suggerimento potrei solo azzardare a dirti di ricontrollare le parti superflue. Molto spesso è necessario andare diritto al sodo, senza allungare il brodo. Il prossimo contest a cui spero vederti partecipare sarà uno di drabble. Ti voglio assolutamente lì.


Terzo posto. Che bello *__*
Sono contenta :)
Per la punteggiatura, di solito metto sempre il punto a fine virgolette, anche se il fatto che ci sia un punto interrogativo prima lo rende superfluo (come giustamente ha fatto notare la giudicia).
Succede che, presa dalla narrazione a volte difficoltosa in alcuni punti, io possa cadere nella monotonia... la prossima volta cercherò di evitarlo il più possibile ^^''
"Un altro piccolo errore riscontrato nella seguente frase: …diritto di( a)far del male a un suo fratello." Si dovrebbe dire non aveva diritto a fare del male?
Seriamente? O.o
Sono sconvolta.
The One Hundred Prompt Project
   
 
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