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Autore: Ino chan    28/11/2011    3 recensioni
Ted sollevò gli occhi e si vergogno un po’ meno delle lacrime che mischiate alla pioggia lungo il viso, John, come un bambino si era accucciato sui calcagni e si stava strofinando gli occhi con entrambe le mani –Siamo tutti morti, James.-
Missing moment post capitolo 56 di Came back to the hell [James Remus/Jolie]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Missing moment ambientato dopo il capitolo 56 di Came back to the hell.


NB: Kayako: Fantasma vendicatore presente nei film THE GRUDGE

 

 

 

LA PIOGGIA DELL’ADDIO.

 

-Tua figlia non sta bene, lo sai vero?-
James Potter sollevò gli occhi dalla bottiglia di whisky che teneva in mano, e in silenzio, li volse oltre la cornice della porta, a Jolie in salone, seduta sul divano con un cuscino fra le braccia. La osservò, per un momento, e dopo un breve sospiro, tornò a Sirius, al tavolo della cucina con lui.
Non ci voleva un genio per capire che Sirius non si riferiva al virus influenzale che aveva colpito la ragazza.- Lo so.-
-Da quanto sta così?-
Dalla caduta di Carrow Manor, solo una volta Jolie aveva pianto. Quando si era lanciata fra le braccia di Andrea quella sera, quando l’aveva convinta a mandare giù un boccone, a non lasciarsi morire perché James Remus non l’avrebbe mai voluto.
James sospirò e versò un goccio all’amico accanto a lui - Non lo so.- Il crollo era stato inesorabile, ma lento. Lui, si era accorto solo alla fine di non avere più una figlia in giro per casa. Ma una bambola respirante, parlante, ma prima della minima scintilla vitale.
Scosse la testa - Non parla quasi più.- afferrò il bicchiere fra le mani e prese a stringere - Non ride più.- sollevò gli occhi verso Sirius - E’ come se fosse morta anche lei.- Era come se fosse sparita anche lei sotto quei detriti che si erano mangiati i corpi di James Remus, Ted e John.
Sirius prese un sorso di whisky e si volse a guardare la ragazzina seduta accanto alla radio, dove una voce bassa e dolce stava leggendo il quarto capitolo di un noto libro
d’amore - Deve essere terribile.- James lo guardò, gli occhi lucidi per la pena - Rendersi conto di amare qualcuno, quando questo non è più lì con te.-
 

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Qualche ora dopo, a Londra, sotto una  pioggia battente e con il fango che gli arrivava a mezza gamba, James Remus, Ted e John si maledivano per aver fallito la loro prima missione. Si erano fatti scappare Amycus Carrow sotto al naso.
-Ce lo siamo fatto scappare.- Ted si guardò attorno incredulo.
-Lo dicevo io! Lo dicevo io che bisognava legarlo!- John si strizzò la radice del naso fra due dita, prima di voltarsi verso James Remus che annusava l’aria ad occhi chiusi -Non fare il figo con quest’acquazzone, ci è scappato e Scrigemour ci farà il culo .-
-E’ andato di là.- James indicò con un cenno del capo un ampia cancellata alla sua destra - Si è infilato nel cimitero magico.-
Ted socchiuse gli occhi nella pioggia , portandosi indietro i capelli appesantiti dall’acqua con una mano. Il cimitero magico si ergeva in una  via dimenticata della zona portuale di Londra. Fra porticcioli marci, e portuali che ancora narravano le gesta di Jack The Ripper, vi era questo campo, escluso all’occhio del babbano da un incantesimo che camuffava le lapidi in forma di alberi.
-CAZZO IO LI NON CI ENTRO!- scattò immediatamente John scrollando il capo.
-Hai paura?- gli chiese James sollevando un sopracciglio.
-Amico è un cimitero ed è mezzanotte.-
-E hai paura di incrociare il fantasma di tua nonna?- ridacchiò Ted seguendo James verso il cancello -Ehi!?- James si era bloccato senza preavviso e Ted si massaggiò il braccio che aveva cozzato contro di lui - Che succede?- Sollevò gli occhi verso il punto oltre l’inferriata che delimitava il terreno che James stava indicando e aggrottò la fronte -Cosa?-
-HO.HO.HO.- balbettò il ragazzo.
-Che?- gli fecero eco gli altri due.
-Ho visto qualcuno vestito di bianco camminare fra le lapidi!-

 

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-

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-NO, FERMI, COSI’ SIAMO RIDICOLI!-
James puntò i piedi nel sentiero fangoso che stava attraversando e volse lo sguardo ai due alle sue spalle, che lo stavano letteralmente usando come scudo umano - Camminate davanti a me, fifoni!- esclamò indicando un punto fra due lapidi - Siamo maghi e abbiamo diciotto anni, vi sembra ancora il caso di avere paura dei fantasmi?-
Che fosse stato il primo a gridare terrorizzato alla vista di quell’apparizione vestita di bianco, al momento, era irrilevante evidentemente - FORZA!-  abbassò la mano e si volse a seguire lo sguardo di John - Che stai guardando?-
-Di là non ci sono le nostre lapidi?-
-Eh…- fece Ted strizzando gli occhi per mettere a fuoco -OCCAZZO!-

L’apparizione vestita di bianco era ferma davanti alle loro tombe.


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-E’un fantasma vendicatore.-
Erano accucciati dietro un cespuglio, ad una decina di metri di distanza dall’apparizione immobile davanti alle loro lapidi.
-Un che?- sussurrò James voltandosi verso di lui.
-Un fantasma vendicatore.- confermò John annuendo convinto - Sa che non siamo morti e vuole punirci per il dolore che stiamo arrecando alle nostre famiglie.-
-John, per Merlino, smettila di guardare la tv babbana…- Ted sollevò il capo per guardare oltre il cespuglio e con un movimento  indicò - Quella non è Kayako minchione!-

-Allora chi diavolo è…?-
James si sollevò -Quella è Jolie.-
James fu di nuovo trascinato a terra da Ted, che gli si appese ad un braccio  -E’Jolie vi dico.- sussurrò verso gli altri due, che si stavano adoperando a tenerlo giù.
-Appunto.- soffiò Ted.
-Scemo, ti ricordo che lei ti crede morto.-  mormorò John, prima di voltarsi  assieme agli altri  verso Jolie. La ragazza si era coperta la bocca con una mano e aveva preso a tossire forte -Starà male?-
-E’ notte fonda , piove ed è davanti alla mia lapide, secondo te?-

 

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Era stato semplice per Jolie uscire di casa nonostante la febbre, una distrazione di sua madre ed aveva imboccato la porta sul retro . Un passo alla volta si era allontanata dal casa, e si era  recata al cimitero,  davanti a quella lapide che per mesi si era rifiutata di visitare. Si sedette fra il fango e l’erba , semplicemente sfinita.
-Scusa se non sono venuta prima…- bisbigliò.
-Jolie?- La ragazza sgranò gli occhi - Jolie?-
Jolie si volse e sgranò gli occhi alla vista di James Remus dietro di lei. Si volse,  mettendosi in ginocchio  e il ragazzo piegò un ginocchio a terra per mettersi al suo piano.


-Sei sicuro?- chiese Ted
-Ted l’hai sentita tossire? Deve stare male.-

 

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Doveva essere impazzita. Jolie non faceva che ripeterselo, ma quando sentì la mano di James scostarle i capelli dal viso, si disse che andava bene così. Se quello che stava vedendo e sentendo era frutto della follia, questa era più che benvenuta nella sua vita.
-James.- bisbigliò
-Jolie, torna a casa.- era caldissima, doveva avere la febbre.
La ragazza scosse il capo e James sospirò - Perché no?-
Jolie tirò su col naso, e tossì  ancora
-Ti prenderai un malanno.-
-Non mi importa.-
-A me sì però.-
La ragazza sollevò gli occhi e lo vide sorridere  fra la pioggia - James .- sussurrò cercando di toccargli il viso , il ragazzo si avvicinò e si lasciò sfiorare la guancia con la punta delle dita - Io non te l’ho mai detto.-
Il ragazzo sollevò le palpebre - Cosa?-
-Che ti amo tanto.-

 

Nel cespuglio Ted e John reagirono nello stesso momento. Il licantropo premette il pugno sinistro contro le labbra, John si afferrò la testa con entrambe le mani e l’abbassò -CAZZO!-

 

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James voleva gridare. Voleva piangere. Voleva sbattere la testa per terra.
Aveva aspettato tutta la vita per sentir dire a Jolie quelle parole e ora che finalmente le aveva ascoltate, queste non gli avrebbero portato altro che dolore.
Strizzò gli occhi fra l’acqua che gli rigava il viso, tremando leggermente, per poi costringersi a sorriderle - Lo sapevo.- sussurrò - L’ho sempre saputo.-
Jolie spalancò gli occhi.
-Ed è per questo che devi andare avanti.-
La ragazza fece di no con il capo.
-Devi farlo per me.-
-Non voglio.-
-Per favore Jolie, devi farlo pe...- se la ritrovò fra le braccia , gli si era buttata addosso all’improvviso con un colpo di reni, cercò di resistere, ma si ritrovò a stringerla a sé fon forza -Ti prego , Jolie, devi farlo per me, devi…-
-Non voglio.- ripetè ancora la ragazza con il viso sprofondato nella giacca di James.
-Fallo per me, devi vivere anche per me.-
 

 

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Erano uomini, non era virile  consolare però…
Ted scambiò uno sguardo con John prima di girarsi verso James che singhiozzava piano accanto a lui. avevano lasciato Jolie davanti alla loro lapidi non appena avevano sentito Ron ed Harry avvicinarsi. Ted si fermò e James Remus si volse verso di lui - Che c’è?-  gli chiese.
Ted si sporse verso di lui, lo prese per le spalle e se lo tirò addosso stringendolo forte - Sfogati.- gli disse  con filo di voce.
Il ragazzo rimase per un momento immobile fra le mani dell’amico e poi si lasciò sfuggire un verso stridulo. La pioggia copriva le sue parole e John dovette avvicinarsi per capire cosa stava farfugliando con la bocca premuta sulla spalla di Ted.

-Sono morto.Sono morto.Sono morto.-

Ted sollevò gli occhi e si vergogno un po’ meno delle lacrime che mischiate alla pioggia lungo il viso, John, come un bambino si era accucciato sui calcagni e si stava strofinando gli occhi con entrambe le mani –Siamo tutti morti, James.-

 

 

  

FINE

 

 

    

   
 
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