Missing moment ambientato dopo il
capitolo 56 di Came back to
the hell.
NB: Kayako: Fantasma vendicatore presente nei film
THE GRUDGE
LA
PIOGGIA DELL’ADDIO.
-Tua figlia non sta bene, lo sai vero?-
James Potter sollevò gli occhi dalla bottiglia di whisky che teneva in mano, e
in silenzio, li volse oltre la cornice della porta, a Jolie in salone, seduta
sul divano con un cuscino fra le braccia. La osservò, per un momento, e dopo un
breve sospiro, tornò a Sirius, al tavolo della cucina
con lui.
Non ci voleva un genio per capire che Sirius non si
riferiva al virus influenzale che aveva colpito la ragazza.- Lo so.-
-Da quanto sta così?-
Dalla caduta di Carrow Manor,
solo una volta Jolie aveva pianto. Quando si era lanciata fra le braccia di
Andrea quella sera, quando l’aveva convinta a mandare giù un boccone, a non
lasciarsi morire perché James Remus non l’avrebbe mai
voluto.
James sospirò e versò un goccio all’amico accanto a lui - Non lo so.- Il crollo era stato inesorabile, ma lento. Lui, si era
accorto solo alla fine di non avere più una figlia in giro per casa. Ma una
bambola respirante, parlante, ma prima della minima scintilla vitale.
Scosse la testa - Non parla quasi più.- afferrò il bicchiere fra le mani e
prese a stringere - Non ride più.- sollevò gli occhi verso Sirius
- E’ come se fosse morta anche lei.- Era come se fosse sparita anche lei sotto
quei detriti che si erano mangiati i corpi di James Remus,
Ted e John.
Sirius prese un sorso di whisky e si volse a guardare
la ragazzina seduta accanto alla radio, dove una voce bassa e dolce stava
leggendo il quarto capitolo di un noto libro
d’amore - Deve essere terribile.- James lo guardò, gli occhi lucidi per la pena
- Rendersi conto di amare qualcuno, quando questo non è più lì con te.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Qualche ora dopo, a Londra, sotto una pioggia battente e con il fango che gli
arrivava a mezza gamba, James Remus, Ted e John si
maledivano per aver fallito la loro prima missione. Si erano fatti scappare Amycus Carrow sotto al naso.
-Ce lo siamo fatto scappare.- Ted si guardò attorno incredulo.
-Lo dicevo io! Lo dicevo io che bisognava legarlo!- John si strizzò la radice
del naso fra due dita, prima di voltarsi verso James Remus
che annusava l’aria ad occhi chiusi -Non fare il figo
con quest’acquazzone, ci è scappato e Scrigemour ci farà il culo .-
-E’ andato di là.- James indicò con un cenno del capo
un ampia cancellata alla sua destra - Si è infilato nel cimitero magico.-
Ted socchiuse gli occhi nella pioggia , portandosi indietro i capelli
appesantiti dall’acqua con una mano. Il cimitero magico si ergeva in una via dimenticata della zona portuale di
Londra. Fra porticcioli marci, e portuali che ancora narravano le gesta di Jack
The Ripper, vi era questo campo, escluso all’occhio
del babbano da un incantesimo che camuffava le lapidi
in forma di alberi.
-CAZZO IO LI NON CI ENTRO!-
scattò immediatamente John scrollando il capo.
-Hai paura?- gli chiese James sollevando un sopracciglio.
-Amico è un cimitero ed è mezzanotte.-
-E hai paura di incrociare il fantasma di tua nonna?- ridacchiò Ted seguendo
James verso il cancello -Ehi!?- James si era bloccato senza preavviso e Ted si
massaggiò il braccio che aveva cozzato contro di lui - Che succede?- Sollevò
gli occhi verso il punto oltre l’inferriata che delimitava il terreno che James
stava indicando e aggrottò la fronte -Cosa?-
-HO.HO.HO.- balbettò il ragazzo.
-Che?- gli fecero eco gli altri due.
-Ho visto qualcuno vestito di bianco camminare fra le lapidi!-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-NO, FERMI, COSI’ SIAMO RIDICOLI!-
James puntò i piedi nel sentiero fangoso che stava attraversando e volse lo
sguardo ai due alle sue spalle, che lo stavano letteralmente usando come scudo
umano - Camminate davanti a me, fifoni!- esclamò indicando un punto fra due
lapidi - Siamo maghi e abbiamo diciotto anni, vi sembra ancora il caso di avere
paura dei fantasmi?-
Che fosse stato il primo a gridare terrorizzato alla vista di quell’apparizione
vestita di bianco, al momento, era irrilevante evidentemente - FORZA!- abbassò la mano e si volse a seguire lo
sguardo di John - Che stai guardando?-
-Di là non ci sono le nostre lapidi?-
-Eh…- fece Ted strizzando gli occhi per mettere a fuoco -OCCAZZO!-
L’apparizione vestita di bianco era ferma davanti alle loro tombe.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-E’un fantasma vendicatore.-
Erano accucciati dietro un cespuglio, ad una decina di metri di distanza
dall’apparizione immobile davanti alle loro lapidi.
-Un che?- sussurrò James voltandosi verso di lui.
-Un fantasma vendicatore.- confermò John annuendo convinto - Sa che non siamo
morti e vuole punirci per il dolore che stiamo arrecando alle nostre famiglie.-
-John, per Merlino, smettila di guardare la tv babbana…- Ted sollevò il capo per guardare oltre il
cespuglio e con un movimento indicò -
Quella non è Kayako minchione!-
-Allora chi diavolo è…?-
James si sollevò -Quella è Jolie.-
James fu di nuovo trascinato a terra da Ted, che gli si appese ad un
braccio -E’Jolie
vi dico.- sussurrò verso gli altri due, che si stavano adoperando a tenerlo
giù.
-Appunto.- soffiò Ted.
-Scemo, ti ricordo che lei ti crede morto.-
mormorò John, prima di voltarsi assieme agli altri verso Jolie. La ragazza si era coperta la
bocca con una mano e aveva preso a tossire forte -Starà male?-
-E’ notte fonda , piove ed è davanti alla mia lapide, secondo te?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era stato semplice per Jolie uscire di casa nonostante la
febbre, una distrazione di sua madre ed aveva imboccato la porta sul retro . Un
passo alla volta si era allontanata dal casa, e si era recata al cimitero, davanti a quella lapide che per mesi si era rifiutata
di visitare. Si sedette fra il fango e l’erba , semplicemente sfinita.
-Scusa se non sono venuta prima…- bisbigliò.
-Jolie?- La ragazza sgranò gli occhi - Jolie?-
Jolie si volse e sgranò gli occhi alla vista di James Remus
dietro di lei. Si volse, mettendosi in
ginocchio e il ragazzo piegò un
ginocchio a terra per mettersi al suo piano.
-Sei sicuro?- chiese Ted
-Ted l’hai sentita tossire? Deve stare male.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Doveva essere impazzita. Jolie non faceva che ripeterselo, ma quando sentì la
mano di James scostarle i capelli dal viso, si disse che andava bene così. Se
quello che stava vedendo e sentendo era frutto della follia, questa era più che
benvenuta nella sua vita.
-James.- bisbigliò
-Jolie, torna a casa.- era
caldissima, doveva avere la febbre.
La ragazza scosse il capo e James sospirò - Perché no?-
Jolie tirò su col naso, e tossì ancora
-Ti prenderai un malanno.-
-Non mi importa.-
-A me sì però.-
La ragazza sollevò gli occhi e lo vide sorridere fra la pioggia - James .- sussurrò cercando
di toccargli il viso , il ragazzo si avvicinò e si lasciò sfiorare la guancia
con la punta delle dita - Io non te l’ho mai detto.-
Il ragazzo sollevò le palpebre - Cosa?-
-Che ti amo tanto.-
Nel cespuglio Ted e John reagirono nello stesso momento.
Il licantropo premette il pugno sinistro contro le labbra, John si afferrò la
testa con entrambe le mani e l’abbassò -CAZZO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James voleva gridare. Voleva piangere. Voleva sbattere la
testa per terra.
Aveva aspettato tutta la vita per sentir dire a Jolie quelle parole e ora che
finalmente le aveva ascoltate, queste non gli avrebbero portato altro che
dolore.
Strizzò gli occhi fra l’acqua che gli rigava il viso, tremando leggermente, per
poi costringersi a sorriderle - Lo sapevo.- sussurrò - L’ho sempre saputo.-
Jolie spalancò gli occhi.
-Ed è per questo che devi andare avanti.-
La ragazza fece di no con il capo.
-Devi farlo per me.-
-Non voglio.-
-Per favore Jolie, devi farlo pe...- se la ritrovò
fra le braccia , gli si era buttata addosso all’improvviso con un colpo di
reni, cercò di resistere, ma si ritrovò a stringerla a sé fon forza -Ti prego ,
Jolie, devi farlo per me, devi…-
-Non voglio.- ripetè ancora la ragazza con il viso
sprofondato nella giacca di James.
-Fallo per me, devi vivere anche per me.-
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Erano uomini, non era virile consolare però…
Ted scambiò uno sguardo con John prima di girarsi verso James che singhiozzava
piano accanto a lui. avevano lasciato Jolie davanti alla loro lapidi non appena
avevano sentito Ron ed Harry avvicinarsi. Ted si fermò e James Remus si volse verso di lui - Che c’è?- gli chiese.
Ted si sporse verso di lui, lo prese per le spalle e se lo tirò addosso
stringendolo forte - Sfogati.- gli disse
con filo di voce.
Il ragazzo rimase per un momento immobile fra le mani dell’amico e poi si
lasciò sfuggire un verso stridulo. La pioggia copriva le sue parole e John
dovette avvicinarsi per capire cosa stava farfugliando con la bocca premuta
sulla spalla di Ted.
-Sono morto.Sono morto.Sono morto.-
Ted sollevò gli occhi e si vergogno un po’ meno delle lacrime che mischiate
alla pioggia lungo il viso, John, come un bambino si era accucciato sui
calcagni e si stava strofinando gli occhi con entrambe le mani –Siamo tutti
morti, James.-
FINE