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Autore: Kagome008    21/07/2006    2 recensioni
la lama fende l'aria, posandosi sul collo di un giovane? è ralmente la fine? Le notti al castello di Edo non sono tranquille come appaino... amore, odio e vendetta si celano nelle oscurità della reggia!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome, Miroku, Naraku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
MINACCE

I primi raggi del nuovo sole, in quelle prime ore, ancora fredde, di una nuova mattina, sbucarono dietro le alte colline che racchiudevano la grande città di Edo, mentre ancora tutto dormiva nel silenzio della notte, illuminando per primo, data la sua grande levatura, le mura e le torri del palazzo imperiale.
Inuyasha, sveglio ormai da un paio di minuti, disteso a torso nudo sul suo grande futon, accarezzava distrattamente i lunghi capelli di Kagome che gli riposava accanto.
Kagome Higurashi, figlia primo genita del vecchio shogun e ora principessa del palazzo, la ragazza più bella che ogni uomo avesse mai visto in quella reggia, il prezioso “fiore di loto” che nessuno avrebbe mai dovuto cogliere senza permesso… ogni notte, da sei mesi a questa parte, diventava sua.
I due si erano conosciuti la prima volta un anno e mezzo prima, quando le precarie condizioni fisiche del padre di Kagome aveva costretto la convocazione urgente del consiglio degli anziani per sopperire ai compiti mancati del reggente allora indisposto. La prima volta che l’aveva vista le era subito sembrata una creatura inavvicinabile: circondata da uno stuolo di cameriere si aggirava pochissime volte in ale del palazzo che non fossero le sue camere e, quasi impossibile, mai da sola. Una creatura delicata e desiderata, di cui il vecchio padre era, a ragione, geloso sino all’inverosimile.
Sconvolgente fu per Inuyasha scoprire che Kagome Higurashi non era affatto delicata. Una ninja… ancora non ci credeva. … flesh back …
Un tremendo temprale squarciava il cielo di Edo nelle prime ore della sera, facendo vibrare le sottili pareti degli shoji e facendo quasi oscillare le torri del grande castello.
Inuyasha sedeva, ad occhi chiusi e a gambe incrociate, sul tatami della sua stanza, mentre la luce ad intermittenza dei lampi filtrava attraverso le grate alle finestre, disegnando strani disegni sul pavimento. Lo squarcio e il rimbombo dei tuoni ovattavano la sua percezione, facendolo sentire come in mezzo ad una bufera… una sensazione che lo rendeva tranquillo e al tempo stesso all’erta, protetto nel silenzio della sua stanza, ma agitato dal cataclisma che irrompeva con i tuoni nella sua camera.
Improvvisamente un fruscio improvviso lo fece voltare, mentre il ragazzo metteva subito mano all’elsa della sua spada.
Una figura, tutta nera, stava immobile al centro della sua stanza. Inuyasha scattò in piedi, estraendo dall’elsa la lama lucente di tessaiga. Anche la figura mascherata al centro della stanza estrasse la sua spada ingaggiando un duello con Inuyasha.
- Chi sei, vile? – chiese il ragazzo dai lunghi capelli neri, parando un fendente – Cosa cercavi nella mia stanza? -
Il ninja, che, più che intenzionato a colpire, sembrava propenso a schivare i colpi, non rispose alle provocazioni di Inuyasha, arretrando sempre più verso la parete, sotto i colpi del nemico.
Con le spalle al muro, il ninja potè resistere ben poco agli attacchi del suo rivale, venendo disarmato con estrema facilità.
- Prima di morire… - disse il ragazzo, con voce roca, puntando la lama al collo del suo aggressore -… vediamo chi si nasconde dietro questa maschera -
Con gesto violento aveva scoperto il volto del ninja… cadendo quasi a terra nel riconoscere quel viso perfetto. - Pri… Principessa… - mugugnò Inuyasha, lasciando cadere tessaiga per terra.
… fine flesh back…
Kagome si mosse leggermente nel sonno, avvicinandosi ancora più ad Inuyasha.
Sotto le coperte di seta, così vicino al suo corpo, poteva sentire il suo calore, il suo profumo. Poteva bearsi della sua vicinanza gratuitamente, come fosse la cosa più normale del mondo, mentre sapeva bene che, una volta sorto il sole e tornati ognuno ad indossare i propi ruoli, loro due, agli occhi della gente, non sarebbero stati più che degli quasi estranei l’uno per l’altra.
Inuyasha non sapeva ancora del perché Kagome si fosse introdotta nei suoi appartamenti la prima volta, ma fatto sta che dopo un primo pesante imbarazzo mal celato tra i due, la ragazza andava a trovarlo tutte le sere. Le conversazioni tra loro avevano subito incominciato ad essere qualcosa di speciale: Inuyasha era rimasto sorpreso dal constatare quante cose in comune avesse con quella ragazza e con quale semplicità con lei riusciva ad essere sé stesso. Nessuna cerimonia o frase fatta. Parlavano come due semplici ragazzi della loro età, dimenticando in quelle notti chi erano realmente… finchè una sera.
… flesh back …
- Inuyasha… - lo aveva chiamato con quella voce sempre allegra -… pensi mai a quello che ti riserva il futuro? - Inuyasha rimase a fissarla perplesso, prima di sorridere.
- Credo che ogni uomo abbia tracciato il proprio percorso e sia guidato dai kami e dal proprio karma…- rispose il ragazzo -… quello che ogni buon samurai deve saper fare è vivere la propia vita con valore e lealtà… questa è l’unica cosa certa per il mio futuro! -
Kagome lo aveva guardato pensierosa, rabbuiandosi in volto. - Gli insegnamenti ninja dicono “ Che guadagno trovi dal ricordare il passato o dall’inseguire il presente? Vivi nell’attimo in cui la foglia d’acero cadde d’autunno: rimani immobile come lei mentre ti fai cullare dal soffio dei kami e segui la rotta del tuo karma, ma decidi tu quando è l’ora di cadere dal tronco della vita” … decidi tu… a me non è permesso decidere… - sospirò Kagome.
Inuyasha la guardò apprensivo, tormentato dalle tristi parole della ragazza.
- Ti riferisci alla condizione del tuo povero padre? – chiese, in un filo di voce.
- Povero padre mio… sai Inuyasha, l’unico motivo per cui io non sono ancora sposata o promessa a qualcuno è per il semplice fatto che mio padre veglia su di me… - spiegò Kagome - … ma quando lui si spegnerà… qualcuno potrebbe venir a reclamare le chiavi del mio cuore e della mia vita! –
A quelle parole il cuore di Inuyasha aveva perso un battito. Era talmente preso da quella ragazza, come cullato in un dolce sogno, che il problema non gli si era ancora posto: quei loro incontri non avrebbero potuto durare per sempre. Lentamente prese la mani della ragazza tra le sue, facendole alzare lo sguardo.
- Mio padre diceva sempre “ Al tuo signore dona la tua lealtà, al tuo onore dona la tua vita, ma alla donna che ami dona il tuo spirito” – così dicendo si avvicinò a lei, sfiorandone le labbra piene.
Quello che seguì fu il sbocciare di un amore nascosto.
***
La porta scorrevole della stanza da letto si aprì lentamente, mentre una figura silenziosa entrava nella camera ancora nella penombra, sebbene il sole fosse ormai sorto.
Lentamente Kagome si svestì della sua tuta ninja, ripiegandola e riponendola nel suo baule. - Incominci a tardare sempre di più! – sentì dire da una voce famigliare.
Ancora mezza svestita si girò verso la voce del suo interlocutore, sorridendo.
- Kaede-chan, di già sveglia! –
Kaede era la sua tata sin da quando era bambina ed era lei ad averla insignita dei primi insegnamenti ninja. Era una donna ormai avanti negli anni, di animo molto sensibile, dolce, disponibile, ma anche rigido ed irremovibile. Era la sola vera amica che aveva… non aveva altre amiche se non la sua tata e la sua compagnia di azione, la dolce Sango-chan, che purtroppo vedeva molto raramente.
- Kagome… - disse con voce seria la vecchia donna, alzandosi dal suo posto a sedere - … incominci a peccare di imprudenza! –
- Lo so Kaede, oggi ho fatto tardi! – sorrise la ragazza, rivestendosi di un fresco abito verde chiaro.
- Kagome… questa cosa incomincia ad essere davvero troppo rischiosa! – disse l’anziana donna –Tuo padre, l’unico della tua famiglia a sapere il nostro segreto, non c’è più… corriamo troppi rischi! –
- Sono rischi accettabili! – rispose, perentoria, Kagome. - Permettimi almeno di licenziare qualcuna delle tue cameriere o donne di servizio! – disse Kaede – Sono troppe e vanno ovunque per le tue stanze! Soppratutto quella nuova! –
- L’hai sorpresa a rubare? – chiese Kagome, mentre finiva di pettinarsi i capelli e di aggiustarsi il tutto con un fermaglio dello stesso colore del vestito.
- No, ma… -
- Allora nulla! – rispose Kagome, pronta finalmente – Adesso andiamo a fare colazione, cara Kaede! –
- Kagome… questo è un periodo molto delicato ed importante! Tuo fratello è appena salito al trono e il nuovo consiglio è ancora così giovane. Sai quanto me che molti mirano a diventare Shogun… la vita di tuo fratello non è più al sicuro come quando era in vita tuo padre. Se dovesse capitare qualcosa a lui… -
- Kaede-chan, so benissimo qual è il mio compito! – rispose, seria, Kagome – Sono stata vostra discepola e vi seguo tutt’ora. Faccio parte degli heitai no yoru, i guerrieri della notte –
- Allora si prudente! – rispose l’anziana tata.
- Lo sarò! – sorrise Kagome – Devo esserlo! –
***
Inuyasha camminava spedito lungo i luminosi e ampi corridoi della reggia imperiale, vestito, come di consueto, del suo kimono rosso e portando, legata alla cintola, la sua fida spada tessaiga.
I lunghi capelli di seta corvina rilucevano di mille riflessi bluastri, mentre i suoi occhi d’ambra, così rari e caratteristi della sua persona, erano fissi diffronte a sé, mentre, nella sua solita sicurezza si stava recando alla sala del consiglio.
- Inuyasha-kun! – lo chiamò Miroku, da dietro, raggiungendolo – Stai andando alla riunione? –
- Si…- rispose il difensore.
- Sei già stato messo al corrente? – chiese, apprensivo, il ragazzo con il codino.
Inuyasha annuì, riprendendo il cammino. Le notizie che gli erano arrivate quella stessa mattina, sebbene non di straordinaria importanza o preoccupazione, lo tormentavano nel profondo.
Dopo essersi rivestito, aver salutato Kagome ed aver fatto colazione, un samurai aveva richiesto di essere subito ricevuto. Al cospetto del difensore, l’uomo aveva raccontato come due samurai di guardia, la notte precedente, fossero scomparsi nel nulla. Inuyasha era subito scattato in piedi.
- Scomparsi?- aveva chiesto – Come possono essere scomparsi? -
Di loro non rimaneva traccia. Inuyasha si era subito assicurato che tutto alla residenza fosse in ordine e tranquillo, sincerandosi sulle condizioni dello Shogun e della sua sicurezza, ma nessuno sembrava essersi introdotto di nascosto nel grande palazzo.
- Questa faccenda mi puzza! – rispose Miroku, leggendo quasi nei pensieri dell’amico – Speravo in cuor mio che avrebbero aspettato almeno un po’ prima di disseminare agitazione nel nuovo consiglio -
- Miroku… sai quanto me che la carica di Shogun è un incarico, un prestigio, un potere, ai quali molti aspirano, e il fatto che Sota sia ancora così giovane non fa altro che alimentare i sogni e le bramosie di uomini assetati di potere, samurai e non! – rispose Inuyasha.
- Temo si stia avvicinando un periodo tutt’altro che facile! - disse Miroku.
- Quando mai la nostra vita è stata facile? – così dicendo aprì lo shoji di una piccola anticamera, continuando a percorre il lungo corridoio sino alla sala del consiglio. - Hikewara-san! Itachi-san! – dissero in coro Inuyasha e Miroku, entrando nella sala delle riunioni, dove gli altri due membri del consiglio erano già riuniti ad attenderli. - Inuyasha-san! Miroku-san! – risposero i due, imitando il piccolo inchino formale, mentre Inuyasha e Miroku si sedevano ognuno al proprio posto.
La grande sala del consiglio era arredata di un semplice stile: un grande tavolo rettangolare, pogiante su basse zampe, di scuro legno laccato, stava nel centro, mentre a capotavola e ai lati erano sistemati i cuscini per i membri del consiglio.
Inuyasha, seduto in ginocchio a capotavola, osservò con una punta di fastidio il posto vuoto di uno dei consiglieri. - Vedo che ancora una di noi è assente! – disse, trattenendo il suo disappunto.
- Naraku-san si scusa per il prolungato ritardo e ci avvisa che arriverò il prima possibile! – rispose Hikewara, un uomo di mezz’età dalla costituzione robusta.
- Di certo mancare alla cerimonia in onore dello Shogun è stato un atto imperdonabile! – disse Itachi – Spero che Naraku-san porgerà le sue scuse al nostro giovane signore! – Miroku annuì, mentre Inuyasha sembrava riflettere in silenzio.
- Passando alle notizie che mi sono giunte questa mattina e che credo tutti sappiate… - disse Inuyasha -… mancano due samurai all’appello, qualcuno vuole spiegarmi com’è possibile? -
- Ho chiesto di poter interrogare il samurai a capo del turno di notte entro questa mattina! – disse Miroku – Sebbene, credo, che questo, più che un atto di negligenza o di tentativo di intrusione nella reggia, fosse un segnale per metterci in guardia! –
- In guardia? – chiese Hikewara – Qualche gruppo di fanatici, di rivoltosi, ti preoccupa? -
- Mi preoccupa la sicurezza dello Shogun! – rispose Miroku – E comunque non credo che un semplice gruppo di rivoltosi saprebbe sbarazzarsi di due samurai! –
Inuyasha ascoltava in silenzio il dibattito, quasi divertito dalla stupidità di Hikewara. La prima mossa per avviarsi al fallimento e, ancor peggio, alla morte, era quello di sottovalutare ogni singolo tassello della matassa. Grazie ai kami uno stolto come Hikewara non era a capo del consiglio.
- Concordo con Miroku-san! – intervenne il difensore – Sappiamo tutti che molti anelano al titolo di Shogun, samurai e daimyio, quindi vi chiedo, a tutti voi, di informare il consiglio su qualsiasi cosa degna di nota notiate nei prossimi giorni a palazzo, senza tralasciare nulla. Per quanto riguarda i due samurai scomparsi, continuate a cercarli! -
- Solo io ho la sensazione che si stia prendendo questa cosa troppo seriamente? – disse Hikewara – Il nostro signore è giovane, senza dubbio, ma appena salito al trono e protetto da noi e da voi, difensore… quale motivo ci sarebbe di fare questa velata minaccia! –
- Il potere! – rispose Inuyasha, zittendo il consigliere – Tutti bramano il potere! –
Improvvisamente le porte della sala si spalancarono, mentre un gruppo di samurai entrava veloce e unito nella camera, disponendosi a formare un corridoio d’ingresso. Tutti i consiglieri si inchinarono subito, ben sapendo chi stava per entrare.
- Shogun! – salutarono all’unisolo, mentre Sota entrava nella sala del consiglio.
Inuyasha per poco non sbiancò nel notare che il piccolo bambino era accompagnato dalla sorella.
- Principessa! – dissero poi, salutando anche Kagome.
- Quale onore vi porta qui, o mio signore? – chiese Itachi, interpretando il pensiero di tutti.
Inuyasha si perse un secondo a fissare Kagome, stupito di vederla lì. Non avrebbe mai immaginato di poterla rivedere a così breve distanza di tempo, inaspettatamente, e questo gli faceva battere il cuore all’impazzata, montandogli in corpo una gran voglia di stringerla a sé.
- Questa mattina mi è stato recapitato questo! – disse Sota, facendo cenno alla sorella di posare sul tavolo, diffronte ad Inuyasha, un piccolo cofanetto – Per mia sfortuna la mia amata sorella ha dovuto assistere all’obrobio che si cela in quella scatola! -
- Oh, Sota-chan, non vi preoccupate per me! – sorrise subito Kagome, riavvicandosi al fratello.
- Inuyasha-san, apritelo! – disse il bambino.
Inuyasha fece scattare la serratura del piccolo cofanetto, vendo subito colpito da un odore nauseante. Nella piccola scatola c’era una mano mozzata in stato di decomposizione. Al dito medio della mano recisa stava l’anello della casata dello Shogun.
- La mano di un samurai – disse Miroku – Probabilmente uno di quelli scomparso questa notte! -
- Io e mia sorella pensiamo si tratti di un gesto intimidatorio! – disse Sota.
Inuyasha annuì, richiudendo il cofanetto e inchinandosi al suo signore.
- Mi adopererò a trovare i responsabili! – disse, con voce seria.
Sota annuì, prendendo una mano alla sorella e dando ordine alle guardie di ritirarsi. Inuyasha e Kagome si guardarono una frazione di secondo negli occhi. Qualcosa, in quella mattina, aveva agitato l’animo di entrambi.

Continua capitolo 3 …
  
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