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Autore: MauMau    21/07/2006    15 recensioni
In un regno lontano, una principessa incontra il principe dei pirati. Lei è testarda, petulante e viziata; lui è arrogante, sfacciato e spietato. Due cuori orgogliosi si incontrano e lotteranno per non ammettere che in realtà si amano...
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La principessa e il pirata (capitolo 5) Lo scontro
Un bacio. Il suo primo bacio. E, a pensarci bene anche il secondo. L’ora di pranzo si stava avvicinando. Ma il suo stomaco non brontolava. Non aveva fatto nemmeno colazione. In un’altra situazione, avrebbe protestato e strepitato, senza il suo latte caldo. Ma quella mattina, si era comportata in maniera fin troppo diversa dal solito. E in più aveva dato il suo primo bacio. Yamcha! Ecco che dopo almeno un’ora il suo pensiero tornava a lui. ‘Doveva essere lui… doveva essere lui a ricevere il mio primo bacio… Non… non…’ Che cos’era Vegeta? Un pirata, uno straniero, un assassino. Qualcuno a cui lei aveva voluto dimostrare di saper baciare bene… E quando ormai era troppo tardi per dargli un altro schiaffo, si era accorta di come lui avesse architettato quella trappola.
Non sapeva che ora era, vedeva solo il sole di mezzogiorno entrare da una finestrella in alto. Non aveva fame. Non riusciva a smettere di pensare che quell’uomo, così irritante, irriverente e insolente avesse osato rubarle il suo primo bacio… Aveva osato metterle la lingua in bocca, e lei… lei aveva ricambiato!! Questa era la cosa che la stupiva più di tutto. Perché? ‘Quell’uomo mi fa schifo.’, continuava a pensare. Ma la sua bocca, le sue labbra, non avevano trovato corrispondenza nei fatti. ‘Se non l’avessi abbracciato, adesso… sarei ancora una ragazza pura, sognante, in attesa del suo primo bacio…! Ma perché l’ho fatto?’
Pietà. E tenerezza. Era questo quello che aveva provato quando lui le aveva raccontato la sua storia. E abbracciarlo fu un gesto istintivo. Fino a quel momento, aveva abbracciato solo suo padre, Goku e Yamcha. E ora, il fatto che si fosse aggiunto quell’antipatico le dava fastidio. Non avrebbe mai ammesso d’aver sentito che lui ne aveva bisogno, che lui era solo al mondo. E che si circondava della compagnia delle armi e della morte.
Se fosse stata più a tenta a quello che pensava, si sarebbe accorta che mentre prima il suo obiettivo era scappare da quel galeone, adesso era quello di farla pagare a quel pirata.

- - -
Radish si avvicinò timidamente al tavolo dove Vegeta stava pranzando.
“Principe?”
Il pirata, che con la sedia dava le spalle all’altro, si voltò verso di lui:
“Che cosa vuoi, Radish?”
Il capellone tirò un sospiro di sollievo. La ragazza doveva aver taciuto.
“Se posso permettermi… avete parlato con la principessa?”
Vegeta tornò a rivolgere la sua attenzione al suo pasto.
“Mmm…” sorrise fra sé. “Sì.”
“E lei… vi ha parlato?”
“Se si può chiamare parlare…”
Radish non capiva.
“Perché non sei a mangiare con gli altri?”
Non poteva certo dirgli che la paura di morire per averci provato con la prigioniera gli aveva fatto passare la fame.
“Bè… ero… ero preoccupato! Insomma… quella là conosce mio fratello, inoltre… volevo sapere se aveva eseguito gli  ordini che le avevate dato.”
“Come mai tanto interesse?”
“Bè, nel caso dovesse rivelarsi troppo insolente, la ucciderei volentieri per voi!”
“Ruffiano eri e ruffiano sei rimasto, eh?”
Silenzio.
“Non ha toccato una sola spada.”
Radish sorrise.
“Ma non l’ammazzerai, tranquillo. Piuttosto, dobbiamo pensare ad assaltare il regno… abbiamo indugiato fin troppo, e non mi piace stare fermo sulla mia nave. Va’ a radunare gli uomini, questo pomeriggio, qualcuno parlerà col re. Vi voglio tutti sul ponte della nave alle tre in punto. Riserveremo un trattamento speciale ai sovrani di Capsule!”
“E… la prigioniera?”
Vegeta si alzò.
“Ti interessa tanto, eh?”
“Bè… è carina…”, rispose l’altro abbassando sempre di più lo sguardo.
“Già. Credo che me la farò, quella sgualdrinella, Radish. Se vorrai, anche da parte tua.”, sorrise il principe, soddisfatto. Soddisfatto d’aver lasciato a bocca asciutta Radish, che stava dimostrando fin troppo interesse per… per la prima persona che l’avesse mai abbracciato in vita sua.
Cercava di mandare via quella visione pensando che l’avrebbe violentata e poi buttata via come aveva fatto con tante altre donne. Cercava di comportarsi da principe Vegeta anche dinanzi al pensiero di quella ragazza. Ma ci riusciva solo in superficie, tanto per far credere ai suoi uomini di non essere cambiato, mentre il suo cuore raccontava un’altra storia.
Radish cercò di nascondere la sua delusione, perché qualche volta era capitato che il principe gli cedesse una sua donna. Allo stesso tempo, persisteva il terrore che lei potesse parlare. Ora che sapeva che quella ragazza interessava al principe, avrebbe dovuto temere ancor più la morte. Decise di provare a dissuaderlo.
“Strillerebbe come un’isterica, principe…”, disse ridendo.
“Io penso di no. Sono sulla buona strada…”, rispose lui, passandosi un dito al lato della bocca come aveva fatto poco prima. In questo modo gli fece capire di averla già baciata.
Aveva urlato come una pazza quando lui aveva tentato di accarezzarla… e aveva baciato senza indugio il principe?! Fu questo il pensiero di un indignato Radish. Ma non poteva fare nulla. Forse, con l’aiuto del fratello, che sapeva essere molto forte, un giorno avrebbe soggiogato il principe, e insieme sarebbero diventati i nuovi pirati più forti. Ma era un castello di sabbia nella sua mente che non avrebbe tardato a infrangersi.

- - -
Vegeta era deciso a terrorizzare quella ragazzina stuprandola e picchiandola, se fosse stato necessario. Doveva smettere di pensare al suo abbraccio, doveva smettere di pensare che aveva avuto pietà di lui, doveva smettere di pensare che era la prima persona a non aver paura di mettergli le mani addosso, stringendolo a sé, per di più.
Spalancò bruscamente la porta della stanza dove ormai lei era rinchiusa da ore.
“Ah! Siete tornato, eh? Non certo per chiedermi scusa, immagino!”
“Sta’, zitta, puttana!”
Indignata, Bulma gridò ancora più forte: “Come vi permettete! Dovevo immaginarlo, non siete altro che una bestia! Io sono stata una stupida ad aver avuto pietà di voi, ma voi siete solo un brutto porco impenitente… e un bugiardo!”
“Non osate darmi del bugiardo, ciò che ho detto è tutto vero!”
“Ah, sì?!”
“Sì!”
“Bè, allora… allora…”, non sapeva cosa dire. “Allora perché siete venuto? Ormai il mio primo bacio non può più restituirmelo nessuno, e voi, brutto ladro infame, non me ne darete altri!”
“Voi… sciocca ragazzina… non avete ancora eseguito gli ordini che vi ho dato, malgrado io abbia mandato qualcuno a delucidarvi sull’arte del pulire…!”
“Se vi riferite a quel capellone del vostro compare, che peraltro non somiglia affatto a suo fratello, sappiate che a tutto ha pensato, fuorché ad aiutarmi!”
Vegeta la guardò con aria interrogativa.
“Pensavo lo sareste venuto a sapere! Credevo che voi pirati foste tutti uguali! Porci in calore che non appena vedono una donna sbavano e ti mettono le mani addosso!”
“Cosa avrei dovuto sapere?”
“Che quel maiale del vostro amico ci ha provato, chiedendomi di ‘non fare la preziosa’ e implorandomi di non dirvelo… Perché poi non avrei dovuto farlo, visto che voi avevate le stesse sue intenzioni…!”
Vegeta sorrise, celando la rabbia. “Ah, sì? Sapevo che gli piacevate… ma non pensavo si fosse dato subito da fare…”
Bulma credette di aver condannato Radish alla stessa fine dell’uomo ucciso quel giorno da Vegeta. Si sentì in colpa, ma anche paralizzata da quegli occhi neri e beffardi.
Lui provava un’irresistibile voglia di spaventarla a morte, di farsela senza alcun timore e senza alcuna tenerezza. Ma quando lo sguardo di lei cambiò, da arrabbiato ad assente, tentò di capire cosa fosse successo, guardandola ancor più intensamente.
‘Dannazione, muoviti, scappa, di’ qualcosa!’, si disse la giovane, incapace di muoversi.
“Ho sbagliato, prima, a darvi un po’ del mio regale ascolto e a consentirvi di toccarmi mentre vi abbracciavo!”, fece quindi la ragazza, altezzosa.
“Ma l’avete fatto.”
“Solo perché…”
“Perché?”
“Perché… perché mi siete sembrato una persona triste, tutto qua! Ma a quanto pare, mi sbagliavo!”, rispose Bulma assumendo prima un tono pacato, poi un tono molto più infuriato.
In effetti, non era felice. Non era una persona felice. E adesso, non si sentiva nemmeno felice per i pensieri che le aveva rivolto mentre andava in quella stanza. L’unica ad averlo capito, una donna. L’unica a cui aveva raccontato il motivo della sua crudeltà, una donna. L’unica che gli teneva testa. No, non si sarebbe lasciata baciare un’altra volta, si disse. Ma volle tentare perché l’impulso fu irrefrenabile.
Ogni suo passo corrispondeva a un indietreggiamento di lei: “Ah, no, non oserete!”
Finì con le spalle al muro, e lui davanti a lei, a pochi centimetri di distanza.
“Mi metto a gridare!”, fece, arrabbiata.
“D’accordo. Gridate pure.”, rispose lui tranquillo.
Ma non un grido uscì dalla sua bocca, nemmeno lei sapeva per perchè. Rimasero a guardarsi negli occhi. ‘Perché non riesco a oppormi? Perché non sto gridando, come ho detto che avrei fatto? Perché sento di aver avuto ragione, quando l’ho creduto triste e solo…?’, pensò Bulma, mentre di sua spontanea volontà avvicinava le sue labbra a quelle di colui che le stava di fronte, e che stavolta non sorrise, non parlò, non la fece sentire umiliata, ma si limitò a ricambiare il suo bacio.
Rimasero in silenzio a guardarsi. Nessuno dei due aveva mai provato quei sentimento prima d’ora. E Bulma fu la prima a cedere.
“Lo sapevo. Voi non siete felice. Volete fare di tutto per far credere agli altri il contrario. Volete fingere che vi piaccia uccidere.”
Quando lei ebbe pronunciato quelle parole lui, spaventato dalla verità come un bambino dal lupo cattivo, si allontanò da lei. Scotendo la testa.
“No. No… vi sbagliate. Oggi… oggi il vostro regno subirà il peggiore fra gli attacchi… e allora mi direte se mi piace o no uccidere!”
Scomparve dietro la porta mentre Bulma scoppiò in lacrime per la prima volta da quando era lì.
Ad un tratto, il vetro della finestra si ruppe. Lei alzò lo sguardo. Vide una figura entrare da quella finestra. Offuscata dalla troppa luce, l’immagine di Goku venne messa a  fuoco dalla ragazza mentre saltò a terra.
Bulma sorrise. “Goku!”
“Vostra altezza”, fece il ragazzo, inchinandosi.
“Oh, come sono contenta di vederti!!!”

- - -
Castello del Regno di Capsule, qualche ora prima.
Goku e Chichi fuorno ricevuti dal re, che non si dava pace per aver perso la figlia.
“Vostra Maestà!”, irruppe Goku,
“Oh, Goku! Che piacere vederti…”
“So che non vi ho mai chiesto nulla, nella mia vita, ma adesso, sono venuto a sapere del rapimento della principessa… E vi chiedo di nominarmi subito cavaliere… per andare a salvarla…”
“Ma Goku”, disse il re alzandosi in piedi. “Il principe ha detto che la ucciderà se mando qualcuno a liberarla…”
Il ragazzo sorrise, cosa che incoraggiò molto il sovrano.
“Maestà, ci ho pensato. Da quando ero un bambino, io sono in grado di percepire l’aura di una persona… Cercherò di individuare la principessa, mi accerterò che non ci sia nessuno con lei, e troverò un modo per raggiungerla…!”
All’inizio, il re e la regina non capirono. Rimasero diffidenti di fronte alla storia dell’aura, ma poi decisero di fidarsi di Goku. Inoltre, la loro nipotina Chichi, continuava a guardarlo con quella che a loro era parsa ammirazione, e ciò diede loro ancor più coraggio. In realtà, Chichi era cotta di lui e il pensiero che potesse finire nelle grinfie dei pirati anche lui la preoccupava.
Goku si trovava in una stanza a prepararsi per la ricerca dell’amica. Qualcuno bussò.
“Avanti!”
“Messer Goku…”
Il giovane si voltò.
“Contessina!”
“Vi prego… chiamatemi Chichi…”
“Chichi… che ci fate qui?”
La ragazza gli si avvicinò, guardando il suo abbigliamento da perfetto soldato, poi guardandolo negli occhi.
“Ho paura.”
“E di cosa?”
“Ho paura per Bulma, e ho paura a sapervi da solo in un galeone pirata.”
Goku sorrise dolcemente. “Ma non dovete averne. Io so cavarmela benissimo, penso che vostra cugina ve l’abbia detto. E poi…” Assunse un’aria imbarazzata e arrossì. “E poi… ho un motivo in più per tornare sano e salvo…”
“E quale sarebbe?”, domandò la giovane curiosa.
Goku arrossì ancora di più, non riuscendo a trovare le parole. “Io… ehm… io…”
Chichi allora sorrise, prendendo l’iniziativa. Gli si avvicinò un po’ di più, quindi gli diede un bacio, e quello fu il momento più bello della sua vita.
“Mia avete tolto le parole di bocca…!”, fece quindi Goku, rosso come un peperone, ma comunque sorridente. Poi tornò serio. “Tornerò anche per voi, Chichi.”, disse, e l’abbracciò.

- - -
“Non è possibile… tu e Chichi?! Vabbè che sapevo che lei era pazza di te… ma tu!”, esclamò Bulma, quando Goku le ebbe raccontato a grandi linee l’accaduto.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Nonostante il dramma, Bulma era rimasta sempre la stessa. Solo allora vide le sue lacrime, malcelate dal sorriso improvvisato, poiché prima era nascosta dalla penombra.
“Ma… stavate piangendo…?”
“Io… no… bè…”
Goku fu sorpreso. Non l’aveva mai vista piangere. Per lo meno, l’aveva vista frignare, fare i capricci, ma non aveva mai visto le sue lacrime.
“Non vi piace stare qui, eh?”, le chiese.
Bulma rise dentro di sé. Non le piaceva. In effetti non le piaceva, ma poco prima, si stava ricredendo. Dire però a Goku che aveva baciato tre volte il principe dei pirati non era la cosa più indicata. Poi guardò l’amico. E le venne in mente quello che aveva scoperto su di lui.
“Ma dov’è quell’uomo? Aspettate solo che lo trovi…!”
Bulma sentì una stretta al cuore che non riuscì a spiegare, nel vedergli estrarre la spada. “No!”, lo bloccò. “Ci sono delle cose che non sai, Goku…”
“Che cosa dovrei sapere?”
“Ascolta… sono venuta a conoscere… ho delle… delle informazioni sul tuo passato… E non immagineresti mai di che si tratta.”
Goku non era molto sveglio già di suo, tranne che nel combattimento. Non intuì nulla e pregò l’amica di continuare.
“Goku… tu… tu sei un pirata.”
Il ragazzo spalancò gli occhi. Non era possibile. “Siete sicura?”
“Sì. E qui, ho incontrato tuo fratello.”
Tutto gli suonava incredibile, impossibile e terribilmente fantasioso. Ma Bulma non poteva essersi inventata tutto.
“E… come…”
“Tuo fratello è uno degli uomini più fidati del principe Vegeta… Ha al collo un ritratto di suo padre, che è la tua copia esatta. Infatti, quando l’ho visto, credevo fossi tu. Poi ho ricollegato. Radish, tuo fratello, ha una coda, la stessa che hai tu… inoltre, persero suo fratello proprio sulle coste del regno di Capsule, quando era ancora in fasce. Nessuno, tantomeno Vegeta volle mai venire a riprenderti. Ah, e il tuo vero nome è Kakaroth.”
Goku rimase imbambolato di fronte a quelle frasi improvvise. Si sentiva un normale uomo, non un pirata distruttore… In qualche modo, la storia raccontatagli da Bulma non gli suonava reale, e non aveva cambiato di una virgola i suoi sentimenti per Capsule, per la sua principessa, e per Chichi.
Cercò di cambiare discorso. “Ehi… e non mi chiedete di Yamcha?”
“Ma Goku…! Non sei sconvolto nemmeno un po’?”, fece allarmata la ragazza.
“Certo, certo… ma… io non  abbandonerò certo il mio regno per questa gente… Allora, volete sapere o no di quanta gente si è preoccupata per voi…?”
“Sì, sì… me ne rendo conto… ma io…”
Sembrava stranamente indifferente al nome di Yamcha, come se l’avesse dimenticato da un giorno all’altro.
Proprio allora Vegeta tornò nella stanza. La sorpresa, aggiunta ad una strana sensazione di fastidio, si dipinsero sul suo volto. Goku si alzò di scatto, parandosi davanti alla principessa.
“Guarda un po’! Tu devi essere lo stalliere!”, l’apostrofò il principe, con una punta di disprezzo in quella parola. “Lo sai che ti devi inchinare dinanzi al tuo principe?”, gli domandò poi, stranamente irritato.
“La mia principessa è qui, dietro di me. Io mi inchino solo davanti a lei, ma ora non posso, perché devo proteggerla.”
Vegeta guardò oltre la spalla di Goku, fissando Bulma con uno sguardo che sembrava dire: ‘Ma come, adesso è da me che devi proteggerti?’
“Bè, non so fino a quanto Sua Altezza sia d’accordo con te…”, rispose il pirata.
Goku non capì, e tentò di non distogliere lo sguardo da quell’uomo basso ma fiero che lo fissava con sfida.
“Che c’è, ora non parlate, Maestà?”, continuò Vegeta. Poi, di scatto, estrasse la spada e si scagliò contro Goku.
La ragazza stette a guardarli per venti secondi a battersi, quando ad un tratto si rese conto di quello che stava provando, che due persone troppo importanti per lei stavano cercando di ammazzarsi. Si ricordò della crudeltà dell’uno e della bontà dell’altro, secondo le quali, Vegeta non avrebbe esitato a trucidare l’amico sotto i suoi occhi.
“No! Basta! Smettetela!”, cominciò a gridare. Ma mentre Goku le stava rispondendo per tranquillizzarla, pur continuando a combattere, Vegeta fu bloccato da quella voce, così da prendere uno dei tanti colpi che fino ad allora era riuscito a schivare in un combattimento alla pari.
“Basta, basta!”, ogniqualvolta Bulma tentava di dividerli con le parole, era il pirata a distrarsi, e ad uscirne più malconcio.
“Goku, smettila, te lo ordino!!”, gridò infine.
Il ragazzo si fermò davanti a un Vegeta accasciato a terra. I suoi occhi erano pieni di rabbia verso il giovane che aveva osato trovarsi in vantaggio davanti a lui, rabbia verso il suo cuore che si ostinava a voler ascoltare quella ragazzina urlante distraendolo dalla sua abituale opera di morte.
Bulma corse verso di lui sotto gli occhi increduli di Goku. Si inginocchiò accanto a Vegeta, sollevandolo in parte.
“Oh, Vegeta! Vegeta! Stai bene? Rispondimi!”
Ma il pirata la scansò brusco, arrabbiato come non mai. “Lasciami, stupida!”
“Ehi! Non permetterti mai più di metterle le mani addosso!”, scattò quindi Goku.
“Goku, sta’ lontano. Ti prego.”, disse Bulma, ‘Ti prego’, una frase che Goku sentiva per la prima volta uscire dalla sua bocca.
Vegeta cercava di allontanare la ragazza mentre piano piano di rialzava, ma Bulma non voleva saperne di andarsene.
“Mi ascolti? Ascoltami!”
“Sta’ zitta! Per colpa tua, non ho fatto altro che prenderle!”
“Ma sai il perché…?”
“Tsk! No, e sinceramente non voglio saperlo…”
Si voltò verso la ragazza che stava sorridendo. In effetti, forse stava capendo il motivo per cui le parole di Bulma non facevano altro che fermarlo. Lei era quella che gli aveva fatto capire a poco a poco l’inutilità della violenza che era divenuta una ragione di vita per lui.
E mentre Goku restava a guardare, non riuscendo a credere che fra Bulma e il principe si fosse instaurato lo stesso legame che c’era tra lui  e Chichi, e che aveva paura a chiamare amore, il pirata tossiva, fortunatamente non in fin di vita, e guardava con un disprezzo che andava via via esaurendosi la ragazza che aveva davanti.

Continua…

Mau says:
Che ne pensate? Goku, dopo aver promesso alla sua amata Chichi di tornare sano e salvo, ha trovato tutto il contrario della situazione che si aspettava. Riuscirà a salvare Bulma da quell’amore pericoloso? Ma soprattutto, è così pericoloso come sembra? Recensite, mi raccomando!! Bacioni!
  
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