Ed eccoci qui con un altro capitolo *u* mi scuso per L’IMMENSISSIMAMENTE IMMENSO (?) ritardo ç___ç e mi scuso anche per il fatto che questo capitolo sia breve e schifoso D: *s’inginocchia implorando pietà*..spero comunque apprezziate il mio duro (?) lavoro :’3

 

 

“Jared,credo..credo che voglia uno dei TUOI smalti”. 

Jared si raggelò a quell’affermazione di Colin.
Non POTEVA dare uno dei suoi preziosissimi ed inestimabili smalti al piccolo Guglielmo,altrimenti chissà cosa sarebbe potuto accadere: se il bambino ci avesse giocato la boccetta sarebbe potuta cadere e rompersi,rovesciandone tutto il contenuto sul pavimento,oppure…
L’americano non osò formulare altre ipotesi,oppure sarebbe svenuto all’istante.

“No…NO!” balbettò,terrorizzato e più bianco del solito.

“I MIEI SMALTI NOOOOOO!!” urlò,fuggendo in lacrime,impazzito. 

Guglielmo guardò il padr…la madr..insomma,Jared,alquanto preoccupato per la sua salute mentale (aveva pochi mesi,ma già capiva di essere figlio di una DivaH senza speranza di salvezza e di un sexy irlandese…Era così perspicace che ogni tanto i genitori si chiedevano da chi diavolo avesse preso).
Si voltò poi verso Colin,inclinò leggermente la testa di lato (come un piccolo Alexander,aaaaaaww *w*) e chiese,sempre con il suo marcatissimo accento irlandese (?):
“Smalti?”. 

L’irlandese lo prese in braccio

“Eh,no,piccolo Guglielmo. Oggi niente smalti,è meglio. Altrimenti mi diventi una divaH come tua madr..tuo padr..insomma come quell’americano del cavolo!”. 

Il bambino piegò le labbra all’ingiù,in un adorabile broncio del tutto simile a quello che di solito faceva Jared,e mugugnò leggermente contrariato.

“Dai,andiamo un po’ in giro per Dublino (sì,la casa di Jared e Colin me la immagino nella campagna dublinese ù.ù Perché SO che loro HANNO GIA’ una casa lì è.é N.D.A) così diventi un bell’irlandesone (?) come me e non una divaH come tua madr…oddio,come Jared.”.

“DivaH!” esclamò Guglielmo ridendo battendo le manine tutto contento.

“Wow,impari in fretta,eh…” constatò Colin

“Si vede che sei MIO figlio” continuò con una punta d’orgoglio. Purtroppo,a Jared non sfuggì questo suo commento e dalla stanza da letto si sentì urlare: “GUARDA CHE GU E’ ANCHE MIO FIGLIO,PERCIO‘ DEVE CRESCERE DIVAH!!”.
L’irlandese decise d’ignorarlo,alzando gli occhi al cielo, e,con il bambino in braccio,uscì di casa.
L’aria della campagna irlandese lo investì,facendolo subito rilassare. Persino Gu sembrò rilassarsi.

“Forza,ti porto un po’ nel bosco,che ne dici?” propose il padre.
I due si allontanarono così verso un boschetto nelle vicinanze della casa.
Ma Colin non sapeva che in quel bosco si nascondevano misteriose creature,non tutte troppo pacifiche.