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Autore: Rimhia    29/11/2011    6 recensioni
Mi chiamo Zoomy Stars, ho 15 anni e sono una normalissima studentessa del Liceo Scientifico di Forlì con i suoi alti e bassi e i suoi problemi nella vita.
Ho dimenticato qualcosa? Ah, sì! Non ho un ragazzo e a dirla tutta sto bene così!
N.B. Nel testo ci saranno delle volgarità e ogni associazione al mondo reale è puramente casuale. E aggiungo che, trattandosi di un AU, possono esserci delle cose che non corrispondono alla realtà.
Dal capitolo 2:
Di solito non permetto agli sconosciuti di avere dei contatti così intimi con me, ma non riesco a oppormi al suo tocco, forse perché mi da questa sensazione di protezione come nessun'altro sa darmi. O forse perché mi sembra davvero di conoscerlo e la sua carezza sembra provenire e chiamarmi da un passato lontano.
Mi sciolgo alla sua carezza e chiudo gli occhi.
E' come se fossi abituata al suo tocco e mi pare che mi accarezzi da sempre.
Riapro gli occhi e vedo che mi sta fissando come la prima volta che ci siamo incontrati mentre continua a passare le sue dita tra i miei capelli.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aster, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Già visto 04
Intimità con il nuovo studente

Era tutto pronto: il tavolo era apparecchiato e a breve avrebbero servito gli antipasti, i padroni di casa e la loro bambina erano vestiti perfettamente per l'occasione, la casa era decorata in modo tale da renderlo accogliente e caloroso. Mancavano solo gli ospiti e avrebbero potuto incominciare a mangiare. In quel preciso momento, il campanello suonò e la piccola abbandonò il divano per avvicinarsi alla madre che si stava dirigendo verso l'ingresso e si attaccò alla sua gonna. La donna sorrise alla figlia e aprì la porta.
-Buonasera!- salutò gli invitati, gli Shines, nonché i loro vicini di casa che erano appena arrivati per trascorrere insieme la cena di Natale.
-Buonasera a te, cara.- ricambiò il saluto Dubhe.
-E questa zuccherina è tua figlia?- domandò notando la piccola che si nascondeva dietro la madre.
Lei annuì e l'amica sorrise rassicurante alla bambina che ricambiò un po' timida stringendo la stoffa dell'abito della sua mamma. Dialogarono del più e del meno mentre si accomodarono nella sala da pranzo dove vi entrò anche il padrone di casa che aveva appena preso una bottiglia di vino. Sua moglie andò in cucina a prendere i primi piatti lasciando sua figlia al suo posto a tavola. Lei attese seduta e con la testa china mentre suo padre parlava con gli ospiti. Poi uno dei due figli dei vicini si avvicinò a lei.
-Ciao!- alzò lo sguardo e vide che il bambino più giovane si era rivolto a lei sorridente.
-Ciao.- bisbigliò timida.
-Io mi chiamo Aster, tu invece?- le chiese.
-I-io sono Zoomy...- rispose più sicura grazie al suo sorriso che la tranquillizzava.
-Zoomy, vuoi essere mia amica?- tese una mano verso di lei.
La bimba lo guardò alternando lo sguardo dalla sua mano al suo volto e viceversa. Ci pensò su qualche attimo e si decise: era inutile rifiutare, i loro genitori erano molto amici e per di più vicini di casa e poi le piaceva la sua presenza e voleva avere qualche amico, era spesso sola e voleva divertirsi come tutti i bambini della sua età. Allungo una mano e strinse quella di lui e gli rispose con un sorriso raggiante.
-Sì, Aster!- accettò la sua proposta, una decisione che avrebbe creato un legame indissolubile ed eterno tra loro due.

Questa mattina mi sveglio di buon'umore, anche se non so bene per quale motivo. Forse per la cena di ieri sera o per la buona notte auguratami da Aster. Non so.
A proposito! Mi ero dimenticata che doveva rispondermi.
Guardo il mio cellulare carico e sorrido vedendo un messaggio non letto arrivato uno-due minuti dopo il mio da lui. Lo leggo:
Mia cara piccola, non smetterò mai di chiamarti così, mi piace troppo! ;)
Gli rispondo subito:
Fortuna che mi ero addormentata, altrimenti ti avrei lanciato migliaia di maledizioni e avresti dormito malissimo! :P Comunque buon giorno. :)
Dopo averlo inviato, vado in bagno a lavarmi e torno in camera pensando di ricevere una risposta che non arriva.
Forse starà ancora dormendo...
Mi preparo, scendo le scale con la roba che lascio sul divano e mi dirigo in cucina dove Theana ha già cucinato tutto. Ci salutiamo e mangiamo.
-Mi sembri di buon umore, dormito bene?- mi chiede dopo un po'.
-Sì, benissimo.- rispondo.
Mi sorride serena, cercando di trasmettermi affetto e ricambio il sorriso.
-E cosa hai sognato? Forse Aster?- mi ammicca divertita mentre mi viene quasi un infarto.
-M-ma zia! Cosa ti viene in mente???- la riprendo stranita mentre lei ride di cuore.
-Scusa, scusa, solo che sembravate andare così d'accordo!- sbuffo e mi do un contegno.
-E poi ieri sera, mentre mi ero fermata a parlare con i Shines al parcheggio, si era allontanato e l'ho ritrovato con te. Ti sta appiccicato e ti cerca ogni volta che si annoia durante le nostre chiacchiere e credo che pure per te sia piacevole stare con lui.- aggiunge e sono stupita da ciò che mi ha raccontato.

Abbasso lo sguardo un po' a disagio non sapendo come replicare, ma mia zia cambia discorso riferendomi che devo andare o perdo l'autobus. La saluto e con lo zaino sulle spalle, esco di casa. Appena arrivata a scuola, come sempre, non vedo Sam in classe. Appoggio la mia roba sul banco e vado in atrio a controllare se ci sia o se stia pomiciando con Laio. Non trovandola, mi dirigo verso la 3° per cercarla, ma niente.
-Zoomy?- mi chiama una voce fin troppo conosciuta.
-Ciao Sennar.- lo saluto girandomi.
-Come mai qui?- mi chiede.
-Non posso semplicemente venire qui a salutare un amico?- ribatto di conseguenza.
-Mmh... Direi di no, non ci visiti tanto. Comunque sono contento di questa visita.- mi confida euforico.
Ma quanto scommettete che non sono io la vera causa della sua euforia? Mi giocherei la casa che si tratta di una bellissima ragazza della sua classe con il nome che inizia con la "N" e finisce con la "L" e ha 5 lettere!
-Sennar, com'è andata con Nihal?- gli domando e lì sussulta.
-Beh... Insomma... Sì, è andata abbastanza bene...- ammette un po' impacciato.
-Ehi, guarda che sono io, la tua amica delle medie e non lei.- cerco di tranquillizzarlo e ci riesco.
-E cosa le hai detto?- trattenere la curiosità è impossibile.
-Beh... Le ho chiesto un appuntamento e ha accettato. Al ristorante ho fatto come mi avevi consigliato, poi abbiamo ballato insieme più o meno e quando stavamo per andarcene gliel'ho proposto.- mi racconta emozionatissimo mentre io spalanco la bocca sbigottita.
-E tu fai tutte 'ste storie solo per un appuntamento???- chiedo allibita.
-Emh... Sì?- mi risponde titubante temendo una mia reazione da Guerra Mondiale.
-Mmh... Direi comunque che è un passo in avanti. Speravo che ti fossi dichiarato, ma non fa nulla. Allora, a questo punto, se l'uscita sarà piacevole per entrambi, puoi proporle di uscire ancora.- mi calmo per non attirare troppa attenzione dagli studenti che stanno passando nel corridoio.
-Mmh... Sì, farò così. Ma dove possiamo andare?-
-Non mi dire che non hai pensato a dove andare.- scuote la testa e sospiro esasperata.
-Chiedi a Laio perché, come sai bene, io non ho mai avuto un appuntamento.- annuisce e spero davvero che tiri fuori le palle e non sia più così timido e impacciato.
Sennar è sempre stato socievole e allegro, ma solo con Nihal cambia atteggiamento.
-A proposito, hai visto Sam?- chiedo, ma ricevo una risposta negativa.
A questo punto, lo saluto e torno in classe poco prima del suono della campanella e quando mi siedo, la vedo entrare.
-Ciao, Stellina!- mi saluta raggiante mettendosi al suo posto.
-Ciao Sam. Ti devo assolutamente parlare!- le dico un po' agitata.
-Cosa mi devi dire? Forse della cena di ieri?- mi domanda preoccupata per il mio tono.
-Sì, devi sapere che...-
-Stars, la smetta di parlare che inizia la lezione.- mi rimprovera il prof di religione Yeshol Assassins interrompendomi.
Sbuffo seccata.
Ma perché non crepa quel vecchio rompipalle???
Mi giro per fulminarlo, anche se è chino sul registro, e lì mi blocco.
No.
No, non può essere.
Ditemi che ho preso un abbaglio.
Mi sono voltata appena in tempo per vedere la porta aprirsi e l'entrata del nuovo studente e quando incrocio i suoi occhi, capisco che è tutto vero.
-Aster...-

Ok, piccolo riepilogo: in neanche una settimana la mia vita è cambiata radicalmente e credo che questo sia solo l'inizio!
Venerdì, ritornando da scuola, mi scontro con uno sconosciuto fighissimo e con un culo da urlo che rincontro due sere dopo in una nuova discoteca durante una serata di classe e mi aiuta contro uno stronzo che voleva scoparmi. Dopo mi riaccompagna a casa e ci scambiamo il numero di cellulare, però non mi contatta fino a quando, durante la cena di riconciliazione tra la mia famiglia e quella dei miei vecchi vicini di casa di ieri sera, scopro che lui era il mio migliore amico e ora lo ritrovo qui, davanti a me, in piedi, appena entrato nella mia classe con lo zaino in spalla.
Anche lui mi guarda sorpreso, ma è solo questione di attimi: infatti il prof lo chiama e distoglie il suo sguardo dal mio. Io fisso il mio zaino ancora un po' scossa e tiro fuori i libri per la lezione.
-Zoomy, tutto ok?- mi chiede preoccupata la mia amica notando la mia agitazione.
-S-sì, tranquilla...- cerco di dire.
-Senti, ma tu conosci quel tizio?- dal suo sguardo indagatore, capisco che sia il caso di risponderle, ma la nostra attenzione viene attirata da un movimento vicino a me.
Aster si è seduto al banco accanto al mio dopo aver conversato con il prof mentre tutti lo osservano in silenzio e mi guarda come per controllare che sono davvero qui e ricambio lo sguardo perché sono incredula pure io. Intanto il prof inizia a spiegare e scrivo su un foglio che faccio vedere a Sam che ne avremo parlato più tardi o ci becchiamo un richiamo. Annuisce e ci concentriamo sulla lezione megapallosa del vecchiaccio, anche se sono un po' tesa a causa di una presenza alla mia destra. Lo guardo un attimo e non posso evitare di pensare a quanto sia bello. Si accorge del mio sguardo e mi guarda pure lui. Sussulto lievemente per il fatto di essere stata sgamata a fissarlo, ma non mi dispiace così tanto. Quegli occhi sono talmente belli che li ammirerei ogni istante della mia vita. Distolgo lo sguardo a malincuore ricordandomi che siamo a lezione e prendo appunti dalla lavagna. Ad un certo punto, Aster mi passa un foglio bianco con delle scritte: Tutto ok?

Mi giro verso di lui e noto la sua preoccupazione nei miei confronti.
Sì, sto bene.
Glielo passo e lo legge, ma non sembra convinto.
Non mi freghi, m
i dici che hai?
Sospiro rendendomi conto che è davvero insistente.
Sono solo un po' agitata.
Per colpa mia?
Mi blocco a quelle parole, come colta sul punto.
Perché dici così?
Era una supposizione, anche perché non ti ho parlato molto di me e... E non ho risposto al tuo messaggio di stamattina. Pensavo che ti desse fastidio la mia presenza e che ti fossi sentita come abbandonata e trascurata da me.
Ha l'espressione di un cucciolo abbandonato e il mio cuore si riempie della voglia di coccolarlo! Ma quant'è carino???
Forse hai ragione, ma non sei fastidioso, ieri mi è piaciuto stare con te. Ero SOLO stupita, anche perché tu... Beh, la mia vita sta cambiando da quando ci siamo rincontrati.
Cioè? Spiegati meglio.
Il suono della campanella non mi permette di rispondergli. Il prof raccoglie le sue cose e va via mentre tutti si radunano attorno ad Aster per parlargli. Sospiro non sapendo se per sollievo o angoscia. Sam attira la mia attenzione attendendo una spiegazione e, di istinto, nascondo il foglio nel quaderno.
-Andiamo fuori? Ti dirò tutto.- la supplico e annuisce.
Usciamo mentre sento lo sguardo di Aster su di me. Appena in corridoio, dove salutiamo Simyf che è appena arrivata a scuola ed entra in aula, riassumo velocemente la cena di ieri aggiungendo che il nostro nuovo compagno di classe è "lui" e il mio amico di infanzia di cui, però, non ho alcun ricordo.
-Ecco perché hai reagito in quel modo...- riflette la mia amica.
-Infatti. Non pensavo che sarebbe successo una cosa del genere.- le confido e capisce.
-Mi sembra, però, che sia molto interessato a te...-
-Magari vuole solo che torniamo amici come una volta.-
-Anche, ma ti guarda in modo strano, non so come spiegarti...-
-Fa niente, per ora vediamo che fa.- propongo e acconsente.
Torniamo in classe dove il prof, come sempre, non è ancora arrivato. Subito lo sguardo di Aster si posa su di me, ma ricambio per poco perché Adhara si catapulta da me.
-Tu hai qualcosa da dirci, vero?- ma come fa a saperlo???
-Non so di cosa stai parlando...- cerco invano di scamparla.
-Non mi freghi, che erano quegli sguardi che vi scambiavate prima? E poi stavate scrivendo qualcosa...- ma com'è attenta?
-Te ne parlo dopo.- il prof è arrivato ed è meglio sedersi.
-Ok, ma non mi sfuggi!- annuisco sapendo che non ho altra scelta.
Il Barbuto entra in classe e, a differenza del vecchiaccio satanista malato di mente che abbiamo dovuto sopportare prima, inizia a dialogare con Aster a proposito di lui e il programma di storia svolto finora.
-Quindi sei ripetente?- chiede scoprendo che ha un anno più di noi.
Tutti sono incuriositi mentre io mi do della stupida per non averci pensato prima.
-Sì.- conferma tranquillamente.
-Che insufficienze avevi?- domanda allora.
-Nessuna.- rimaniamo increduli alla sua risposta.
Com'è possibile che non ne ha avute se ha ripetuto un anno?
-Ma quindi come...- non finisce di formulare la domanda che Aster lo precede.
-Avevo solo perso molte lezioni, troppe per poter essere promosso.- capiamo, ma c'è ancora una domanda che il prof gli pone: perché ha saltato le lezioni?
-Ho avuto un incidente e sono rimasto in ospedale per molto tempo.- mi volto verso di lui a quella frase.
Che tipo di incidente?
Ho paura di chiederlo...
Il prof non chiede altro e inizia ad interrogare due di noi mentre il mio compagno di banco si gira dalla mia parte e mi sorride, un sorriso da infarto, aggiungerei.
-Posso?- si riferisce al mio libro di storia.
-Certo.- glielo passo e lo sfoglia delicatamente.
Chissà come sarebbe il suo tocco sulla mia pelle se tratta i libri in quel modo...
Mio Dio, ma cosa vado a pensare?!?
La sua presenza accanto a me mi fa pensare a cose poco decenti, a quanto pare... Meglio fare attenzione! Con lui diventò irriconoscibile!
-Stellina, che hai?- mi riscuote Sam.
-P-perché?-
-Sei tutta rossa... Che ti ha detto da farti reagire così?- si riferisce ad Aster, che sta ancora guardando il libro, forse avendo seguito le nostre mosse.
-N-niente. Solo strani pensieri.-
-Di che tipo?- si avvicina sorridendo maliziosa.
-Sam, per favore, non farmi parlare di certe cose durante le lezioni.- annuisce ancora con quell'espressione e si concentra sull'interrogazione sapendo che presto toccherà a lei essere interrogata.
-Siete arrivati a Costantino?- mi domanda Aster.
-Sì, più o meno.- mi volto verso di lui che mi restituisce il libro.
-Io sono un po' indietro, ti spiace se questo pomeriggio vengo da te? Così mi metto in pari con il programma anche nelle altre materie.- mi propone con quello sguardo che mi scioglie e sono tentata di accettare.
-Però, non ti obbligo. Se hai degli impegni, allora fa niente...- specifica e sorrido del suo tentativo di non imbarazzarmi.
-Mi va bene.- lo informo e sorride contento.
-Scusa se ne approfitto, ma all'intervallo mi accompagni in segreteria?- mi chiede.
-Ok...- ma perché sono così bendisposta ad accontentare gli altri?
Annuisce riconoscente e si concentra sull'interrogazione. Io invece non ci riesco affatto! Non faccio altro che pensare a lui! E ora mi torna in mente la sua proposta di ieri. Non so come rispondergli, ma adesso che saremo compagni di classe, non credo che saranno molte le occasioni per non parlarci considerando che siamo molto vicini. Ho un grande desiderio di accettare, ma ora come ora per me è poco più di uno sconosciuto, non so cosa posso aspettarmi da lui. Ripensando alla serata, mi ricordo anche che mi ha già toccata! E anche in più occasioni.
La sua stretta è decisa e salda come quando mi ha aiutata
ad alzarmi stringendo la mia mano e quando per non farmi cadere mi ha circondato le mie spalle con un braccio, ma sa anche essere delicato e dolce come quando mi ha abbracciata e si è dedicato a sistemarmi teneramente. Un brivido scorre lungo la mia schiena e la consapevolezza che desidero sia accanto a me mi schiaccia.
Alla terza ora arriva la prof di matematica, Soana Witch. E' molto gentile, paziente e disponibile ad aiutare chi ha bisogno di aiuto, soprattutto se qualche studente ha qualche problema. Anche lei si ferma svariati minuti a parlare con Aster porgendogli varie domande sulla sua vita e sullo studio. Qualche volta intervengono alcuni della classe con delle battute stupide, ma che vengono apprezzate da tutti. Poco prima dell'intervallo, prendo una moneta da un euro e mi preparo ad uscire mentre la prof sistema le sue cose avendo terminato prima la spiegazione, come ogni volta, concedendoci così alcuni minuti di riposo in più. Santa donna!
-Appena suona, andiamo in segreteria, ok?- mi chiede Aster e annuisco.
-Facciamo in fretta che ho fame.- mi sorride e ci alziamo alle 11.
Dopo aver sistemato le sue faccende e aver preso da mangiare, torniamo in classe.
-Grazie.- prende dallo zaino un panino e lo mangia.
-Di niente.- noto purtroppo che in classe siamo soli e quella situazione mi agita non poco.
-Allora, mi spieghi cosa significavano le tue parole?- eccolo che arriva dritto al punto.
Sospiro e mi siedo cercando di calmarmi e di pensare lucidamente.
-Intendevo dire che hai... Come dire? Dato una svolta alla mia vita.- gesticolo nervosa evitando di guardarlo.
-Vivevo ogni giorno noiosamente. Poi ti ho incontrato e diciamo che la tua ricomparsa nella mia vita ha contribuito a farmi "svegliare" perché mi sento più "attiva" e anche Sam e mia zia lo pensano. O almeno così credo...- gli spiego un po' impacciata.
-Capisco... Quindi...- sorride.
-Ti faccio sentire più viva rispetto a quando non ero accanto a te?- mi chiede come se lo avessi lusingato.
Avvampo e distolgo lo sguardo troppo imbarazzata per quegli scambi di parole e per avergli confessato, non del tutto almeno, cosa mi ha provocato e cosa mi provoca tutt'ora. Interpreta il mio silenzio e il mio imbarazzo come un sì e mi si avvicina pericolosamente, tanto che sento il suo respiro vicino all'orecchio e rabbrividisco.
Ma perché mi fa questo effetto?
Ride compiaciuto di scoprire che reazione ho ai suoi gesti. Mi scosta i capelli immergendo la mano nella mia chioma castana e riduce la distanza tra i nostri visi a pochi centimetri. Mi perdo in quegli occhi che mi trapassano e sento il cuore pompare freneticamente così come il mio respiro è affannato.
-Piccola, hai pensato alla mia proposta?- mi domanda e chiudo gli occhi non riuscendo a sostenere tutte queste emozioni che stanno scuotendo il mio corpo e il mio essere.
Deglutisco e trovo la forza di affrontarlo.
-Forse ti risponderò questa sera, ho le idee ancora molto confuse... E voglio controllare se passerò una bella serata con te, altrimenti non credo di poter continuare a frequentarti anche se eravamo amici...- gli confido sperando non si arrabbi o si allontani da me per le stupidaggini che ho detto.
-Certo, ti farò trascorrere la serata più bella della tua vita, o almeno ci proverò.- posa un bacio sulla mia tempia e si allontana.
Fa scivolare le mani lungo le mie braccia, prende le mie mani tra le sue baciandole come a promettermi che si impegnerà per non deludermi e fissa i suoi occhi nei miei inchiodandomi sul posto.
Come mai solo con lui mi succede qualcosa del genere? Il mio corpo impazzisce quando sono con lui!
-Eccoli!- Sam entra in classe interrompendo il contatto visivo e fisico tra me e Aster.
Mia cara, non sai quanto ti sono grata!!!
Il moro si volta verso di lei mentre io torno a respirare normalmente. Alzo lo sguardo e noto che la mia amica si è portata con sé Laio, Sennar e Nihal che stanno conversando con il nuovo studente. Li saluto e ricambiano, ma Sennar mi guarda indagatore e sposta lo sguardo da me al mio compagno di banco e viceversa.
Che starà pensando?
Non riesco a chiederglielo perché la campanella suona (è solo una mia impressione o l'intervallo l'ho fatto durare un po' troppo? xDD /ndA) e tornano in classe. Noto anche che si comporta in modo un po' più normale con Nihal, anche se del nervosismo rimane. Spero solo che si sciolga e che si mettano insieme perché stanno davvero bene come coppia.
Tutti entrano in classe, inclusa la prof di inglese, Thara Rose. Inizia la lezione con spiegazioni e interrogazioni dopo aver, ovviamente, scambiato qualche parola con il nuovo studente. Aster non mi parla e nemmeno io tento di attaccare bottone. Solo durante il cambio si rivolge a me.
-A che ora vengo da te?- ci penso su un attimo.
-Io oggi non ho nulla da fare, quindi quando vuoi perché rimango a casa e Theana starà al lavoro tutto il giorno.- lo informo.
-Ok, allora ti dispiace se pranzo da te? Così non perdiamo troppo tempo.- propone e non mi sembra una cattiva idea, anche se trascorrere così tanto tempo con lui potrebbe causare qualche malfunzionamento dei miei poveri neuroni...
-Va bene, ma...- stavo per chiedergli cosa volesse mangiare, quando mi interrompe.
-Ovviamente cucino io.- e mi sorride.
-Tu cucini???- rido perché mi sembra un po' assurdo.
-Certo, con due genitori cuochi, sarei una vergogna per la mia famiglia e poi non è tanto divertente.- mi dice indignato, ma accenna comunque un sorriso.
Quando sistemiamo la roba per andarcene, Adhara mi raggiunge e mi pone la stessa domanda di prima. Le dico che ne parleremo, ma non oggi perché sarò occupata a studiare con Aster. Si insospettisce, forse ipotizza qualcosa che ci lega, ma non indaga oltre. Appena fuori dall'edificio scolastico, Sam mi indica il moro che sta salendo sulla sua moto.
-Stellina, vieni.- la mia amica mi prende per il braccio e mi trascina da Aster.
-Aster, è tua questa Aprilia nera?- chiede affascinata facendomi capire che se ne intende più di me a proposito di moto.
-Sì, ti piace?- prende il casco.
-Eccome! E' bellissima!- afferma elettrizzata.
-Grazie. Vuoi un passaggio?- si rivolge a me.
-N-no, vado con l'autobus.- rifiuto l'invito, ma noto, purtroppo, che il 5 è passato, quindi dovrei aspettare altri minuti prima di prenderne un altro mezzo di trasporto.
-Tieni e non protestare.- Aster mi passa un casco, forse avendo visto la mia espressione quando ho capito che ho perso l'autobus.
-Beata te, io vado che mio padre mi aspetta lì per andare in farmacia, ciao!- si allontana lasciandomi con lui.
-Su! Ora ti accompagno a casa, passo dalla mia e ti raggiungo dopo, ok?- mi propone mentre indosso il casco.
-Va bene.- acconsento rassegnata, ci sistemiamo per poi partire.
-Tieniti forte.- faccio come mi dice e partiamo.
Arrivati a destinazione, in un tempo record per me che torno a casa più o meno alle 13.45, se ne va quasi subito promettendomi, però, di ritornare presto. Entro in casa e sistemo i libri sulla scrivania. Mi cambio i vestiti indossando una tuta calda e comoda, accendo il computer, do un'occhiata su Facebook e le notifiche, ma quando sento il campanello, stacco e scendo ad accogliere Aster. Sono un po' imbarazzata rendendomi conto che il mio abbigliamento non è adatto per questo momento, ma non dice nulla a proposito. Gli faccio posare la sua giacca all'attaccapanni e lo zaino sul divano. Lo guido verso la cucina dove inizia a preparare delle tagliatelle al ragù, due bistecche e delle patate arrosto che, però, ha portato da casa sua perché sua madre li aveva già cucinati.
-Ora ti faccio vedere quanto sono bravo ai fornelli.- mi aveva detto con fare altezzoso mentre prendeva gli ingredienti e la padella.
Ho riso come per deriderlo o sfidarlo, ma vedendo come si muoveva, ammetto che ammirarlo è veramente bello! Credo che ho uno sguardo incantato per tutto il tempo mentre i miei occhi scorrono lungo tutto il suo corpo contemplando i suoi muscoli che si intravedono attraverso la maglietta blu che indossa, le gambe sode fasciate dai suoi jeans e soprattutto il suo fondo schiena che sembra chiamarmi e chiedermi di palparlo.
Capisco quanto la presenza e la bellezza di Aster siano pericolose: con lui ho sempre dei strani pensieri, anzi! Perversi!!! Non sono una maniaca, ma con lui succede questo! E' assurdo!
Chiudo gli occhi respirando profondamente e provo a darmi un contegno mentre sento nell'aria un buon misto di profumi che mi rilassano. Li apro e vedo che sta apparecchiando la tavola. Lo aiuto e iniziamo a mangiare la pasta che scopro essere davvero squisito!
-Cavoli, è davvero una bontà! Ti avevo sottovalutato!- gli riferisco.
-Visto che sono bravo?- annuisco sorridente e ricambia il sorriso.
In seguito mangiamo le bistecche e le patate mentre chiacchieriamo allegramente di cucina, del lavoro dei suoi genitori e delle nostre preferenze in ambito culinario.
-Quindi vuoi fare il cuoco?- domando mentre ci gustiamo un pezzo di torta al cioccolato.
-Sì, l'ho sempre desiderato e i miei hanno pensato che in futuro potrei gestire io il loro ristorante mentre mio fratello vuole essere un avvocato. Mi hanno insegnato molto in questi anni e me la cavo benissimo in cucina. Però te l'avevo detto quando eravamo a Padova.- mi rabbuio a quell'ultima frase.
-Ehi, che hai?- si allarma subito dopo aver notato il mio cambio d'umore.
-N-niente.- minimizzo e mi alzò per posare i piatti vuoti nella lavastoviglie.
-Piccola, davvero, dimmi che hai.- mi supplica quasi parandosi davanti a me e stringendomi un braccio.
Sospiro e mi decido anche se un po' tremante e insicura.
-E' che... Non ricordo nulla di te, della tua famiglia e di quando abitavamo vicini.- rivelo e voltandomi a guardarlo, vedo la sua incredulità e la sua delusione.
-Capisco...- fa scivolare la sua mano lungo il mio braccio per intrecciarlo con la mia e giocarci pensieroso.
Rimaniamo silenziosi
per qualche minuto, minuti che sembrano non finire mai.
-Non importa molto il passato, ora l'importante è il presente, quindi creeremo nuovi ricordi insieme, va bene?- mi propone dolcemente stringendo la mia mano vicino al suo petto.
Come posso minimamente pensare di rifiutare la sua idea se ha quello sguardo così... Così... Non so come descriverlo! Ma mi intenerisce un sacco! E poi se rifiuto, sarei solo una pazza perché è impossibile dirgli di no!
Annuisco piano e lo vedo sorridermi per poi tenermi stretta a lui. Ricambio l'abbraccio affondando il viso sul suo petto sentendomi veramente bene. Restiamo per quello che mi sembra un'eternità in quella posizione con lui che ha il viso tra i miei capelli e le sue mani che li accarezzano come con la mia schiena.
-Non voglio rovinare questo bel momento, ma credo che dovremmo studiare.- mi ricorda dispiaciuto.
Sapessi quanto lo sono io...
Ci allontaniamo con mio grande disappunto perché avrei tanto voluto continuare a stringermi a lui. Sistemo la lavastoviglie e lo faccio accomodare in salotto mentre salgo al piano superiore per andare a prendere i miei libri. Scendo e lo trovo concentrato sul libro e sul quaderno di inglese aperti.
-C'è qualcosa che non capisci?- alza lo sguardo su di me e sorride.
-Ti sei portata tutta la libreria?- si riferisce a ciò che ho in mano.
-No, ho solo i quaderni e 2 libri.- lo correggo imbronciata mentre poso le mie cose sul tavolo vicino alla porta dove ci sono alcune sedie. Lo usa Theana a volte per leggere le lettere o compilare qualche documento mentre io in questo momento per studiare con Aster. Non sono abituata ad avere ospiti e questa è stata la prima cosa che mi è saltato il mente. Dopo qualche ora di studio, ci prendiamo una pausa.
-Vuoi mangiare qualcosa?- mi sgranchisco le ossa e mi massaggio la gola, dato che ho parlato fin troppo di equazioni, teoremi, forme dei verbi in inglese e imperatori romani.
-Sì, grazie.- ci alziamo e ci dirigiamo in cucina.
-Cosa vuoi?- gli chiedo aprendo la dispensa.
-Una fetta di torta.- mi risponde indicando il frigo e riferendosi al dolce di prima.
-Ma l'abbiamo già mangiato, lo vuoi ancora?- obietto.
-Lo voglio ancora.- si lamenta come un bambino capriccioso e insistente che chiede alla propria mamma di accontentarlo a tutti i costi.
Sorrido a questo paragone e capisco sia meglio renderlo contento. Tiro fuori la torta e ne taglio un pezzo per ognuno. Glielo passo e lo mangiamo.
-Perché volevi mangiare questo e non altro?- gli chiedo dopo un po' di tempo.
-Perché mi piace, l'hai fatta tu?- mi domanda contento.
-No, l'ho comprato in una pasticceria.- gli rispondo.
-Peccato.- mormora forse un po' dispiaciuto.
-Beh, non sono una brava cuoca come te.- mi giustifico consapevole che è la verità.
-Allora ti insegno io, va bene?- mi propone, ma sono indecisa.
-Non so, non credo di riuscirci.- gli confido.
-Se ti impegni, riusciresti a fare molte cose. Sei intelligente e in gamba, saresti bravissima, anche più di me, basta volerlo. Anche nello studio potresti avere il massimo in tutto, sei molto chiara quando spieghi degli argomenti.- i suoi complimenti mi lusingano, ma quell'accenno ai voti scolastici mi da fastidio.
Non lo sopporto, parla come i professori che non dovrebbero aspettarsi di più da me, ma solo accontentarsi del fatto che vado bene. E invece continuano a tormentarmi. Se voglio impegnarmi o meno sarà affar mio, di che si impicciano?
-Stai zitto.- sibilo infastidita.
-Cosa? E perché?- mi guarda sorpreso e interrogativo.
-Non osare impormi l'idea di studiare di più per prendere voti più alti. Non ne ho voglia e ne ho fin sopra le scatole di gente che lo desidera!- urlo liberando la mia frustrazione.
Non ricordo da quanto non urlavo così, forse è trascorso troppo tempo e ora la gola mi fa ancora più male di prima, brucia. Mi sento veramente male a dover fare una cosa simile proprio contro di lui, ma mi è venuto istintivo stare sulla difensiva. Forse non dovevo urlargli contro, visto che non sapeva niente della mia vita vissuta lontana da lui, però quel che è fatto è fatto e non si può più cambiare.
-Io non volevo importi di studiare e prendere il massimo nei voti, solo che volevo confidarti il mio pensiero, cioè che potresti fare molte cose se ti impegnassi...- specifica, ma non riesco a trattenere la pazienza.
-Adesso basta! Sono stufa di sentire questi discorsi! Se vuoi continuare, è meglio se te ne vai alla svelta!- non so con quale forza riesco a guardarlo negli occhi senza cedere al desiderio di lasciarmi andare tra le sue braccia chiedendogli scusa.
Dopo qualche secondo passato a guardarci negli occhi, abbassa lo sguardo e sospira. Si incammina verso il soggiorno e prende le sue cose insieme alla giacca mentre io sono girata di spalle. Se ne va silenzioso senza più proferire parola.
Io rimango dove sono. Non emetto suoni, ma sento le orecchie fischiare. Non ho praticato esercizi fisici tanto da essere sfinita, ma sento al posto delle gambe e delle braccia dei blocchi di pietra. Ho solo urlato contro il mio amico di infanzia ritrovato che cerca di reinstaurare un rapporto d'amicizia con me e l'ho mandato via.
E ora che non c'è, mi sento un vero schifo.
Il cuore mi fa male, mi pesa tonnellate e sembra che migliaia di frecce e pugnali lo abbiano trafitto provocandomi un dolore immane, la mente è appannata e non ragiona, gli occhi guardano tutto con disgusto e incredulità. Non riesco ancora a concepire il fatto che l'ho trattato in quel modo, lui che mi aveva aiutata e salvata da certe situazioni, lui che mi ha sostenuta durante il mio crollo psicologico, lui che mi aveva accarezzata e abbracciata per farmi sentire meglio...
E capisco di essere davvero una merda e che non dovrei esistere, che non sarei mai dovuto nascere.
Mossa da una forza misteriosa, mi dirigo verso il divano su cui era seduto qualche ora prima e mi ci abbandono mettendomi in posizione fetale. Mi ripeto in continuazione insulti della peggior specie destinati a me mentre inizio a singhiozzare. Poi anche le lacrime escono e mi dispero desiderando solo sparire. Dopo quelle che mi sembrano ore, sento la porta aprirsi. Capisco che Theana è rientrata, ma non voglio che si preoccupi trovandomi in quello stato. Però non ho forze per alzarmi e andare a sistemarmi. Sento anche rumore di plastica e cartone e mi chiedo che cosa abbia in mano. Faccio finta di dormire mentre mi concentro e sento anche un buon profumo di pizza. Vorrei aprire gli occhi, ma mi impongo di non farlo perché ho notato qualcosa di strano: il rumore delle scarpe è diverso. Mia zia indossa sempre dei tacchi, anche se un po' bassi, e questi non sembrano i suoi passi. Una lieve carezza sui miei capelli mi fa capire che ho ragione: non è mia zia che è entrata in casa, ma qualcun'altro!
-Ehi, piccola, sei sveglia?- e questa voce sussurrata assieme a quel soprannome mi fa capire tutto.
Spalanco gli occhi trovando Aster chinato vicino a me con sguardo tormentato. Mi raddrizzo per quanto riesco a fare incredula. Perché è tornato ed è qui dentro se aveva chiuso la porta? Avrà preso le mie chiavi?
-Che ci fai ancora qua?- domando stridula.
-Ti avevo detto di andartene!- continuo e mi chiedo perché la mia bocca fa il contrario di ciò che penso.
-Lo so, ma non potevo e non posso lasciarti in questo stato, non se sei da sola in casa. E' pericoloso!- sentenzia serio.
-Ma che pericoloso e pericoloso, hai paura che mi tagli le vene o qualcos'altro che mi porti alla morte?- sputo sprezzante.
Non è la prima volta che penso a qualcosa del genere e il dolore che provai all'epoca torna per farmi soffrire ancora, aggiungendosi al dolore che provo a dover litigare con lui.
-Infatti! Non voglio che ti ferisca, non lo sopporterei e impazzirei se sapessi che hai avuto un incidente per colpa mia perché sei troppo importante per me e non riuscirei più a vivere decentemente con la consapevolezza di averti perso per delle stronzate che ti ho detto!- le sue parole mi spiazzano e non so cosa dire, ma mi riprendo presto, anzi, è la mia parte pazza e folle che si riprende e parla al posto mio.
-E allora è meglio se stai zitto e te ne vai prima che ti cacci fuori io!- sto decisamente esagerando e non capisco più che cazzo sto dicendo.
Che mi prende? Possibile che non riesco più a controllarmi? E soprattutto perché lo tratto in questo modo dopo tutti quei rimproveri che mi sono fatta?
-Che cazzo stai farneticando? Stai dicendo un mucchio di stronzate a causa della rabbia!- urla anche lui forse capendo che non sono in me.
-Può darsi!- confermo completamente rimbecillita.
Scoppia a ridere, una risata che mi fa male e che trafigge in pieno il mio cuore dolorante e mi rendo conto di una cosa: sono davvero una masochista, non faccio altro che autoinfliggermi pugnalate tremende che mi fanno soffrire ancora di più.
-Adesso basta. Mi stai facendo perdere la pazienza.- sento le lacrime che stanno per uscire di nuovo incontrollabili.
-Non ti sopporto più, ti detesto! Vattene da casa mia sub...!- ma prima che potessi finire la frase, qualcosa di caldo e morbido mi tappa la bocca impedendomi di continuare.
Spalanco gli occhi incredula trovando quelli di Aster vicinissimi ai miei e capisco cosa sta facendo. Mi ribello per quanto riesco a fare, ma è inutile: le sue braccia mi tengono stretta e immobile, ma sempre con la dolcezza e la delicatezza che lo caratterizzano in modo tale da non farmi male mentre le sue mani mi accarezzano il viso e i capelli. Muove le sue labbra sulle mie provocandomi brividi di piacere che scorrono lungo la mia colonna vertebrale e chiudo gli occhi invasa da quelle sensazioni indescrivibili. Allenta la presa su di me una volta che capisce che non oppongo più resistenza e le sue mani vagano lungo le mie braccia e la mia schiena sciogliendo i miei nervi che si erano tesi come le corde di un violino senza accorgermene. Continua a toccarmi le labbra e inizio a sentire qualcosa di umido su di esse. Capisco che è la sua lingua che mi lecca e che chiede il permesso di entrare nella mia bocca. Glielo permetto un po', anzi, parecchio intontita da quelle sensazioni che potrebbero farmi svenire da un momento all'altro. Schiudo piano le labbra e accolgo la sua lingua nel mio palato. Trova subito la mia e da inizio ad una danza dolce e sensuale che mi fa perdere la testa. A differenza di me che non ho mai baciato nessuno, Aster sembra sapere molto bene cosa e come fare:
mi accarezza, mi avvolge, mi rincorre e molte altre cose che mi fanno impazzire dal piacere mentre comincio ad emettere suoni che non riconosco a causa della poca lucidità che mi rimane. Dopo vari minuti, ci separiamo affannati e apro gli occhi trovando i suoi vicini al mio viso liquidi e tremendamente belli, stupendi! In pochi secondi torno a ragionare decentemente e realizzo una cosa che mi era sfuggito: ho baciato qualcuno!!! E non una persona qualunque, ma Aster, il mio amico di infanzia che ho ritrovato dopo anni di separazione e che mi ha aiutato da subito in svariate occasioni anche senza conoscermi!
E poi... Non mi ero accorta che si era sdraiato sopra di me sul divano e che ho le mie mani tra i suoi capelli!
Ma quando è successo???
Lo guardo stordita e interrogativa. Sorride e sfiora la mia guancia un po' arrossata in una carezza che trasuda... Amore? Possibile? Anche i suoi occhi sembrano volermi trasmettere amore... Ha uno sguardo che mi scioglie e che scava dentro di me, nella mia anima, in profondità mentre io mi perdo in quella foresta viva che sono i suoi occhi.
-Stai meglio?- mi chiede premuroso.
-S-sì, ma... Perché l'hai fatto?- domando frastornata e confusa.
-Non lo sai che un bacio può far sentire meglio le persone? E poi ti sei calmata, prima eri molto agitata e ho notato che le mie parole ti hanno ferita. Ho cercato un modo per riparare al mio errore, ci ho pensato a lungo, ma quando hai urlato di nuovo, ho agito di istinto, non sopportavo l'idea di vederti così... Sofferente.- mi svela e sussulto.
Non mi aspettavo quelle parole, mi trasmettono tutto ciò che prova e mi sento davvero in colpa. Si solleva allontanandosi da me e inevitabilmente nasce in me il desiderio di averlo ancora vicino a causa della sua mancanza. Però mi stupisce ancora: avvolge le mie spalle con un braccio e mi tira su facendomi sedere sulle sue gambe. Appoggio il capo sul suo petto e chiudo gli occhi trovandomi davvero bene, come se quello fosse il mio posto. E ragionando più lucidamente su ciò che è avvenuto... Mi rattrista profondamente il mio comportamento immaturo e non giustificabile.
-Aster...- lo chiamo flebilmente.
-Dimmi.- sussurra accanto al mio orecchio.
-Scusami per tutto quello che ho detto e che ho fatto, non volevo, davvero, ma non sopportavo quei discorsi che continuano a perseguitarmi da anni. Ed è stato ingiusto sfogarmi contro di te quando non c'entravi nulla!- le lacrime escono inarrestabili e mi aggrappo alla sua maglietta come fosse la mia ancora di salvezza dallo sprofondare in un abisso senza fondo colmo di disperazione e solitudine.
-Mi dispiace, mi dispiace moltissimo, Aster...- continuo.
-Ehi, piccola, calmati.- mi solleva il viso con entrambe le mani e posa delicatamente le labbra sulle mie in un bacio casto.
Si allontana di poco e si allunga verso il tavolino di fronte al divano prendendo un fazzoletto per asciugarmi le lacrime. Prima che mi aiutasse, gli tolgo il fazzoletto dalla mano e mi sistemo da sola: non voglio essere sempre aiutata e accudita come una bambina, devo essere forte e capace di cavarmela da sola senza di lui, come prima che ricomparisse nella mia vita. Dopo questi pensieri, constato che Aster fa emergere la parte debole, fragile e indifesa del mio essere per poi consolarmi. Non mi dispiace essere coccolata da lui, tutt'altro! Ma potrebbe stancarsi del mio comportamento prima o poi!
Nota la mia faccia pensierosa e mi alza il viso con due dita sotto il mio mento per guardarmi negli occhi.
-Che hai?- mi chiede preoccupato.
-Stavo pensando...-
-Cosa? Sappi che puoi dirmi tutto quello che vuoi.-
-Pensavo che continui a rendermi indifesa e vulnerabile per poi coccolarmi, come per entrare nelle mie grazie! Cioè che con le tue parole di indebolisci e in seguito cerchi di risollevarmi moralmente di modo che mi senta riconoscente nei tuoi confronti...- esterno i miei pensieri dubbiosa.
-Non è così. Io ho tentato di fare la cosa giusta e di dire cose giuste, solo che non sei più la bambina che conoscevo, non so più niente di te se non il tuo passato e il tuo carattere di anni fa, sei cambiata sia nell'aspetto che nel modo di pensare, non so più come trattarti per non offenderti o ferirti.- mi confida mortificato.
E' davvero sincero e credo alle sue parole, mi fido. Ironico che fino a pochi minuti prima gli avrei urlato in faccia... Mi sento ancora in colpa per prima, ma ormai è passato così come è passato il suo sbaglio.
-Aster, ormai è inutile continuare a tormentarci, quel che è fatto è fatto, abbiamo ammesso i nostri sbagli, possiamo continuare ad andare avanti superando queste "difficoltà" cercando di conoscerci meglio e rimediare ai nostri errori. Ok?- propongo.
-Ok.- conferma e mi sorride più tranquillo e meno teso.
-Però ora mangiamo che le pizze si raffreddano.- mi indica i cartoni sul tavolo e annuisco, ma prima...
-Aster, posso chiederti un'ultima cosa?-
-Certo!- mi concede.
-Ecco...- arrossisco un po' imbarazzata, ma credo che entrambi abbiamo bisogno di qualcosa che ci faccia sentire meglio.
-Puoi baciarmi ancora?- chiedo timida e a bassa voce.
-Vuoi davvero questo?- sgrana gli occhi incredulo e mi do della stupida per quella domanda.
-Beh, credo che ho bisogno di qualcosa per sentirmi più rilassata e ho pensato alle tue parole... Però se non vuoi, non ti obbligo assolutamente!- mi affretto a precisare sperando non fraintenda.
-Va bene, se è per questo non ho problemi.- sussurra e già la sua voce mi fa avere i brividi.
Si avvicina piano, ma a qualche centimetro dalle sue labbra lo fermo un po' vergognosa.
-I-io però non so baciare, era il mio primo bacio e...- gli confido agitata, ma non sembra turbato.
-Non fa niente, ti basterà lasciarti andare, ti insegnerò io come fare...- mi rassicura e mi affido a lui.
-Chiudi gli occhi.- lo faccio e dopo qualche secondo sento finalmente le sue labbra posarsi sulle mie muovendole teneramente.
In poco tempo la sua lingua mi lecca e schiudo la bocca. Per vari minuti gioca con la mia lingua, morde piano le mie labbra e molte altre cose facendomi ansimare. Accarezza il mio corpo dolcemente mentre io tocco i suoi capelli morbidi e setosi. Si separiamo e ci fissiamo.
-Ora stai bene?- domanda premuroso sfiorando la mia guancia rossa.
-Sì, grazie.- sorrido e mi imita.
Cazzo quanto è bello!!!
Sono incantata dalla sua bellezza e se ne accorge, ma non dice nulla.
-Mangiamo? Altrimenti si raffredda tutto e dovremo riscaldarli.- mi indica il tavolo dove ci sono le pizze con una
grande porzione di patatine fritte.
Annuisco e mi allontano da lui per farlo alzare.
-Che fai?- gli chiedo quando lo vedo dirigersi verso la cucina dopo aver controllato che le pizze sono ancora calde.
-Prendo delle bibite, tu intanto inizia a mangiare.- mi risponde.
-Ok, sono nel...- ma mi anticipa.
-Nel frigo, le ho viste prima così come i bicchieri. Ti porto della coca.- lo guardo sorpresa, non pensavo che si ricordasse che mi piaceva la coca ed è stato un bene che continui a piacermi!
Sparisce dietro la porta e mi concedo una pausa per pensare.
Il bacio è stato bellissimo! Dopo che ci siamo staccati, ho avuto l'impressione che anche per lui sia stato lo stesso. E' stato... Perfetto!
Anche se erano i miei primi baci, non mi lamento né mi arrabbio: li ho dati a lui e questo mi va bene, eccome! E' l'unico che bacerei senza chiedermi se è giusto o no, perché so che farebbe di tutto per rendere quel momento magico.
Ridacchio e mi lecco le labbra dove è rimasto il suo sapore: fragola con la freschezza della menta. Mi piace!
-Sei ancora lì?- la sua voce mi fa quasi sobbalzare e mi rendo conto che non ho ascoltato il suo consiglio.
-Ah... Mi ero distratta...-
-Non fa nulla, tanto non ci ho messo tanto.- sistema tutto e incominciamo a mangiare.
Solo ora mi accorgo di quanta fame ho! Chissà come ho fatto a non accorgermene...
Ridiamo e scherziamo come due amici normali, come se non fosse successo nulla: nessun litigio e nessun bacio. Mi sento veramente a mio agio ora con lui, mi viene naturale parlargli o forse è perché è lui a farmi stare bene in sua compagnia.
-Senti, posso sapere perché prima te ne sei andato?- domando quando abbiamo finito tutto tranne un po' di patatine.
-Ti dico subito che non era per continuare il discorso dei voti scolastici, ma ho pensato che non saremmo più riusciti a chiacchierare in modo naturale come ora, che la situazione fra noi sarebbe stata molto imbarazzante e tesa. Per non parlare del fatto che era altro a parlare al tuo posto.- annuisco sapendo bene a cosa si riferisce, ma rimango curiosa: voglio sapere cosa gli era passato per la testa in quel momento.
-Sono andato via per riparare al mio errore, come ti ho già detto, e volevo calmarti e far finire bene la serata. Ho pensato alla pizza anche perché era più o meno ora di mangiare. Non credevo di trovarti in quello stato, distrutta e sofferente. Beh, mi aspettavo la sfuriata, perché sono stato un emerito imbecille! E poi ti ho fatto piangere, non merito di starti accanto ed esserti amico.- si confida con me e vedo nei suoi occhi disgusto e delusione per sé stesso.
-Aster...- lo chiamo a bassa voce e contorno il suo viso con le mani per girarlo in modo tale da guardarci negli occhi.
-Ascoltami bene, è vero che ho pianto, ma non è tutta colpa tua. E' anche mia e per le stronzate che ho detto! Se non mi fossi rivolta a te in quella maniera, non sarebbe successo tutto ciò. Io stessa mi sono sentita uno schifo per averti trattato così quando non avevi alcuna colpa. Sono io ad aver sbagliato...-
-Ma io ho parlato di qualcosa che detestavi...-
-Ma tu non lo sapevi, l'hai detto tu che non sono più la stessa di una volta e che sono cambiata così come sei cambiato pure tu. E' così, punto.-
Mi avvicino e lascio un leggero e breve bacio sulle sue labbra. Voglio che si tranquillizzi così come anche lui ha voluto la mia tranquillità. Mi allontano e il suo sguardo intenso mi fa rabbrividire. Restiamo in silenzio e ci osserviamo con attenzione. Infine abbassa lo sguardo sospirando e mi attira a sé affondando il suo volto tra il mio collo e la mia spalla. Lo sento inspirare il mio profumo e arrossisco per quella situazione un po' imbarazzante, ma ammetto che mi piace che si affidi a me.
-Non so se sia giusto rimanere al tuo fianco dopo tutto il macello che abbiamo creato...- bisbiglia sincero.
-Non fa niente, ormai è passato, e ora dobbiamo guardare davanti a noi e non indietro, pensiamo al futuro e non tormentiamoci per il passato, ok?- provo a incoraggiarlo.
-Hai ragione, ma sono ancora incerto...- ma insomma, ancora con 'ste paranoie?
-Che peccato... Sai, avevo una sorpresa solo per te e ora mi rovini l'occasione!- mi lamento senza svelargli nulla delle mie intenzioni.
Alza lo sguardo e mi fissa curioso.
-Cosa?- mi domanda non riuscendo a trattenere la curiosità.
-Aster, tu vuoi starmi accanto?- annuisce.
-E allora smettila con queste stupidaggini, altrimenti non ti accetto. Va bene?- annuisce ancora, forse più convinto e mi decido a dirglielo.
-E poi...-
mi guarda negli occhi desideroso di sapere con quei pozzi verdi che mi incantano e che attendono le mie parole.
-Aster, vorrei che tu stia accanto a me per di aiutarmi e sostenermi quando sarò in difficoltà, per divertirci insieme, per svagarci, raccontarci tutto quello che non conosciamo dell'altro e molte altre cose.- appena termino la frase, subito il suo viso viene invaso da una gioia incontenibile e tante emozioni capaci di farlo esplodere.
Ed esplode, mi riabbraccia di slancio, tanto che ha potuto soffocarmi mentre mi promette
di rimanere al mio fianco, di non deludermi e di non fare cazzate come oggi.
-Aster, calmati!- cerco di dire e si allontana annuendo e sorridendo ancora.
Dio, quanto è bello! Non smetterei mai di ripeterlo perché so che è vero.
-Senti... Perché hai timore di deludermi ancora?- espongo questo dubbio.
-Beh, può capitare che commetterò delle sciocchezze che possano rovinare il nostro rapporto, anche se spero proprio di no!- mi spiega e comprendo.
-Grazie Aster, per tutto. E non preoccuparti, in un modo o nell'altro risolveremo i nostri litigi, e poi non possiamo di certo predire il futuro! Come pensi di saperlo, eh? Se litigheremo, basterà darci una calmata e parlare civilmente per comprenderci, in un modo o nell'altro riusciremo a sistemare tutto, non credi anche tu?- gli dico dolce.
-Sì, hai ragione, è inutile che continui con questi viaggi mentali...- prende una mia mano e bacia il palmo di essa delicatamente.
Poi mi abbraccia e ricambio circondando la sua schiena con le mie braccia. Rimaniamo in questa posizione a lungo. Chiudo gli occhi e mi abbandono a questa sensazione di benessere che solo lui può darmi.

-Devi proprio andare?- chiedo con disappunto.
Sono le 9 e Aster deve tornare a casa. Dopo l'abbraccio, abbiamo sistemato il tavolo e le varie cose che avevamo usato e ho portato i miei libri nella mia stanza.
-Sì, i miei sapevano che avrei mangiato da te, ma hanno voluto che tornassi a quest'ora.- indossa la giacca e si dirige verso l'ingresso.
Lo inseguo con un
'espressione da cane abbandonato. Preferivo che rimanesse un altro po'...
-Ehi, non fare quella faccia, ci vedremo domani, no?- cerca di consolarmi avendo visto il mio volto
.
-Vorrei che restassi qui con me...- gli confido.
-Lo vorrei anche io, ma non posso. Il tempo è tiranno e i miei non sopportano che ritardi.- mi dice prendendo tra le mani le mie.
-Lo so...- tento di autoconvincermi che è giusto così.
Devo farmene una ragione, non posso comportarmi come una bambina capricciosa.
-Ci vediamo domani a scuola, ok?- mi chiede e annuisco più convinta.
Sorride e si abbassa alla mia altezza per posare un bacio sulle mie labbra. Poi si allontana.
-Buonanotte piccola.- mi dedica un ultimo sorriso dolce ed esce da casa mia lasciandomi intontita.
Porto una mano sulla bocca come incredula: non mi aspettavo un altro bacio, ma ammetto che mi è piaciuto.
Eccome se mi è piaciuto!
Ridacchio come una scema e salgo in camera mia per andare a dormire, ancora ignara di quanto Aster cambierà la mia vita e me stessa.

Angolo autrice:

Ed ecco qui il nuovo capitolo!!! :D
Scusate il ritardo, ma i capitoli mi vengono chilometrici e non finisco più!!! >______< Infatti questo capitolo è lunghissimo! O.O
Però devo confidarvi una cosa: non so se è venuto bene come capitolo. ç__ç
Comunque, spero che vi piaccia e aspetto le vostre recensioni che voglio conoscere il vostro parere! :D
Aster: Non ne riceverai neanche una. u.u
Io: Cattivo! ç___ç E io che ho scritto di te così tanto... T______T
Aster: O.O
Io: *piange come una fontana*
Aster: *si sente a disagio* Emh... Ok, ok, scusa se ti ho detto una cosa simile, dai non piangere. *cerca di calmarla con varie coccole*
Io: Grazie Asteruccio! ç_ç
Aster: Dai, hai un capitolo da pubblicare!
Io: Lo so! E ho pure una notiziona!
Aster: Quale? O.o
Io: Adesso lo vedrai. ^^
Vorrei dirvi una cosa: da un po' di tempo mi è venuto in mente la malsana idea di riscrivere tutta la storia, ma dal punto di vista di Aster e solo dopo che finirò questa ff (altrimenti sarò ancora più lenta!!! >.<). Quindi farò un sondaggio: da una parte ci saranno chi è d'accordo e lo vuole leggere per conoscere i pensieri di Aster, diversi da quelli di Zoomy, e dall'altra chi pensa che sarebbe un po' noioso, inutile e una perdita di tempo, dato che rileggere le stesse cose non è molto piacevole, soprattutto se si conosce già cosa può succedere. Io non obbligo nessuno a scegliere la prima opzione o la seconda, forse farò di testa mia, anche se all'inizio di questa storia mi sono affidata ai lettori per prendere la decisione di continuare la ff, perciò, se la maggioranza vorrà che lo scriva quando terminerò questo, lo farò. In caso contrario, lascerò le mie idee in un cassetto e non ne parlerò più.
Ritornando al capitolo, spero sia di vostro gradimento la personalità di Aster! :D Forse i litigi e i momenti dei chiarimenti sono state pallose e insensate, ma dovevo farli avvicinare! u.u
In particolar modo spero vi siano piaciuti i baci! :DD
A dir la verità è la prima volta che descrivo un bacio, mi vergogno un po' e non so se è venuto bene. o/////o
E con questo vi saluto! ^^
Ringrazio in anticipo le recensioni che mi lascerete. :)
Questo è il link con l'orario scolastico creato dalla mia amica che mi avevo fornito alcune immagini e la ringrazio per tutto quello che sta facendo.
2° Ht
Alla prossima e bacioni! :^
Aster e io: Ciao! XD ^-^

P.S. Per chi legge la "Festa in piscina": tranquilli, presto esce il nuovo capitolo! Scusate il ritardone! ^^"
P.S.S. Io non riesco a trovare un'immagine giusta per Zoomy, mi potreste aiutare? I capelli sono mossi e castani e gli occhi azzurri. Grazie a chi mi vuole aiutare! ^^
P.S.S.S. Scusate se sono così complicata! >.<
P.S.S.S.S. Anzi no! Ho trovato l'immagine giusta, scusate per tutto! ^^"
  
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