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Autore: Nyktifaes    29/11/2011    5 recensioni
"Chi non si è mai chiesto come fosse la vita di Edward prima della spagnola? Cosa succederebbe se Bella, strega, tornasse indietro nel tempo con tutti i Cullen e lo scoprisse?"
Questa ff è scritta a quattro mani: quelle di Vero_Masen_Cullen e quelle di Lely_Cullen.
Speriamo che vi piaccia almeno un decimo di quanto diverte noi scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo III
 
Ero a casa Cullen, nella camera di Alice, mentre quella matta della mia quasi cognata mi prendeva le misure per prepararmi i vestiti adatti ai primi del Novecento, quando Hermione esultante si materializzò accanto a noi con in mano una clessidra.
<< Salve Bella! Alice! Che cos’è secondo voi questa?? >> Ci chiese portandoci ad un palmo dal naso la clessidra, tenuta con presa salda nelle sue mani. Alice sicuramente non aveva idea di cosa si trattasse, così con le sopracciglia corrugate e una leggera ruga sulla sua fronte d’avorio rispose:
<< Una clessidra? Sei andata in un negozio di antiquariato? >>
Hermione scoppiò a ridere e scuotendo il capo in senso di diniego sorrise esultante e spostò lo sguardo su di me, aspettando la mia risposta. In un primo momento non avevo capito, poi osservando meglio la clessidra avevo riconosciuto quella che doveva essere…:
<< Una giratempo!! Hermione sei spettacolare!! >> Così le saltai letteralmente al collo e l’abbraccia felice come una Pasqua. Quando riemersi dalla coltre di capelli castani della mia migliore amica vidi Alice saltare da una parte all’altra della stanza: sembrava davvero un  folletto!
<< Esme! Carlisle! Edward! Jazz! Emmett! Rose! Venite! Hermione ha trovato la giratempo!! >> Corrugai un sopracciglio alle parole di quella che ormai consideravo mia sorella.
<< Ehm… Alice ma tu sai cos’è una giratempo? >> La vampira barra folletto saltellante si arrestò di colpa e mi guardò con un espressione indecifrabile sul volto.
<< No… Ma suppongo che serva per fare il nostro viaggetto nel 1918, giusto? >> Le sorrisi e rilasciando un leggero sospiro quando riprese a saltellare osservai Cullen riunirsi attorno a noi, su ogni viso un espressione diversa. Carlisle era pensieroso, sicuramente si stava perdendo in un monologo mentale su come ci saremmo dovuti comportare con gli umani del secolo, ma sul viso un enorme sorriso a trentadue denti mostrava l’eccitazione per una nuova scoperta; Esme sorrideva felice mentre i suoi occhi brillavano di riflesso ai saltelli allegri di Alice; Emmett era elettrizzato all’idea di compiere un bel viaggetto nel tempo; Jasper… beh era Jasper: composto, ma un sorriso aleggiava sulle sue labbra e gli occhi ridenti; Rosalie ostentava un poco di indifferenza, ma ad un occhio attento sarebbe apparso immediatamente l’entusiasmo nel suo sguardo. Edward invece era… strano, sembrava felice ma una luce nel suo sguardo d’oro mi diceva che era preoccupato. Notando l’intensità con la quale lo osservavo si voltò verso di me e mi sorrise, un sorriso dolce e rassicurante come a dirmi “Ehi, va tutto bene! Sono solo un po’ scosso!”. Gli sorrisi di rimando avvicinandomi e passando un braccio intorno alla sua vita lo abbraccia e lui contraccambiò lasciandomi un dolce bacio sui capelli.
<< Ok ragazzi questa è la giratempo, diciamo che fondamentalmente solo questa clessidra vi serve per tornare indietro nel tempo. Ricordate che però è molto potente, quindi fate molta attenzione a non toccarla o a non pensare di cambiare tempo, senza essere preparati! >> Hermione dava mille spiegazioni e raccomandazioni mentre io e i Cullen ci eravamo radunati a semicerchio attorno alla giratempo. Eravamo tutti così vicini che le nostre spalle si toccavano, istintivamente sfiorai la clessidra e senza rendermene conto pensai al 1918, a Edward, alla sua vita e…
Fu un attimo. Attorno a me non vidi più la stanza di Alice e Jasper, Hermione non stava più parlando. Per una frazione di secondo non sentì più la terra sotto i piedi e poi la riavvertì. Mentre sbattevo contro il… pavimento? O forse era un soffitto? Un muro? Non ne avevo idea. Sentì un lamento provenire da… sotto di me?! Avevo schiacciato una persona! Mi rialzai in piedi tastando con le mani l’aria, non vedevo ad un palmo dal mio naso, ero infatti immersa nell’oscurità.
<< Oh ma che …?! >> Lanciai un urletto di spavento e sorpresa, alzandomi definitivamente in posizione eretta, tentando di non schiacciare nuovamente… lui, capì che era un uomo dal tono di voce basso. Avvertì altri movimenti attorno a me e altre mormorii.
<< Ma cosa…?! >>
<< Ehi! Che male! >>
<< Chi ha spento la luce? >>
<< Qualcuno è ferito? >>
<< Dove… dove sono? >>
<< Ma che diavolo…? >>
Ero spaventata, quelle voci… erano in qualche modo familiari ma allo stesso tempo sconosciute. Sentì uno spostamento d’aria dietro di me e la luce tornò. Tre ragazzi e tre ragazze si guardavano intorno spaesati: tutti e tre i maschi erano alti, uno con capelli ricci e neri come gli occhi, aveva una corporatura estremamente imponente; l’altro era più smilzo ma allo stesso tempo muscoloso, un portamento fiero ma attento, come si poteva constatare in quegli occhi azzurri attentissimi, i capelli color miele gli arrivavano alle orecchie; l’ultimo sembrava più grande, ventidue ventitre anni circa, i capelli biondissimi, gli occhi azzurri e la carnagione chiara. Le ragazze erano completamente diverse tra loro: una era bassottina, capelli corti e neri, gli occhi castani, poteva avere tra i diciassette e i diciannove anni; la seconda, ancora seduta a terra pareva più grande di tutti, forse aveva anche più di venticinque anni, i capelli caramello e gli occhi di un intenso castano; l’ultima era meravigliosa, bionda, occhi azzurri tendenti al viola, alta e ben proporzionata.
Sentendo un passo dietro mi voltai e vidi il più bel umano mai esistito: alto, smilzo ma con una muscolatura definita, i capelli ramati spettinati e gli occhi di un intenso verde smeraldo, che mi osservavano con curiosità. Non sembrava notare gli altri, aveva occhi solo per me.
<< Bella, che hai? Tutto bene? Perché mi guardi in questo modo, come stessi vedendo un fantasma? >> Edward non aveva tutti i torti: infondo erano fantasmi, quegli aspetti non erano altro che fantasmi della loro vecchia natura umana. Mi rivoltai verso gli altri, notando con la coda dell’occhio che Edward, dopo aver seguito il mio sguardo rimase stupefatto. Gli altri Cullen continuavano ad osservarsi, gli uni con gli atri. Il primo a parlare fu Carlisle, o perlomeno il ventitreenne biondo che gli somigliava.
<< Cosa è successo? Insomma siamo… abbiamo l’aspetto che ci apparteneva da umani! >> Si fermò, ascoltando il suono della sua voce, sorpreso che non avesse più quello strano tono scampanellante.
<< Uhm… non ne sono certa ma… Una volta ho sentito parlare che se durante i viaggi temporali gli esseri che hanno subito “mutazioni” si allontanano troppo dal “presente” rischiano di riassumere il proprio aspetto originale. Non chiedetemi da cosa dipenda… Suppongo che sia per via del fatto che essendo in principio umani tornando indietro nel passato, sia come tornare alle proprie origini… >>. Nemmeno io avevo idea di cosa fosse successo esattamente, ma quella era l’unica spiegazione plausibile. Solo in quel momento mi resi conto di non sapere dove ci trovavamo, così mi guardai intorno, per quanto la fiocca luce della lampada lo permettesse. Eravamo tutti estremamente vicini poiché lo spazio era davvero poco, una specie di tavolo da lavoro era addossato al muro, sopra e agli angoli della stanza erano disposti ordinatamente attrezzi da giardinaggio, scatoloni e altri oggetti che però non riconoscevo. Un'unica finestrella era presente, Edward con una strana espressione sul viso vi si avvicinò e osservò per più di un minuto l’esterno. Emmett, dando voce anche alle domande che sicuramente tutti si ponevano, chiese impaziente:
<< Ma dove diavolo siamo finiti? E perché ci siamo?! >> Edward riportò lo sguardo verso di noi, negli occhi una strana luce, parlò con un leggero tono di scuse:
<< Credo che sia colpa mia, mentre Bella sfiorava la clessidra ho… pensato a questo posto e noi ci siamo finiti… >> Il suo tono cambiò improvvisamente e divenne emozionato << Questo è il ripostiglio degli attrezzi da giardinaggio di casa mia… Ben venuti a Villa Masen! >>
Tutti rimanemmo paralizzati a quelle parole, così che sussultammo quando Alice parlò, indignata.
<< Ma io ho lasciato gli abiti a casa, nel nostro secolo!! >>
 



Ciao guys! Come avrete notato *si illudono che ci sia qualcuno* non abbiamo più postato nuovi capitoli, perchè nell'ultimo non abbiamo ricevuto nemmeno una recensione ): Essendo anche molto impegnate con la scuola stiamo ensando di SOSPENDERE LA STORIA se non vi interesa.
Quindi, se vi piace e volete che vada avanti vi chiediamo di lasciare un commentino, anche piccolo piccolo :)
Vero e Lely

   
 
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