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Autore: Tods    29/11/2011    1 recensioni
Elena è una mezzosangue, ma ancora non lo sa. Più che altro si chiede perchè vede cose che gli altri non vedono, ha incubi ricorrenti e perchè ogni volta che riesce a farsi qualche amico va tutto all'aria. E' vissuta in orfanotrofio per otto lunghissimi anni, poi è stata mandata in un collegio, poi in un altro, e poi in un altro ancora. Almeno finchè non è capitata alla Yancy Academy.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.4 Faccio conoscenza con un attrattore di calamità di livelli preoccupanti.
 
Sedevo scomposta sulla poltroncina di vera pelle sintetica dell'ufficio del Beneamato Preside Vattelapesca, mentre quest'ultimo, con un'infinità di giri di parole, cercava di comunicarci quello che già sapevo dal principio.
Eravamo espulsi. Cioè, il preside, era "desolato" e perciò, a patto di non combinare altri disastri avrebbe "clementemente" chiuso un occhio su tutta la faccenda della Rossa, che scoprii chiamarsi Nancy Bobofit.
Bobofit. Mi ricordava qualcosa di gonfio, rosso e molliccio. Be', decisamente l'identikit di Nancy. 
"Percy" sedeva accanto a me, con l'aria di uno che ha visto quella scena così tante volte che ormai potrebbe addirittura espellersi da solo.
Qualcosa della serie: "Sì caro preside, lo so. Depolo...depolr..depolorevole da parte mia! Io mi boccerei all'istante!" Risi immaginando la scena.
Il preside Vattelapesca diventò verde di rabbia e ci cacciò fuori dall'ufficio urlando qualcosa tipo:" E' LA VOSTRA ULTIMA POSSIBILITA'!"  e poi qualcosa riguardo al fatto che le persone dislessiche stavano causando sin troppi guai alla sua scuola.
La segretaria, un'unticcia donna di mezza età che doveva chiamarsi Mrs. Meyer, o forse Meiser, o Mrs. MoltoNoiosa, ci fece accomodare sulle panchette di vera finta plastica nel corridoio, in attesa del termine delle lezioni.
"Percy" era molto silenzioso. Forse era timido. Io ero timida? No. Affatto.
Allora perchè non dicevo niente? Percy era come me. Be', dislessia a parte lo sentivo stranamente vicino, come se lo conoscessi da sempre. Ma sembrava deciso a non aprire bocca, così per non rovinare la magica atmosfera che si era creata tra noi, stetti zitta anche io.
Tuttavia non potei fare a meno di fissarlo a lungo. Percy mi somigliava anche fisicamente. Ecco, anche escludendo gli occhi, che erano un particolare a dir poco inquietante, rimaneva tutto il resto. La carnagione, il colore dei capelli, aveva anche il mio stesso vizio di rosicchiarsi l'interno della guancia quando era nervoso. Lo avevo osservato a lungo, e sapevo che anche lui aveva osservato me.
Perciò rimasi stupita quando mi disse:-Scusa.
-Eh?-fu la mia risposta.
Percy mi guardò, continuando a rosicchiarsi la guancia:-Scusa perchè sono un disastro! E' tipo la quinta volta che mi succide, ed ora per colpa mia è successo anche a te. 
Era arrossito. Così continuai:
-Be', per me è la sesta.Uhm. No aspetta. Settima. Sì, sono proprio un disastro, lo so! 
Percy rise.
-Davvero?
-Tu che dici? Io non sono come le altre! E non sono nemmeno come Nancy! Ehm...anche se a dire il vero quando mi arrabbio potrei sembrare...-mi vergognavo troppo per provare a pensare ad un solo aggettivo che potesse descrivere bene il mio stato d'animo ogni volta che venivo derisa. Arrabbiata, Aggressiva..
-...indemoniata?
-Vada per inde...aspetta. Inde-mo-nia-ta!
Percy rimase interdetto, come se non si aspettasse quella risposta. Per un attimo parve soprappensiero, poi fu come se avesse completato un puzzle, come se avesse finalmente capito una cosa che gli sfuggiva.
-Dimmi una cosa uhm..?
-Elena.
-Dimmi una cosa, Elena. Perchè mi hai ehm...aiutato?
Ecco. Domanda di riserva? Aiuto del pubblico? Questa era difficile. Come al solito entrai nel panico.
-E' perchè anche tu sei dislessica?
Ecco. Ecco di nuovo, per meglio dire. Mi sentii improvvisamente nuda, esposta, vulnerabile. La cosa non mi piaceva affatto! Okay, era pur sempre Percy, e cominciavo a chiedermi come mai non se ne fosse accorto prima ma sentirselo dire era tutt'altra cosa. Suonava male. Annuii a stento.
Percy rimase in silenzio per un po'.
-Se per caso ti va di compatirmi ti basti sapere che sono orfana, vengo maltrattata dalla mia pseudo-forse-nonsocosa-tutrice e umiliata da tutte le altre orfane.-come al solito mi accorsi dopo di quello che avevo detto. Arrossii fino alla punta dei piedi e mi morsi la lingua. Percy sicuramente si era fatto un idea sbagliata?/giusta?/strana? di me. Sicuramente gli ero sembrata una vera pazza. 
Pazza!
Ed invece disse:-Oh, forte. Io non ho mai conosciuto mio padre, e mia madre, che tra parentesi è tipo la persona migliore del mondo ha sposato un certo Gabe. Non hai idea di quanto puzzi...
E si era lanciato in una spassionata descrizione della sua vita quotidiana. Aveva riso e scherzato con me di Gabe, e poi mi aveva parlato di sua madre.
Lo invidiavo. Sally, (si chiamava così), doveva essere la madre migliore del mondo. 
Mi era venuta voglia di avere una mamma.
Mi era venuta voglia di mangiare dolci azzurri.
Mi era venuta persino venuta voglia di raccontare di me.
Così parlammo, parlammo a lungo, parlammo così tanto che alla fine non c'era cosa che Percy non sapesse di me.
Sapeva tutto. Eccetto una cosa.
-Percy...so che ora crederai che io sia pazza.
(Se non lo credi già!)
-Ora ho capito perchè hai un volto così familiare. Io ti ho già visto. Nei miei sogni.
 
P.s.
Era da molto che non scrivevo, sono un po' arruginita! Perdonate gli eventuali errori! 
  
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