Eravamo io, lui e la sabbia. Il rumore del mare accompagnava i nostri timidi pensieri. ''Sono le 23.23, esprimi un desiderio'' mi disse voltandosi verso di me. Cazzo i suoi occhi. Erano 13 anni che ci conoscevamo ed io non ero ancora riuscita ad abituarmici . Mi ricordavano mia mamma; la donna della mia vita. Se n'era andata, senza un motivo. Un tumore me l'aveva portata via quando avevo 5 anni. Mi dissero: ''E' volata in cielo, tra le stelle e le nuvole, ma lei rimarrà sempre qui con te'' e mi toccarono il cuore. Il cielo, ecco ciò che mi ricordava lei. Quegli occhi erano azzurro cielo. ''Lou sai che non credo a queste cose'' gli dissi sorridendo il più dolcemente che potevo; ma lui senza ascoltarmi, disse: ''Io l'ho espresso, vuoi sapere ciò che il mio arcano cervello nasconde?'' , fece la solita faccia da cretino di quando sparava una cazzata. ''Sentiamo'' dissi ridendo. Lui allora alzò lo sguardo verso il cielo ''...Non te lo dico''. Eccolo, era ritornato, il solito deficente di sempre. Allora mi alzai e gli tirai la sabbia ''Tomlinson, certo che la tu simpatia è seriamente rara.. no non scherzo, nessuno ha un senso dell'umorismo così pessimo''. Si mise a ridere e si alzò in piedi: ''Mai come il tuo Ronny'' e mi baciò sulla guancia. Quanto potevo amare quel ragazzo? Come amico, si intende. La prima volta che lo vidi fu all'asilo, lui era al terzo anno e io ero al primo, avevo fatto la ''primina'' quindi ero anticipataria; ovviamente non posso ricordarmi cosa avvenne, però ci fu qualcosa. Avevamo tre anni di differenza. Ora siamo migliori amici; si io lo amavo. ''Beh dai torniamo a casa va, c'è Harry che mi aspetta''mi disse. Harry. Cazzo. Al solo nome il mio cuore batteva all'impazzata. ''Non fare quella faccia da pesce lesso innamorato e muoviti su, che altrimenti mi lascia fuori di casa stasera''. Scusami Louis ma non ti stavo ascoltando, ogni volta che parlava di lui io rimanevo in trans. Harry Styles, ragazzo dalle mille qualità e non scherzo. Riusciva a farti ridere anche nei momenti peggiori. Per non parlare di quanto era bello. Però era uno stronzo, in questioni d'amore. Mi risvegliai e ridendo dissi: ''Ti starebbe bene sappilo'' e cominciai a correre verso la mini minor color nuvola; aveva dei gusti strani quel ragazzo. Arrivati a casa mia, aggiungerei sani e salvi perchè con Louis tu non ne sei mai sicura, lui mi lasciò dandomi un altro suo tenero bacio sulla guancia e dicendo: ''Non sentirti molto forever alone quando non ci sono'' sorrise. ''Stanne certo che non lo farò'' aggiunsi ridendo. ''Ciao Ronny a domani.. ti voglio bene'', mi sciolsi: ''Oh anche io Louis, buona notte'' ''Notte'' Chiusi la porta. Ero stremata. Mi sdraiai sul divano blu che mio padre decise di comprare qualche anno prima; il peggior acquisto mai visto nella storia dei divani. Avete presente quei divani che si trovano in case di riposo o robe del genere? Eccolo qui. Beh però era il mio amato divano lui. ''Ronny sei tu?'' gridò una voce dalla cucina. ''Si si papà, sono io'' dissi ormai sfinita. Sentii dei passi; eccolo qua, il mio uomo si stava dirigendo da me in ''sala''. Si sedette di fianco a me e mi diede una pacca sulla spalla: ''Tutto a posto piccola?'' ''Si va avanti grazie'', mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia ''Vado a letto che domani mi devo vedere con Dalia'' ''Va bene tesoro, allora buona notte'' mi disse sorridendo teneramente. ''Buona notte SuperDaddy'' e me ne andai. Ciò che rimane nella notte è il bello di tutto il giorno. Louis è ciò che rimane sempre, Harry è ciò che cerco di fare rimanere ogni singolo secondo.