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Autore: lynn12    22/07/2006    1 recensioni
Impossibile fuggire dall'amore, perchè è dentro di te...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IF-cap 19

CAPITOLO 19

Il giorno dopo la città di Tokyo era sferzata da un violento temporale. A Kaori non erano mai piaciuti molto i temporali, ma quel giorno trovava che si intonasse perfettamente con il suo stato d’animo. Quella notte aveva dormito pochissimo e quella mattina si era svegliata sentendosi ancora più stanca di quando era andata a letto. Non aveva nessuna voglia di uscire, men che meno per andare a quel servizio fotografico, ma ormai lo aveva promesso ad Eriko e non poteva più tirarsi indietro. Per non parlare del fatto che la sua amica sarebbe arrivata a minuti...

Poco dopo, infatti, il campanello suonò e Kaori andò ad aprire alla stilista.

-Uff, che tempaccio!- borbottò Eriko –Io odio la pioggia!-

-Ciao anche a te, Eri- le disse l’altra divertita

-Scusami, Kaori-chan. Ciao, come stai oggi?-

-Abbastanza bene. Anche se non sono riuscita a dormire molto-

-E vedrai che tra poco ti sentirai ancora meglio- le assicurò la stilista con uno strano sguardo

-Ah sì? E da dove ti viene tutta questa sicurezza? Sai prevedere il futuro, ora?- le chiese Kaori ironica

-No, ma più tardi capirai di cosa parlo. Piuttosto, cambiando argomento, hai intenzione di uscire così?-

-Sì, perché?-

Kaori si guardò. Indossava un paio di jeans e una felpa azzurra.

-Lasciamo perdere. Andiamo, altrimenti facciamo tardi-

Detto questo, Eriko la trascinò fuori dall’appartamento, lasciandole appena il tempo di afferrare il suo ombrello.

 

Un’ora e mezza dopo, Kaori si stava chiedendo quale fosse il modo migliore per uccidere la sua migliore amica. Questa volta l’aveva fatta davvero grossa. Per prima cosa, Kaori credeva che ci sarebbero state altre modelle oltre a lei...ma così non era. Inoltre, Eriko aveva deciso di farla posare con tutta la sua intera collezione: abiti casual, abiti da lavoro, da sera, da sposa, costumi da bagno...Quella tortura sembrava non avere fine! Fortunatamente, Yoshiki Arima era un fotografo molto professionale e, soprattutto, sapeva come mettere a proprio agio le persone. Mentre la immortalava, non smetteva un secondo di chiacchierare con lei, di scherzare, di farla ridere...E Kaori gli era grata per questo, immensamente grata, anzi. Almeno lui provava un po’ di pietà per lei, al contrario della sua presunta migliore amica che guardava il tutto con aria soddisfatta e compiaciuta.

-Ma quanti abiti devo indossare ancora?- le chiese Kaori durante una pausa

-Mmh...Ancora qualche abito da sera e poi abbiamo finito- le rispose Eriko distratta

Kaori notò che continuava a guardare verso la porta.

-Che c’è? Aspetti qualcuno per caso?-

-Eh? No, no, nessuno-

L’altra la trovò strana, ma non ebbe il tempo di indagare oltre, perchè il fotografo decise di riprendere.

Poco dopo, Kaori sentì la porta dello studio aprirsi e richiudersi, ma non potendo voltarsi, non poté sapere chi era entrato.

 

Appena si fu chiuso la porta alle spalle, Ryo si chiese se fosse stata davvero una buona idea venire lì. Quando, il giorno prima, Eriko lo aveva chiamato per invitarlo ad osservare il servizio fotografico per cui Kaori doveva posare, era stato indeciso se accettare o meno. E aveva continuato a chiederselo fino a mezz’ora prima, in realtà. In fondo, era trascorso solo un giorno dalla loro discussione e, anche se quelle 24 ore erano state le più lunghe della sua vita, si era ripromesso di lasciarle il tempo di sbollire la rabbia e di riflettere. Alla fine, però, la voglia di vederla aveva prevalso su tutto e, senza quasi rendersene conto, si era ritrovato lì. Tuttavia, una cosa era sicura: non si aspettava di trovarsi di fronte a quello spettacolo. Kaori era in piedi davanti ad uno sfondo nero con addosso un corto e aderente vestito fucsia. La divorò con gli occhi, mentre il suo corpo bruciava dalla voglia di lei. Fortunatamente, Eriko si accorse di lui e gli si avvicinò, evitandogli di saltare addosso a Kaori e di prenderla lì davanti a tutti.

-Finalmente ti sei deciso a venire, Saeba. Temevo che avessi cambiato idea-

-In effetti, sono stato indeciso fino all’ultimo- rispose lui senza riuscire a staccare gli occhi da Kaori

E se lei non avesse voluto vederlo? Se fosse ancora arrabbiata? Se avesse deciso di troncare la loro storia definitivamente? “Oh, smettila con tutti questi se!” si rimproverò mentalmente “Ryo Saeba, non sei mai stato un uomo insicuro, perciò non cominciare adesso!” Non avrebbe permesso che tra loro finisse così, per nessuna ragione al mondo. Lei era sua, maledizione. E lui aveva tutte le intenzioni di riaverla, anche a costo di doverla rinchiudere in una stanza e convincerla a forza di baci e di carezze. In effetti, non era poi così male come idea...

-Non preoccuparti, Saeba- la voce della stilista lo riportò alla realtà –Conosco Kaori e sono sicura che sarà felicissima di vederti- “Anche se credo che ucciderà me” aggiunse tra se Eriko

 

Kaori accolse la fine del servizio fotografico con un sospiro di sollievo. Quella era sicuramente l’ultima volta che accordava un favore del genere alla sua migliore amica. Mentre il fotografo e i suoi assistenti riaccendevano le luci e iniziavano a smontare l’attrezzatura, si diresse con passo svelto verso il camerino, non vedendo l’ora di cambiarsi e di tornarsene a casa. Ma non aveva fatto neanche due passi, che si bloccò di colpo. Davanti a lei c’era Ryo. Ma cosa ci faceva lì? Come sapeva dove trovarla? Quando vide l’espressione fiera e soddisfatta di Eriko, le sue domande ebbero presto risposta. Ora capiva il suo strano comportamento di quel giorno. Accidenti alla sua amica e alla sua mania di impicciarsi nei suoi affari! Anche se, in fondo in fondo, le era anche grata...

Ora che Kaori gli era ancora più vicino, Ryo la dettagliò con lo sguardo. Il vestito che indossava era ancora più attillato e più corto di come gli era sembrato e, pensando che quel fotografo l’aveva vista e immortalata così, fu invaso da una cieca e sorda gelosia. Buon per lui che non avesse allungato le mani sulla sua donna, altrimenti...

Kaori sentì il suo cuore accelerare i battiti sotto lo sguardo caldo e bramoso di Ryo. Dio, era passato solo un giorno dall’ultima volta che lo aveva visto, ma le era mancato da morire. Avrebbe voluto andargli incontro, farsi stringere dalle sue forti braccia, farsi sussurrare all’orecchio parole rassicuranti...Ma resistette, aspettando che fosse lui a fare la prima mossa.

-Kaori, sei stata bravissima!- esclamò Eriko per spezzare la tensione –Ti ringrazio infinitamente per aver accettato di posare per me. Hai visto chi è venuto a trovarci?-

-Già, e scommetto che tu non ne sapevi niente, vero Eri?- replicò Kaori ironica

-Assolutamente niente- mentì spudoratamente la stilista –Ora scusatemi, ma devo parlare con il fotografo. Ciao Kaori-chan, ci sentiamo. Saeba...-

-Arrivederci- la salutò Ryo senza staccare gli occhi da Kaori

Dopo che Eriko si fu allontanata, Ryo e Kaori rimasero a fissarsi per qualche secondo, senza sapere cosa dire. Alla fine, fu lui a rompere il silenzio:

-Ciao, Kaori. Come stai?-

-Bene- rispose lei cercando di assumere un tono neutro –Come mai sei qui?-

-Ho bisogno di parlarti-

Kaori lo guardò, incerta se accettare o meno.

-Per favore- insistette Ryo con un sorriso affascinante

Accidenti a lui e al suo sorriso! Lei non sapeva resistere a quel favoloso sorriso.

-Va bene, d’accordo- disse alla fine –Aspettami qui, vado a cambiarmi-

Dieci minuti dopo, Kaori tornò da Ryo vestita con i jeans e la felpa e insieme uscirono dallo studio fotografico. All’esterno, lei si fermò in mezzo al marciapiede.

-Allora, cosa proponi di fare?- gli chiese

-Ti va di andare a bere un caffé? Così potremo parlare con più calma- le propose lui

-D’accordo. Qui vicino c’è un bar molto carino e soprattutto molto tranquillo-

Si incamminarono così in direzione del locale, nessuno dei due sapeva cosa dire o fare per spezzare la tensione.

-Non ho visto la tua Aston Martin fuori dallo studio fotografico...- tentò di fare conversazione Kaori

-Sono venuto in moto- le rispose Ryo

-Hai anche una moto? Questa sì che è una novità!-  

-L’ho comprata un po’ di anni fa, quando ero ancora qui in Giappone. Era da molto che non la usavo-

Ryo teneva lo sguardo fisso davanti a se. Aveva paura che se l’avesse guardata non avrebbe resistito alla tentazione di baciarla. E, anche se moriva dalla voglia di farlo, non era proprio il momento adatto, non finché non avessero chiarito la situazione tra loro.

In quel momento un’auto parcheggiò proprio accanto a loro. Ne scese un uomo e Ryo gli lanciò un’occhiata distratta. Aggrottò la fronte, quel tizio gli sembrava familiare, ma non riusciva a ricordarsi dove l’aveva visto. L’uomo si allontanò in fretta e Ryo notò che non aveva chiuso la macchina...A dire il vero non aveva nemmeno spento il motore! C’era qualcosa di strano, il suo sesto senso lo stava mettendo in allerta. Poi, all’improvviso, si ricordò dove aveva già visto quel tipo. Apparteneva alla Union Teope. Si guardò in giro e constatò che, fortunatamente, attorno a loro non c’era nessuno e che in quel momento non passavano macchine.

-Kaori, dobbiamo allontanarci in fretta da qui-

-Cosa? Perchè?- fece stupita lei

-Non fare domande e corri!- le intimò Ryo afferrandole la mano e trascinandola con se

Si erano allontanati solo di qualche decina di metri, quando all’improvviso si udì un’esplosione. Ryo fece sdraiare a terra Kaori e le fece scudo con il proprio corpo, mentre sentiva volare pezzi di auto da tutte le parti. Qualche secondo dopo, tornò il silenzio.

-Stai bene?- le chiese Ryo preoccupato

-Sì...credo di sì- mormorò lei –Cos’era? Un’esplosione?-

-Già...un altro regalino dell’organizzazione-

Kaori notò che Ryo parlava con affanno e che il suo viso era imperlato di sudore. Poi, vide che si teneva la mano premuta sul fianco destro...Mano che era sporca di sangue.

-Ma tu sei ferito!- esclamò spaventata

-Non è niente...Un pezzo di lamiera- replicò lui cercando di tranquillizzarla

-Non è niente un corno! Ti porto in ospedale!-

-No, niente ospedale...-

-Ryo...-

-Andiamo da una persona che conosco- la interruppe lui –È un medico che ha una specie di clinica privata. È un amico di mio zio e mi ha aiutato più di una volta-

-Va bene- capitolò Kaori –La mia macchina è qui vicino, ce la fai a camminare?-

-Sì, non preoccuparti-

 

Il medico da cui voleva essere portato Ryo altri non era che lo stesso per cui lavorava Kazue. Nessuno conosceva il suo vero nome, tutti lo chiamavano Professore o Doc, gestiva una clinica che pochi conoscevano, più che altro i pazienti erano gente del quartiere o amici del Professore. Questi non sembrò più di tanto sorpreso nel trovarsi di fronte Ryo e lo portò subito nel suo ambulatorio per occuparsi di lui, seguito da Kazue, lasciando Kaori fuori ad aspettare.

Mezz’ora dopo, camminava avanti e indietro nel corridoio in preda ad un’ansia sempre maggiore. Perchè ci mettevano così tanto? Era così grave? No, non poteva essere grave, lui non poteva lasciarla proprio ora...Non quando lei non gli aveva ancora detto che lo amava da morire.

Finalmente, la porta si aprì e Kazue e il Professore uscirono.

-Allora, come sta?- chiese Kaori con ansia

-Non preoccuparti, bambina, quel ragazzo è forte come una roccia- le disse il medico con un sorriso –La ferita era abbastanza profonda, perciò ho dovuto ricucirlo un po’, ma non è nulla di grave-

-Grazie al cielo- sospirò lei –Posso vederlo?-

-Certo, è di là che si sta rivestendo- le disse il Professore allontanandosi

Kaori si avvicinò alla porta, ma poi si bloccò, la mano sulla maniglia.

-Kaori? Che cosa c’è?- le chiese Kazue

-Ecco...E se ce l’avesse con me per come l’ho trattato ieri sera? Se non volesse più vedermi?- disse in preda ad un’improvvisa ansia

-Kaori, non dire sciocchezze! Ryo è innamorato pazzo di te! È lui quello che ha paura che tu non lo perdoni, perciò ora entra in quella stanza e fai pace con lui!-

-Sì, hai ragione. Allora, vado-

Kaori fece un respiro profondo ed entrò. Ryo era seduto su un lettino e si stava infilando la camicia. Vide la fasciatura che gli circondava la vita e provò una fitta al cuore.

-Ehi, ciao- la salutò lui vedendola

Lei non rispose, un groppo le stringeva la gola. Cercando di frenare le lacrime che minacciavano di scendere dai suoi occhi, si avvicinò a Ryo e gli circondò il collo con le braccia, stringendosi a lui con disperazione.

-Che succede, piccola?- le chiese lui sorpreso ricambiando l’abbraccio

-Non farmi mai più una cosa del genere- gli mormorò Kaori contro il collo –Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia. Se ti fosse successo qualcosa io...non avrei saputo come andare avanti. Non posso vivere senza di te, Ryo, ti amo troppo-

Lui la scostò leggermente da se per poterla guardare negli occhi.

-Ehi, io sto bene, non preoccuparti- le disse con dolcezza –Va tutto bene, io sono qui con te e conto di restarci per molto, molto tempo- poi, come colpito da una rivelazione, le chiese:-Aspetta un attimo... Ripeti un po’ quello che hai detto?-

-Cosa? Che ho avuto una paura folle?-

-No, quello che hai detto dopo-

Kaori fece finta di pensarci, anche se aveva perfettamente capito quello a cui si riferiva.

-Che non posso vivere senza di te?-

-Dopo- borbottò Ryo

-Oh, intendi dire...che ti amo?-

-Dillo ancora-

-Ti amo- ripeté lei con un sorriso –Ti amo da morire, Ryo Saeba-

Pronunciando il suo nome con un gemito roco, lui si impossessò della sua bocca.

 

 

  
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