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Autore: manymany    30/11/2011    1 recensioni
Maya ha un sogno nella vita. Uno solo da cui ne dipendono altri mille.
Scrivere.
Diventare una giornalista della carta stampata E perchè no? Una scrittrice a tutti gli effetti.
Per ottenere ciò che vuole, Maya, ha sempre sudato faticandosi ogni piccolo traguardo, ogni minuscola vittoria.
L'ennesimo? Affrontare tre lunghissimi mesi di tirocinio in una televisione, medium che lei detesta.
Tra liti, difficoltà, pettegolezzi, urla e tanto altro ancora dovrà riuscire a sopravvivere.
Suoi compagni di viaggio saranno la migliore amica e coinquilina Licia , imprevedibile e lunatica.
Tommaso un collega con un bambino a carico e una storia difficile alle spalle.
Nick giornalista di successo, tanto bello quanto arrogante, che però rivelerà un lato davvero sorprendente.
E poi ancora Luca, Marco, Mauro, Giorgia...
Ce la farà Maya a superare anche questa prova?
Varrà anche per lei il detto che Non tutti i mali vengono per nuocere?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO XXI: Senza guardarsi indietro

Si sa che le “disgrazie” non arrivano mai da sole.
Maya se ne stava rannicchiata sul solito divano a piangere da un pomeriggio.
Aveva preso la sua decisione.
Era la cosa più giusta per tutti.
Ma in ogni caso faceva male.
Moltissimo.
Quando poi in casa rientrò anche Licia piangendo si toccò il fondo.
- Ho lasciato Nick!- annunciò la sua amica sulla soglia, asciugandosi le guance con il maglione.
- Ho lasciato Tommaso!- replicò lei.

Qualche ora dopo se ne stavano ancora rannicchiate su quel divano ormai zuppo di lacrime.
- La mia storia con Nick era destinata a finire. Lo sapevo dal primo giorno ma tu e Tommaso avevate delle possibilità.
- Si, forse. Ma non me la sento di rischiare, è troppo per me. Meglio chiudere adesso. Prima di complicare tutto.
Licia non sembrava affatto convinta ma non aveva replicato leggendo la tristezza nei suoi occhi.
Prima o poi sarebbe passata ad entrambe.

In redazione i giorni si susseguivano lenti.
Tommaso non era rientrato il giorno dopo e tramite Giorgia aveva saputo che si era preso delle ferie arretrate.
Non voleva vederla.
Oppure aveva deciso di seguire il suo “consiglio” e di passare  del tempo con Katia per vedere si sistemare le cose.
Non sapeva quale delle due opzioni la faceva stare peggio, il pensiero che lei lo disgustasse o quello che fosse in compagnia della sua ex.
Ma doveva stringere i denti e andare avanti.
Era una sua decisione ed era giusto così.
Senza il sorriso di Tommaso, la sua gentilezza, la sua allegria, le sue occhiate di complicità tutto sembrava essersi spento.
Continuava a lavorare come sempre, scriveva notizie su notizie, quanto meno sembravano prenderla un po’ più in considerazione e Nick le aveva affidato altre due servizi. Era appena rientrata dalla sala di registrazione dopo aver registrato il pezzo. Stranamente era soddisfatta di sé stessa. La sua voce le era sembrata meno fanciullesca e meno cantilenante del solito, anche Mauro il tecnico del montaggio lo aveva notato e stava ritornando in redazione con un sorriso sulle labbra.
E poi aveva sentito la voce di Tommaso e lo stomaco le aveva fatto un paio di capriole. Non lo vedeva da due settimane.
Ed eccolo lì di nuovo al suo posto.
Sembrava tranquillo e rilassato.
Parlava con Giorgia.
Si avvicinò al suo posto. Cercando di attirare il meno possibile la loro attenzione.
Gli era mancato.
Davvero.
In quei quattordici giorni non aveva fatto altro che pensarci.
Più volte era stata sul punto di chiamarlo e rimangiarsi tutto ma aveva resistito.
Vedendolo quella forza di volontà si fece da parte.
Avrebbe voluto mollare tutto il suo buon senso e lasciarsi andare.
Ma c’era anche Chris in mezzo e non poteva permettersi di rischiare sulla sua pelle.
- Ovviamente anche tu sei invitata Maya!- la voce di Giorgia la fece trasalire e inciampò con la sedia rischiando di spiaccicarsi nel muro.
- Ehm, dove?- chiese cercando di non mostrare tutto l’imbarazzo che sentiva.
- Sto organizzando una cena con tutti i colleghi questa sera. Ovviamente non accetto un no, stai per finire e mi sembra un’occasione buona per stare un po’ di tempo insieme.- sorrise lei, risoluta come sempre.
- Beh io avrei un impegno..- provò lei.
- Spostalo. A stasera al ristorante qui di fronte.
Giorgia tornò a parlare con Tommaso e lei si sedette al suo posto. Combattuta.
Non voleva andarci, ma cosa poteva fare?
Se non si fosse presentata Giorgia non glielo avrebbe perdonato e lei era l’unica a trattarla con simpatia dopo che anche con Tommaso i rapporti si erano fatti nulli.
Lui non l’aveva salutata, non l’aveva nemmeno guardata.
Cosa si era aspettata?
Dal suo punto di vista lei non si era comportata bene.
Non si era mai illusa che lui potesse capire.
Sicuramente si era sentito deluso e tradito.
Ma era giusto così.

Per tutto il pomeriggio evitò di girarsi alle sua sinistra e di guardare Tommaso. Lo sentiva picchiare sui tasti .
Lo aveva sentito anche parlare a telefono con quel tono così  basso che lei non riusciva a spiegarsi come l’interlocutore riuscisse a sentire.
Anche lei a dire la verità si era sforzata di captare qualche brano della conversazione ma non ci era riuscita.
Con chi parlava? Si chiese con un crampo allo stomaco.
Poi però si sforzò di non pensarci.

- Io credo che dovrei darmi malata!- disse lei a Licia dopo averle raccontato dell’invito di Giorgia.
- Io invece che dovresti andare. Non puoi sempre scappare!- replicò la sua amica.
- Cosa intendi con sempre?
- Che sei scappata da Tommaso ma non puoi scappare dalla realtà. Vai a quella cena e affronta le cose.
Maya si voltò verso la coinquilina che però rifuggì il suo sguardo.
- Io esco, tu cambiati e raggiungi gli altri.
- Con chi esci?
Ma lei non rispose, chiudendosi la porta alle spalle.
Ancora misteri? Ancora un mister X?
Si strinse nelle spalle e rassegnata a passare una serata d’inferno si andò a cambiare.

Se lei avesse saputo che sarebbe andata in quel modo non sarebbe uscita per nessun motivo al mondo.
Nemmeno sotto tortura.
Era arrivata da una decina di minuti e si sentiva già un pece fuor d’acqua tra gente che non la calcolava e che parlava di persone e argomenti che lei non conosceva.
Poi aveva visto arrivare Tommaso.
Aveva Chris tra le braccia. Ma non fu quello a sconvolgerla.
Accanto a lui c’era una ragazza bellissima con voluminosi capelli ricci e gli occhi più azzurri che lei avesse mai visto.
Era di una bellezza disarmante anche per lei che era una donna.
Tutti gli uomini in sala si voltarono a guardarla stupiti.
Non la conoscevano e non sapevano chi fosse.
Nemmeno lei la conosceva ma su chi fosse non aveva dubbi.
Katia.

Se lei fosse stata antipatica o una di quei tipi che se la tiravano e si sentivano un gradino sopra gli altri solo perché era bella lei sarebbe riuscita ad odiarla.
Ma Katia era quel tipo di ragazza con cui ei avrebbe fatto subito amicizia in condizioni normali.
Era simpatica e allegra e quando rideva le si formavano delle irresistibili fossette sulle guance.
Tommaso l’aveva presentata come la madre di suo figlio, non specificando meglio il rapporto che li univa.
Ma alla cena c’erano solo mogli e mariti dei colleghi e questa lasciava presagire che il loro rapporto fosse più stretto di quanto lui facesse intendere. Gli unici ad essere senza accompagnatori oltre lei erano Nick e Giorgia che però non facevano che punzecchiarsi e guardarsi di sottecchi confermando l’impressione che lei aveva avuto tempo fa vedendoli insieme: erano fatti l’uno per l’altra.
Sebbene Katia non conoscesse nessuno si era inserita perfettamente nella conversazione, più di lei che ormai frequentava quella gente da quasi due mesi.
Per tutta la cena non le rimase che restare a testa bassa cercando di evitare di guardare l’allegra famigliola.
In fondo di cosa si stupiva?
Era stata lei a consigliarlo no?
Doveva sopportarne le conseguenze.
Eppure non vedeva l’ora di tornare a casa e poter finalmente smettere di fingere che tutto andava bene.
La gelosia era qualcosa che divorava la mente e lo stomaco. Se sentiva come se qualcuno stesse giocando al tiro alla fune con il suo intestino e non era una sensazione piacevole.
Non avevano atteggiamenti sdolcinati, non si baciavano, non si toccavano, ma nel loro modo di guardarsi Maya leggeva una complicità e un’intimità che non lasciava scampo.
Stavano riprovandoci davvero.
Strinse i pugni sotto al tavolo e si impose di mantenere la calma.
Tra poco più di un mese avrebbe finito il tirocinio, non lo avrebbe visto più e l’avrebbe dimenticato.
Ma un mese era lungo.
Un mese gli era bastato per perdere la testa per lui e non sarebbe bastato per farglielo dimenticare.

La serata si concluse e Maya si avvicinò alla fermata del bus, era ormai quasi mezzanotte e in giro non c’era quasi nessuno.
Si strinse nel cappotto scacciando via la paura.
Non sarebbe successo niente.
Se le cose fossero andate diversamente magari Tommaso l’avrebbe accompagnata a casa.
Se le cose fossero andate diversamente..
Ma non potevano andare diversamente.
Il bus tardava ad arrivare e Maya iniziava a perdere la pazienza.
Poi una macchina si fermò a pochi metri da lei.
La riconobbe e sussultò.
Tommaso scese.
- Ti do un passaggio.
Maya rimase immobile al suo posto. Non aveva intenzione di salire in macchina con lui e la sua famiglia.
- Grazie aspetto l’autobus.
- Maya sali, è tardi e non c’è nessuno, non farti pregare!- disse lui spazientito, avvicinandosi.
- Non c’è bisogno. Torna a casa Chris sarà stanco.
- Chris è già a casa. Li ho accompagnati e sono tornato a prenderti.
Aveva accompagnato Katia e il bambino a casa ed era tornato a prenderla.
Perché?
- Non ti ho chiesto niente! Tornatene a casa, non mi serve la tua carità.- disse acida.
Cosa aveva detto alla sua favolosa compagna? Che andava a buttare la spazzatura?
Si infilò le mani nelle tasche del giubbino e si conficcò le unghia nel palmo.
- Maya non ti sto facendo la carità, non voglio che  aspetti qui a quest’ora e voglio darti un passaggio.
- E io non voglio accettarlo. Grazie, tornatene pure a casa!- si girò dall’altro lato e si allontanò di qualche passo.
Un rumore dietro un cassonetto la fece trasalire e ritornare velocemente sui suoi passi per poi maledirsi quando si accorse che era solo un gatto.
- Vuoi salire adesso?- le chiese lui trattenendo un sorriso e aprendo lo sportello.
Maya gli passò accanto e si  sedette sul sedile del passeggero.
- Ci voleva tanto?- disse lui ironico avviando il motore, ma lei si girò dall’altro lato evitando di rispondergli.
Aveva accettato il passaggio ma era arrabbiata lo stesso.
Con lui, con sé stessa.
- Sono contenta che tu abbia accettato il mio consiglio!- esplose alla fine non riuscendo più a trattenersi.
- Quale consiglio?- Tommaso si girò verso di lei, la luce rossa del semaforo gli illuminava il viso.
Il cuore gli sussultò nel petto e si costrinse a girarsi dall’altra parte.
- Di rimetterti con lei. - mormorò.
Scattò il verde e lui ricominciò a guidare in silenzio per alcuni minuti.
- Non hai il diritto di essere gelosa Maya, non più.- disse alla fine.
- E tu non hai il diritto di tormentarmi e di darmi passaggi. Lasciami in pace.
- Oggi l’ho fatto!
- Si! Allora perché sei venuto a prendermi?
- Perché sono un essere umano, tu sei una ragazza, sei sola di notte per strada. Lo avrei fatto per chiunque.
Le sue parole dure le fecero mancare il fiato.
Lo avrebbe fatto per chiunque.
Erano passate due settimane e tutto era ormai rinchiuso nel passato per lui.
Finito.
Aveva il suo bambino, la sua stupenda compagna.
La parentesi della stagista si era definitivamente chiusa.
Lo avrebbe fatto per chiunque.
- Grazie.- disse lei quando l’auto si fermò.
Aprì lo sportello e scese, senza guardarsi indietro.


Ed ecco un altro capitolo. Spero che non vi siate stufati della storia o che questa mia decisione di velocizzare la fine non mi abbia portato a scrivere un mucchio di fesserie. Era esattamente questo che avevo in mente quindi non affretterò le cose pur di finire presto, tranquilli. A presto. Manu
KATIA.

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