Disclaimer: questa fanfction non è stata scritta a scopo di lucro; i personaggi sono di proprietà di J.K.Rowling.

Buona mattina, buondì/buongiorno, buon pomeriggio, buona sera, buona notte, buona colazione, buon pranzo, buona merenda, buona cena a tutti e tutte :D

Questo scoppio di felicità iniziale mi proviene dalla gioia di pubblicare nuovamente qui su EFP una fanfiction dopo mesi di "astinenza", nonostante abbia scritto non poco durante questo periodo di assenza. Ho in progetto ben due long su cui mi sto impegnando da quasi un anno, ma le cose vanno mooooolto a rilento per i frequenti "blocchi dello scrittore", ed è per questo che premierei col premio Nobel colui o colei che ha inventato questi benedettissimi Contest che mi salvano dall'apatia e mi stimolano a scrivere sempre qualcosa di nuovo, mettendomi anche in difficoltà.

Devo ammettere che scrivere una ff su Horace è stata un'impresa, una fatica di Ercole, perchè benchè rispetti questo personaggio, non sono mai riuscito a capirlo e non ho mai provato pertanto a cimentarmi con lui fino ad ora. E' stato difficile riuscire a sondare la sua personalità e a cercare di capire cosa lo spingeva ad agire, ma penso di esserci riuscito.  Ora smetto di dilungarmi, questa intro(duzione) sta diventando più lunga della fic, quindi ecco a voi un'intro(spezione) su Horace e....BUONA LETTURA!

NB: Questa fanfiction ha partecipato al contest a turni "Coppa delle Case" di Aras e si è classificata 1a nel primo turno a parimerito con Wynne Sabia, Erica Weasley, Shadow Soul, Vavvina e Circe.

_Asmodeus_

SLUGHORN'S COURAGE

Un fascio di luce verde terrificante sfiorò in un lampo la sua testa e passò oltre, colpendo un oggetto dietro di lui che esplose fragorosamente, ma era troppo impegnato a sopravvivere per preoccuparsi degli arredi del castello.
Stava tentando di tenere sotto controllo il mago oscuro più pericoloso della storia senza rimetterci le penne, e ciò era talmente strano e potenzialmente letale da averlo privato della propria coscienza per seguire una volontà in qualche modo vendicatrice e risolutrice.
Un attimo di distrazione o di presa di coscienza e sarebbe morto oppure fuggito a gambe levate, abbandonando al loro destino Minerva e Kingsley, come i tanti altri che s’era rifiutato di proteggere in passato per paura di rimetterci troppo.
Dalla sua bacchetta esplosero saette scoppiettanti e luminose che intrecciarono la figura del Signore Oscuro (temeva il suo nome anche nel mondo segreto della propria mente, per questo non osava nemmeno pensare a lui in altra maniera) in un vortice di fiamme, spento in pochi istanti con un semplice pensiero da parte del suo avversario, mentre i suoi due compagni lo sommergevano di fatture mortali, senza tuttavia riuscire a scalfirlo minimamente.
Era un combattimento totalmente impari, non avevano speranze di sconfiggere il più potente mago in circolazione dopo la morte di Silente, nemmeno agendo in tre contro uno, ma ciò non impediva loro di dare battaglia e resistere fino all’ultimo respiro.
E la caduta di Bellatrix per mano della signora Weasley, il grido agghiacciante di Voldemort - ormai che importanza aveva, alla fine? Sarebbe comunque morto di lì a poco, la paura non si portava nell’aldilà - gli riempì il cuore, riaccendendo un fuoco sopito in lui da decenni, che divampò dalla semplice fiammella che lo aveva guidato, quella notte, fino a quel momento.

Ciò che gli dava la carica di reagire era il ricordo di Lily Potter.
Non era stata solo la sua studentessa più amata, stimata, apprezzata, ma anche una donna valorosissima e coraggiosissima da cui aveva solo da imparare.
Per amore era morta, salvando suo figlio, e la sua scomparsa aveva vuotato il suo cuore, sapendo che parte della potenza di Voldemort, il segreto degli Horcrux, proveniva direttamente da lui.
Si sentiva responsabile per quella morte, e anche per quella di tutte le altre vittime del Signore Oscuro, per la morte di Silente stesso, l’unico che l’aveva sempre difeso da Voldemort, e la vista del corpo esanime di Harry era stato il colpo finale alla sua vigliaccheria.
Non poteva più nascondersi, non doveva morire altra gente per causa sua senza che lui combattesse per tentare di rimediare ad un errore del passato.
Lo doveva a tutti loro. A Lily, a Silente, a Harry.
Per loro doveva combattere, e vincere Voldemort.
Il massimo che poteva capitargli, ormai, era appunto morire, ma non sarebbe morto da vigliacco.
Forse il Cappello Parlante, decenni prima, non aveva notato che anche nelle vene di un Serpeverde può nascondersi coraggio da vendere.
Bisogna solo aspettare.

Era trascorsa appena una frazione di secondo dall’urlo sovraumano di Voldemort, che lo aveva infiammato, quando si trovò catapultato per aria da un incantesimo di estrema potenza, che gettò lui, Minerva e Kingsley a diversi metri di distanza dal combattimento, senza però infliggergli altro che una forte botta.
Si guardò intorno, cercando di localizzare il nemico che ora si trovava in vantaggio su di lui, ma vide solamente la sagoma oscura di Voldemort scagliare un potentissimo Anatema Che Uccide contro Molly Wesley e si stupì notando che l’incantesimo era stato deviato da un Sortilegio Scudo altrettanto potente comparso dal nulla.

E poi, come in un’apparizione da sogno, notò che in quell’istante nella Sala Grande era presente anche Harry Potter, vivo e vegeto, la bacchetta salda nelle sue mani e puntata contro Voldemort.

C’era ancora una speranza, dopo tutto.

_Asmodeus' Space_

Non mi dilungo qua sotto visto che ho detto anche troppo sopra.

Mi limito a ringraviarvi per aver letto questa fanfic, che, tra parentesi, dedico alla mia casa, Serpeverde! :) Facciamoci valere Serpi >:D