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Autore: BluechanXD    30/11/2011    7 recensioni
N e White terminano la loro battaglia finale in parità. Per rendere le cose eque, fanno un patto. N rinuncerà alle sue ambizioni ad una condizione: White deve diventare la sua principessa.
Storia tradotta da Lacie con il consenso dell'autrice.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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autrice: BluechanXD
traduttrice: Lacie
capitolo originale: qui



(Parte Due: Moeror Suscipio)



Capitolo 13: Hello, Little Girl
- Ciao, Ragazzina -



Ero in piedi sotto un lampione sul ponte accanto al fiume. Sciroccopoli di notte era vivace quanto di giorno con i suoi night club, i ristoranti di lusso, e le coppiette notturne nel parco. Era incredibile che si riuscisse ancora a vedere le stelle con tutto l'inquinamento luminoso della città.
Nervosa, mi dondolai avanti e indietro sui talloni. I tacchi alti schioccavano ogni volta che ricadevano sul marciapiede. Dov'era?
Abbassai lo sguardo sul mio anulare spoglio. La mia mano andò al petto; avevo infilato l'anello nella collana di Mildred così che lui non l'avrebbe visto sotto i vestiti. Era piuttosto suscettibile sull'argomento.
"Ehi," sussurrò una voce alle mie spalle.
Velocemente, feci una giravolta su me stessa. Il tizio che mi aveva chiamato era vestito con uno smoking e delle scarpe fresche di lucido. Aveva un'espressione sconcertata. Chi era questo tipo?
"Posso aiutarti?"
"Non mi riconosci? Nemmeno la mia voce? Accidenti White, come amica fai schifo." Mi lanciò uno sguardo furioso.
Aspetta. La sua voce sembrava familiare...
Lui sospirò. "Non sai riconoscere il vecchio 'Quattrocchi' nemmeno se lo vedi, eh?"
Quello era KOMOR?
"Komor?" Doveva essere uno scherzo. Il mio migliore amico nerd NON aveva questo aspetto.
"E' per colpa degli occhiali e dei capelli, vero?" Si pettinò all'indietro i suoi lisci, lucidi capelli nel punto in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge. "E' l'unico giorno in cui ho deciso di mettere le lenti a contatto e di allisciarmi i capelli all'indietro. Ti piace?"
Avevo visto Komor senza occhiali solo una volta, ed era quando eravamo bambini. Black aveva deciso di vendicarsi per il suo essere 'più intelligente' di lui rubandogli gli occhiali e lanciandoli oltre il cancello di Belle. Ma anche allora, non mi era mai realmente interessato prestare attenzione ai suoi lineamenti.
"Accidenti, sì. Dovresti farlo più spesso. Hai un'aria raffinata." Gli diedi una gomitata, ammiccando. "Come un vero gentiluomo."
"Sai, se non fossi qui per festeggiare il tuo compleanno, ti butterei nel fiume." Mimò il gesto di una spinta con le mani. "Sinceramente non mi piace. Mamma mi ha praticamente costretto."
"Aw~ prendi ancora ordini da mammina?" Tubai, pizzicandogli una guancia.
Lui scacciò la mia mano e si sfregò la guancia. "Fottiti. Andiamo subito al musical. Il programma della serata è fitto d'impegni."
"Andiamo a vedere di nuovo 'Into the Woods', giusto?" Mi era veramente piaciuto l'ultima volta che ci eravamo stati. Magari non quanto 'Wicked', ma era molto carino.
"Sì, e faremo tardi se non ti muovi," mi chiamò, già un bel po' avanti a me. Come ci era arrivato così in fretta?
"Aspetta, Komor!"



Andammo via subito dopo l'ultima nota della canzone finale dal momento che Komor non voleva fare tardi alla mia cena di compleanno. Eravamo ancora nel bel mezzo di quel suo programma fitto, e apparentemente, aveva fatto in modo che il cibo ci stesse aspettando già pronto al nostro tavolo riservato.
"Ha già una prenotazione, signore?" domandò l'uomo dietro al bancone con una sorta di accento artificioso che pareva dire "sono troppo elegante per voi gente comune". Bè ovviamente lui non sapeva che io ero ufficialmente un reale dal giorno in cui mi ero trasferita da N.
Komor diede un colpetto di tosse coprendosi la bocca con il pugno chiuso prima di parlare. "Sì, a nome Cheren."
L'uomo parve rianimarsi al cognome di Komor e agitò un braccio in modo esagerato in segno di saluto. "Le mie scuse, signor Cheren. Da questa parte."
Ci condusse in un angolo separato del ristorante in cui la nostra cena fumante era rimasta pazientemente ad aspettarci.
"Wow, Komor. Davvero non dovevi fare tutto questo per me," dissi, sedendomi sula sedia in legno di quercia, facendo attenzione a non sgualcire il mio lindo abito da cocktail rosso mela caramellata.
"E' il tuo regalo di compleanno in ritardo, dopotutto. Sto solo facendo ciò che farebbe qualsiasi buon amico." Bevve un sorso dal suo bicchiere. "Adesso mettiti comoda. Come antipasti, abbiamo insalata fresca della casa. Il primo è composto da asparagi saltati e tritati con un pizzico di petali di carciofo sopra della glassa di pinoli. E come dolce, torta "dulce de leche" spruzzata di linfa rossa di banana. E per finire, un bicchiere pieno fino all'orlo di saffron tea."
Io sbuffai. "Parli proprio come Spighetto e i suoi fratelli di Levantopoli."
Lui sospirò, tirando fuori un contenitore pieno di liquido rosso.
"Ti sto semplicemente dando un'idea di ciò che mangerai. Adesso serviti. Non posso lasciare che sprechi i soldi che ho faticosamente guadagnato con le lotte." Aprì il tappo del contenitore con uno schiocco e ingoiò tutto il contenuto.
"Che cos'è quella roba?" domandai.
Komor si asciugò le labbra con un tovagliolo. "Medicina per l'allergia."
Inarcai un sopracciglio. Komor non aveva allergie. O sì? "C'è qualcosa a cui sei allergico?"
"Sì, al profumo. Lo indossano tantissime donne qui e la mia gola sta inziando a pizzicare." Si rimise in tasca il contenitore.
La mamma di Komor aveva sempre addosso del profumo tutte le volte che l'avevo vista, e lui non ne era mai sembrato disturbato.
Le mie sopracciglia si sollevarono ancora. "Non ti fa male berla tutta? Ti sentirai peggio."
Lui scosse la testa. "E' mischiata con del succo. Da sola ha un sapore cattivo."
Rabbrividì un poco, cosa che faceva soprattutto quando mangiava qualcosa di amaro.
Non so. Ma Komor non mi avrebbe mai mentito. Decisi di passarci sopra.
Sollevando la forchetta, la affondai dritta tra gli asparagi e ne presi un boccone enorme.
"Wow! E' buonissimo!" Risi, con il cibo ancora infilato in bocca.
Komor sollevò il suo bicchiere, sorridendo. "Bon appetit."



"Allora, cosa ne pensi del musical questa volta?"
Feci una pausa prima di dare un morso alla mia fetta di dulce de leche.
"E me lo chiedi solo adesso? Ottimo cambio d'argomento, Komor."
Lui scrollò le spalle. "Ho pensato che fosse l'unica cosa di cui potevamo parlare in questo momento. Sei orribilmente silenziosa."
Komor rabbrividì ancora. Era stato scosso dai brividi per tutto il pasto. Forse era l'effetto della medicina. Lo ignorai.
Ingoiai la torta e sollevai il bicchiere. "Era molto meglio dell'ultima volta. Non posso credere che abbiano fatto davvero interpretare ad un Mightyena la parte del lupo!"
Komor si rannicchiò sulla sedia. "Non so. Non mi è piaciuta quella parte del musical."
"Perchè no?" Sospirai dopo aver tracannato gran parte del mio saffron tea.
Lanciò uno sguardo torvo agli avanzi nel suo piatto. "Il lupo... mi ricorda qualcuno..."
"Chi?"
Komor rimase in silenzio, ma un basso mormorio gli sfuggì dalle labbra. "Povera piccola Cappuccetto Rosso..."
Mh? Questo era strano.
Una strana sensazione si propagò attraverso il mio corpo. La mia vista si stava leggermente annebbiando e il mio addome pizzicava. Non ero in quei giorni, no? No. La mia vista non si era mai annebbiata in questo modo. Forse mi stavo ammalando?
"White, sei un po' rossa. Ti senti bene?" La voce di Komor era stranamente attutita. Non sembrava particolarmente preoccupato. Forse mi stavo semplicemente immaginando tutto. "Vuoi andare via?"
"Mi gira solo un po'... la testa..." Posai il capo sul palmo della mano. C'era qualcosa che non andava.
Sentii Komor che mi tirava su dalla sedia e mi passava un braccio attorno alla vita. Mi prese un braccio e se lo portò sopra la spalla. "Andiamo. Ti porto al Centro Pokèmon."
"Ma il conto..." Dalla mia bocca non venne fuori quasi nulla. Il cuore batteva furiosamente e il mio respiro si stava facendo incerto.
L'ho pagato quando ho prenotato il tavolo. Bisogna che ti riposi."



"Oh mio Dio! Ha un aspetto orribile!" Riconobbi la voce come quella dell'Infermiera Joy. "Ti prego, portala subito in una stanza."
Un suono sferragliante di chiavi mi colpì le orecchie.
"Sissignora." Komor dovette quasi trascinarmi fino alla fine del corridoio delle camere da letto. Armeggiò per un momento con la chiave, fallendo miseramente nel tentativo di aprire la porta.
"Sei proprio un imbranato, Komor," gemetti. Non potevo esser stata male. Mi sentivo completamente bene adesso, eccetto per il mio cuore che batteva velocemente e per quella strana sensazione di formicolio.
Lui sorrise, senza distogliere gli occhi dalla serratura. "Tsk. Bè, forse se non ti avessi dovuto praticamente trasportare, non avrei così tanti problemi."
A malapena notai che mi stava tenendo in modo discretamente sgraziato. Pigramente, avvolsi entrambe le braccia attorno al suo collo come sostegno. "Ecco. Puoi mollarmi adesso."
Ci fu un lieve scatto della chiave nella porta. Finalmente, un letto dove dormire e aspettare che questa cosa strana che avevo passasse.
Ma Komor non aprì la porta. Invece, lasciò cadere la chiave nella tasca e mi spinse contro il muro. Che cosa? Cosa stava succedendo?
E scoprii cosa stava accadendo, certo. Quando sentii le labbra di Komor sulle mie, ecco quando. Non riuscivo più a controllare il mio corpo. Le mie braccia furono pervase dal languore e tutto ciò che riuscii a sentire era il formicolio. Le mie labbra erano troppo deboli per impedirgli di spingere a forza la sua lingua nella mia bocca. Esplorò tutto attorno, su e giù per tutti i miei punti sensibili. Avvertii un leggero gusto amaro.
Oh abbi pietà di me, santissimo Reshiram, ma baciava veramente bene. Ma non importava quanto bravo fosse, non potevo sopportarlo. Ti prego White... reagisci... pensa ad N...
Ci vollero tutte le forze che ancora mi restavano per spingerlo via. La sua faccia era rossa e madida di sudore.
"Che cosa DIAVOLO era quello?" Tremai contro il muro.
Mi guardò con aria feroce come se LUI fosse la vittima. "Sai perfettamente cos'era quello. White, sono innamorato di te."
No. NO! Non tu, Komor. Ti prego dimmi che è una bugia.
"Tu non puoi essere... tu proprio... non puoi..." Ero sul punto di scoppiare in lacrime.
"Non posso controllare ciò che provo, White. E so che anche tu vuoi questo." La sua voce era malferma come se ciò che stava dicendo fosse forzato. Che cosa ti prende, Komor?
Komor mi trascinò con sè dentro la stanza e sbattè la porta alle nostre spalle. Diventavo sempre più debole ogni secondo che passava e le mie gambe sembravano fatte di gelatina. Lui non ebbe pietà e mi spinse a forza su uno dei letti, strisciando sopra di me.
"NO!" urlai, sperando che qualcuno sentisse le mie grida di aiuto. "SMETTILA!"
Komor tirò su col naso, le lacrime che spuntavano anche dai suoi occhi. "White... ero geloso di N quando mi hai detto che eri la sua fidanzata..."
Le sue mani tremanti mi afferrarono i polsi. "Volevo dirtelo prima, ma... era troppo tardi. Se tu non avessi mai incontrato N, allora io..."
Scosse violentemente la testa da un lato all'altro, cercando di scacciare le sue stesse lacrime, con il solo risultato di farne spuntare ancora di più e di scompigliarsi i capelli. "Ho bisogno di averti prima di N. Ho bisogno di averti prima di qualsiasi uomo. White, apparterrai a me e SOLO a me."
Komor mi obbligò a baciarlo ancora e affondò le sue labbra sulle mie. La sensazione di formicolio divenne sempre più insopportabile, ma perchè? Non mi piaceva Komor in quel senso!
"Komor..." La mia voce era quasi impercettibile. "Komor... non..."
N...
Le sue mani scivolarono sotto il mio vestito, strofinando avanti e indietro contro la mia pelle.
"No... no, no, no..." Per favore non farmi questo!
"Oh White," ansimò, premendo più forte sul mio bacino. "Non hai idea di cosa mi fai. Potrei darti molto più amore di quanto mai potrebbe fare N."
Questo non era amore. Questo non era Komor. Questo non era il mio fratellone. Questo non era il mio adorato migliore amico che conoscevo da tutta la vita. Non era lo stesso ragazzo dolce, un po' nerd che avevo imparato ad amare come uno di famiglia; lo stesso ragazzo che mi aveva aiutato durante il mio viaggio; lo stesso ragazzo che c'era sempre per me quando ne avevo più bisogno.
No.
Questo era un mostro. Un estraneo. Un uomo orribile che stava avidamente inginocchiato su di me con occhi lascivi. Questo era un uomo che odiavo.
Mi contorsi, cercando di liberarmi dalla sua presa. Nulla sembrava funzionare. Ma dovevo farlo. Agivo sull'onda dell'adrenalina, scalciando, graffiando, e mordendo tutto ciò che riuscivo. Il sangue inondò la mia bocca e non seppi dire se fosse mio o di Komor. Komor emise un sibilo e si ritrasse. Non era molto, ma mi bastava per liberarmi e fuggire dalla stanza il più velocemente possibile.
Le luci erano ancora accese nel Centro Pokèmon e oltrepassai di corsa quella che sembrava una folla di allenatori che chiacchieravano. Ma non mi importava. Dovevo scappare. Lontano, lontano da qui.
Le porte automatiche si spalancarono e sentii la fresca aria notturna contro la mia pelle bollente. Ero libera. I miei piedi sanguinavano sulla ghiaia della strada. Dovevo aver perso le scarpe durante la fuga. Ma non mi importava. Ero libera. Libera. Non potevo fare molto nelle mie deboli condizioni. Ma feci ciò che potevo.
Urlai.



The Troll and I - Parte due
Il Troll ed Io
(ambientato verso la fine del settimo capitolo, contiene riferimenti alla parte uno)




"E poi prende la sua forchetta e prova a imboccarlo!"
Strinsi il mio Interpokè come una pallina antistress mentre Komor e Belle assimilavano tutto ciò che avevo detto. Avevo bisogno di raccontare a qualcuno della mia stupida esperienza a cena con Bailey. La cena non era nemmeno più una cena con lei intorno. Belle cominciò a ridacchiare e Komor roteò gli occhi verso di lei.
"Stai zitta, Belle." Ringhiò Komor.
"Ma è divertente!"
Lui sospirò, strofinanosi le tempie. "Senti White, non vedo quale sia il problema. Hai detto tu stessa che piace a tutte le ragazze del Team Plasma. In che cosa è diversa questa qui?"
"E' una stronza assurda e sa che io sono 'promessa' a lui, ma ancora insiste."
Lui fece una smorfia e Belle rise ancora più forte. "Ma lui non ti piace nemmeno. Ed è ancora un principe, giusto? Sai bene che molti re medievali avevano una moglie oltre alle concubine. Forse ad N piace quel genere di roba vecchia."
"Komor, è disgustoso."
Lui si strinse nelle spalle. "E' vero."
"Sai, White, se N ha un'altra ragazza oltre te, forse anche tu dovresti trovarti qualcun altro!" Continuò a ridere.
"BELLE!"
"Basta così, Belle."
"Che c'è di male? Sono sicura che l'idea piace anche a te!"
"Ho detto basta così."
Perchè avevo gli amici più strani del mondo?
Sospirai. "Ragazzi, si sta facendo tardi e N sarà qui a momenti. Devo riattaccare."
La doppia porta si spalancò. "NON RIATTACCARE."
Sobbalzai al suono della voce rimbombante di N quando a grandi passi venne a pararsi davanti a me.
Komor si colpì la fronte con il palmo. "Ugh. Ma guarda un po'? Il Re del PETA è qui?"
N sogghignò. "MA SEI MATTO? Inchinati davanti al futuro re di UNIMA!"
Komor si mordicchiò un unghia, per niente divertito. "Come desidera, PRINCIPESSA N."
N era furioso. "Per l'ULTIMA VOLTA, non sono una RAGAZZA. Non sono una Girl Scout o una principessa!"
Gli occhi di Belle brillarono. "Ooh! Ooh! Hai le Thin Mints? Sono le mie preferite!"
"Piantala, Belle!" Abbaiò N allo schermo dell'Interpokè.
Belle si accigliò. "Niente Thin Mints, eh? E le Samoas allora? No, aspetta, si chiamano Caramel Delights adesso, vero?"
N sembrava sul punto di andare in autocombustione.
Mentre Belle frugava nella sua borsa in cerca di soldi, Komor sospirò.
"'Kay, è stato davvero divertente e tutto, ma sto chiudendo."
Belle pescò un portafogli dalla sua borsa. "Aspetta Komor! Prima di andare, non dimenticare di confessare il tuo eterno amore a White nel capitolo tredici!"
N, Komor ed io gelammo. "Aha! Ci sono tre dollari e cinquanta!"
Guardai lo schermo di Komor e lui mi fissò di rimando.
"Komor, tu-"
Lui sospirò. "Fantastico. Belle ha appena rovinato il capitolo tredici a tutti. Fanculo. Ti amo, White. Bla, bla, bla. Sdolcinata dichiarazione d'amore. Bla, bla, bla. Sesso consensuale. Bla-"
"CONSENSUALE COSA, SCUSA?" Di cosa diavolo stava parlando?
"N-niente."
Ci fu una pausa imbarazzata. "Sette dollari! N, hai le Trefoils? No, volevo dire gli Shortbread."
"Bè questo è imbarazzante," disse Komor dopo un po'.
"G-già."
"Allora... ancora amici?"
"... forse..."
Click.
Dannazione, Komor mi ha chiuso il telefono in faccia!
Belle ridacchiò, agitando i soldi davanti allo schermo. "White~! Incontriamoci a Sciroccopoli così posso pagare i biscotti!"
A proposito di biscotti, mi voltai verso N che era ancora sotto shock. Posai una mano sulla sua spalla.
"E' tutto okay, N. Non mi piace Komor in quei termini."
Lui rimase in silenzio.
Lo scossi leggermente. "N?"
Improvvisamente, lui scattò in piedi, afferrandosi la testa con entrambe le mani. "INCREDIBILE!"
Indietreggiai. "Davvero, N! Non mi piace in quel senso!"
N mi afferrò le braccia, stringendole forte. "Tu non capisci, White!"
Inarcai un sopracciglio. "Cosa non capisco?"
"ABBIAMO INFRANTO IL QUARTO MURO!"



Note della traduttrice (translator's notes): credo sia superfluo dire quanto mi vergogni per lo spaventoso ritardo. Chiedo scusa a tutti, ma non garantisco puntualità per il prossimo capitolo, perchè ho veramente tanto da studiare per l'università. Farò il possibile.
- «[...] nel punto in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge.» («[...] where his usual ahoge normally was.»): per la definizione di 'ahoge' controllate le note del capitolo 5.
- Cheren è il nome di Komor nelle versioni giapponesi e in inglesi, ed è qui usato come cognome. Ovviamente in inglese avviene il viceversa, e Komor è il cognome. Significa 'nero' in bulgaro.
- Se vi sembra che nel menù di Komor manchino delle portate, è perchè in Inghilterra e in America non usano 'primo piatto' e 'secondo piatto'. Una cena formale è normalmente composta da un antipasto (starter), una portata principale (main dish) e un dolce (dessert).
- Per la definizione di PETA controllate i capitoli 4 e 8.
- Thin Mints, Samoas, Caramel Delights, Trefoils e Shortbreads sono tutti nomi di biscotti che le Girl Scout sono solite vendere per racimolare soldi.
- «"ABBIAMO INFRANTO IL QUARTO MURO!"» («"WE BROKE THE FOURTH WALL!») è un'espressione che si usa in teatro per indicare quando un personaggio interagisce con il pubblico, entrando a contatto così con il mondo reale e "rompendo" il muro ideale tra il palco e la platea; esce in pratica dalla sua parte e si rende conto di non essere altro che un personaggio inventato. Ho preferito tradurre la frase letteralmente, in quanto tradurre con un "White, siamo finti!" avrebbe secondo me banalizzato la battuta.
Grazie a chi ha recensito e chi continua ad aggiungere questa storia alle preferite, mi strappate sempre più di un sorriso.

EDIT: Sailor Marty TD fan mi fa giustamente notare che non ho spiegato cos'è il saffron tea. E' semplicemente un tipo di tè, letteralmente 'tè allo zafferano', che contiene appunto dello zafferano disciolto; cosa che gli dà un sapore leggermente frizzante. Non l'ho tradotto perchè io l'ho sempre sentito nominare in lingua originale, un po' come per il ginseng.
  
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