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Autore: Leese    30/11/2011    2 recensioni
Si ritrovava sempre a dover scappare: scappare dalle emozioni,dalle sensazioni più buie,dalle lacrime.. insomma, da tutto quello che ogni volta gli procurava forti dolori che erano decisamente peggiori di un pugno nello stomaco. Correva e sembrava correre senza sosta da ormai più di un anno.
Non aveva ancora pensato al fatto che prima o poi, gli sarebbe mancato il fiato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IS LOVE ENOUGH TO SAVE THE WORLD?



Mi ritrovo spesso disteso su questo prato, se così si può chiamare. E’ un piccolo spazio erboso che ho scoperto nel terzo anno delle elementari , proprio dietro la scuola di mio fratello, che ora è anche la mia. Sono sempre stato un ragazzo a cui piace  stare da solo; non tutto il tempo ovviamente, ma almeno per un po’, e questo è il posto migliore a mio parere.
E’ inverno, fa veramente freddo ultimamente. Non c’è la neve, non c’è ghiaccio ma uscire senza due maglioni più giacca sarebbe un suicidio, giusto per rendere l’idea. Non dico che la cosa mi dispiaccia, amo il freddo, in particolare quando mi ritrovo qui, in questo posto che ormai considero mio, sdraiato a guardare in alto, godendomi ogni singolo suono che proviene dalla strada a non molti metri da qui, con il sole che sembra che ogni volta mi accarezzi il viso. E’ qui che tutte le volte scarico tutto quello che mi passa per la testa.

“Dan.. Dan.. ehi Darren!”
Voci, voci familiari bloccano il normale avanzare dei miei pensieri.
“Darren, vuoi smetterla di startene lì? Sembrerai un disadattato sociale se continui in questo modo. “
“Lucy finiscila, guarda che già lo è. “
Stanno entrambi ridendo, capita spesso che mi prendano in giro così.
 Lei è una ragazza minuta, dai capelli rossicci e corti, occhi verdi, un verde unico. Lui ha gli occhi nocciola e i capelli castani, da un po’ di tempo vuole farli crescere fino alla spalla, ma per ora i suoi riccioli non arrivano nemmeno a metà collo. Sono Lucy e Bayron, e per me sono le due persone con cui vale veramente la pena di passare il proprio tempo; i miei due “migliori amici” se così vi piace chiamarli.
“ Primo:”parlo con loro, dandogli le spalle “ non sono un disadattato sociale. Secondo: la smettete di rompermi tutte le volte? Diventate stressanti. “
Mi giro verso di loro con fare fintamente scocciato, Bayron sbuffa, rimanendo comunque con il sorriso sul volto.
“La lezione è finita da un bel po’  Dan, hai veramente intenzione di restare tutto il tempo qui? “
“ E’ vero. “ Conferma Lucy “andiamo da qualche parte, è un po’ di tempo che non usciamo insieme. “
Guardo entrambi, andarmene da quel posto era tutte le volte quasi una sofferenza. Non che sia poi un gran bel posto, è solo un piccolo spazio verde, ma mi conosce, fa praticamente parte di me. Mi alzo e con le mani levo alcuni fili di erba secca che era rimasta attaccata ai jeans.
“Let’s go!  “ alzo una mano verso il cielo mentre lo dico, e cerco di sorridere come meglio posso.  “Però non ho voglia di andare nei soliti posti, facciamo qualcosa di nuovo. “
“Cos’è Dan? Oggi ti senti iperattivo?”
“Si, oggi in particolare. Ti disturba la cosa, Lucy?”
Mi rivolge una linguaccia, che è solita fare quando le rispondevo così, nonostante sappia benissimo che scherzo.
Percorriamo la piccola stradina che porta alla scuola, per prenderne poi una più ampia, completamente pedonabile e con qualche albero qua e là ai lati. Per arrivare in centro ci vogliono circa venti minuti buoni, ma non è mai stato un problema , stando insieme e parlando il tempo passa anche troppo velocemente.   Arrivati in centro le cose sono sempre le stesse: bar, chiacchierata con gli amici, fine chiacchierata, giro, fine giro, fame, pizzeria, fine pizza, casa. Voglio qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo da fare. Bayron tira fuori un pacchetto di sigarette, prendendone una, e dalla tasca dietro dei jeans prende il suo accendino.  Odio quando fuma, quando cerca di sentirsi più grande dei suoi 16 anni, ma affari suoi in fondo.
“So che hanno aperto un nuovo locale in zona. Vogliamo andare li?”
“Che tipo di locale?”  Lucy ha un’espressione incuriosita sul volto, molto simile a quella che ho io probabilmente. “Io non ho sentito di nessun locale in zona.”
“Non è stato molto pubblicizzato, ma ci lavora un amico di mia sorella.  Dice che non ce ne pentiremo.”
Lo guardo un po’ divertito:  più che un invito sembra una minaccia. Dico che, se è per cambiare un po’, a me va più che bene. Lucy annuisce, anche lei è d’accordo.
Continuiamo a camminare, fino ad arrivare a quel “famoso” locale. Quest’ultimo si  presenta come un luogo piuttosto buio, nonostante al suo interno luci colorate e neon non sono certamente mancanti. Al bancone, spostato in fondo rispetto all’entrata,  non c’è gente, solo due o tre ragazzi che bevono un bicchiere di birra per uno.  A dirla tutta, era piuttosto strano come luogo: le pareti erano rossastre decorate con disegni dai mille colori che sembravano brillare quando venivano toccati dalle luci.
Bayron e Lucy si siedono e prendono entrambi una coca. Non ho ancora voglia di sedermi e, nonostante i numerosi inviti da parte loro, comincio a scrutare i disegni sulle pareti per catturarne ogni particolare: nessuno di questi ha una forma ben definita, sembrano tutti degli strani animali e strane piante in strani posti.
“Ti piacciono?”
Per l’ennesima volta una voce blocca i miei pensieri. Mi giro verso la provenienza di questa: è una ragazza bassina, dai lunghi capelli biondi; non so ben dirvi di che colore avesse gli occhi visto che le luci del locale non me lo permettono , posso solo assicurarvi che non erano occhi chiari.
“Si” rispondo. “Così ricchi di colori sono davvero dei bei disegni”
La ragazza mi sorride allegra, come se avesse ricevuto un gran complimento.
“Li ho fatti io.” Lo dice con un’espressione piuttosto fiera di se “Non sai il tempo che mi ci è voluto.”
“Posso immaginarlo.”
 Rispondo al suo sorriso e le porgo la mano “Comunque sono Darren, anche se mi chiamano tutti Dan”
Con la mano destra scansa delicatamente la mia, mentre con la sinistra mi saluta con fare amichevole.
“Io sono Emily.”

  
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