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Autore: Jolly Camaleonte    01/12/2011    2 recensioni
Lestrade non odiava il Natale.
[Scritta per "Il calendario dell'avvento" dello SFI, prompt: neve]
[Pre-slash; Mystrade]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade , Mycroft Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lestrade, neve e nuove conoscenze

 

 

Lestrade, neve e nuove conoscenze

 

 

Lestrade non odiava il Natale.

Non odiava tutte quella neve che copriva tutto, lasciando solo bagnato e possibili scivoloni.

Non odiava tutti quei Santa Claus che scampanellavano insistentemente, incuranti dei fiocchi e dei poveri agenti con emicranie.

Non odiava tutti quei ladruncoli da quattro soldi, che parevano essersi messi d’accordo per farlo correre fuori appena il cielo decideva di scatenare la nuova era glaciale.

Non odiava neanche il traffico congestionato dai miliardi di turisti (come se i Londinesi da soli fossero pochi!) che si riunivano in città sotto quella festa.

No, ciò che Lestrade odiava veramente era non trovare neanche un marciapiede libero se non dai passanti, almeno dal ghiaccio –manco avesse chiesto un passaggio all’Enterprise.

Si guardò attorno frenetico –doveva andare a casa al più presto- alla ricerca di un qualsiasi mezzo di trasporto mediamente rapido, mentre intorno a lui la neve incominciava a cadere più fitta.

Solo dopo essere stato bellamente ignorato da tre taxi, decise che l’unica possibilità era trascinarsi stancamente a piedi fino alla metropolitana più vicina e pregare che ci fosse un buchino per lui sul vagone.

Rassegnato inspirò l’aria fredda, inalando per sbaglio un fiocco, così rischiando di porre fine a tutti i suoi affanni e passare direttamente all’altro mondo.

Si portò una mano alla bocca, cercando di fermare la tosse, e trovando il suo viso estremamente caldo.

No.  No.

Ammalato durante le feste natalizie no.

Non di nuovo.

Aveva appena preso le ferie, non poteva passare le vacanze a—

«Serve un passaggio?»

Lestrade alzò lo sguardo e sbatté gli occhi, leggermente lucidi.

Preso com’era dai suoi pensieri e dal tossire, non si era accorto che una lussuosa macchina scura si era fermata davanti a lui.

Un uomo, alto e di corporatura importante, gli stava ritto davanti, coprendolo con un ombrello nero e lasciando se stesso alla neve.

L’ispettore era così concentrato a osservare un fiocco adagiarsi aggraziato tra quei capelli perfettamente ordinati e perfettamente nocciola, che non vide il sorriso dell’uomo, così simile –avrebbe notato in seguito Lestrade- a quello di una sua speciale conoscenza.

«Allora, Ispettore?» tentò di nuovo lo sconosciuto, con un’espressione chiaramente divertita.

«Eh? Scusi?» si riscosse il poliziotto, guardandolo meglio, «ci conosciamo?»

L’altro fece un passo in avanti, entrando sotto la copertura del grande ombrello, e lo affiancò.

«Non ho avuto ancora quest'onore, ma spero lei vorrà concedermelo.» disse con tono caldo e sincero.

Lestrade aggrottò le sopracciglia, stava per caso cercando di rimorchiarlo?

L’uomo abbassò il volto e rise leggermente.

«Non si preoccupi, non era questa la mia primaria intenzione, caro Ispettore.» gli disse sbalordendo l’altro.

«Ma… ma come! Mi ha…»

«Letto nel pensiero? Oh, non dica sciocchezze, sa benissimo che non è realmente possibile», rispose l’altro, accompagnando le parole con un gesto moderato della mano. «Ma se mi accorderà il piacere di darle un passaggio fino a casa, prometto che le chiarirò ogni dubbio.»

Lestrade lo guardò attentamente, tra il sospettoso e il curioso.

«In verità…» incominciò, ma lo sconosciuto fermò ogni sua replica.

«Uno, con questa neve le conviene accettare; due, sembra in preda a leggeri sintomi influenzali; tre,  tempo non aiuterebbe, le assicuro.»

Non fece tempo a rispondere che l’altro l’aveva preso a braccetto e, mentre qualcuno –oddio, era un autista?- apriva lo sportello della macchina, lo spinse delicatamente dentro.

E Lestrade chiuse istintivamente gli occhi, assaporando avido il tepore dell’auto, e pensò che se doveva morire, almeno l’avrebbe fatto al calduccio di una macchina di lusso e non in un vicolo sepolto da un cumulo di neve.

Ciò cui non avrebbe mai pensato era che non avrebbe più patito l’assenza di trasporti nei mesi successivi.

Troppa neve, Ispettore, troppa neve.

 

 

 

***Angolino del cambia-colore***

Se non ve ne siete accorti da soli, ve lo dico io: tutto ciò è un grande, gigantesca, ma veramente enorme cacchiata. xD

È la mia prima Mystrade, e non so neanche se si può considerare tale. Cià, facciamo che è una pre-slash e non se ne parla più.

Comunque, credo che tutti abbiate capito che lo sconosciuto era Mycroft e che quello era il primo incontro tra Myc e Lestrade.

Come sono certa che ci sia realmente stato un incontro tra i due? Oh, andiamo! Se Myc fa tutte quelle robe inquietanti per conoscere il coinquilino del suo amabilissimo fratellino, volete che non le faccia anche per la persona con cui l’amabile fratellino di cui sopra lavora?  Eh, Myc, sappiamo che ti preoccupi per quel disgraziato che ti sei ritrovato come congiunto.

Quindi sì, la “speciale conoscenza” di cui parla il testo è Sherlock, e io sono convintissima che il sorriso –o meglio dire ghigno- di Sherl sia una cosa comune a tutti gli Holmes, quindi anche a Myc.

Aggiungo solo che tutto ciò è stato scritto per mia prostituzione mio diletto allo Sherlock Fest che ha proposto questa cosa carinissima del calendario dell’avvento, ossia ogni giorno sarà disponibile un prompt da utilizzare. Quello per il primo dicembre, ossia oggi, è “Neve”.

So che siete abbagliati da questa straordinaria iniziativa e che avete una voglia matta di partecipare, quindi vi linko anche la pagina con tutte le istruzioni di sorta http://sherlockfest-it.livejournal.com/10516.html#cutid1 #amofarepubblicitàocculta

Ora basta, mi dileguo  contenta di avervi fatto perdere del sano e prezioso tempo con tale storiellina xDDD

Ringrazio tutti coloro che hanno letto/ricordato/preferito/commentato la mia precedente storia sul fandom Il codardo lo fa con un bacio.

   
 
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