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Autore: DumbledoreFan    01/12/2011    29 recensioni
“Ma si può sapere qual è il tuo problema con me?!” sbottò il ragazzo riccioluto con tono irato.
“Si può sapere che cosa ti ho fatto?! Perché è dalla prima volta che ho messo piede in questa scuola che sembra che ti abbia ucciso il gatto o fatto chissà quale altra cattiveria, invece non ho fatto altro che cercare di aiutare il Glee Club, mentre tu non facevi che darmi contro proprio mentre avevamo bisogno di essere uniti!”
Blaine vomitò quelle parole alzando notevolmente la voce e Finn rimase spiazzato da quell’improvviso cambio di rotta dell'altro, visto che non si sarebbe mai aspettato una tale reazione da Blaine, né delle parole del genere.
Ma non aveva idea che quello era solo l’inizio.

One shot ispirata al promo della 3x08.
Blaine si sfoga con Finn su tutto quello che prova, e su quanto sia innamorato di Kurt.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You love him very much, don't you?








Blaine non si accorse che qualcun altro era entrato in palestra finchè questo non attirò la sua attenzione schiarendosi rumorosamente la gola.

Il ragazzo riccioluto non aveva sentito quei passi un po’ strascicati entrare nella stanza, visto quanto era preso e concentrato nel colpire il sacco davanti a lui, sferrandogli colpi sempre più veloci e violenti, e incanalando in quei pugni tutto lo stress accumolato in quella settimana che rischiava di farlo implodere.

Le provinciali imminenti, la competizione con l’altro Glee Club della scuola, le elezioni e la sconfitta di Kurt lo avevano sovraccaricato non poco, e un paio di intense canzoni rock non sarebbero bastate a farlo sfogare.

Così alla fine delle lezioni aveva lasciato Kurt in biblioteca a fare una ricerca di storia e si era diretto in palestra per scaricare un po’ di tensione.

Quando si voltò per vedere chi reclamasse la sua attenzione, dovette seriamente sforzarsi per trattenere un sospiro frustrato, perché dinnanzi a lui stava Finn, e che Blaine non fosse propriamente nelle sue simpatie non era certo un mistero.

Il leader delle New Directions aveva dato contro al nuovo arrivato praticamente dal primo momento in cui aveva messo piede al McKinley, ma Blaine, un po’ perché decisamente più maturo e ragionevole di Finn, un po’ perché era comunque il fratellastro del suo ragazzo, e un po' perchè preferiva di gran lunga vivere in ambienti sereni e pacifici, non aveva mai risposto alle sue provocazioni, ma anzi, aveva sempre buttato acqua sul fuoco ad ogni accenno di scortesia.

Questo non toglieva però che meno ci parlava e più tranquillo stava, specialmente in un momento come quello dove tutti i suoi nervi sembravano essersi messi d’accordo per torturarlo e strattonarlo da tutte le parti, e dove l’unica cosa che voleva fare era stare da solo e calmarsi un po’.

“Ciao Finn” lo salutò Blaine, sperando che il ragazzo fosse semplicemente venuto a chiedergli in prestito lo shampoo.

Finn non ricambiò il saluto né fece alcun cenno, semplicemente andò dritto al punto.

“Dobbiamo parlare”

Questa volta Blaine si lasciò scappare un breve sospiro, cercando di raccimolare per l’ennesima volta tutto il suo autocontrollo e la sua pacatezza, nonostante la cosa si facesse di volta in volta più difficile. A forza di buttare giù, si rischiava di scoppiare.

“Dimmi tutto” rispose gentile, passandosi una mano sulla fronte, visto che lo aveva appena attanagliato l'inquietante presentimento che quella conversazione non sarebbe terminata nel più roseo dei modi.

“Non c’è bisogno che vai in giro a parlare con i ragazzini per farli entrare nel Glee Club…forse alla tua scuola poteva funzionare, ma qui è diverso e così peggiori solo le cose…” disse Finn con una nota leggermente aspra nella voce.

Blaine spalancò gli occhi incredulo di aver sentito proprio quelle parole, mentre uno strano groppo gli si formava nel petto, premendo per salire.

Prima di rispondere, si fece della vera violenza fisica deglutendo a vuoto per ributtare giù quel magone e cercare di stare calmo.

“Ma…ma quei due ragazzi del primo anno con cui ho parlato ieri nel parcheggio mi hanno detto che avrebbero fatto un provino…li ho sentiti cantare e gliel’ho semplicemente proposto, che c’è di male?” rispose il ragazzo riccioluto con voce un po’ alterata.

“C’è di male che loro non sanno cosa vuol dire far parte del nostro Glee Club e che appena lo capiranno scapperanno a gambe levate perché non si aspettavano niente di tutto ciò! Qui non siamo come i cari Warbler osannati da tutti, qui siamo la feccia della feccia!” ribattè Finn alzando un po’ il tono di voce.

Blaine sentì il groppo che si era annodato nel suo petto schizzargli dritto in gola e ebbe la sensazione che se non avesse vomitato tutto probabilmente sarebbe soffocato.

Ma di nuovo, riuscì a trattenersi.

Si convinse che Finn non volesse essere davvero cattivo, ma che si preoccupasse soltanto del suo Glee Club, scacciando nel profondo il pensiero che invece fosse geloso marcio di lui .

 Non era una cosa carina da pensare, e Blaine era solito credere sempre nella parte migliore delle persone.

“Lo so che qui è diverso, e che non è semplice far parte del Glee Club…se così non va bene, dimmi cosa devo fare per aiutare” rispose il ragazzo riccioluto.

“Niente, non devi fare niente! Devi startene buono e lasciare che io faccia il mio dovere come leader del Glee Club. Non sei più tu la prima donna, non c’è bisogno che faccia tutto tu, ci sono già qui io quindi lascia perdere!” ribattè visibilmente alterato Finn, scuotendo una mano con un gesto definitivo.

Il groppo di Blaine a quel punto risalì del tutto la sua gola, mentre il viso gli andava chiaramente in fiamme per la rabbia.

Raramente sbottava, ma la pazienza aveva un limite per tutti, e lui era dall’inizio dell’anno scolastico che accumolava e accumolava senza mai reagire. E non era umano andare avanti così.

“Ma si può sapere qual è il tuo problema con me?!” sbottò il ragazzo riccioluto con tono irato.

“Si può sapere che cosa ti ho fatto?! Perché è dalla prima volta che ho messo piede in questa scuola che sembra che ti abbia ucciso il gatto o fatto chissà quale altra cattiveria, invece non ho fatto altro che cercare di aiutare il Glee Club, mentre tu non facevi che darmi contro proprio mentre avevamo bisogno di essere uniti!”

Blaine vomitò quelle parole alzando notevolmente la voce e Finn rimase spiazzato da quell’improvviso cambio di rotta dell'altro, visto che non si sarebbe mai aspettato una tale reazione da Blaine, né delle parole del genere.

Ma non aveva idea che quello era solo l’inizio.

“Vi vantate tanto di essere il posto che accoglie e accetta tutti, i perdenti, gli sfigati, quelli lasciati da parte che nessuno apprezza…però dal momento esatto in cui sono entrato nell’aula coro non hai fatto altro che farmi sentire fuori posto, senza preoccuparti del fatto che forse avrei avuto bisogno di almeno un po’ di gentilezza, non dico di più, perché avevo appena lasciato i miei amici e la mia scuola per venire qui!” sbraitò Blaine stringendo i pugni e lasciando che la rabbia e la frustrazione prendessero il sopravvento del suo corpo e della sua mente.

“Non perdi mai l’occasione di ricordarmi che qui è diverso, che non sono più il leader, come se volessi farmi sentire in colpa del fatto che alla Dalton stavo bene, ma sai perché mi sono trasferito in un posto come quello? Sai che sono stato picchiato a sangue nella mia vecchia scuola?! Sai che mio padre non mi guarda più negli occhi da quando gli ho confessato di essere omosessuale? Sai che ne ho passate più di quante la tua innocente testolina possa anche solo immaginare, e che sarò costretto a passarle per tutta la mia vita, visto che voglio avere il diritto di dimostrare apertamente il mio amore?! Tu non hai idea di cosa vuol dire!! Pensi che una granita in faccia ogni tanto sia la cosa più crudele che possano farti, e che tu sì che sei degno di essere il leader del Glee Club perché sai che cosa vuol dire essere maltrattato, mentre io che vengo da una scuola privata dove tutti ci portavamo rispetto e ci trattavamo in modo civile, accettandoci semplicemente per come eravamo, non posso capirvi e non posso far parte di voi, quando la mia intera vita sarà SEMPRE resa miserabile da tutte le persone che là fuori pensano che sia solo un aborto della natura!”

Finn rimase completamente sconvolto di fronte alla profonda rabbia e al dolore che riusciva a percepire nella voce incisiva dell’altro, di solito sempre pacato e composto. Vederlo con il viso inasprito dall’ira e dalla sofferenza, il volto sudato e affaticato dall’allenamento e la tuta messa male, mentre non si tratteneva nell'usare parole così dure fu un vero colpo tra capo e collo.

Blaine non si rese conto di aver ormai attreversato un punto di non ritorno che lo avrebbe portato a sputare fuori tutto quello che lo faceva soffrire ma che si era costretto a reprimere da troppo tempo, e si lasciò trasportare dai suoi sentimenti, continuando a sfogarsi.

“Senza contare che questo tuo costante comportamento da idiota avrebbe potuto far stare male anche Kurt, ma d’altronde, quando mai ti è importato di lui?!”

Il ragazzo riccioluto ormai stava urlando, ma sinceramente non gli interessava, in quel momento voleva solo buttar fuori tutto quello gli si era annidato nel profondo e che rischiava a lungo andare di logorarlo.

Finn a quell’accusa boccheggiò per qualche istante incredulo, per poi aggrottare la fronte contrariato.

“Questo non è assolutamente vero! Io tengo a Kurt!” replicò risentito, facendo infervorare ancor di più Blaine.

“NON E’ VERO! Non è vero, non ti è mai importato niente di lui, non hai mai capito quello che davvero stava passando e non hai mai mosso un singolo dito per aiutarlo! Quando io ho incontrato Kurt per la prima volta era un ragazzo spento e andato completamente in pezzi, ma soprattutto lasciato completamente solo! Non c’era nessuno che capisse la sua sofferenza e che se ne preoccupasse, tutti troppo presi dai loro sciocchi problemi! E questo lo dimostra il fatto che quando ha avuto davvero bisogno di aiuto, ha chiamato me! ME, che ai tempi ero poco più che uno sconosciuto! Perché sapeva che io, quel ragazzo incontrato per caso sulle scale, con cui si era aperto e confidato prendendo un caffè e niente di più, sarei stato l’unico a correre da lui! E così è stato! Mi sono preso cura di Kurt da quel momento mentre TU non hai fatto che sbattertene, che pensare di più alla tua stupida reputazione per dire anche solo qualcosa a Karofsky, a pensare al tuo inrisolvibile dilemma sul quale ragazza scegliere per preoccuparti di Kurt che veniva costantemente umiliato e maltrattato da tutta la scuola! Sai quante sue lacrime ho dovuto raccogliere, ognuna che mi spezzava sempre più dolorasamente il cuore? Sai che Kurt per stare meglio aveva semplicemente bisogno di qualcuno che gli chiedesse come stava, e che volesse davvero saperlo, e soprattutto capirlo? Non mi dimenticherò mai come i suoi occhi lucidi si sono illuminati quando io gli ho detto di sapere esattamente come si sentiva, quando lui mi disse per la prima volta che stava passando un inferno! La vita di Kurt stava andando in frantumi e nessuno se n’era accorto!”
 
Blaine non potè evitare che all’angolo dei suoi occhi facesse capolino una lacrima, perché ancora quando pensava a tutto quello che aveva dovuto subire Kurt, il suo Kurt, il suo cuore si spezzava.

Come poteva il mondo essere tanto crudele con una persona tanto buona, dolce, intelligente e speciale? La cosa lo faceva soffrire e arrabbiare da matti, perché voleva con tutto se stesso che Kurt avesse solo il meglio che il mondo poteva offrirgli, e invece era costretto ad assistere all’esatto contrario.

Blaine abbassò un attimo lo sguardo e tirò un grande sospiro, stringendo poi le labbra.

“A volte, quando sono a letto e non riesco a dormire, mi capita di pensare a cosa sarebbe successo a Kurt se quel giorno non mi avesse fermato sulle scale della Dalton, e non mi si presentano davanti che scenari negativi, delle volte anche tragici…ma poi mi convinco che non serve a niente pensarci, perché io ci sono per lui. Io ho capito dal primo momento quanto unico e straordinario fosse, e ho raccolto e rimesso insieme tutto quello che era rimasto di lui. Ho riportato il sorriso sul suo volto, e questo rimarrà sempre l’impresa migliore di tutta la mia vita. Qualunque cosa succeda, la sera posso andare a letto e sapere di non essere del tutto insignificante, perché sono l’eroe di qualcuno”

Quelle parole uscirono dalle labbra di Blaine con tono basso, mentre ormai tutta la rabbia scemava lasciando posto alla tristezza.

Una lacrima sfuggì dai suoi occhi cangianti, e non se ne curò, lasciando che gli solcasse la guancia e cadesse sul pavimento, mentre Finn lo guardava seriamente colpito.

Non si era mai sentito tanto stupido in tutta la sua vita.

Non poteva credere di non essere mai riuscito a vedere quello che Blaine gli aveva appena detto, eppure ora che glielo aveva fatto notare, non potè fare a meno di sentirsi un totale idiota e di farsi assalire anche da un certo senso di colpa.

Spesso era così concentrato su se stesso e su i suoi piccoli problemi da non riuscire a vedere al di là del suo naso, ma dannazione, ora gli sembrava tutto chiaro come il sole, e si sentiva uno schifo.

“Mi dispiace Blaine, mi dispiace sul serio…io…io non volevo” rispose il più grande, cercando di raccimolare qualcosa da dire, quando si sentiva completamente senza parole di fronte al toccante monologo di Blaine.

Quest’ultimo sospirò profondamente e scosse leggermente il capo, alzando nuovamente lo sguardo.

“Scusami, non avrei dovuto aggredirti in questo modo…” replicò Blaine passandosi una mano fra i ricci ancora un po’ bagnati dal sudore.

“No, sono io che devo scusarmi. Io…ti giuro non so come ho fatto a non…non accorgermene, sono solo un imbecille” ribattè avvicinandosi un po’ all’altro, e aspettando qualche istante prima di riprendere a parlare, con tono un po’ colpevole.

“La verità è…è che sono sempre stato geloso di te. Sei così carismatico, e pieno di talento, e diplomatico, sembra che tu sappia sempre dire la cosa giusta al momento giusto mentre io…beh io sono io” confessò Finn, facendo ridacchiare appena Blaine, che si sedette su una panca invitando il più grande a fare altrettanto.

“Non ho intenzione di rubarti il ruolo del leader, Finn. Voglio solo essere accettato ed essere d’aiuto, te lo giuro” rispose sinceramente il ragazzo riccioluto, e l’altro annuì immediatamente.

Rimasero qualche momento in silenzio, Blaine con lo sguardo puntato sul pavimento e Finn che invece lo fissava come se cercasse di risolvere un grande rompicapo, poi anche lui distolse lo sguardo.

“Lo ami molto, non è vero?”

A quella domanda Blaine alzò lo sguardo e sorrise dolcemente, un sorriso che gli illuminò tutto il viso fino a fargli brillare gli occhi.

“Lo amo come un usignolo ama la primavera” rispose per poi ridacchiare imbarazzato.

“Lo amo come si amano i grandi eroi e le grandi eroine dei romanzi, lo amo come si amano quelle persone di cui vale davvero la pena raccontare. Credevo che sentimenti del genere esistessero solo nei libri, nella fantasia, che una persona non potesse davvero tenere più a qualcun altro che a se stesso, ma chiaramente mi sbagliavo. Kurt è tutto ciò che c’è di bello nella mia vita, è il motivo per cui la mattina quando mi sveglio, e la sera quando mi addormento, sorrido. E sicuramente non sono il solo ad essere l’eroe di qualcuno. Kurt mi ha salvato la vita. Mi ha salvato dal baratro oscuro dell’apatia, dello scetticismo, della paura, mi ha insegnato ad essere forte, ad affrontare i problami invece di fuggire…gli devo più di quanto tu possa immaginare. Quando sono con Kurt io…io mi sento invincibile, come se niente al mondo potesse mai sconfiggerci. E lo so che può sembrare patetico, ma io ci credo davvero che il nostro amore possa fronteggiare qualunque cosa” spiegò Blaine con voce carica di emozione.

“Non è patetico, non lo è affatto” si affrettò a dire Finn, per poi valutare attentamente se fosse il caso di porre la domanda che gli era balenata in testa.

Alla fine, cedette.

“E…non stai male pensando che se ne andrà a New York senza di te?”

Blaine rimase in silenzio per qualche istante, fissando un punto dritto davanti a sé, poi incrociò di nuovo gli occhi dell’altro.

“Sinceramente? Mi uccide. Ma non dirlo a Kurt, ti prego. Sono disposto a fare qualunque cosa per permettere al suo sogno di diventare realtà. Da questo dipende tutta la vita di Kurt, e io sono solo qualcosa che gli è capitato durante il percorso, mentre la sua speranza di fare quello che ama di più al mondo gli appartiene da sempre. Deve riuscire ad entrare, e non m’interessa se il prezzo da pagare sarà lasciarlo un anno da solo in una città piena di ragazzi molto più belli e simpatici di me pronti a cercare di conquistarlo, e che potrebbero riuscirci…non c’è niente che desideri di più di vedere Kurt risplendere su un palco di Broadway, com’è giusto che sia” rispose Blaine con decisione.

“Ma…ma ti spezzerebbe il cuore” replicò Finn interdetto, facendo sospirare l’altro.

“Oh lo farebbe, eccome se lo farebbe. Già l’idea di averlo così lontano per un intero anno è tremendamente difficile da affrontare e di sicuro mi farebbe star male. Ma in ballo c’è qualcosa molto più grande della mia felicità” ribattè attendendo un istante per terminare la frase.

“C’è la sua. E non sono pronto a scambiarla per del puro egoismo. Kurt andrà a New York, e se dopo un anno mi vorrà ancora, lo raggiungerò. Ma intanto andrà là ad inseguire il suo sogno”

Finn annuì con il capo, lanciando uno sguardo di pura ammirazione verso Blaine, per poi confessargli, sorridendo appena.

“Sei la cosa migliore che potesse capitargli”

Fuori dalla porta della palestra, Kurt sorrise tra le lacrime, quelle lacrime che avevano cominciato a sfuggire dai suoi occhi appena aveva sentito Blaine sfogarsi con Finn, e che avevano continuato a sgorgare anche quando aveva iniziato a parlare di lui.

Kurt sapeva che Blaine lo amava, ma in quel momento, sentendolo confessare i suoi sentimenti così sinceramente al suo fratellastro, si rese conto che il loro amore valeva più di ogni altra cosa al mondo.

E che non voleva andare da nessuna parte.

Non senza di lui.

Il soprano si asciugò silenziosamente le lacrime e si allontanò senza far rumore dall’entrata della palestra, avviandosi nel corridoio vuoto e strappando senza esitazione la lettera d’iscrizione alla NYADA.









Spazio dell'Autrice.



Buona sera ^^

Allora, eccomi con questa shottina che, non lo so, mi è piombata in mente ed ho sentito il gran bisogno di scrivere.

Sono sicura che anche a voi abbia colpito la scena del promo della prossima puntata dove Blaine (FINALMENTE) chiede a Finn quale diavolo è il suo problema, visto che è quello che ci chiediamo tutti.

Bene, ieri pomeriggio, mentre stavo tagliuzzando dei fiocchi di neve da appendere in classe, mi è balenata in testa questa scena, anche molto nitidamente, e quindi mi sono concessa una pausa dalla stesura del nuovo capitolo di "CrissColfer Live! Tour 2011" (che arriverà questo week-end, PROMESSO! Sennò vi do il diritto di presentarvi sotto casa mia e tirarmi i pomodori! xD) e ho buttato giù questa shot.

Non vi nego che quando ho cominciato a scrivere lo sfogo di Blaine ho iniziato a piangere come una bambina, così come quando parla di Kurt. Ero completamente immedesimata in lui, e mi sono davvero sentita sovrastata.

Quei due ragazzi si amano così tanto che non posso fare altro che piangere, e scrivere su di loro.

Ho fatto dire a Blaine quello che desiderei dicesse a Finn, specialmente sulla parte di Kurt...cantare una canzone ad un matrimonio non vuol dire niente se non muovi un cazzo di dito per aiutare il tuo fratellastro a non vivere un vero inferno.

E poi beh, l'ultima parte.

Kurt che strappa la lettera la vedevo l'unica cosa che avrebbe fatto se avesse davvero sentito Blaine parlare in quel modo.

Non rinuncia al suo sogno, badate bene. Non lo farebbe mai. Vuole solo aspettare per viverlo con Blaine.

Detto questo, posso anche dileguarmi! xD

Grazie mille a tutti quelli che leggeranno e recensiranno! Vi amo <3

Un bacione <3
   
 
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