Hermione:

New Hermione

È incominciato un altro anno e come quelli precedenti mi ritroverò rinchiusa a Hogwors per 335 giorni sottratte le vacanze estive.

Come “Raperonzolo” sarò barricata in un maledetto castello con maghi e streghe di tutte le età, con insegnanti di magia strampalati, pranzi e cene spettacolari dai mille colori e luci. Non è che la cosa non mi spiaccia, ma è la solita storia, tutte le volte, all’inizio mi sentivo importante, mi piaceva stare qui dove sono passati tutte le persone più importanti della storia della magia, ma ora mi sto stufando, so praticamente tutte le lezione che dovrò fare tra due anni, so già tutto e tutti gli incantesimi.

Si, forse mi sono svegliata male questa mattina… diciamo che non ho dormito tutta la notte e sono scorbutica.

<< Va tutto bene?>> mi distolse dai miei pensieri Harry << non hai ancora detto una parola da quando ti sei alzata.>> tipico di lui, mi conosce troppo bene e capisce subito quando c’è qualcosa che non va.

<< No, è che non ho dormito bene stanotte e sono un po’ stanca.>> gli sorrisi. Già lui era l’unico che sapeva farmi tornare il buon umore.

<< Perché non hai dormito?>> mi domandò Ron con una fetta di pane, burro e marmellata in bocca << ieri c’era la luna piena o sbaglio? Non sarai mica un lupo mannaro?!>> rise con altro cibo in bocca.

<< No, e… comunque mastica e ingoia prima di parlare, fa schifo!>>

Riprendemmo a conversare con altri argomenti più scorrevoli e spensierati, con risate e battute, forse era per questo che tornavo in questa scuola gli anni scorsi, per loro, per i miei migliori amici, si.

Tutta la giornata andò veloce con loro accanto, anche le lezioni del professor Piton mi sembrarono meno noiose e angoscianti, in effetti quella sua voce grave era il suo tallone d’Achille da insegnante, secondo me era per il suo modo di parlare che tutti lo evitavano.

Come tutte le sere mi sedetti alla finestra del salone di Grifondoro a leggere un polveroso libro trovato in biblioteca, li adoravo. La copertina di cuoio rovinata, il titolo in oro e le pagine ingiallite dal tempo. Mi sembravano tesori del tempo, sopravvissuti che raccontano la loro storia.

<< Che leggi di bello?>> era Harry; si sedette sul divano d’innanzi alla brace che ardeva disegnava figure astratte nell’aria.

<< Memorie di Steven, non è il mio genere, ma mi piaceva la copertina.>>lo chiusi e mi accucciai a fianco a lui.

<< Che ti succede Hermione?>> mi accarezzò i capelli dolcemente << è da un paio di giorni che sei strana.>>

<< Non, lo so, sono solo un po’ stanca credo.>> era come se cercassi disperatamente qualcosa in quei giorni, un emozione, una persona, una situazione e non la riuscivo a trovare. Più a cercavo, più cadevo nella tristezza, in una sorta di depressione.

Mi addormentai nel suo abbraccio come una bambina piccola che aveva paura dell’uomo nero.

Quella notte sognai di essere a casa, di svolgere una vita normale dove non ero chiamata perennemente mezzosangue e che i miei amici venivano in un normale liceo con me, sognai di non sapere dell’esistenza di maghi e streghe, di non conoscere l’esistenza del Signore Oscuro, ma per fortuna era tutta un’assurda fantasia, perché sarebbe tutto diverso, quello che ci accomunava era proprio la magia e se fossimo realmente vissuti sulla terra, come comuni babbani, non saremo stati amici, non ci saremo neanche mai conosciuti.

Mi svegliai in ritardo per le lezioni, Harry mi aveva portata nel mio letto, malgrado sembrasse un ragazzo esile e minuto era forte.

Mi misi di fretta la divisa scolastica senza pettinarmi i capelli e corsi fuori dalla stanza.

Quando entrai nell’aula di pozioni interruppi la lezione, ma il silenzio che ci fu non era quello che c’era quando arrivava qualcuno dopo l’inizio degli studi era… non so come dire, ma era diverso, più lungo, con stupore…

Mi misi tra Ron ed Harry, che mi guardavano sbigottiti.

<< Ma? Wow, che hai fatto?!>> chiese il primo << stai benissimo! Dovresti venire vestita così tutti i giorni.>>

In preda al panico iniziai ad osservarmi: le camicia bianca della divisa era sbottonata facendo intravedere un po’ di seno, la gonna copriva appena il sedere correndo mi si era alzata, i capelli erano sciolti e mossi come una chioma di leone. Ero entrata in classe con un aspetto completamente diverso dal solito, ero passata da un estremo all’altro.

Arrossi, non avevo mai pensato di cambiare il mio modo di vestire, non mi era mai passato per la testa, ma ora, che per caso l’avevo fatto, mi sentivo meglio, nuova, forse era questo che stavo cercando, una nuova Hermione. In effetti la perfetta Hermione dava un po’ a desiderare: impeccabile in ogni cosa, un genio in tutto, ma prevedibile, senza personalità, come robotica, come se tutta la sua vita fosse stata programmata da quando è nata, senza originalità, senza fantasia.

Adesso cambieranno un po’ di cose, darò sfogo a me stessa, farò tutto quello che ho sempre reputato stupido e insensato, tutto quello che non ho mai osato fare, trasgredirò ogni regola possibile e immaginabile, quello che voglio diventare sarà una ragazza senza paura, senza vergogna, ma soprattutto piena di vitalità e ingegno.