Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Sirio J Dawson    01/12/2011    1 recensioni
... - Baby sei bellissima quando ti arrabbi. – me lo ritrovo davanti agli occhi, accovacciato che mi sorride dolcemente.
- Io.. non volevo scusami.- mi prese la mano e mi fece alzare.
Mi girai, il solo tempo di capire che avevo le spalle all’armadio, poi solo il nostro amore.
Le sue labbra contro le mie, che si unirono in un unico bacio, il mio viso stretto delicatamente tra le sue mani.
L’aria sapeva di cioccolata e di latte, i suoi baci erano un qualcosa di fantastico.
- Justin baci come un dio lo sai? – gli diedi un bacio, mi abbracciò così forte da farmi mancare il respiro.
- E tu sai che io senza di te non posso stare? – mi strinse ancora più forte, si tolse con la punta del piede le scarpe, il suo abbraccio si sciolse e mi fece cadere sul letto...
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passo, o non passo?
 

 
Ero ancora più nell’ansia, ora che c’erano delle persone importanti a giudicarmi mi sentivo ancora più emozionata.
- Allora cosa ci porta questa bella ragazza?- disse il canadese con fare scherzoso.
Voleva mettermi a mio agio, lo sapevo, si capiva, era quasi scontato.
Se qualche ragazzina avrebbe pensato che quel: “ questa bella ragazza” fosse un tentativo per rimorchiare forse aveva capito male.
Mi stavano fissando, non avevo risposto alla domanda.
- Ehm, si scusatemi, canterò un pezzo di I’m alive, di Celine Dion.- le parole mi uscirono quasi le avessi imparate a memoria.
- Oh benissimo, mi piace Celine Dion, è canadese come me!- aveva un sorriso paradisiaco.
- Se vuoi iniziare, noi siamo qui. Ma prima dicci il tuo nome. – la giornalista voleva arrivare al dunque. Si vedeva che aveva accettato per qualche clausola sul contratto.
- Si, io mi chiamo Lucinda.- troppo timida ed impacciata, meno male che c’era Justin che ogni tanto mi faceva sorridere facendo qualche smorfia.
- Bene, dai incomincia e dai del tuo meglio!- disse Justin, regalandomi un sorrise a 32 denti.
- Va bene…- era venuto il mio momento incominciai.
 
When you call on me
When I hear you breathe
I get wings to fly...
I feel that I'm alive

When you look at me
I can touch the sky
I know that
I'm alive.

 
Justin si dondolava al ritmo della mia voce ed ogni tanto mi sorrideva, mentre quella scorbutica della giornalista muoveva leggermente le labbra sussurrando le parole.
- Okkey, può bastare.- disse la critica aspramente.
- No, è già finita?- Justin si rattristò per un momento, poi tornò sereno.
- Credo che sia stato un azzardo portare ad un provino una canzone di Celine Dion. Sappiamo tutti che ha un timbro di voce molto ricercato, quindi credo che tu abbia osato un po’ troppo, ma nel complesso va bene.-  la critica non mi piacque particolarmente, ma mi aveva detto si, già era un grande passo avanti.
- Io credo che abbia interpretato molto bene la canzone, è molto diversa dalle altre ragazze, che hanno portato canzoni piuttosto elementari, per me va più che bene!- disse entusiasta rivolgendomi un sorriso.
- Quindi passo per lo stage?- sussurrai quelle parole, non volevo sembrare presuntuosa.
- Certo, ti seguirò io nel tuo percorso musicale!- mi fece un occhiolino, si alzò dalla sedia mi venne incontro abbracciandomi sotto gli occhi sconcertati della collega.
Mi lasciò andare e uscimmo dalla porta, salutai la giornalista con un – Arrivederci- molto timido, ora mi importava ciò che Justin mi avrebbe detto.
Mia madre mi aspettava facendo un’enigmistica, aveva gli occhiali scesi sulla punta del naso, si girò e ci vide, subito le comparve un sorriso che mi fece sorridere a mia volta.
- Quella signora è tua madre?- Justin interruppe così il silenzio che si era andato a creare.
- Si, lei è mia madre!- dissi sorridente.
Andavo molto fiera di mia madre, era una donna rispettabilissima.
- Piacere signora, io sono Justin Bieber e sarò il coach che seguirà sua figlia Lucinda nello stage.- mi fece l’occhiolino mentre protese la mano  verso la mia mamma.
- Oh, piacere Justin, io sono Karina, piacere di conoscerti!- si sorrisero a vicenda, le stava simpatico, e io ne ero più che felice.
- Bene, io devo andare, ti lascio ai tuoi allenamenti vocali con il tuo maestro, fammi sapere!- mi diede un bacio sulla fronte e si avviò verso la porta.
- Ma come già iniziamo?!- soggiunsi io, quasi scandalizzata.
- Certo, non dura all’infinito questo stage, vieni ti porto nella mia camera, o meglio, nella nostra camera, visto che siamo quasi coetanei ho pensato che potrebbe andare bene.- mi prese la mano, e solo allora mi resi conto che quel edificio dove si tenevano le audizioni era un Hotel.
 - Dai su, parlami, dimmi qualcosa, conosciamoci un po’!- disse lui con tono entusiasmante.
- Oh scusami è che sono disorientata, poi stare a stretto contatto con un ragazzo così famoso ed in vista mi mette leggermente a disagio..- non mi fece finire la frase che poggiò l’indice sulle mie labbra in segno di stare in silenzio.
- Non ti preoccupare baby, è tutto normale, ti capisco, per scioglierti un po’ che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa, qui in questo hotel cucinano piuttosto bene, ma prima ci andiamo a preparare, che ne dici?-  mi sembrava un’idea bellissima, annuii.
Ci fermammo e arrivammo alla stanza numero 24, prese le chiavi e le inserì nella toppa, spalancò la porta e mi fece entrare.
Che bell’ambiente, era stato così carino da farmi portare già le valige in camera!
Aveva pensato a tutto per farmi sentire a mio agio.
- Ehì baby, a che pensi?- mi faceva venire la pelle d’oca quando mi chiamava ‘baby’.
- A nulla, solo a quanto poco mi conosci, ma già ti prendi tante accortezze per me. – dissi sinceramente guardandomi la punta dalle scarpe.
Neanche il tempo di rialzare lo sguardo, che lui si stava apprestando a sfilarsi la maglietta.
Stavo quasi per urlare quando mi guarda divertito.
- Che c’è?- si mette a ridere come un ossesso, sfilandosi completamente la maglia.
-DIO BUONO!- mi uscì di riflesso.
- Lucinda ma che dici!- continuò a ridere. La ridarella da lui passò a me, così ridemmo insieme per circa un minuto.
- Okkey, ora basta Luce, facciamo i seri e prepariamoci.- mi sorrise nuovamente e si avviò verso il bagno.
- Senti Justin quanto ci metti a fare la doccia?- dissi timidamente.
- Poco baby non ti preoccupare!- strillò per farsi sentire, visto che aveva aperto l’acqua della doccia.
Dopo una ventina di minuti lo vedo spuntare dalla porta del bagno.
Mi verrebbe da ridire quel Dio buono, ma non volevo fare la figura della maleducata.
Cercai di addormentarmi, perché ero veramente molto stanca.
Dopo poco sentii una mano fredda toccarmi una guancia.
Era lui, sentivo i suoi occhi fissarmi.
- Luce, che ti sei addormentata?- mi disse dolcemente.
Riaprii gli occhi, e lo vidi seduto accanto a me, che mi guardava con un sorriso meraviglioso.
- Ti sei svegliata piccola.- piccola? Come PICCOLA?
O mio dio, mi prese il batticuore, sgranai gli occhi.
- Mi hai chiamata piccola?!- lo fissai negli occhi, forse troppo glacialmente.
- Hai ragione scusami, forse ti da fastidio tutta questa confidenza e…- si vedeva che mi stava chiedendo scusa, ma io lo fermai.
- Justin, il mio non era un rimprovero, nessun ragazzo mi aveva mai dato un soprannome, quindi la mia è stata una reazione di riflesso, perdonami tu di averti risposto così sgraziatamente.- non volevo mettere in tensione il nostro rapporto appena andatosi  creare.
- Davvero Piccola?- disse il canadese guardando fuori dalla finestra.
- Si, dico davvero.- gli sussurrai mentre si sdraiò su di me mettendomi le mani attorno ai fianchi per abbracciarmi.
- Fammi sentire l’infinito baby. – il suo corpo sul mio era un qualcosa di straordinario. Un bacio, due, poi niente più.
 
 

* Angolo dell’autrice *
 

 
Okkey, adesso mi frusterete a morte, avete ragione si conoscono da manco un’ora e già fanno sto bordello.
Li conoscete i colpi di fulmine? Bhè questo è uno di quelli.
Spero comunque che vi piaccia, lasciate delle recensioni. :3
Una bacio:

Sirio Dawson.

   
 
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