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Autore: Back To Vegas Skies    01/12/2011    3 recensioni
Gabe e Alex ignoravano completamente la loro esistenza, sempre circondati da decine di ragazzi adoranti che avrebbero fatto di tutto pur di essere ammessi nella loro ristrettissima cerchia, di cui facevano parte solo pochi e selezionati fortunati, riscuotendo l’invidia dell’intero istituto. Sì, perché Gabe Saporta, simpatico e divertente, Alex Greenwald, bello e brillante, Travis McCoy, l’ombra di Gabe e gay dichiarato, Dallon Weekes, che con quegli occhioni blu riusciva ad ammansire le folle, e Brendon Urie, il più piccolo del gruppo, erano i ragazzi più popolari del St. Patrick e chiunque aveva almeno una volta desiderato essere loro amico, per poter essere al centro dell’attenzione di tutta la scuola. Ma William e Ryan non avevano intenzione di entrare nel loro gruppo, si limitavano ad osservarli da lontano, sperando che, prima o poi, si sarebbero accorti di loro.
[The Academy Is...,Cobra Starship,Pete Wentz,Travis McCoy,Panic!At The Disco, Alex Greenwald,The Cab]
Storia scritta a quattro mani da me e Annabells, nata così all'improvviso e vista crescere a dismisura sotto i nostri occhi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

I just lost control, I just wanted you to know,
when I'm on my own I feel invisible.
I just lost control, I just needed you to know,
when in front of you I feel invincible.

 
- Buongiorno - disse Nate, con un sorriso, mettendosi seduto lentamente sul letto e strofinandosi gli occhi.
Suarez gli sorrise a sua volta, con la faccia mezza affondata nel cuscino. Nate in quel momento, con i capelli tutti arruffati che andavano da tutte le parti, gli sembrò un bimbo, come la prima volta in cui l’aveva visto.
- E’ bello avere qualcuno in camera - continuò - anche se questo qualcuno russa!
Nate scoppiò a ridere e Alex gli lanciò il cuscino in faccia.
- Io non russo! - esclamò, arrossendo, senza però poter evitare di ridere.
- Sì, come no - lo prese in giro l’altro, rilanciandoglielo sulla testa.
- Ripetilo se hai il coraggio! - rise Suarez, attaccandolo di nuovo con il suo cuscino.
Nate prese il suo e si fiondò sul letto dell’altro, ridendo a crepapelle e colpendolo in più punti possibili e fermandosi esausto dopo qualche minuto.
Nate era steso sopra di lui, con il cuscino in una mano e il fiatone. Il sorriso sul suo volto era sfumato velocemente e adesso lo guardava con gli occhi sgranati da una distanza decisamente troppo ravvicinata. Suarez sentiva il suo respiro caldo sulla sua faccia e i loro petti premuti l’uno contro l’altro, gli pareva addirittura di sentire il ritmo del cuore di Nate accelerare insieme al suo. Era una situazione abbastanza imbarazzante, sì, ma Nate non sembrava avere intenzione di spostarsi, probabilmente stava riflettendo sul modo più veloce per scappare via urlando. E invece, contro ogni aspettativa di Suarez, Nate lasciò cadere il cuscino e gli passò le dita tremanti tra i capelli, spostandogli timidamente le ciocche castane dagli occhi, scendendo poi lentamente verso le guance e infine sulle labbra socchiuse. Suarez sentiva il cuore dell’altro pulsare violentemente contro il suo petto, e anche il suo sembrava sul punto di voler uscire dalla cassa toracica e andarsi a fare un bel giretto.
Anche lui lasciò andare il cuscino e gli toccò il viso a sua volta con cautela. Continuava ad avere paura che sarebbe potuto scappare da un momento all’altro.
Nate si avvicinò di più, anche se aveva l’aria davvero spaventata. Evidentemente dopo lo avrebbe denunciato, ma cosa importava? Adesso erano lì, così vicini che Suarez poteva contargli le ciglia ed era questo quello che contava. E Nate gli stava guardando le labbra. Gli stava guardando insistentemente le labbra. E così Suarez fece la cosa più ovvia da fare. Sporse la testa in avanti e lo baciò velocemente, aspettando la sua reazione, con il cuore che, contro ogni legge fisica, stava correndo ancora di più. Era stato un contatto minimo, un semplice sfiorarsi, ma questo era bastato ad accendere la scintilla. Nate gli aveva intrecciato le dita tra i capelli e adesso lo stava baciando, per davvero.
Non poteva essere vero, non poteva essere possibile. Dopo solo una notte in camera insieme, si stava avverando tutto (o quasi) di quello che Alex aveva solo immaginato sarebbe potuto accadere.
Non aveva mai baciato un ragazzo, eppure quella sensazione superava di gran lunga tutto quello che aveva mai provato con una ragazza. Strinse tra le dita la maglietta bianca di Nate e lo tirò maggiormente a sé, sperando con tutto se stesso che quella non sarebbe stata la prima e l’ultima volta.
- Credo che dovremmo andare… - sussurrò sulle sue labbra, poco convinto.
- Mmh - protestò Nate -Dobbiamo proprio?
Suarez sorrise, accarezzandogli i capelli.
- Vuoi che mi caccino dalla tua stanza?
Nate balzò in piedi, tirando Alex con sé.
- Certo che non voglio, idiota! Però potremmo restare ancora un po’… - piagnucolò Nate.
- Muoviamoci! - esclamò, baciandolo di nuovo - L’ora di pranzo arriverà presto - sussurrò poi Suarez, mettendogli le braccia intorno alla vita.
- Suppongo che non avremo molto tempo per mangiare - rise l’altro, trascinandolo con sé in bagno.
 
 
Ian non poteva credere a quello che aveva visto, e non poteva neanche credere al fatto che stava avendo una reazione così grossa. Da quando la cottarella innocente era diventata una cotta con i fiocchi? Bussò due volte alla porta e non gli restò che aspettare che Brendon gli aprisse. Una volta che lo fece, non poté non notare i capelli sconvolti e il segno della cucitura del cuscino sulla guancia.
- Sei innamorato di una sgualdrina totale- disse entrando e sedendosi su quello che doveva essere il letto di Ryan. Maledetto Ryan.
Brendon lo guardò confuso prima di rispondere, perplesso.
- Chi gli piace adesso? O meglio, cosa hai visto?
- Il professor Smith.
- Cosa c’entra adesso il professor Smith?
- Stavo andando nell'aula di musica quando li ho visti sulla panchina che c'è a lato all'entrata. Dovevi  vederli come ridevano! E non c'era traccia di un minimo di distanza tra di loro! E poi il tuo Ryan l'ha abbracciato, posando la testa sua spalla! Non è normale, pensavo che Smith avrebbe avuto almeno la decenza di nascondere la loro relazione alla luce del sole.
Ian poteva vedere che Brendon si stava torturando il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, non aveva senso. Doveva essere furioso o quantomeno geloso, no?
- Che c'è da ridere?
- No, niente è solo che, davvero, perché sei così agitato dalla cosa?
- E' un professore, Brendon, non dovrebbe intrattenere rapporti con un alunno!
- Un alunno che non sei tu, intendi dire?
- Io non ho una cotta per Smith, Bren.
- Per me va bene, non ho problemi con questo, ma ammettilo almeno a te stesso. Non sarebbe strano, Spencer è un bell'uomo e una persona intelligente. E solo per la cronaca, non c'è niente tra di loro, mi stupisco che tu non lo sappia, loro due sono cresciuti insieme. Voci dicono che Ryan ha passato l'intera infanzia a casa di Spencer, ma questo non ha mai influenzato il suo mestiere.
- Ah.
- Già. C'è qualcos'altro che vuoi dirmi?
- Credo di avere una signora cotta per Smith.
- Già e come ho detto, non ho problemi con questo.
 
Sabato era arrivato, e con lui anche la tanto temuta cena. Il preside lasciava sempre il sabato sera libero ai suoi alunni, sosteneva che era importante per la socializzazione (anche se alle dieci dovevano essere tutti in camera). Di solito anche il cibo preparato il sabato sera era decisamente migliore, e non di rado i ragazzi preferivano restare all’interno dell’istituto piuttosto che uscire.
Dallon aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere quella sera, era come camminare su un territorio minato. Gabe non aveva mai avuto un’idea peggiore di questa, c'erano così tante cose strane da lasciargli il sospetto che la sua vita si stava tramutando in una pessima puntata di Beautiful. E per di più Gabe doveva smetterla di fare il Cupido, davvero.
A loro si sarebbero uniti anche Ian, Cash e Deleon, cosa che probabilmente avrebbe reso il tutto meno imbarazzante. Anche se quel Deleon sembrava già abbastanza imbarazzante per i fatti suoi.
Alle sette puntuali sia lui che Ian uscirono dalla stanza. Ian sembrava più carino del solito con quella camicia bianca lasciata un po’ aperta, ma forse era tutto dovuto al fatto che quell'aria triste che solitamente gli aleggiava intorno si era alleviata parecchio. Nello stesso momento uscirono anche Gabe e Will, che erano talmente presi in un discorso, da non accorgersi nemmeno di loro. Si chiese se era l'unico che avesse notato l'incredibile chimica tra i due, e se Travis facesse solamente finta di non vedere o davvero non si era accorto di nulla. Era lampante che William pendesse dalle labbra di Gabe, mentre per Travis provava solo imbarazzo per le avances poco sottili che riceveva. Probabilmente solo lui e Ross erano a capo di questo, e parlando di Ross non era una persona così orrenda e superficiale. Peccato che la situazione tra lui e Brendon non si evolvesse: se non si ignoravano (o meglio, se Ross non lo evitava e Brendon non faceva il coglione) comunque evitavano di parlarsi, se non per cose altamente necessarie.
Alex in tutto questo non sapeva cosa fare e del resto, nessuno di loro poteva farci qualcosa.
Quando Dallon e Ian arrivarono giù, Ross stava parlando con Deleon con aria estremamente annoiata. Dall'altra parte del tavolo c'erano Travis, Cash e Alex, che ridevano sicuramente per qualche battutaccia volgare di Trav. La vera domanda era dove fosse finito Brendon. Che fosse morto affogato nelle sue stesse lacrime?
 Dallon si sedette accanto a Ian, facendo mille supposizioni su quale fosse il motivo del ritardo di quel cretino del suo migliore amico. Si guardò intorno preoccupato, sperando di vederlo spuntare da un momento all’altro con la sua solita faccia da cane bastonato che ultimamente gli era diventata propria.
Ma intorno a sé vedeva solo gli altri studenti, abbastanza sorpresi dal fatto che il gruppo di Saporta e company stesse fraternizzando con quei ragazzini che, davvero, con loro non potevano avere nulla a che fare.  Qualche minuto dopo, quando orami erano tutti a tavola, Dallon cominciò seriamente a preoccuparsi e stava quasi per alzarsi per andare a cercare Brendon, quando si accorse che tutte le persone del suo tavolo erano voltate verso l’entrata.  Brendon era splendido, era così bello che tutti rimasero a bocca aperta. Camminò attraverso la sala con un sorriso smagliante, felice dell’effetto che la sua entrata aveva provocato. Prese posto accanto a Ian, sorridendogli, prima di salutare tutti. Dallon notò la cura con cui Brendon si era preparato, non aveva neanche un capello fuori posto e tutti sembravano rapiti da lui, persino Ryan, che sbatté diverse volte le palpebre come se non credesse a quello che stava vedendo.  Anche Brendon si accorse che Ryan lo guardava e, con un sorriso più bello di prima, abbracciò affettuosamente Ian dandogli un bacio sulla fronte. Dallon si accorse che dopo quel gesto, Ross aveva distolto subito lo sguardo girando la testa verso  Deleon  e dicendogli che “No, Justin Timberlake non era Dio, o qualcosa del genere.''
 
Spencer era nel pieno di una cena con Jon, il meraviglioso Jon, quando si accorse che a pochi tavoli di distanza c'era Crawford, sorridente, che veniva abbracciato forte da Urie. Certo, che Brendon Urie abbracciasse i suoi amici non era niente di strano, in quel gruppo di ragazzi erano tutti molto affettuosi l'un l'altro, in fondo erano un po’ come una famiglia (per non dire che era convinto che il 90% di loro fosse irrecuperabilmente gay).
Non riusciva a capire come Ryan lo trovasse odioso quel ragazzo, lui lo trovava una persona intelligente e con un buon umorismo, che non era una cosa da sottovalutare. E a proposito di Ryan, gli avrebbe dovuto spiegare perché proprio in quel momento lo stesse fissando, forse c'era qualcosa che aveva evitato di dirgli.
Ma tornando a Ian c'era qualcosa di quel ragazzo che lo incuriosiva, anche perché, se bisognava ammetterlo, prima non avrebbe mai guardato nessuno mentre era con Jon. E questa curiosità poteva essere pericolosa, dato che si trattava pur sempre uno studente e Pete tendeva ad essere ossessivo sulle persone che lo circondavano. Spesso pensava di cercarsi un nuovo posto di lavoro, ma almeno fino a quando Ryan studiava lì non se la sentiva di andarsene. Era ben consapevole che non poteva pensare solo per lui, inoltre la sola idea di lasciarlo da solo lo terrorizzava. Spencer smise di pensare a questo solo quando Jon lo richiamò, chiedendogli se era d'accordo. Per una volta non gli interessava più di tanto, forse quella curiosità l'aveva sottovalutata.
 
Will era seduto accanto a Gabe e, se non ci fosse stato Travis che interrompeva il loro discorso ogni cinque minuti, sarebbe stata una serata perfetta. Guardò Ryan in cerca di supporto, sperando che l’amico avesse capito e avesse conficcato una forchetta nella mano di McCoy, ma sembrava così interessato al contenuto del suo piatto che difficilmente si sarebbe accorto di lui.
Gabe era divertente e ormai lo considerava suo amico, cosa che andava ben oltre le speranze di Will, che solo un mese prima non avrebbe mai creduto di potergli neanche dire “ciao”, ma davvero, Travis stava diventando insopportabile. Gli era sempre sembrato un ragazzo a posto, lo aveva considerato simpatico e spesso si erano fermati a parlare dopo qualche lezione, ma da quando ci provava così palesemente con lui, il solo stare nella sua stessa stanza lo imbarazzava come non mai. Will non era come Ryan. Ryan apprezzava le attenzioni dei ragazzi, spesso gli bastavano due parole con qualcuno e poi via in un angolo a pomiciare. William, invece, cercava il vero amore. Sapeva che si trattava di un’idea abbastanza anacronistica e forse infantile, ma l’idea di doversi dare a qualcuno che non lo amava gli dava i brividi. Come faceva Ryan a farsi mettere le mani addosso da qualcuno che probabilmente non avrebbe visto mai più? Probabilmente era anche per questo che, con suo estremo disappunto, a vent’anni suonati era ancora vergine. Ma cercò di non pensarci, concentrandosi su Gabe, che in quel momento era impegnato in uno dei suoi discorsi trascendentali su cobra e deserti.
Sobbalzò, sentendosi una mano sulla coscia. D’istinto, si girò verso Travis, ma vide che entrambe le sue mani erano occupate da coltello e forchetta, e inoltre il suo braccio non poteva arrivare fin lì, sulla sua gamba sinistra. Con una marea di sentimenti contrastanti dentro di sé, che andavano dall’imbarazzo fino alla più pura sorpresa, si rese conto che quella mano premuta contro il tessuto dei suoi jeans aderenti  non poteva appartenere a nessun altro se non a Gabe, che continuava a parlare tranquillamente. Will fece finta di non accorgersene, o almeno che non gliene importasse niente, anche se persino Travis, che sembrava cieco per quel genere di cose, sembrava furioso e il suo sguardo dardeggiava da Gabe alla mano e dalla mano a Gabe. Ma il clou della serata si ebbe poco più tardi. Quando, dopo minuti che sembrarono interminabili, la mano “compromettente” fu spostata dalla coscia, Will, che in pratica non aveva toccato cibo, si fiondò sulla torta di fragole e la divorò in un attimo.
- Tieni, prendi anche la mia - aveva detto Gabe, che spesso durante la serata lo aveva intimato a mangiare, sostenendo che fosse “così magro”.
Will accettò con un sorriso e in men che non si dica, fece sparire anche quella.
- Allora per farti mangiare dovrò far cucinare sempre torta alle fragole? - chiese Gabe, sorridendo.
In realtà a Will sarebbe bastato non avere una sua mano sulla gamba, ma non rispose, limitandosi a una risatina.
- Aspetta, hai della panna qui… - disse poi Gabe, sporgendosi verso di lui e pulendogli delicatamente con il pollice l’angolo delle labbra.
Will si sentì avvampare. In un attimo si accorse che tutti gli sguardi erano puntati su di loro e su quella situazione lievemente ambigua. Probabilmente a Travis stava per uscire del fumo dalle orecchie.
Gabe sembrò non accorgersi di nulla e riprese a parlare come se niente fosse successo.
 
Travis voleva fidarsi di Gabe, l'aveva anche fatto ma ora non ne era più molto sicuro. Inoltre, non riusciva a capire se quello che si spacciava per il suo migliore amico, era scemo o la faceva.
Non era la prima volta che candidamente, senza nemmeno rendersene conto, lo mandava in bestia. Ma se poteva sorvolare sul fatto che l'amico gli desse buca per guardarsi un film scadente con Will, per poi addormentarsi accoccolato a lui, non poteva su questo.
Specialmente quando era l'intera serata che distoglieva, ripetutamente, l'attenzione di William con mezzi infimi, come mettergli una mano sulla coscia per poi fare finta di nulla. O peggio ancora, toccandogli le labbra. Quelle labbra che avrebbe voluto toccare lui, ma che grazie a lui, ora pensava di non poterle toccare mai più.
 
Brendon aveva cercato di essere buono con Ross, davvero, ma lui non gliene aveva dato l’opportunità. Voleva evitarlo? Preferiva prestare attenzione ai vaneggiamenti di Deleon piuttosto che a lui? Bene.
Aveva deciso che avrebbe seguito il consiglio di Dallon. Certo, nei limiti della decenza, o quasi. Così aveva passato tutta la serata a coccolare Ian, che non sembrava disprezzare le sue attenzioni, ma che ne sembrava divertito. Gli avrebbe spiegato tutto più tardi ovviamente, sperando che l’amico non si sarebbe arrabbiato per essere stato usato come mezzo per il suo sporco trucchetto.
Gli accarezzava i capelli, gli diceva cose all’orecchio, rideva delle sue battute, gli faceva complimenti su complimenti…
- Sei una puttana, Brendon - gli aveva detto sottovoce Dallon, ridendo.
Forse lo era, ma non era bastato. Ryan continuava ad ignorarlo palesemente.
 
 


* * *
SIAMO TORNATE, GENTE!
<3
 
 
   
 
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