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Autore: blueclipse    01/12/2011    1 recensioni
ginevra si è appena trasferita in città con il padre. qui incontra un ragazzo bellissimo e insopportabile. ma sarà davvero impossibile andarci d'accordo? non lo vuole più vedere oppure no?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No no no e poi no! Non è possibile.. perché? Lo sapevo che dovevo rimanere a casa oggi.. pensai fissandolo incredula.

-hai perso la lingua ora? O sei rimasta talmente incantata dalla mia bellezza da rimanere senza parole?- E riecco quel suo sorrisetto così irritante.

-no, ero intenta a maledire mentalmente questa giornata iniziata male. E poi quando mai ti ho detto di essere bello? Ribadisco: Tu. Non. Sei. Il. Mio. Tipo. Semplicemente io non guardo solo all'aspetto diversamente da quelle ochette qua-qua che ti stanno dietro.-

-e ovviamente sei rossa per il freddo immagino.-

Maledizione! Sempre ragione deve avere questo qui? Mi sono voltata e ho rivisto un angelo! Come posso non arrossire?!? Poco importa che il carattere sarebbe da dare in pasto ai caimani, quando uno è bello basta poco per toglierti il fiato. E quegli occhi poi.. da dichiarare illegali, dovrebbero proibirli. Mi stavo imbarazzando di nuovo. Sentivo le guance prendere lentamente fuoco, come se provassero gusto a farmi attendere l’esito finale del loro gran lavorare per mettermi a disagio. E devo dire che ci stavano riuscendo perfettamente.

-ho la pelle delicata e sono qui che aspetto da un po' visto che sono arrivata in anticipo. Risultato? Mi sto lentamente, inesorabilmente congelando.-

Mi guardò a lungo senza dire niente o fare il più piccolo movimento, come se mi stesse studiando. Poi improvvisamente si tolse la sciarpa e me la mise intorno al collo.

Ero sotto shock. Avevo anche smesso per un attimo di tremare per il freddo. Non me lo sarei mai aspettata. Non mi aveva dato l'idea di essere un tipo gentile, pensavo fosse troppo egocentrico per poter accorgersi dei bisogni degli altri.

Ero ancora immersa nei miei pensieri quando arrivò l'autobus e lui salì prima che potessi ringraziarlo.

-non sali tu? Il freddo ti impedisce di muoverti o ti ho incantata di nuovo?-

A quelle parole mi riscossi dallo shock del suo gesto e lo seguii dentro l'autobus stracolmo di gente.

Unico posto libero? Quello accanto a lui. Ovviamente. Potevo sperare diversamente? no.

Ero ancora indecisa se rimanere in piedi o sedermi li che lui poco gentilmente mi prese il braccio tirandomi e facendomi finire seduta vicino al finestrino. Impossibile scappare ora, lo avrei avuto vicino per tutto il viaggio fino a scuola.

-guarda che non ti mangio mica, sai?- mi disse avendo notato che mi ero messa il più lontano possibile da lui, per quanto me lo potesse permettere quell'angusto spazio. Ma così vicini e stretti dovevano farli i sedili?!? e meno male che sono magra!

-ma mi spieghi perchè ogni mia più piccola azione deve essere per forza causata da te o dalla tua bellezza? Tu sei veramente irritante! Il mio mondo non gira per niente intorno a te, lo vuoi capire o no?-

-in effetti non riesco proprio a capirlo. Insomma fin'ora tutte, e ripeto TUTTE, sono cadute ai miei piedi appena mi hanno visto. Tu invece sembri resistermi, ma è impossibile, per voi sono troppo bello. Quindi perchè non ti arrendi subito?-

Ok, io ce l'avevo messa tutta per rimanere calma, ma lui aveva osato mettermi allo stesso livello di quelle ochette qua-qua che gli sbavavano dietro. Più offesa di così non potrei essere! Ha superato i limiti, chi si crede i essere questo qui? Troppo irritante! Ora mi sente..

-toc toc- gli dissi mentre bussavo alla sua testa, arrabbiata come non mai -c'è nessuuuno? No non mi sembra. Ora capisco tutto!- esclamai sorridendo e a voce abbastanza alta perchè chi era vicino potesse sentirmi -poverino.. la tua bella testolina ha le ragnatele da quanto è vuota quindi è ovvio che tu non riesca a capire quello che ti dico da quando ci siamo incontrati. Ora riprovo. Tu non mi interessi, non mi piaci, e io non faccio parte di quelle ochette qua-qua che ti corrono dietro solo perchè hai un bel viso, capito?- scandii bene le parole come se parlassi con un bambino di tre anni.

I ragazzi che avevano seguito la scenetta non erano riusciti a trattenersi dal ridere, mentre le ragazze... beh le ragazze o mi guardavano allibite o cercavano di annientarmi con la sola forza degli sguardi. E lui, lui era ammutolito.

Io incurante di tutto e tutti scesi dal bus che per grazia divina era finalmente arrivato alla mia fermata e anche alla sua come potei notare con infinita rassegnazione quando lo vidi scendere frettolosamente prima che le portiere si richiudessero. Doveva averlo shockato parecchio il mio discorso se ci aveva messo così tanto tempo a riprendersi. A questo pensiero sorrisi soddisfatta e entrai a scuola.

 

Ma la giornata storta a quanto pare non era ancora finita. Infatti quando arrivai finalmente in classe dopo essere passata dalla segreteria lo vidi seduto sopra la cattedra che parlava tranquillamente con i suoi amici.

Vicini di casa, stesso autobus per andare a scuola, stessa scuola e anche stessa classe?!? no!! vado a vivere al Polo Nord, ho deciso! Mi piacciono i pinguini e lì di sicuro lui non mi seguirà e potrò vivere tranquilla. Si a casa ne parlerò con papà e lo convincerò. Che ho fatto di male per meritarmi tutto questo? Che rabbia..

-finalmente sei arrivata, pensavo ti fossi persa per il corridoio.. mi presento sono Daniele il tuo nuovo compagno di banco!- sorrise -sono sicuro che passeremo un bell'anno insieme-

Ora ero io a essere rimasta senza parole e a guardarlo come se avessi visto un fantasma.

Vicino di banco, vicino di banco, vicino di banco, vicino di banco mi ripetevo come un mantra. Poteva la fortuna volermi così male? Si, evidentemente si.

-di nuovo ammaliata dalla mia bellezza?- mi disse con tono canzonatorio e io mi ripresi dallo stato di trance.

-assolutamente! Passare un intero anno come tua vicina di banco fa parte dei miei sogni proibiti- gli risposi con convinzione spiazzandolo. Non se la aspettava quella risposta, ma forse non aveva capito per l'ennesima volta con chi aveva a che fare.

-davvero?- mi chiese infatti

-si, è da quando gli asini volano che lo sogno!- colpito e affondato.

I suoi amici mi guardarono ammirati fra le risate, le ragazze in classe incredule. Poi quella più vicino a me scoppiò a ridere.

-sono Alice, la sorella di questo zotico qua- disse indicandolo appena si fu ripresa un po' -sei la prima ragazza che gli resiste, ti ammiro. Era ora che qualcuno lo riportasse con i piedi per terra! Sono sicura che andremo molto d'accordo io e te-

-si lo credo anch'io. Mi chiamo Ginevra- le risposi contenta di aver trovato subito una ragazza così simpatica.

Poi suonò la campanella e mi avviai al mio posto come se andassi a un funerale. La scuola era ufficialmente iniziata. 

  
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