Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Brenda_    02/12/2011    4 recensioni
-...Non esiste persona capace di sciogliere il ghiaccio dentro me… la verità mi colpisce come un pugno in pancia, appena sposto lo sguardo sul ragazzo che dorme con la faccia appoggiata al pavimento-
poche parole sui pensieri di Gazel :)
con un Axel che non avete mai visto ^^ attenzione, anche se la adoro, non è una gouengaze!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedicata a tutti quelli che sono diversi
Dalla massa.
Che sono alla ricerca di qualcosa in cui credere e lottare.
Che si sono chiesti più e più volte il perchédella
Loro diversità, e non sapendo
Darsi una risposta hanno continuato a cercarla
Difendendo le proprie convinzioni.
Continuate così, ragazzi.
Solo i pesci morti vanno con la corrente.

 
                                                             “ho sempre avuto il dono (o il difetto?) di saper nascondere agli
                                                                                                      altri le mie emozioni.”
       


 Siamo seduti in cerchio, la sala comune sta diventando più ostile e cupa che mai, con il lungo tavolo di mogano nero illuminato dalla fioca luce della torcia di Hiroto, o il tappeto sul quale siamo seduti in cerchio.
Mentre Nagumo mi passa la bottiglia il mio stomaco si rivolta, non posso bere una simile porcheria: storco le labbra e la offro a Jordan, vicino a me.
Spalanco la bocca quando si scola metà liquido e un pungente odore di alcol mi sale su per le narici; intanto Reina sta descrivendo ogni suo rapporto sessuale nei minimi dettagli.
-si.. mi ha presa davanti e dietro, non avrei mai pensato che uno sfigato del genere potesse essere così superdotato..-
Hiroto, Nagumo e Maquia pendono letteralmente dalle sue labbra carnose, Jordan è troppo assorto nell’osservare il ragazzo dai capelli rossi da accorgersi veramente di ciò di cui stanno parlando, e io mi lascio invadere dai racconti, le parole scorrono sulla mia mente come pioggia su un impermeabile, ma qualche gocciolina deve essere riuscita a passare, perché la mia schiena si sta bagnando di sudore.
Si. La stanza sta decisamente diventando troppo calda, e io odio il caldo.
All’ennesima risata gallinacea di una delle due mi alzo con troppa foga dal tappeto, rischiando di mandare in frantumi il fragile tavolino di vetro della stanza principale dell’Aliea Gakugen.
-Gazel? Che c’è?-
-sono stanco, vado a letto-
Maquia scoppia di nuovo a ridere –ma sono appena le tre!-
Non rispondo nemmeno.
-ma come, non vuoi raccontarci la tua prima volta? Chi è stata la fortunata?- il ragazzo dagli occhi acquamarina viene interrotto da Nagumo, che ridacchiando aggiunge –o il fortunato?-
Volto loro la schiena per nascondere il tono porpora che stanno acquisendo le mie gote
-io non devo raccontare proprio un bel niente, non sono una puttana- e trafiggo con lo sguardo la giovane donna seduta di fronte al mio posto vuoto  -né un puttaniere.- le pupille si soffermano su una chioma accesa e indomabile.
-buonanotte- concludo pacato e con passi felpati mi allontano dal gruppetto.
-Gazel ci sta nascondendo qualcosa…-
-zitta stupida! Ti sente!-
-che mi senta pure! Non sono una puttana, e se lui vuole tenere la cintura di castità fino agli ottant’anni sono problemi suoi, non vuol mica dire che lo dobbiamo fare tutti! È solo un moralista del cazzo, e inizia a darmi sui nervi…-
Stringo forte i pugni, tanto che avverto la pelle della mano lacerarsi sotto le mie unghie.
Uno. Due. Tre. Non spaccarle la faccia. Quattro. Cinque…
Sbatto la porta dietro me.
su, Fuusuke, non puoi di certo essere l’unico. Scommetto che Axel non è mai andato a letto con nessuna. Dorme ancora con il suo pupazzo di peluches!”
-Axel-
-mpf?- si sta ingozzando di nutella. La mia. Alle tre di notte.
-giuro che mi è saltata addosso! Non volevo!-
La sua infantilità mi fa sorridere, ma ribatto acido –certo. Andiamo a denunciarla per stupro allora! Senti, te la concedo per due mesi se però rispondi sinceramente ad una domanda …-
Strabuzza gli occhi: di certo non capita a tutti una simile possibilità.
-..l’hai mai fatto.. davvero?- mi stupisco dell’imbarazzo mal celato delle mie parole.
-rubarti la nutella? Ehmh… devo essere sul serio sinc- gli tiro un cuscino addosso, dalla parte della cerniera.
-scemo. Intendevo… quello-
Scruta la mia espressione e solleva un sopracciglio mentre il suo unico neurone sta lavorando il doppio del normale per riuscire a comprendere la domanda. Dopo non molto tempo qualcosa nel suo viso mi fa capire che ci è arrivato.
-si…- risponde roco –ancora due anni fa io e Natsumi avevamo esagerato con la birra.. anche se eravamo piccoli e non sapevamo.. quello che stavamo facendo-
Gazel. Ora si che sei uno sfigato. Ti rendi conto che anche un idiota si è dato da fare, e quando aveva solamente quattordici anni?
Scuoto  la testa: non posso farmi dominare dalle azioni degli altri
-e poi? Basta?-
Arrossisce di colpo –si, ma non ricordo nessun volto, ero completamente ubriaco..-
-in sedici anni di esistenza.. complimenti- sibilo sarcastico.
Pianta il suo sguardo al cioccolato sul mio volto   -e tu?-
Gli ringhio contro  -sparisci, parassita. Devo pensare, e tu mi sei d’intralcio. Se proprio vuoi dormire vedi di rimanere fermo e muto.-  
-e non osare disturbarmi- concludo freddo.
-ma… ma la mia nutella?-
Rido. Trionfante.  -ho detto che te l’avrei lasciata.. non quando-
-Gazel.. tu lo sai che qualsiasi cosa non vada puoi parlarmene vero?-      il mio compagno di stanza accarezza il fido orsacchiotto di ciniglia, e l’impulso di confidargli tutte le mie convinzioni e paure è forte, ma non gli rispondo e mi sdraio su un fianco dandogli le spalle.
Axel spegne la luce, si raggomitola sotto le lenzuola,  e dopo neanche cinque minuti che il suo respiro diventa regolare e pesante raccolgo le ginocchia al petto.
Ciocche argentee mi sfiorano il viso. Inizio ad attorcigliarmele attorno ad un dito, sovrappensiero.
Ho sempre odiato il mio corpo: il naso all’insù, delicato, la pelle color porcellana, quel cazzo di fisico temprato da anni di allenamenti sfiancanti, gli occhi di ghiaccio che non sono mai stati in grado di lasciar trasparire anche solo un’emozione.
E vogliamo parlare dei capelli?
Ribelli, liberi, chiari e morbidi, esattamente il contrario del mio carattere.
Perché non sono come gli altri? Mi basterebbero anche i caldi occhi di Axel
Cos’ho che non va? Mi accontenterei solamente di possedere un briciolo della vivacità di Nagumo.
Perché sono così diverso? Ogni tanto desidero non essere me, Gazel, il freddo e agile capitano della Diamond Dust, per questo quando mi colgono questi pensieri scappo dalla Alius e mi rifugio sulle rive di un fiumiciattolo.
Sogno un vita normale. Con casini normali, una famiglia, amici veri, magari una ragazza.
Ma tutto questo non potrà mai esistere per me, perché un panzone con i lobi delle orecchie che arrivano alle spalle ha deciso che non meritavo niente di tutto ciò.
Sono una cavia, e al contrario di tutti gli altri mi sono rassegnato ad una vita del genere.
Sempre che di vita di possa parlare.
Hiroto, Ulvida e i ragazzi dell’accademia credono di avere ancora davanti a loro un futuro radioso, ma sono soltanto degli illusi. Sono certi di essere normali, per questo vanno alle feste e si concedono al primo sballato o alla prima puttana che passa. Ma sono degli illusi, perché non sanno.
Non sanno che il nostro avvenire è già stato scritto.
Non sanno che il vero amore non arriverà mai.
Pu essendone convinto non riesco a non sperare…
I miei pensieri vengono interrotti da un gemito di Ulvida, nell’altra stanza. Non oso pensare a cosa stanno facendo quei deficienti e sposto lo sguardo su un Axel che sembra collassato.
Parla nel sonno.
-no!.. no… non posso.. odio questa scuola! Endou..non voglio andarmene, ti prometto che ritornerò!-
E ancora.
-Natsumi… Natsumi.. ti amo… non ti abbandonerò e vivremo per sempre felici e contenti. Avremo il nostro finale insieme, lo giuro!
Poi comincia a blaterare frasi sconnesse e senza un senso, stringendo forte l’orsacchiotto e avvinghiandosi come un polipo alla mia spalla.
Mentre gli tiro un pugno mi convinco che lui il vero amore l’ha trovato a dieci anni,  per quanto lo posso negare da sveglio.
Lo spingo giù dal letto, ma non accenna a ridestarsi, anzi, mi abbraccia ancora più forte. Alzando gli occhi al cielo colgo un particolare che non avevo mai notato.
C’è la luna piena, e di colpo il caldo abbraccio del ragazzo che dorme vicino a me perde ogni importanza.
La luce è così lontana, irraggiungibile, ma allo stesso tempo è vicinissima, basta che allunghi il braccio per impossessarmene.
Unisce tutti sotto il suo manto e nessuno potrà mai dirsi veramente condizionato della forza che sprigiona… desidero tanto arrivare a lei, fredda e romantica al tempo stesso. Anticonformista, solo pochi possono ammirarla sul serio, perché alla sua entrata in scena tutti crollano tra le braccia di morfeo.
-è il bello che ci salverà.- Jordan, con le sue citazioni, ha colpito come sempre il segno.
Non riesco a capacitarmi di quanto siamo caduti in basso. Di quanto le ragazze siano facili. Di quanto i maschi se ne approfittino.
Sono diverso.
Diverso da tutti ed uguale ad ognuno. E no. ho deciso.
Non mi piegherò al pensiero comune. A costo di pentirmene quando sarò vecchio, aspetterò il vero amore a braccia aperte, e fino a quel momento non mi abbandonerò a quel tipo di divertimento con ragazze o ragazzi che non sono in grado di capirmi.
Continuo a sperare, anche se non credo che nascerà mai la mia anima gemella, e questo rappresenta il motivo per cui io sono così rigido in ogni casa che faccio.
Non esiste persona capace di sciogliere il ghiaccio dentro me… la verità mi colpisce come un pugno in pancia, appena sposto lo sguardo sul ragazzo che dorme con la faccia appoggiata al pavimento.
Lui ha tutto.
Io niente.
Possiede l’amore, l’amicizia, una famiglia, è estroverso e felice, sprizza allegria da tutti i pori. Ma soprattutto ha qualcosa per cui lottare, invece io devo ritenermi fortunato se riesco ad alzarmi dal letto ogni mattina.
Lacrime calde di rabbia iniziano a scorrermi sul viso, chiudo gli occhi per non iniziare a singhiozzare come un poppante, mentre il corpo sussulta per tutte le emozioni che mi ostino a trattenere dentro me.
-perché è tutto così ingiusto?- mi chiedo sussurrando nel buio.
-Fuusuke, ci sono bimbi nati sotto una cattiva stella, e noi forse siamo inclusi in quella categoria, ma ciò non significa che non possiamo lottare e stringere i denti per lasciare un impronta indelebile in questo mondo che dimentica così facilmente- le parole di Hiroto sono marchiate a fuoco nel mio cuore, nel mio cervello, nella memoria.
Eravamo piccoli, e lui non era ancora diventato l’odioso Gran, era solamente Hiroto-e-basta. Il mio Hiro_san.
Seduti in riva al mare, dove ci avevano spediti in colonia, osservavamo una famiglia giocare felice sul bagnasciuga.
La bambina, che a vederla sembrava non appartenere alla nostra razza, ma a qualcosa di superiore, un angelo o una fata, veniva sollevata del padre e rideva.
La madre si era avvicinata e i tre si erano uniti in un abbraccio senza tempo. Invece di sorridere mi misi a piangere.
Ero geloso. Volevo esserci io al posto della bambina-fata. Mi ricordo nitidamente la malinconia che si era impossessata di me, quel vuoto che ingoiava ogni emozione, ma Hiroto mi aveva stretto forte a se dicendo che da quel momento erano gli orfani del sun garden la mia famiglia, e di non preoccuparmi.
Mi ero subito sentito sollevato, credendo che le sue parole fossero sacre, e ho continuato a ripetermi questo mantra ogni minuto della mia insulsa vita.
Ed ora eccomi qui. Disilluso e pessimista già a sedici anni.
Guardo l’ora… cazzo. Le quattro e mezza, domani la partita contro la Prominence è fissata alle undici, ma prima devo allenare la mia squadra.
Dovrei dormire, ma non ci riesco. I gemiti dell’altra stanza crescono sempre più e Axel inizia a urlare nel sonno. Non un grido qualsiasi: agonia pura, che fa gelare il sangue nelle vene.
Ignorandolo, apro il cassetto, mi infilo i tappi per le orecchie, e dopo essermi coperto con il lenzuolo provo a chiudere gli occhi.
-devi arrenderti al fatto che sei solo al mondo, non è difficile, provaci, Gazel.- penso ad alta voce prima di scivolare in un dolce dormiveglia.
La mia mano viene circondata da un’altra, bollente.

-non sei solo, Gazel, e questo lo sai.-

 
“Ma quanto sono stupide le mie note?!”
Non so se vi è piaciuta o se vi ha fatto schifo, ma sono stata folgorata da questa idea, e ho deciso di metterla per iscritto.. ^^
Gazel: tzè.. folgorata sulla via di Damasco… -.-
Vorrei tanto tanto tanto sapere che impressione vi ha fatto, quindi.. bhe,… se mi diceste come l’avete trovata mi fareste un favore.. ^^
Gazel: fossi in voi non la degnerei neanche di una parola..
*afferra il protagonista per il colletto della divisa da calcio e lo porta via*

*arraffa bicicletta e pedalando e cantando a squarciagola si allontana* 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Brenda_