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Autore: Andy14    02/12/2011    10 recensioni
Crossover GleeHP
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La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts avrebbe riaperto i battenti presto, desiderosa di accogliere per un altro anno studenti vecchi e nuovi. [...] Kurt si sistemò indietro sulla sedia, bevendo un altro sorso di burro birra. La porta del locale si aprì di nuovo, ed un gruppetto di ragazzi entrò schiamazzando. Kurt si lamentò, riconoscendone i volti. Blaine Hobbit Anderson, Rachel Saccente Berry, Noha Sperminatore Puckerman e David Testa Vuota Karofsky. [...] Kurt abbracciò il cuscino, maledicendo sé stesso per le lacrime che gli rigavano le guance senza che lui potesse evitarlo. Si maledì, e fece lo stesso con Finn fino ad arrivare a Godric Gryffindor, che probabilmente si stava dando una grattatina superstiziosa, giusto in caso.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gryffindor Heart, Slytherin Tongue'
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Titolo: Gryffindor Heart, Slytherin Tongue.
Capitoli: 1/?
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Dave karofsky, Finn Hudson, Un Pò Tutti.
Genere: Generale, Romantico.
Raiting: Arancione (per il futuro)
Avvertimenti: OOC, Slash, Crossover.
Parole: 2238      
Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di proprietà di R.Murphy e della FOX.
Note Iniziali: La mia prima Crossover. Devo dire che è stato faticoso scriverla... ma ci sono riuscita :) allora, volevo precisare una cosa riguardo la ship war che pare interessare chi shippa Klaine, e chi shippa Kurtofsky. Prima precisazione. Io le shippo entrambe e in questa storia ci saranno tutte e due. Seconda precisazione. C'è davvero bisogno di scaldarsi tanto contro chi shippa l'una o l'altra coppia? Glee è un telefilm che in modo o nell'altro ci ha uniti, Klainer e Kurtofskyer, quindi preparatevi perché io sono Kurtsexual e di ship ce ne saranno parecchie. Non ho altro da dire, spero che la storia vi piaccia e che mi lascerete il vostro parere. 

I


La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts avrebbe riaperto i battenti presto, desiderosa di accogliere per un altro anno studenti vecchi e nuovi. Kurt Hummel quella mattina di fine agosto passeggiava per Diagon Alley con svariate buste appese nell’incavo del braccio sinistro.

Il sole gli schiariva i capelli e infastidiva gli occhi, tanto che il ragazzo fu costretto a ripararsi sotto la tettoia di una bottega. Guardò l’orologio d’oro che portava al polso, sbuffando. Suo padre lo aspettava al paiolo magico insieme alla sua nuova moglie ed il figlio di lei. Kurt fece una smorfia, mentre il viso di Finn Hudson si faceva largo nella sua mente. Ricominciò a camminare sotto al sole, trasferendo i suoi pensieri su sua madre. L’unica donna che aveva e che avrebbe mai amato in vita sua. Erano passati ormai dieci anni da quando lo aveva lasciato, privata della vita troppo presto. Si ricordava benissimo l’ultima volta che aveva visto sua madre, stesa su uno dei letti del San Mungo. Lui aveva sette anni appena compiuti.

Kurt si lasciò sfuggire una lacrima, asciugandola prontamente mentre apriva la porta cigolante del paiolo magico. Sorrise debolmente a suo padre, degnando Finn e sua madre a malapena di un cenno.

-Figliolo!- lo salutò suo padre, poggiandogli una mano sulla spalla. Kurt mantenne il sorriso sghembo che incorniciava le sue labbra, poggiando le borse a terra e sedendosi di fianco al genitore.

-Cosa hai comprato, sweetie?- gli chiese Carole, cercando di intavolare una conversazione. Kurt strinse le labbra infastidito dal soprannome, cercando tuttavia di camuffare le sue emozioni

-Cose di scuola- rispose freddamente, sorridendo poi al cameriere che gli portò una burro birra che evidentemente suo padre aveva ordinato per lui. Una grande mano gli passò davanti il viso, richiamando la sua attenzione. Alzando gli occhi vide che Finn aspettava evidentemente una sua risposta.

-Cosa?-

-Ti ho chiesto se per caso il negozio di scope era aperto. È ora che io cambi la mia…-

-Non puoi fartela aggiustare da mio padre? Se è rotta può essere riparata- Finn negò con la testa, addentando un pezzo di carne che si era materializzata sul suo piatto.

-E’ andata, amico. Non riesce ad andare nemmeno dritta-

-Io e te non siamo amici- gli sussurrò Kurt, avvicinandosi quel tanto che non permise a Carol e suo padre di sentirli. –Quindi, non chiamarmi amico-

-Scusa, scusa- Finn riprese a mangiare, alzando gli occhi al cielo. Lui ci provava davvero ad instaurare un qualsivoglia rapporto amichevole con il neo fratellastro, ma dall’altra parte trovava un muro di pietra invalicabile. Kurt si sistemò indietro sulla sedia, bevendo un altro sorso di burro birra. La porta del locale si aprì di nuovo, ed un gruppetto di ragazzi entrò schiamazzando. Kurt si lamentò, riconoscendone i volti. Blaine Hobbit Anderson, Rachel Saccente Berry, Noha Sperminatore Puckerman e David Testa Vuota Karofsky.

-Hey Finn!- salutò l’Hobbit, avvicinandosi al loro tavolo. Kurt sbuffò ancora, incrociando le braccia al petto.

-Hey ragazzi! Quanto tempo!- Finn, soprannominato Pertica, si alzò rendendo evidente tutta da differenza che c’era fra lui e l’Hobbit. Abbracciò tutti, invitandoli poi a sedersi. Nessuno di loro degnò Kurt di uno sguardo, finché non parlò.

-Papà, devo ancora andare a ritirare dei libri che ho ordinato. Ci vediamo a casa- disse, alzandosi e raccattando le sue borse.

-Hey aspetta!- lo fermò Blaine, alzandosi dal posto accanto a Finn. –Mi dispiace che ti abbia dato fastidio la nostra presenza, ma per favore non andare via per noi. Resta- Kurt inarcò le sopracciglia, per poi voltarsi con una risatina canzonatoria. Mentre si avviava verso la porta sentì distintamente Rachel Berry chiedere al suo fratellastro: “Ma perché è sempre così acido?”. Quello che il gruppetto non aveva capito era che le cose ad Hogwarts stavo solo in un modo: gli Slytherin odiavano i Gryffindor, e quando si cercava di instaurare un rapporto o era meglio evitare oppure si finiva alle mani. Kurt non aveva intenzione di infilarsi in una qualche rissa, quindi cercava sempre la via della fuga.

Finì le sue commissioni, tornando a casa qualche ora dopo pieno di buste pesanti. Scosse la testa,cercando di liberarsi dalla furigine che gli si era appiccicata addosso. Finn lo raggiunse in salotto, attirato dal rumore.

-Bentornato- gli disse, avvicinandosi. L’altro gli fece un cenno con la testa, imbracciando di nuovo le buste. –Senti, lo so che non ti sto simpatico. Va bene, ok, lo accetto. D’altronde non si può piacere a tutti. Però io penso che dovremmo far finta, almeno qui a casa, di andare d’accordo. Di non bisticciare per la minima cosa-

-Finn, la sai una cosa?- cominciò Kurt, abbandonando i pesi a terra che caddero con un tonfo. –Tu mi stai facendo questo discorso perché pensi sia IO a non volere instaurare un rapporto con te. Bhé caro mio non sono solo io a non volere. Dimmi FINN, sai almeno il mio nome? No, perché ora che ci penso quando mi chiami non pronunci mai il mio nome. I tuoi sono solo “Hey”, “Amico” o “Hummel”.- Finn sbiancò. Si rese conto che le parole dell’altro erano vere. Kurt lo guardava con occhi freddi. –Prima di fare del finto perbenismo pensa i tuoi errori, Pertica- sibilò ancora, abbandonando definitivamente la stanza. Finn rimase in piedi, senza quasi respirare. Un rumore di passi lo raggiunse poco dopo, costringendolo a ridestarsi. Blaine e Rachel lo raggiunsero, scuotendolo per un attimo.

-Finn? Hey che è successo?- gli chiese Blaine, scambiandosi di tanto in tanto uno sguardo con la ragazza affianco a lui.

-Sono un idiota…- mormorò il più alto, lasciandosi cadere a sedere su una delle poltrone del loro salotto.

-Che è successo?-


***


Kurt abbracciò il cuscino, maledicendo sé stesso per le lacrime che gli rigavano le guance senza che lui potesse evitarlo. Si maledì, e fece lo stesso con Finn fino ad arrivare a Godric Gryffindor, che probabilmente si stava dando una grattatina superstiziosa, giusto in caso. Un leggero bussare lo riportò alla realtà.

-Pertica, sparisci!- gridò, nascondendo il viso più a fondo nel cuscino. La porta si aprì, senza che lui avesse dato il suo consenso.

-Sbagliato, sono Hobbit- Blaine si fece strada nella camera, chiudendosi la porta alle spalle. Kurt strinse ancora di più il cuscino, sperando che l’altro non si accorgesse del suo pianto.

-Va via!- lo scacciò, chiudendo gli occhi nonostante fossero nascosti. Nonostante la sua richiesta, Kurt sentì il materasso accanto a sé abbassarsi. Sbuffando, si tirò su a sedere senza tuttavia guardare l’altro. –Non mi hai sentito? Non lo capisci l’inglese? Go away! Va-t’en! Geh weg!-

- Pumunta sa malayo!- Kurt lo guardò interrogativo, ottenendo un’alzata di spalle come risposta.

-Che diavolo…?-

-E’ “vai via” in filippino.-

-Anderson, per favore, non ho la forza di litigare anche con te. Ti giuro, mi piacerebbe insultarti ma non ne ho voglia-

-Finn è un idiota, quando ci si mette- cominciò Blaine, ignorando le parole dell’altro –Talmente idiota che invece di venire a dirti scusa, si sta preparando un discorso da farti sta sera. Preparati psicologicamente, Rachel gli sta dando una mano- Kurt non poté fare a meno di ridere. –Oh, allora anche tu sai ridere!-

-Senti Anderson, perché?-

-Perché cosa?-

-Perché lo fai? Insomma, non mi hai mai rivolto parola in cinque anni di scuola, e adesso nel giro di due giorni hai voluto per forza parlare con me…-

-Forse perché ho capito che sbagliavo?- Blaine sorrise, incrociando le gambe sul materasso. Anche Kurt si mise a sedere, facendogli tirare giù le scarpe dalle sue lenzuola pregiate. –Tutti hanno bisogno di una seconda possibilità chiunque essi siano e da qualsiasi casa vengano-

-Questo non spiega questo tuo desiderio morboso di parlarmi- Blaine alzò le spalle, decidendo di alzarsi.

-Sei talmente intelligente che forse lo capirai da te-

-Anderson, questa non è una risposta!- un nuovo bussare colpì la porta di Kurt, che si aprì subito dopo. Finn entrò nella stanza, nascondendo malamente un foglio di carta nella tasca dei pantaloni. Rachel dietro di lui sorrideva soddisfatta, con le mani giunte al petto.

-Kurt, io ho bisogno di parlarti…- Finn si voltò verso di Rachel, che con un gesto delle dita gli intimò di proseguire. Il ragazzo si schiarì la voce, aprendo la bocca un paio di volte senza riuscire a parlare. Kurt represse una risata, memore di ciò che Blaine gli aveva detto poco prima. –Ecco… sai, ci sono momenti in cui una persona ha talmente tanti pensieri in testa che si sente sopraffatto…- Kurt inarcò le sopracciglia, creando un’elegante espressione corrucciata. Anche Blaine aggrottò le sopracciglia, in un espressione ben più rustica di quella che aveva Kurt, vedendo Rachel ripetere a bassa voce il discorso che stava facendo Finn. -… talmente sopraffatto che le cose sfuggono, e i pensieri si accavallano. Quello che sto cercando di dire…-

-Ok, ok basta- lo interruppe Kurt, portando le mani avanti. –Queste sono le scuse più… bislacche che una persona mi abbia mai fatto.- Rachel spalancò la bocca, indignata. Quell’essere aveva interrotto il suo discorso di scuse perfetto.

-Questo vuol dire che mi perdoni?- Kurt sospirò, incrociando le braccia al petto.

-Per quanto odi ammetterlo, ora siamo fratellastri. E mio padre sembra avere ritrovato la sua serenità da quando sta con tua madre. Sarebbe inutile litigare- Finn sorrise, avvicinandosi al fratello per abbracciarlo –Wo, wo, wo! Che vuoi fare? Via, allontanati, ho bisogno di spazio vitale!- Blaine scoppiò a ridere, e Finn lo imitò dopo un attimo di sgomento. Rachel, nonostante fosse ancora offesa, sorrise. –Gryffindor…- mormorò Kurt, cacciando tutti dalla sua stanza, dirigendosi poi con loro in salotto.


***


La famiglia Hummel-Hudson arrivò alle dieci e trenta al binario nove e tre quarti, in perfetto orario. Kurt sistemò la gabbia della sua civetta, Ricciarelli, mentre la proprietaria sbatteva le ali infastidita.

-Scusa, Ricciarelli- le disse, accarezzandole il becco dalle sbarre della gabbietta.

-Ciao- si sentì salutare Kurt, che si voltò subito. Blaine gli sorrideva, sorreggendo con una mano una gabbia occupata da uno splendido barbagianni, e con l’altra trascinava il baule. Kurt sorrise a sua volta, togliendo le dita da fra le sbarre.

-Ciao- salutò, agitando una mano. Il primo saluto che si erano rivolti in cinque anni di scuola passati insieme.

-Come va?- gli chiese Blaine, poggiando la gabbia sopra al baule. Kurt annuì, come a dire che sì stava bene. Il moro gli riservò un altro brillante sorriso, mostrando in tutta la sua bellezza una schiera perfetta di denti bianchissimi. –Senti…- iniziò ancora, avvicinandosi per poter parlare a bassa voce. -…con Finn? Va meglio?- chiese.

-Sì, finalmente ha cominciato a chiamarmi per nome. Almeno ora non devo capire che quando dice “Ohi”, ce l’ha con me- Blaine rise, la risata più dolce che Kurt avesse mai sentito. Dopo aver formulato questo pensiero, Kurt scosse la testa, raddrizzando la schiena. Blaine si avvicinò ancora, posando una mano sul suo braccio.

-Volevo dirti un’altra cosa. I Gryffindor stasera organizzano come ogni anno una piccola festa in onore del nuovo anno. Possiamo invitare chi vogliamo e beh, io volevo chiederti se tu volessi venire. Con qualche amico se vuoi, non ci sono problemi- Kurt si morse l’interno della guancia per non ridere.

-A Gryffindor? Stai scherzando?-

-No. A me non interessano tutte le menate delle case. Voglio solo invitare un amico ad una festa, è vietato?-

-Anderson…- cominciò Kurt, tornando in sé. –Chiariamo una cosa. Trascorrere un po’ di tempo quest’estate con te è stato… decente. Ma ora siamo a scuola, le cose cambiano- non appena finì questa frase, Blaine vide Santana Lopez, Slytherin, affiancarsi a Kurt.

-Kurt, che succede?-

-Niente San, è tutto apposto- rispose il ragazzo, posandole un bacio sulla guancia.

-Bene, andiamo allora. Buon anno, Hobbit- lei sorrise maligna, prendendo Kurt per mano. Blaine aprì la bocca per rispondere, chiudendola subito dopo. Si era illuso, probabilmente. La gente non cambia dall’oggi al domani, men che meno uno Slytherin, si disse mentre recuperava gabbia e baule. Salì sul treno, cercando uno scompartimento libero. Tirò su la valigia sul porta bagagli, voltandosi verso la vetrata che divideva lo scompartimento dal corridoio. Kurt e Santana stavamo camminando vicini, diretti sicuramente verso lo scompartimento dei prefetti. Kurt lo vide, e gli sorrise debolmente. Sorriso a cui Blaine, ancora deluso da poco prima, non rispose. Il castano allora, si fermò al centro del corridoio.

-San, aspetta ho lasciato la borsa con la divisa nello scompartimento…-

-Sbrigati!- disse lei, mentre il ragazzo tornava indietro verso Blaine, che lo guardò con le sopracciglia inarcate.

-Facciamo così. Io stasera FORSE, e dico forse, verrò. Ma la prima parola contro di me, e credimi non risponderò di me-

-Perché secondo te dovrei ritenere l’invito fatto prima ancora valido?- Kurt sospirò, abbassando lo sguardo al pavimento.

–Lo so, sei arrabbiato. Ma per ora… non voglio che i miei compagni sappiano che ho avuto un qualche rapporto con i Gryffindor. Forse sarebbe anche meglio che io non venga stasera, scusami hai ragione. Ci vediamo a scuola- Kurt disse tutto questo di corsa, fuggendo poi via dallo scompartimento. Blaine prima spalancò gli occhi, poi li chiuse per qualche secondo. Subito dopo si buttò su uno dei sedili, a peso morto. Si auto maledì, come oramai faceva da qualche giorno. Perché era un’idiota. Non era questo il modo per conquistare il ragazzo che gli piaceva. Perché sì, lui era gay. E sì, a lui piaceva proprio Kurt Hummel.

   
 
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