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Autore: Noth    02/12/2011    10 recensioni
« Ce la faccio da solo, davvero. » le dissi, muovendomi con le braccia avanti verso dove avevo sentito aprirsi la porta. Trovai a tentoni una mano che mi si poggiò sul petto. Di colpo le mani divennero due e mi tastarono il viso con velocità, soffermandosi tra i miei indomabili capelli ricci e le ciglia lunghe. Mi passò due dita sulle labbra e lungo il collo, per poggiarsi infine sulle mie spalle.
« Piacere: Kurt. Anche se lo sai già amo fare le presentazioni per bene. » dalla persona dinanzi a me provenne una voce acuta, strana, con un timbro talmente particolare da essere immediatamente riconoscibile e allo stesso tempo difficile da identificare.
« Credevo che fossi un ragazzo. » esclamai, senza pensare a quanto potesse suonare offensivo ciò che avevo appena detto.
Sentii una sorta di risatina scuotere il corpo di fronte a me.
« Io sono un ragazzo, infatti. » rispose.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I wish you could see.
-Capitolo  26-










In qualche modo papà era riuscito a sistemare le cose. Il preside mi aveva convocato nel suo ufficio e spiegato che, per quanto non sarebbe stata la prassi, visto che oramai avevo cominciato lì l’anno scolastico e che le conseguenze dell’operazione avrebbero potuto essere innumerevoli ed avevo anche subito un danno fisico e morale durante la mia permanenza all’Istituto, lui e mio padre avevano concordato che avrei potuto terminare l’anno in quella scuola.

« L’unica condizione è che nessuno deve sapere che puoi vedere. Nessuno studente. Vorrei evitare eventuali reclami. » terminò, respirando a fondo.

Il cuore mi martellava nelle costole ed ero combattuto tra il sorridere come un ebete ed il continuare a mantenere un certo contegno.
« Grazie… grazie signore. » mormorai, gli occhi terribilmente lucidi. Qualcosa stava andando per il verso giusto. Per la prima volta nella mia vita tutto aveva cominciato a girare nella direzione che desideravo e non potevo fare a meno di sentire la felicità come una dose di anfetamine dritta in vena.

« Tornatene a lezione ora, Signor Anderson,  la tua operazione è stata fissata per il 20 dicembre. Ti consiglio di prepararti, e avvisa pure quel tuo amico con cui passi tutto il tempo libero, quel Kurt Hummel. Non crederai che sia davvero così stolto da pensare che tu non glielo dica, vero? »

Annuii vigorosamente e, nella foga di uscire a raccontarlo a Kurt, quasi mi schiantai sulla porta di legno massiccio dell’ufficio. Me la chiusi alle spalle, con un sorriso atrocemente largo e confuso stampato sul volto.

Avrei voluto correre da qualche parte, saltare tanto da toccare il cielo e tornare sulla terra dal mio angelo.

Sentii il preside borbottare: « Ragazzi. », ma oramai ero già partito in quarta. Scivolavo per i corridoi con le mani attaccate ai muri, mi pareva che il tempo si fosse fermato. Tornai a lezione con il fiatone, soprattutto perché sapevo fosse quella di storia, ovvero l’unica che avevo in comune con Kurt.

Entrai in classe in fretta e furia.
« Signor Anderson, lei ed il suo sorriso inquietante potete tornare a sedervi. » borbottò annoiato l’insegnante.

Ebbi un flash lungo un battito di ciglia: Kurt sorrideva.

 


****


 
Era giunto il giorno dell’operazione ed ero assolutamente oltre il puro e semplice terrore. Mi ero dimenticato quanto le siringhe, i lettini e gli ospedali mi mettessero a disagio e continuavo a camminare avanti e indietro come un ossesso nella sala d’attesa.

« Che ne dici di sederti? » propose Kurt che, ovviamente, avevo costretto i miei genitori a portare via con me.
« No, credo che inizierei a contorcermi. » un brivido mi percorse dai talloni alla nuca. Kurt non seppe se ridere o sbuffare.

Mia madre e mio padre non avevano parlato con lui per tutto il tragitto. Mi avevano solo confermato che avrebbero firmato per acconsentire l’intervento.
Kurt, dal canto suo, mi aveva timidamente sfiorato con la mano e la aveva tenuta vicina alla mia tutto il tempo. Le mie terminazioni nervose cercavano di avvicinarsi alla sua pelle come se fossimo stati due magneti con i poli differenti. Una forza più grande di me mi obbligava a cedere a quella vicinanza. Volevo passargli le dita tra i capelli, accarezzargli il viso e sentire come il suo corpo si tendeva quando lo toccavo.

« Andrà tutto bene. » mormorò Kurt, afferrandomi per un lembo del cardigan e fermando la mia camminata da martire.

Inspirai a fondo.
« Non riesco a fare a meno di pensare che potrei non uscire da quella sala operatoria. Tutte le operazioni hanno… hanno una base di rischio. Ho il terrore che le cose stiano andando troppo bene e che il Karma decida di bilanciare le cose ora. Ho… ho tanta paura Kurt. Davvero tantissima. » tremai. Mi accucciai, nel tentativo di trattenere i tremiti. Non riuscivo nemmeno a fermarmi ripetendomi che c’erano altre persone in sala. Kurt si inginocchiò accanto a me.

« Blaine? Ssh, Blaine, ascoltami. Andrà tutto bene, okay? Devi fidarti di me. Ti mentirei mai su una cosa del genere? Io e te, per sempre, ecco la mia promessa. Credimi, va bene? » disse, il tono sicuro. Mi prese la testa tra le mani e la sua pelle fresca mi accese le terminazioni nervose. Avvolto dalle sue braccia mi diede un bacio sulle labbra, casto e leggero, ma talmente sentito che dovetti davvero respirare a fondo per non lasciare cadere le lacrime che mi pungevano gli occhi da mezz’ora ormai.

Nella sala cadde il silenzio di colpo, però nessuno venne a dividerci o a farci del male. Sospirai di sollievo.

« Blaine Anderson? »  chiamò una voce femminile e seria. Mi voltai, scivolando dalla presa di Kurt che immaginavo avesse alzato lo sguardo vuoto. Una mano mi si poggiò sulla spalla e mi aiutò a tirarmi su. Mi accompagnò fuori dalla sala d’attesa.

« Aspetti un secondo. » chiesi, e tornai indietro, a prendere la mano di Kurt, rischiando di inciampare sulle fessure tra una mattonella e l’altra del pavimento. Mi scontrai con lui e gli poggiai la testa sulla spalla.

« Lo sai che ti amo, vero? » sussurrai.
Lo sentii sorridere e mi abbracciò per qualche secondo.
« Certo. Ti amo anche io, Blaine. » rispose, in un fiato.

La verità di quel momento ed il pensiero che avrebbe potuto essere l’ultimo ebbero la meglio.

Mi voltai verso l’infermiera.
« Può venire anche lui? Voglio che stia… anche fuori, quanto più vicino possibile a me. Lui… lui mi porta fortuna. » le dissi.

L’infermiera rimase in silenzio, come se si stesse lentamente guardando attorno. Forse gli sguardi giudicanti che ci circondavano erano di più e più pericolosi di quanto non avessi pensato. Alla fine parve decidere.
« Va bene, starà oltre il vetro. » acconsentì, e portai Kurt via con me.

 


****


 
Mi avevano spogliato e messo su un lettino scomodo e freddo. Attorno a me diversi medici facevano un sacco di baccano: fruscio di fogli, tintinnio di strumenti in metallo, parole in gergo specifico che non riuscivo a capire. Alla fine mi fu messa una mascherina di plastica sulla bocca e sul naso. Odorava di zucchero e menta forte.

Una voce forte parlò.
« Adesso, Signor Anderson, la prego di inspirare a fondo e di lasciarsi andare. »

Annuii impercettibilmente ed eseguii, sentendomi all’istante intorpidito e pesante. Il corpo mi si stava sciogliendo, era tutto appiccicoso e lento.

« Risponda alle domande. » mi ordinò. « Come si chiama? »

Mi costò un enorme sforzo aprire la bocca.
«… Blaine… » biascicai.

Il mondo iniziava a perdere forma e suono, tutto scompariva, tutto tranne un paio di occhi che mi veniva sempre in aiuto quando ero nel buio, con il nulla attorno al mio mondo cieco. Due occhi azzurri che conoscevo molto bene.

Kurt.

« … ncora? » chiese la voce, sempre meno distinta.
« Ku… Kurt… » riuscii a mormorare.

Mi rotearono gli occhi all’indietro, la voce ordinò.

« Possiamo cominciare. »

E da quel momento in poi non sentii più nulla se non una brutta sensazione troppo presente. Una sensazione che non mi piaceva per niente. 




















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Spazio Autrice:
Lo sapete che sono terribilmente sadica, però non poteva andare tutto troppo, troppo rose e fiori, o sbaglio?
Insomma, adesso non disperatevi.
La storia mica è finita, ci mancherebbe.
Vi aspettano dei capitoli molto... molto K.O.

Spero che vi sia piaciuto e che sentiate la suspance come la sento io anche se so già cosa accadrà!

Vostra,
{noth
   
 
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