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Autore: ItalianELF    02/12/2011    0 recensioni
'Beyond the borders of true love' è la mia prima storia in assoluto ed ha come protagonista il mio membro dei Super Junior preferito: Eunhyuk. Questa storia è incentrato su come vedo il 'vero amore'. Caricherò i primi capitoli molto velocemente per darvi la possibilità di leggere di più. Chiedo perdono se ci saranno errori di battitura o grammaticali. Spero di ricevere recensioni positive ma saranno ben accette anche quelle negative che aiutano sempre di più ma, per favore, siate clementi. Grazie in anticipo per il tempo che spendere nel leggere questa storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente!’ …questo fu il mio primo pensiero dopo essere riuscita ad aprire gli occhi, dopo essere riuscita a  guardare le persone che erano intorno al mio letto. Quelle persone che ricordavo diversamente, iniziarono a piangere appena i miei occhi si incrociarono con i loro. ‘Quanto tempo sarà passato da quel brutto incidente in auto?’ avrei tanto voluto chiederlo, ma, quasi un anno di coma, aveva  fermato tutte le mie attività motorie, intellettive e psichiche. Le sole mie emozioni erano vive, le mie lacrime hanno comunicato il tutto. Ero felicissima di aver avuto la possibilità di ritornare alla vita normale.
 “Manuela??Manuela….oddio, si è svegliata!!! Dottore!!!!” urlò mia madre con occhi gonfi di lacrime.
Nella stanza, c’erano mia madre e mio fratello. Increduli, iniziarono a farmi domande, a parlarmi. Mia madre si gettò su di me e iniziò a piangere. ‘Finalmente’ pensai. Potevo ancora rivederli. Non fu mai così felice nel vedere la stanza di un ospedale,  ciò che ho sempre odiato di più , in quel momento,  fui felice di rivederla e ringraziai Dio per avermi dato la possibilità di guardare ancora quelle mura bianche e sentire quell’odore nauseante.
Subito dopo, arrivò il dottore che mi visitò, era incredulo, quasi non credeva a ciò che stava vedendo.  Durante il mio stato di coma, sentivo le voci di tutti, soprattutto quella dei medici. Sentii proprio la voce del Dottor Farneti che parlava del mio grado di coma con altri suoi colleghi. “E’ nel grado 5, molto difficile che si risveglierà.  Possiamo chiamarlo ‘coma profondo’”. Quelle parole furono così chiare che me ne ricordai anche al mio risveglio.
 “Manuela mi senti? Chiudi la mano”mi disse e così feci, non riuscivo ancora a parlare.  “E’ molto strano! Incredibile! Manuela, sei una persona molto forte, la tua situazione clinica era grave ma sei riuscita a tornare indietro e riesci già ad avere reazioni”. Lo ascoltai attentamente e piansi per la gioia. Mia madre chiamava al telefono  tutti i parenti per comunicare la bella notizia e lo faceva tra lacrime e singhiozzi.  La osservavo, potevo capire quanto avesse sofferto in tutto questo tempo,quella sofferenza era scritta chiaramente sul volto. Mio fratello mi abbracciò dicendomi: “Bentornata fra noi, rompiscatole! Sei la solita a far preoccupare tutti!”. Ero etichettata come la ‘combina guai ’ della famiglia, ero solita ad andare negli ospedali per curare le ferite che mi procuravo per sbadataggine o per altri problemi legati alla salute.  Dopo ore, quella stanza iniziò a riempirsi di parenti e amici che venivano a salutarmi, qualcuno portandomi regali e buone cose da mangiare.
Ben presto iniziai la mia terapia che durò 3 mesi. Miglioravo molto velocemente e anche i dottori si sorpresero del mio precoce recupero.  Parlavo perfettamente, riacquistando, in fretta, forza nelle gambe. Potevo anche correre. Poi, finalmente, il ritorno alla mia vita. Firmai tutti i documenti per poter uscire dall’ospedale e tornare a casa insieme ai miei genitori. La mia casa, la mia stanza, la mia famiglia, potevo di nuovo incontrare i miei amici, continuare a studiare, ascoltare la musica…. Appena pensai alla musica, ecco un flashback del mio stato di coma: qualcuno metteva una canzone che non ho mai sentito prima. La sentivo molte volte e iniziò a piacermi subito, ‘Chissà quale sarà il titolo di quella canzone’ pensai. ‘Chi l’avrà messa poi nella stanza in cui mi trovavo’. Mi voltai per chiedere a mia madre se ne era a conoscenza e lei rispose che è stata Noemi, veniva spesso a trovarmi. Mi parlava e avviava le canzoni che erano sul suo smartphone, sotto consiglio del dottore e delle tante ricerche effettuate su internet. Aveva letto che la persona in stato di coma può sentire tutto e che le voci e rumori potevano aiutarmi ad uscire dallo stato di coma. Noemi è una delle persone di cui mi fido di più, è stata mia compagna di avventure, è come una sorella per me. Dopo essermi svegliata, mi raccontava di tutto ciò che mi ero persa in quell’anno.  E pensare che stavo perdendo tutto a causa di quell’incidente di cui non ho alcun ricordo ma mi raccontarono che è stato un incidente frontale con un’altra auto che veniva dalla corsia opposta e che il conducente, a causa di un colpo di sonno, ha perso il controllo della  propria vettura.
Entrai finalmente in casa, tutti mi aspettavano lì per festeggiare il mio ritorno. Vedevo le lacrime di commozione di mia nonna, mia madre e di tutti i presenti. Mi accolsero con un abbraccio. Cercavo di trattenere le mie lacrime, ma le emozioni erano troppo forti, così mi lasciai andare in un pianto liberatorio. “Ritorno a vivere”  dissi sorridendo tra le lacrime. Uno ad uno, mi abbracciò.
-“Devi recuperare tutto quello che ti sei persa” mi disse Christian dandomi un forte abbraccio. “Mi sei mancata da morire”. Il suo abbraccio diventava sempre più forte, quasi mi stava soffocando. D’un tratto,sulla mia guancia, ho avvertito una sensazione di bagnato. Erano le sue lacrime.
“Christian, mi soffochi!” mi staccai da quell’abbraccio ’mortale’. “Hey, guarda che sono viva”. Christian è il mio amico d’infanzia, siamo cresciuti insieme e abbiamo frequentato le stesse scuole. Anche ora, è mio collega universitario. Fu lui ad occuparsi di tutti i documenti necessari per l’iscrizione all’università. E’ l’amico che tutti vorrebbero.
“Scema, vedi di non farmi preoccupare più altrimenti prenoto quel viaggio da solo”. Viaggio? Quale viaggio? Non riuscivo a ricordare di cosa stesse parlando. “Non te ne sarai mica dimenticata?” disse Christian, quasi mi avesse letto nel pensiero.
“Manuela, l’abbiamo programmato qualche anno fa. Andare per un periodo in Corea del Sud” suggerì Noemi.
“E’ vero.  Come ho fatto a dimenticarmene. Nonostante tutto, resta forte il mio amore per l’Asia, soprattutto per il Giappone e per la Corea del Sud.”
Mi ero iscritta ad una facoltà di lingue orientali. Le ho sempre reputate affascinanti ed avevo una forte voglia di impararle. Seguivo attentamente il corso di coreano e giapponese, mi documentavo su internet e avevo comprato anche quei dizionari accompagnati da un CD. Lo ascoltavo ogni giorno, ma a causa della mia bruttissima esperienza, la mia conoscenza su queste lingue era diventata arrugginita. Dovevo riprendere a studiarle se avevo intenzione di fare quel viaggio.
“Noemi, durante il mio stato di coma, sentivo delle canzoni, una in particolare mi è piaciuta sin da subito. Mamma ha detto che eri tu a farmele ascoltare. Ma chi le canta?” le dissi ricordandomi di quella bellissima melodia. Volevo riascoltarla ancora.
“Te ne ho fatte ascoltare parecchie. Forse ti riferisci a ‘Angel’ e ‘Endless moment’?Erano quelle che mettevo più spesso. Le cantano un gruppo che proviene dalla Corea del Sud . Il gruppo si chiama Super Junior”. Disse Noemi mentre prendeva il suo smartphone dalla tasca.
“Super Junior? Non li ho mai sentiti”
“Ecco, ascolta!” Avviò la musica. Eccola… quella canzone che riuscivo a sentire mentre ero in ospedale. Era ancora più bella di quanto ricordassi. ‘Endless moment’ questa era il titolo. Una melodia rilassante con quelle voci che sembravano angeliche.
“Sono molto famosi in Asia e sembra che lo siano anche nel resto del mondo” cercava di documentarmi Noemi, parlava di questo gruppo come se fosse il migliore in tutto il mondo. Raccontava di come ha iniziato ad ascoltarli tramite Youtube. Christian sembrava quasi disgustato dall’argomento, forse era solo infastidito dai commenti di Noemi che li descriveva bellissimi, affascinanti, talentuosi.
Beh, un uomo viene ferito nell’orgoglio quando si parla della bellezza di un altro uomo. Non potevo dargli torto.
 Le brillavano gli occhi mentre parlava di loro e mi rendeva sempre più curiosa. Con quella descrizione, avrebbe reso curioso chiunque.
“E smettila adesso! Non sono nulla di speciale, sembrano tutti uguali. Ormai mi stai tormentando ogni giorno con questa storia di questo gruppo coreano”. Sbottò Christian chiaramente irritato
“Ma che ne sai tu di bellezza? E’ tutta invidia!” Replicò Noemi.  Era una scenetta divertente. Per quanto possano essere amici, finiscono sempre per litigare anche sulle banalità. Quanto mi è mancato tutto questo. “OK, basta adesso e cerchiamo di organizzarci, quanto prima, su questo viaggio. Riprenderò a studiare coreano e giapponese all’Università dalla settimana prossima. Devo recuperare!” conclusi con la speranza di mettere pace fra i due.
La serata, finalmente terminò. Gli invitati alla festicciola, pian piano, iniziarono a oltrepassare la porta d’uscita. Anche i miei due più cari amici ritornarono nelle loro case. “Hey, Manuela, ci vediamo sicuramente in questi giorni. Devo parlarti di molte cose” disse Christian con tono dolce, stringendomi in un abbraccio.
“Amica mia, ora che sei tornata, dobbiamo vederci spesso per recuperare il tempo perduto, dormigliona” disse Noemi con un sorriso sul viso.
 “Dormigliona? Che scema!” ribattei. Li salutai e chiusi la porta. La casa ritornò silenziosa.
“Che mal di testa!” Mi massaggiai la testa per alleviare quel fastidioso dolore.
“Che succede? Sei stanca? Vai a riposarti che è stata una giornata piena per te.” Mi madre diventava sempre più premurosa. Dopo quell’incidente, mi sentivo ovattata dai miei genitori, si preoccupavano anche di un semplice raffreddore. Come dargli torto.
  
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