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Autore: potterfanlalla17    02/12/2011    4 recensioni
E' difficile descrivere la trama senza svelare il contenuto della storia...dico solo che Kate dopo molti anni trova la forza ed il coraggio per rimettersi i pattini e scendere di nuovo sul ghiaccio. Le sensazioni che Kate si troverà a provare e le ragioni che l'hanno spinta di nuovo sui pattini la faranno riflettere e forse cambieranno in modo radicale il suo futuro...Buona lettura a tutti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Josh Davidson, Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Il futuro che vorrei…

 

La pista di pattinaggio era gremita di persone, cosa che a dirla tutta non sorprendeva affatto Kate Beckett: sapeva benissimo, da brava newyorkese quale era, che un gran numero di abitanti della Grande Mela si riuniva ogni anno al Rockfeller Center la sera del 31 dicembre per celebrare sui pattini l’arrivo del nuovo anno. Senza contare l’afflusso incontrollato di turisti che non volevano perdere l’occasione di vivere come un vero newyorkese la notte più lunga ed importante dell’anno.

Kate diede uno sguardo complessivo alla pista davanti a lei, lasciando che i suoi occhi si poggiassero sui volti degli adulti e bambini che correvano sorridenti sulla sottile lastra di ghiaccio. Credeva che non avrebbe più compreso la magia di quel luogo, che mai più avrebbe potuto infilare i vecchi pattini bianchi senza pensare a lei…a sua madre, e soffrire per il ricordo del loro ultimo inverno insieme. E invece dopo un profondo respiro Kate permise ai suoi piedi di ricominciare a danzare sul ghiaccio. Fu come ritornare improvvisamente indietro nel tempo…a molti anni prima, quando sua madre Johanna era ancora viva. Aveva la sensazione che se avesse voltato il capo alla sua sinistra l’avrebbe trovata lì, con quel suo sorriso così dolce e allo stesso tempo severo, esattamente come lo ricordava.

La donna si strinse nel piumino ben imbottito e si sistemò la berretta di lana bianca che lasciava uscire solo in parte i suoi capelli castani mossi, il tutto senza mai smettere di muovere i piedi. Era come se le fosse impossibile fermarsi: ora che aveva superato il terrore di salire sui pattini, le era impossibile privarsi delle emozioni che provava ogni volta che sentiva la lama sfiorare e graffiare quasi con dolcezza la superficie fredda della pista. Lasciò che le sue gambe si muovessero al ritmo della musica che le grandi casse disposte ai lati della pista trasmettevano…tutte rigorosamente natalizie.

Non ricordava il motivo per cui si trovasse lì, in effetti. Sapeva solo di volteggiare su quella pista al culmine della gioia e poco le importava della ragione che l’avesse spinta a mettersi sui pattini dopo tanto tempo proprio la notte di Capodanno.

Chiuse gli occhi e allargò leggermente le braccia come a voler abbracciare quella sensazione di completa felicità che non provava da tempo.

Il contatto di una mano con la sua la costrinse ad aprire gli occhi e a voltarsi verso il proprietario di quella mano. Un uomo alto, bello, decisamente bello, con dei grandi occhi azzurri al momento leggermente nascosti da una pesante berretta di lana che tentava di coprire l’uomo dal freddo pungente di quella notte.

-Kate, ti avevo chiesto di aspettarmi! Sai che non l’ho mai fatto! E potrei uccidermi su questi cosi- disse l’uomo indicando preoccupato i pattini infilati ai suoi piedi.

-Andiamo, Rick…anche se dovessi cadere, il tuo sederone ti proteggerà, stanne certo!

-Sederone? Io avrei un sederone secondo te?- l’uomo sorrise divertito. Aveva sperato di vedere una Kate così felice per tanto tempo. Per anni gli era stato addirittura impossibile avvicinarla, farla aprire, farle ammettere di provare qualcosa di importante per lui. Convincerla a trascorrere l’ultimo dell’anno sulla pista di pattinaggio del Rockfeller center era quasi un miracolo!

-Sì, tu hai un sederone…ma io lo adoro!- rispose la donna mordendosi maliziosa il labbro inferiore. Prese entrambe le mani dell’uomo ponendosi davanti a lui e cominciò a trascinarlo per la pista con molta lentezza. Era un principiante e scarrozzarlo alla velocità della luce in mezzo a quella folla non era certo pensabile.

-Ehi, guarda che non devi stancarti nelle tue condizioni! Niente sforzi, ricordi cosa ha detto il medico?- la rimproverò l’uomo.

Per tutta risposta Kate alzò gli occhi al cielo fingendo di essere arrabbiata e annoiata da quel commento, ma entrambi sapevano che le attenzioni che Rick le riservava le facevano piacere.

-Me lo ricordo, Castle! E per la pace della tua anima, ti comunico che ti sto solo trascinando incolume verso il bordo della pista…così tu potrai aggrapparti alla ringhiera e smettere di tremare dalla paura come un bambino!

-Non sto tremando dalla paura, ma per il freddo! E vorrei farti notare che…

-Certo, Rick…adesso stai zitto e muovi quei piedi prima che ti superi anche quel nonnino là in fondo!- Castle si voltò verso il punto indicato da Kate notando la presenza di un ometto instabile sui pattini di circa 80 anni. Quando Rick tornò a fissare Kate, la vide ridere di gusto per l’espressione mortificata che di certo Castle aveva dipinto sul viso.

L’uomo non disse altro e lasciò che Kate lo conducesse al bordo della pista. Gli spazi liberi erano pochi: la mezzanotte era ormai alle porte e tutti si stavano accaparrando un posto alla ringhiera per seguire il countdown sui maxi schermi ai lati della pista. Quando trovarono un angolo in cui inserirsi, Rick si assicurò che Kate poggiasse comodamente la sua schiena alla ringhiera e la bloccò mettendo le mani sui suoi fianchi.

Ogni volta che appoggiava le mani sui fianchi della sua donna, Rick sentiva il battito del suo cuore accelerare: forse perché per anni aveva desiderato farlo senza averne la possibilità…o forse perché ora quegli stessi fianchi erano arrotondati a causa di quella nuova vita che cresceva dentro la sua Kate. Il loro bambino…o bambina! Kate ci teneva tutte le volte a precisare che poteva essere benissimo una femmina e non per forza un maschietto, come avrebbe preferito Rick!

-Stai tranquillo! Il bambino o bambina sta benissimo! Oggi non ha fatto capricci! Almeno non come ieri!

Rick sollevò gli occhi sul volto della donna davanti a lei. Era sicuro di non averla mai vista più bella che in quel momento: i capelli castani che spuntavano dalla berretta bianca le incorniciavano il volto, gli occhi brillavano illuminati dalle luci natalizie e le guance erano arrossate per lo sforzo di trascinare lei e Rick sulla pista di ghiaccio. Non era mai stata così sexy ai suoi occhi. Questa era la verità!

-E’ già stato detto oggi che ti amo?- chiese l’uomo avvicinando il volto a quello della donna.

-Mmhh…probabilmente sì…ma mi piace sempre sentirtelo dire- e senza lasciargli tempo di dire altro, appoggiò le sue labbra a quelle di Rick. Sentì la punta del suo naso fredda contro la sua guancia e sorrise. Dentro di sé si maledisse per aver aspettato tanto per ammettere i suoi sentimenti nei confronti di Rick…ma fu il pensiero di un solo istante, perché poi, come sempre quando baciava il suo Rick, la sua mente si svuotava e lasciava posto solo a quella sensazione di calore che le invadeva il cuore.

Quando si separarono restarono per un attimo uniti, l’uno contro la fronte dell’altra, gli occhi chiusi per assaporare fino all’ultimo quel meraviglioso momento di perfezione e di pace.

-Ehi…mancano pochi secondi alla mezzanotte…- disse Rick sentendo lo speaker che annunciava gli ultimi istanti di quello che entro poco sarebbe stato l’anno passato.

-Già…sei pronto ad iniziare un nuovo anno? Un anno in cui diventerai di nuovo padre, Rick?

-Prontissimo!- rispose l’uomo con il sorriso più dolce che Kate gli avesse mai visto dipinto sul volto.

Dieci…nove…otto…sette…sei…

Cinque…quattro…tre…due…uno…

….

….

Kate aprì gli occhi. La luce bianca attorno a lei la accecava completamente. Non ricordava dove fosse ma di certo non era più su quella pista di pattinaggio e nemmeno era più con Rick. Istintivamente ma con molta fatica si passò una mano sul ventre. Era piatto. Quindi evidentemente non era incinta.

Era stato tutto un sogno. Un sogno meraviglioso. Così meraviglioso che quella sensazione di calore vicino al cuore le era rimasta addosso quasi come un profumo anche ora che era stata strappata da quel mondo onirico in cui era stata perfettamente felice anche solo per pochi istanti.

Una voce accanto a lei continuava a chiamarla. Conosceva quella voce, ma non era la voce che avrebbe voluto sentire in quel momento.

Pian piano i ricordi si fecero più nitidi: il funerale di Montgomery, il suo discorso, lo sparo, Castle che si butta su di lei per proteggerla…che le dice di amarla…ricordava tutto. E capì di essere in ospedale e che quella che sentiva era la voce di Josh. Il suo ragazzo.

-Kate, mi senti? Sei sveglia Kate?

La donna con un enorme sforzo di volontà si voltò verso Josh: soffriva, non per la pallottola, non per l’operazione, non per la morte di quello che per lei era stato più di un padre. Soffriva perché le erano bastati pochi istanti per comprendere che tutto quello che possedeva in quel momento era ciò che di più lontano potesse esistere dalla felicità. Nessuno dei momenti passati con Josh le aveva mai fatto provare qualcuna delle meravigliose sensazioni che aveva, invece, provato sognando di aspettare un figlio da Rick.

Una lacrima le rigò il volto. Quanto tempo aveva sprecato? Quanto ne voleva ancora sprecare? Non era pronta a stare con Rick. Lei ora era a pezzi: il suo mondo era appena crollato di nuovo con la morte di Montgomery, la speranza di catturare l’assassino della madre era svanita con la morte di Lockwood…lei era vuota dentro ora. Ma sapeva che un giorno, quando sarebbe riuscita a mettere insieme i pezzi della sua vita, quel vuoto avrebbe potuto essere colmato solo da Castle. Che senso aveva continuare con Josh?

-Kate…rispondimi…- l’uomo si era avvicinato a lei. Lo fissò negli occhi e comprese che non poteva andare avanti così. Non era giusto per lei prima ancora che per Josh. Se voleva rimettere in piedi la sua vita, doveva liberarsi di tutto quello che le impediva di andare avanti. E Josh era uno di questi ostacoli.

-Josh…noi….noi dobbiamo parlare…

 

Bene….eccomi di nuovo!

Non so bene come mi sia venuta in mente questa storia…so solo che stavo addormentata con il mio adorabile Rick Castle personale e mi sono sognata ‘sta cosa! =) Se lo sa il mio Riccardone personale che mi sogno un altro mentre dormo con lui credo mi potrebbe anche mollare…:P

Tornando alla storia…ho pensato che una anticipazione della vita futura con Rick ben poteva essere stata la molla che faceva svegliare Kate e farle mollare quello spilungone di Josh! E poi come cantava Cenerentola…i sogni son desideri di felicità…..ok, adesso basta con la follia. Spero vi sia piaciuta! E se non ci si sente prima…BUONE FESTE A TUTTI! =)

A presto! Un bacione…Laura

   
 
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