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Autore: Unbreakable_Vow    02/12/2011    5 recensioni
Ogni verità può essere completamente ribaltata, se vista da un'altra prospettiva.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia è... strana, per certi versi. Non ha pairing, né nulla di particolare: contiene solo una verità - che la Rowling ha pensato bene di tirar fuori sul suo Webisite - su cui non si riflette fin troppo spesso, e che ha lasciato in me un profondo rammarico. Dentro il testo sono presenti, anche se spezzate, due citazioni di Shadowunters. Sono "la gente non nasce buona o cattiva. Forse nasce con delle inclinazioni verso l'una o l'altra parte, ma è il modo in cui ciascuno vive la propria vita che conta, e le persone che si incontrano" e "dove c'è un sentimento non ricambiato, c'è uno squilibrio di potere. E' uno squilibrio facile da sfruttare, ma non è saggio farlo. Dove c'è amore, spesso, c'è anche odio. Possono esistere fianco a fianco" Le ho disseminate lungo il testo, e mi sembra giusto citarne la provenienza.
Buona lettura!



Titolo: Filtro d'amore
Autore:
Unbreakable_Vow
Personaggi: Nuovi, Voldemort
Ambientazione: Post DH
Frase-chiave:
Ogni verità può essere completamente ribaltata, se vista da un'altra prospettiva.
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot

Filtro d'amore

San Mungo, 2018


La voce di una donna risuonò leggera nell'atrio del reparto neonatale del San Mungo. La persona a cui la voce si stava rivolgendo, un giovane uomo con non più di venticinque anni sulle spalle, invece, sembrava il ritratto vivente dell'impazienza e dell'agitazione.
"Adesso può andare a vedere sua moglie" fu tutto ciò che disse, scomparendo immediatamente dietro una porta bianca.
Come se quelle parole fossero state un comando diretto, l'uomo si alzò dalla sedia e marciò velocemente verso una stanza chiusa. Aprì la porta come una furia, e non appena lo fece tutto il suo corpo tremò visibilmente: di fronte i suoi occhi, in tutta la sua materna bellezza, si stagliava una donna con gli occhi socchiusi, i capelli neri scomposti sul cuscino e il petto che si alzava ed abbassava regolarmente seguito dal suono di un respiro pesante.
L'uomo le si avvicinò esitando, emozionato in maniera palese, e sussurrò quando le fu abbastanza vicino "Amore... come ti senti?"
Le prese la mano e si sedette vicino a lei, guardandola dritta negli occhi. Lei volse un poco la testa nella sua direzione e rispose con voce tremula "Sto bene... la bambina... dov'è la bambina?"
"L'hanno portata a fare degli accertamenti, non ti preoccupare. I medici mi hanno assicurato che non corre alcun rischio"
Il respiro di sollievo che la donna emise commosse molto l'uomo che si trovava di fronte a lei: senza pensarci, col cuore che sentiva essere salito fin dentro la sua gola, si chinò per darle un bacio sulla fronte.
"Sei stata bravissima amore mio, ora riposa"
La donna accolse le sue parole come un permesso e, dopo aver sussurrato a mezza voce un "Ti amo" verso la sua direzione, chiuse gli occhi e si addormentò.
Non appena il suo respiro si fece più regolare, l'uomo le lasciò la mano e si avviò verso la porta, cercando con lo sguardo, non appena uscito dalla stanza, l'infermiera che prima lo aveva avvisato.
La trovò che stava aggiustando il letto nella stanza adiacente, la fronte aggrottata e le mani impicciate in faccende a cui non stava prestando la minima attenzione. Sembrava immersa in pensieri talmente complessi che persino il suo sguardo vagava lontano, come immerso in un mondo di congetture distanti da quel letto su cui stava adagiando delle immacolate lenzuola.
L'uomo rifletté se fosse il caso di distoglierla dai suoi ragionamenti per comunicarle una cosa così stupida, ma poi la sua premura fu più forte dei suoi dubbi e non ci mise molto a decidere sul da farsi.
Bussò delicatamente sulla porta già aperta della nuova stanza, come a segnalare la sua attenzione, e non appena l'infermiera rivolse il suo sguardo verso di lui disse "Si è addormentata. E' una buona cosa, vero?"
"Certo, non si preoccupi" rispose lei con un sorriso. "E' stato un parto molto difficile, ma abbiamo fatto del nostro meglio. Ora bisogna solo aspettare che le cure facciano effetto"
Il ragazzo annuì alle parole della donna, sorridendo. Alla fine era andato tutto bene: dopo una gravidanza sempre a rischio e undici ore di travaglio, finalmente il pericolo poteva dirsi scongiurato. Lui e sua moglie sarebbero stati bene, con una bambina - la loro bambina - fra le braccia e una nuova vita che li aspettava, piena di orizzonti felici. La vita che avevano tanto sperato ed agognato, finalmente, sembrava ad un passo da loro.
Ma prima che potesse allontanarsi dalla stanza per andarsi nuovamente a sedere nell'atrio, la voce dell'infermiera lo fermò. "Mi scusi, posso farle qualche domanda?"
L'uomo guardò sorpreso la donna che, in quell'istante, si stava avvicinando verso di lui per chiudergli la porta alle spalle. Senza aver avuto nemmeno una risposta alla sua domanda, la donna gli fece cenno di sedersi sopra una delle sedie posizionate accanto al letto e si sedette di fronte a lui, lanciandogli uno sguardo perforante.
Tutto ciò lo fece agitare oltremodo. "Cosa succede?"
La donna non rispose immediatamente, ma si limitò a scrutarlo ancora per qualche istante, come a volerne studiare le fattezze. L'uomo cominciò ad agitarsi sulla sedia, chiedendosi se la donna stesse cercando magari le parole adatte per comunicargli che tutto non era andato poi così bene come aveva sperato. C'entrava forse qualcosa la loro bambina? Sua moglie avrebbe avuto una ricaduta?
"Andrò dritta al punto, signore" esclamò a quel punto l'infermiera, decidendo che la linea diretta fosse la migliore in quella circostanza. "Lei e sua moglie avete usato degli 'aiuti' per il concepimento?"
L'uomo strabuzzò gli occhi palesemente stupito da quella domanda. "Scusi, che cosa intende?"
"Intendo incantesimi o pozioni in grado di favorire una gravidanza. Ad esempio un filtro d'amore"
Un filtro d'amore? Il ragazzo sembrava sempre più sorpreso da quelle parole, come se gli suonassero incomprensibili. Si accigliò sempre di più, perdendosi in quello che a lui appariva un discorso privo di senso.
"Io e mia moglie abbiamo concepito la nostra bambina normalmente" disse, calcando volutamente l'ultima parola. "Nient'altro. Perché sospetta che non sia così?"
La donna sembrò pesare attentamente le parole da dire, ma poi risposte senza esitazione. "Il parto di sua moglie somiglia molto a quello che, normalmente, si ha quando un bambino viene fatto nascere usando dei rimedi magici"
L'uomo si pietrificò sul posto, la bocca spalancata e lo sguardo perso. Era sicuro che lui e sua moglie non avessero usato niente che li aiutasse a favorire la gravidanza. Non ne avevano bisogno: erano una coppia sana, sposata da poco, e decisa fin dall'inizio a metter su famiglia. E d'altronde, quando avevano deciso di farlo, non c'erano stati problemi.
"Ne è sicura?"
"No, ovviamente. Ma non appena sua moglie si riprenderà faremo dei controlli per stabilire se i miei sospetti siano fondati o meno"
L'uomo annuì guardando la donna, chiedendosi perché nelle sue parole suonasse una punta di vistosa preoccupazione. Non resistendo all'impulso di soddisfare la sua curiosità - impicciosità Grifondoro amava definirla sua moglie - decise di chiederle ciò che si stava domandando. "Perché è così preoccupata dall'idea che la gravidanza venga aiutata dalla magia?"
La donna, che dopo le rassicurazioni dell'uomo si era visibilmente rilassata, tornò ad agitarsi in meno di un secondo. Gli lanciò un'occhiata sospettosa, con le sopracciglia aggrottate in un evidente segno di sfiducia, e si limitò a rispondere "Perché me lo chiede?"
L'uomo sussultò. "Beh," cominciò a dire, "ho notato che la cosa sembra metterla a disagio, e me ne chiedevo il motivo. Tutto qui."
L'infermiera si alzò dalla sedia e ricominciò a rifare il letto, apparentemente dimentica della domanda che le era stata appena rivolta. Poi, dopo un tempo che all'uomo parve interminabile, aprì la bocca per rispondere. "I bambini nati con espedienti magici, e più in particolare attraverso un filtro d'amore, non acquisiscono la capacità di amare. Ignoreranno per tutta la vita i sentimenti di bene ed affetto, ed è quindi probabile che diventino persone malvagie"
La sorpresa sul volto dell'uomo divenne così palese che tutto, nel suo corpo, sembrò riflettere quello stato d'animo. Si alzò di scatto dalla sedia, reagendo d'impulso, e guardò fisso negli occhi l'infermiera che, dopo aver pronunciato quelle parole, era tornata a rivolgergli lo sguardo.
"Questo non è possibile!" sbottò, con un moto di fastidio nella voce, "Voglio dire, la gente non nasce buona o cattiva. D'accordo, forse nasce con delle inclinazioni verso l'una o l'altra parte, ma è il modo in cui ciascuno vive la propria vita che conta, e le persone che si incontrano. Non il modo col quale si viene generati"
La donna gli lanciò uno sguardo infastidito e vagamente altezzoso prima di rispondere con voce ferma e severa, del tono che non accetta repliche. "Le assicuro che si sbaglia, signore, e non pretenda di saperne di più rispetto a chi è del mestiere"
L'uomo, la rabbia che ancora gli ribolliva sottopelle, non riuscì ad accontentarsi di quella spiegazione striminzita e pronunciata con tono saccente. "Non voglio certo mancarle di rispetto, è solo che mi sembra assurdo"
"Le può sembrare ciò che vuole, ma è la verità. E comunque, se non ha usato nulla, non ha niente da temere. O forse devo interpretare la sua reazione come paura?"
"Non ho assolutamente nulla da nascondere!" rispose a quel punto l'uomo, lanciando un mezzo grido, cercando di calmarsi ma sentendosi allo stesso tempo profondamente irritato dall'accusa della donna. "Le ho già detto che il concepimento di mia figlia è stato naturale, come si fa fra un uomo e una donna. Niente pozioni o incantesimi di mezzo"
La donna annuì senza fiatare, poi, quasi come se quell'uomo non esistesse, tornò ai suoi compiti. Controllò che nella stanza fosse tutto in ordine, che le tende e le federe fossero pulite, che il vetro della finestra non presentasse spaccature, e che tutte le attrezzature fossero perfettamente funzionanti. Poi, facendo un cenno, indicò all'uomo l'uscita.
"Sto per chiudere la stanza. Prego, dopo di lei"
L'uomo, che fino a quell'istante aveva avuto la testa impegnata a formulare domande, le sentiva vorticare dentro di sé senza sosta. Non ci mise molto a decidere che, per quanto di primo acchito acida, solo quella donna potesse dargli le risposte che, se non ricevute, lo avrebbero assillato nei giorni successivi. "Posso farle un'ultima domanda prima di andarmene?"
La donna si sedette sul bordo del letto, poggiando i palmi delle mani sulla lunga veste bianca del suo camice all'altezza delle cosce, togliendo con un movimento le pieghe formatesi sul vestito. "L'ascolto" fu tutto ciò che disse in risposta.
"Se è vero che la magia può avere effetti così deleteri su un bambino" disse lui, cercando di risultare più chiaro possibile nell'esporre la sua domanda, "perché non viene fatto sapere? Voglio dire, il Ministero non dovrebbe rendere nota una cosa simile?"
La donna lo guardò con malcelato stupore, forse complimentando quietamente la perspicacia dell'uomo. Questi si sentì lusingato da quel complimento non pronunciato, ma fece in modo che questo non lo distraesse dalla risposta che si aspettava di ricevere.
"Non faccio parte del Ministero, quindi non posso risponderle con precisione" disse a quel punto la donna guardando verso il basso, con quello che aveva tutta l'aria di essere il preambolo di un lungo discorso, "ma credo che la motivazione sia da ricercare nella paura che ha il Ministero di sconvolgere l'opinione comune. Al personale che lavora negli ospedali la verità viene rivelata perché non si può fare altrimenti"
Sembrava quasi che avesse smesso di parlare, e l'uomo ne rimase molto deluso. Stava per farle notare che, effettivamente, non aveva risposto alla sua domanda, quando la donna pronunciò con voce seria.
"Sto per dirle una cosa che la sconvolgerà moltissimo, ma deve promettermi che le mie parole non usciranno da questa stanza. E' disposto a formulare un Voto Infrangibile per mantenere questa promessa?"
Addirittura? pensò scioccato. Dev'essere una cosa seria, allora... aggiunse mentalmente, annuendo in risposta. Non c'era nulla di più attraente per un Grifondoro che svelare un mistero intricato e sentirsi parte di un qualcosa di più grande. Era proprio il tipo di eccitazione che mandava in circolo la sua adrenalina, risvegliando in lui un istinto selvaggio e sconosciuto.
Per svelare un segreto era capace di mettere la sua stessa vita sull'altro piatto della bilancia.
"D'accordo allora. Prima di tutto è bene che lei sappia una cosa... è un concetto abbastanza scontato in realtà, ma sono poche le persone che ci ragionano sul serio a dovere. In amore, dove c'è un sentimento non ricambiato, c'è uno squilibrio di potere. La persona che maggiormente ama sarebbe disposta a qualunque cosa pur di tenere per sé la controparte, mentre quest'ultima ha dalla sua la consapevolezza che, qualunque cosa chieda, verrà accontentata per accaparrarsi i suoi favori. E' uno squilibrio facile da sfruttare, ma non è saggio farlo"
Lo sguardo oltremodo perplesso che l'uomo le rivolse probabilmente fece capire alla donna di dover usare un linguaggio più elementare (quest'uomo dev'essere stato senza alcun dubbio un Grifondoro), così continuò rendendo più chiari alcuni passaggi.
"Gli incantesimi o i filtri sono proprio la dimostrazione di questo potere. Può capitare che una delle due parti utilizzi un incantesimo per costringere l'altra a fare ciò che desidera, forse addirittura all'avere un figlio"
"Quello non è amore" rispose deciso l'uomo rivolgendosi alla sua interlocutrice, "quello è odio. L'amore lascia liberi di scegliere, non costringe niente e nessuno"
"Ma che belle parole!" rispose sarcastica la donna, costringendo il suo viso a non mostrare il disgusto che quella frase smielata le aveva causato. "Ma forse non considera che dove c'è amore, spesso, c'è anche odio. Possono esistere fianco a fianco, o anche essere due facce dello stesso sentimento. Davvero vuol farmi credere che reputa innaturale che un amante, pur di avere totalmente la persona che ama, sia disposto ad usare la magia?"
"Non è certo una bella cosa!" disse stizzito, non piacendogli la piega che il discorso stava prendendo né il tono superbo della donna. Poteva giurare che fosse stata una Serpe, a giudicare dal suo comportamento.
"Non è una bella cosa, certo, ma può capitare. E ora lasci che le chieda una cosa: se un bambino dovesse nascere da un simile squilibrio, si sentirebbe capace di condannarlo se, nella vita, quel bambino facesse delle brutte azioni? O si rivelasse una persona malvagia?"
L'uomo sembrò pensarci su, cercando di immedesimarsi nella situazione. Provò a pensare a come potesse sentirsi un uomo senza riuscire ad amare nessuno, abbandonato da tutti ed escluso dal resto del mondo. Il moto di compassione fu tale che, quando rispose, fu praticamente certo delle sue parole. "Non perdonerei certo le sue azioni, ma in un certo senso le giustificherei. In fondo agisce in quel modo perché non sa amare, perché è stato concepito fin dall'inizio in modo sbagliato. Che colpa avrebbe, lui, di esser nato male?"
La donna mostrò un sorriso talmente perfido che l'uomo quasi raggelò sul posto. Si, era una Serpe. Solo le Serpi sono capaci di sorridere in quel modo si convinse.
"E' esattamente per questo motivo che il Ministero tiene segreta questa informazione. E' in questo modo che è stato concepito Voldemort"
Ma prima che l'uomo avesse il tempo di riprendersi dallo shock e che la sua mente riuscisse a produrre qualunque altro pensiero che non fosse Voldemort è nato così? Allora non era colpa sua? Tutti quei morti e non era colpa sua?  la donna strinse la sua mano e disse, perentoria, mentre si dirigeva all'esterno della stanza
"Ora andiamo a cercare un garante per il Patto. La povera mente di un Grifondoro non può certo sopportare un'informazione simile senza blaterare in giro"



   
 
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